Kahlil Gibran 1 - 2 

.....Allora gli si aprirono le porte del cuore, e la sua gioia volò lontano

sul mare. E chiuse gli occhi e pregò nei silenzi dell'anima.....

 

 

Parlaci degli Abiti.

Ed egli rispose:

I vostri abiti coprono gran parte della vostra bellezza, ma non

nascondono ciò che non è bello.

E anche se cercate negli abiti la vostra libertà personale, potreste

invece trovare finimenti e catene.

Vorrei che andaste incontro al sole e al vento più con la vostra

pelle che con gli indumenti.

Perché il soffio della vita è nella luce del sole e la mano della vita è

nel vento.

Alcuni di voi dicono: "È il vento del nord che ha tessuto gli abiti che

indossiamo".

E io vi dico, sì, è stato il vento del nord,

Ma il suo telaio è stata la vergogna, e il suo filo la mollezza dei

muscoli.

E quando ebbe compiuto il suo lavoro, rise nella foresta.

Non lo scordate: la modestia è uno scudo contro gli sguardi

dell'impuro.

E quando l'impuro sparirà, che mai sarà stata la modestia se non

una pastoia e un groviglio della mente?

E non dimenticate che la terra gioisce dei vostri piedi nudi e il

vento ama scherzare con i vostri capelli.

 

Parlaci del Comprare e del Vendere.

Ed egli rispose, dicendo:

La terra vi dispensa i suoi frutti, e non avrete bisogni se saprete

come riempirvene le mani.

Scambiandovi i doni della terra avrete abbondanza e sarete

soddisfatti.

Ma se lo scambio non avverrà con amore e benevola giustizia, non

potrà che portare alcuni all'ingordigia e altri alla fame.

Quando voi, lavoratori del mare e dei campi e delle vigne, incontrate

sulla piazza del mercato i tessitori e i vasai e i raccoglitori di spezie,

Invocate il supremo spirito della terra, che scenda in mezzo a voi e

benedica le bilance e i conteggi perché a un valore sia pari un altro

valore.

E non consentite che chi ha le mani sterili prenda parte nelle vostre

transazioni, perché vi renderebbe parole per la vostra fatica.

A costoro direte:

"Venite nei campi con noi o andate in mare con i nostri fratelli e

gettate le reti;

Perché il mare e la terra saranno generosi con voi come lo sono

con noi".

E se verranno cantanti e danzatori e suonatori di flauto, comprate

anche i loro doni.

Perché anch'essi raccolgono frutti ed incenso, e ciò che recano,

benché fatto di sogni, è cibo e veste per la vostra anima.

E prima di lasciare la piazza del mercato, badate che nessuno sia

andato via a mani vuote.

Perché lo spirito padrone della terra non dormirà in pace nel vento

finché i bisogni del più piccolo di voi non siano stati soddisfatti.

 

 

 

 

Che cosa pensi, maestro, delle nostre

Leggi?

Ed egli rispose:

A voi piace imporre leggi.

Ma più ancora vi piace trasgredirle.

Come bambini che giocano presso l'oceano, che costruiscono torri

di sabbia per poi distruggerle ridendo.

Ma mentre voi le costruite, l'oceano porta nuova sabbia sulla riva,

E quando poi le distrugge l'oceano ride con voi.

In verità, l'oceano ride sempre con l'innocente.

Ma che mi dite di coloro la cui vita non è un mare, e le leggi fatte

dall'uomo non sono torri di sabbia,

Ma per i quali la vita è una roccia, e la legge uno scalpello con cui

vorrebbero scolpirla a propria immagine?

E che pensate dello storpio che odia i danzatori?

E del bove che ama il suo giogo, e crede l'alce e il cervo della

foresta vagabondi e smarriti?

E del serpente vecchio che non muta più pelle e chiama gli altri

nudi e senza pudore?

E di chi arriva per tempo al banchetto di nozze, e ne ritorna stanco

e ingozzato di cibo dicendo che tutti i banchetti sono profanazioni e i

convitati trasgressori della legge?

 

Che dirò di costoro se non che vivono anch'essi alla luce del sole,

ma con la schiena voltata verso il sole?

Essi non vedono che le proprie ombre, e quelle ombre sono le loro

leggi.

Che cos'è il sole per essi se non colui che fa le ombre?

E che vuol dire per essi conformarsi alle leggi se non chinarsi a

tracciare la propria ombra sulla terra?

Ma voi che camminate col viso volto al sole, quali immagini

tracciate sulla terra possono trattenervi?

E voi che viaggiate con il vento, quale banderuola dirigerà il vostro

corso?

Quale legge dell'uomo vi legherà se infrangerete il vostro giogo

evitando le porte della sua prigione?

E quale legge vi farà paura se danzerete senza inciampare contro

le sue catene?

E chi vi condurrà in giudizio se strapperete il vostro abito ma non lo

lascerete lungo i sentieri dell'uomo?

 

Parlaci della Preghiera.

Ed egli rispose, dicendo:

Voi pregate nell'angoscia e nel bisogno; dovreste pregare anche

nella pienezza della gioia e nei giorni dell'abbondanza.

Perché che cos'è la preghiera se non l'espansione del vostro io

nell'etere vivente?

E se versare la vostra oscurità nello spazio vi conforta, sarà letizia

per voi riversarvi anche l'aurora.

E se piangete soltanto quando l'anima v'invita a pregare, essa

dovrebbe spronarvi ancora e ancora, fino a che il pianto non diventi

riso.

Quando pregate, salite a incontrare tutti quelli che pregano in

quello stesso momento e che mai, se non nella preghiera, voi potrete

incontrare.

Procurate, dunque, che la visita a quel tempio invisibile sia solo

estasi e soave comunione.

Perché se entrate nel tempio unicamente per chiedere, voi non

riceverete;

E se vi entrate per umiliarvi non sarete innalzati;

Perfino se vi entrate per implorare il bene altrui non sarete

ascoltati.

È sufficiente che entriate nel tempio invisibile.

 

Io non posso insegnarvi come pregare con le parole.

Dio non ascolta le vostre parole se non quando Egli stesso le

forma sulle vostre labbra.

E io non posso insegnarvi la preghiera delle montagne, delle

foreste e dei mari.

Ma voi che siete nati dalle montagne, dalle foreste e dai mari

potete scoprire in cuor vostro la loro preghiera.

E se ascolterete nella quiete della notte, li udrete dire in silenzio:

"Dio nostro, tu che sei il nostro io alato, è la tua volontà che agisce

in noi.

È tuo il desiderio che è in noi.

Tuo l'impulso che vorrebbe trasformare le nostre notti, che sono

tue, in giorni, che sono tuoi ugualmente.

Non possiamo chiederti nulla, perché conosci i nostri bisogni prima

ancora che nascano:

Sei tu il nostro bisogno; e nel donarci più di te stesso, ci dài tutto".