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                                         Luglio 2005
                                                                                        Estetica Avanguardia

                                                                                                                                                                                                                                           

 

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I

E’ stato necessario fare in modo che il polverone mediatico di quest’ultimi mesi si abbassasse per poter tornare serenamente sul tema della decadenza dell’italiano e del suo progressivo declino. Una decadenza che seppur dovuta a cause di natura strutturale, è stata indubbiamente amplificata dalla politica antinazionale dell’attuale governo di centrodestra.Già il noto linguista Claude Hagège, linguista del Collège de France allo scorso salone del libro durante l’iniziativa lingua madre, aveva individuato in Berlusconi e Fini i maggiori responsabili del declassamento del nostro idioma, denunciando contemporaneamente la connivente inerzia dell’Accademia della Crusca.Eppure, anche lo stesso Sabatini, presidente di questa prestigiosa istituzione, in un intervista al Corriere della Sera all’indomani della decisione di escludere la nostra lingua da tutte le conferenze stampa dei commissari, aveva attaccato il ministro degli esteri, bollandolo come uno dei principali colpevoli del nostro declassamento linguistico: “”il ministro competente è Gianfranco Fini, il ministro degli esteri. Vorrei chiedergli dov’è finito il nazionalista di AN? “Attacco assai puntuale, visto che dopo le proteste di facciata della Farnesina all’indomani della decisione di addottare la “soluzione pragmatica” di cancellare l’italiano dal gruppo ristretto delle lingue stabili dell’unione Europea, seguì poi il nulla in termini politico-diplomatici (già dopo due giorni Berlusconi frenava sulla difesa dell’italiano per non compromettere la sua già barcollante immagine a livello europeo) .A questo nuovo clima si accodava successivamente l’Accademia della Crusca per mezzo del suo presidente che così gettava acqua sul fuoco della polemica: “non si può disconoscere la necessità che ci sia una lingua mondiale e questa non può che essere l’inglese. Le lingue nazionali sono da considerarsi tutte sullo stesso piano,…Ma una lingua franca ci deve essere… “A fronte di tutto questo, risulta evidente come a certi personaggi manchi il più elementare senso della nazione , e come l’Accademia della Crusca sia ben lungi dall’essere quel baluardo di autorevolezza che è invece degnamente l’Acadèmie francaise.Ed ecco che nella complicità di Lorsignori si consuma incontrastato il declino della nostra lingua. Un declino che pare infinito, visto che la Commissione ha poi deciso di chiudere le sezioni in lingua italiana di molte “Scuole Europee” (da essa finanziate) rispettivamente a Culham (Londra); Mol (belgio); Bergen ( Norvegia); Karlsruhe (Germania).Non è un caso, visto che il prestigio di una lingua dipende dalla considerazione politica, culturale ed economica di quel paese… Proprio per questo la documentazione della commissione era redatta anche in lingua italiana, ovviamente prima che al potere salisse la destra italo-sionista.

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