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I |
E’ stato necessario fare in modo che il polverone
mediatico di quest’ultimi mesi si abbassasse per poter tornare serenamente sul
tema della decadenza dell’italiano e del suo progressivo declino. Una
decadenza che seppur dovuta a cause di natura strutturale, è stata
indubbiamente amplificata dalla politica antinazionale dell’attuale governo di
centrodestra.Già il noto linguista Claude Hagège, linguista del Collège de
France allo scorso salone del libro durante l’iniziativa lingua madre, aveva
individuato in Berlusconi e Fini i maggiori responsabili del declassamento del
nostro idioma, denunciando contemporaneamente la connivente inerzia
dell’Accademia della Crusca.Eppure, anche lo stesso Sabatini, presidente di
questa prestigiosa istituzione, in un intervista al Corriere della Sera
all’indomani della decisione di escludere la nostra lingua da tutte le
conferenze stampa dei commissari, aveva attaccato il ministro degli esteri,
bollandolo come uno dei principali colpevoli del nostro declassamento
linguistico: “”il ministro competente è Gianfranco Fini, il ministro degli
esteri. Vorrei chiedergli dov’è finito il nazionalista di AN? “Attacco
assai puntuale, visto che dopo le proteste di facciata della Farnesina
all’indomani della decisione di addottare la “soluzione pragmatica” di
cancellare l’italiano dal gruppo ristretto delle lingue stabili dell’unione
Europea, seguì poi il nulla in termini politico-diplomatici (già dopo due
giorni Berlusconi frenava sulla difesa dell’italiano per non compromettere la
sua già barcollante immagine a livello europeo) .A questo nuovo clima si
accodava successivamente l’Accademia della Crusca per mezzo del suo presidente
che così gettava acqua sul fuoco della polemica: “non si può disconoscere la
necessità che ci sia una lingua mondiale e questa non può che essere
l’inglese. Le lingue nazionali sono da considerarsi tutte sullo stesso
piano,…Ma una lingua franca ci deve essere… “A fronte di tutto questo,
risulta evidente come a certi personaggi manchi il più elementare senso della
nazione , e come l’Accademia della Crusca sia ben lungi dall’essere quel
baluardo di autorevolezza che è invece degnamente l’Acadèmie francaise.Ed
ecco che nella complicità di Lorsignori si consuma incontrastato il declino
della nostra lingua. Un declino che pare infinito, visto che la Commissione ha
poi deciso di chiudere le sezioni in lingua italiana di molte “Scuole
Europee” (da essa finanziate) rispettivamente a Culham (Londra); Mol (belgio);
Bergen ( Norvegia); Karlsruhe (Germania).Non è un caso, visto che il prestigio
di una lingua dipende dalla considerazione politica, culturale ed economica di
quel paese… Proprio per questo la documentazione della commissione era redatta
anche in lingua italiana, ovviamente prima che al potere salisse la destra
italo-sionista. |
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