DOCUMENTO INFORMATIVO SULL’ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA SPECIALE

 

INDICE

ISCRIZIONI
LA SCUOLA SPECIALE
STRUTTURA  SCOLASTICA
ORGANIZZAZIONE ATTIVITA' E ORARIREFEZIONE
ORARI INSEGNANTI
PROGRAMMAZIONE
POPOLAZIONE SCOLASTICA
INTERVENTI EDUCATIVI
RAPPORTI CON LA FAMIGLIA
USCITE DIDATTICHE
VALUTAZIONE ALUNNI
RAPPORTI FRA INSEGNANTI E PERSONALE MEDICO
ATTIVITA' DI CLASSI APERTE
CURRICOLO

 

ISCRIZIONI

Il primo contatto per un’eventuale iscrizione presso la scuola elementare speciale avviene tra la famiglia del bambino disabile e la Direzione Educativa del Centro nella persona dell’assistente sociale.

L’assistente sociale, nel periodo compreso tra il primo ottobre e il trenta novembre, raccoglie tutte le richieste di iscrizione espresse dalle famiglie tenendo in considerazione i criteri stabiliti dalla direzione Educativa e formalizza l’avvenuta accoglienza.

In sede di GLH vengono


LA SCUOLA SPECIALE

 Compito specifico della scuola speciale è l’accoglienza e l’educazione di alunni portatori d’handicap.

L’istruzione scolastica speciale rivolge la propria attenzione a quei soggetti, colpiti da minorazione, in età dell’obbligo scolastico, per i quali:

-         non è previsto come possibile o destinato ad esiti positivi l’inserimento nella scuola comune ancorché sostenuto da adeguati supporti psico-medico-pedagogici e dalla presenza dell’insegnante di sostegno;

-         si pensa utile la frequenza scolastica in un ambiente “protetto” per aiutare lo sviluppo, il consolidamento di abilità, di comportamenti e comunicazioni adeguate prima di un inserimento proficuo in una scuola comune;

-         non è risultata valida e positiva l’esperienza in scuole comuni.

L’opinione pubblica, i legislatori, sembrano ignorare l’esistenza di un’ampia fascia di soggetti in età scolare i quali, a causa di gravi deficit sensoriali, motori, intellettivi, comportamentali e di linguaggio, non trovano nelle strutture comuni esistenti una collocazione funzionale in vista di un’azione educativa e riabilitativa tendente alla valorizzazione delle potenzialità residue.

Di conseguenza le istituzioni scolastiche speciali si devono porre, nell’ambito del territorio, in atteggiamento d’accoglienza verso questi alunni particolarmente bisognosi di un intervento individualizzato, compiuto da insegnanti specializzati e supportato da un servizio medico e riabilitativo adeguato alle necessità.

La scuola speciale, pertanto, accoglierà quegli alunni che, dal compimento del sesto anno d’età, saranno dai servizi socio-sanitari locali o dalla decisione della famiglia, riconosciuti bisognosi d’interventi specialistici sul piano educativo, dell’apprendimento didattico e della riabilitazione.

In relazione alla tipologia della popolazione scolastica la scuola elementare speciale ha necessità organizzative, gestionali, di orario, di aggiornamento e di regolamentazione che non possono o non sempre possono essere assimilate a quelle della scuola elementare comune.

La scuola elementare speciale, proprio per la sua peculiarità, deve essere fornita di tutte quelle strutture mediche, infermieristiche, riabilitative ed assistenziali atte a garantire al soggetto tutte le cure di cui necessita ed agli insegnanti, ai quali l'alunno è affidato, quella adeguata collaborazione che permetta di lavorare nella massima serenità e professionalità.

La permanenza degli alunni nella scuola elementare speciale è regolamentata dalla legislazione vigente che prevede la possibile frequenza sino al compimento del diciottesimo anno d’età (Legge 104 del 5/2/1992).   In quei casi per i quali l’équipe psico-medico-pedagogica, unitamente ai docenti e all’autorità scolastica, riterrà opportuno, sarà limitata al tempo strettamente necessario a sviluppare le capacità di apprendimento e di socializzazione così da favorire il più rapidamente possibile l’inserimento nella scuola elementare comune o nella scuola media al compimento massimo del quindicesimo anno d’età.  


LA SCUOLA SPECIALE “DON GNOCCHI”

 La scuola elementare speciale statale “Don Gnocchi” con propria Direzione Didattica in via Paravia, 83  è inserita, in armonia con le norme sull’istruzione obbligatoria e con quelle sull’assistenza medico-scolastica, presso la Fondazione Don Gnocchi ONLUS. La scuola opera all’interno della Fondazione dal 1965 prendendosi cura di minori dapprima poliomielitici, poi mutilati e ustionati della guerra del Vietnam ed in seguito di bambini con handicap motori (tetra e paraplegie), sensoriali e psichici.

Ora la scuola accoglie in gran parte soggetti con gravi plurihandicap psicofisici.

Per quanto riguarda i soggetti con disturbi comportamentali, questi sono accolti quando il disturbo è contenibile in relazione alle risorse strutturali e di personale. In base all’organizzazione attuale della Fondazione non è ora possibile accogliere soggetti che presentano:

-         autismo con ritardo mentale lieve,

-         disturbi comportamentali cospicui,

-         necessità d’intensa assistenza infermieristica.

La convenzione tra Fondazione e Ministero della Pubblica Istruzione (data stipula 1994-data scadenza 2003) consente la presa in carico del soggetto nei suoi bisogni educativi – assistenziali – riabilitativi, come scelta fondamentale di mettere al centro dei Servizi e degli operatori la persona sofferente nella sua dignità umana. Poiché l’intervento a favore di ogni alunno deve essere globale e composito, all’interno dell’orario scolastico si avvicendano momenti educativi d’apprendimento-insegnamento gestiti dagli insegnanti statali e momenti di terapia riabilitativa nonché interventi assistenziali gestiti dagli operatori e specialisti della Fondazione secondo un corretto impiego delle risorse disponibili di entrambi gli Enti in relazione ai bisogni dell’utente.  

 STRUTTURA SCOLASTICA

 La scuola speciale occupa un’ala dell’istituto Don Gnocchi con accesso da via Gozzadini 7. Le aule sono organizzate in tre blocchi esagonali non comunicanti direttamente tra loro. Esse sono denominate Unità A, B e C. Ogni unità presenta la seguente organizzazione:

-         4 aule

-         1 aula utilizzata per attività individualizzate, di laboratorio e di gruppo

-         2 gruppi di servizi per le classi

-         2 servizi per il personale operante.

Nella scuola è presente inoltre:

-         1 stanza adibita a direzione

-         1 stanza blindata per i sussidi didattici con annessa biblioteca scolastica e magistrale

-         1 refettorio situato nel sottopiano dell’edificio.

In giornate concordate con la Fondazione, valutate le esigenze dei vari settori educativi, è possibile usufruire del palestrone presente all’interno dell’edificio.

L’istituto è dotato di un ampio giardino al quale possono accedere anche gli alunni della scuola.

 

Nel plesso sono presenti in totale 30 classi, 60 insegnanti di classe, 5 insegnanti specialiste di religione e 72 alunni.

Il rapporto docenti-alunni è fissato in via generale in ragione di 1:3. Qualora siano ravvisate necessità diverse, a causa della particolare gravità degli alunni, tale rapporto può definirsi anche in ragione di 1:2 o di 1:1.

In particolare l’organizzazione risulta la seguente:

Unità A: 11 classi, 24 alunni, 22 insegnanti.

Unità B: 10 classi, 24 alunni, 20 insegnanti

Unità C: 9 classi, 21 alunni, 18 insegnanti.


ORGANIZZAZIONE ATTIVITA’ E ORARI

 

L’orario scolastico previsto per gli alunni si articola dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle ore 16,30 (trasporto e mensa compresi).

Per convenzione il Comune di Milano, in accordo con la Fondazione, provvede al trasporto degli alunni residenti in Milano e alla refezione. Gli alunni non abitanti in città usufruiscono del trasporto organizzato dal loro Comune di residenza o vengono accompagnati a scuola dai genitori.

Un alunno vive in Istituto durante la settimana.

Le famiglie possono usufruire anche del servizio di prescuola e di giochi serali organizzato dal Comune di Milano e gestito da personale nominato dal Comune. L’orario del Prescuola è dalle ore 8,00 alle ore 8,55 mentre quello dei Giochi serali è dalle ore 16,00 alle ore 17,00.

La scansione oraria delle attività segue il seguente schema:

-         ore 8,00-8,55           Prescuola

-         ore 8,55                   Ingresso: gli  insegnanti interessati si recano a prendere gli  alunni frequentanti il prescuola e/o aspettano in classe l’arrivo degli alunni.

-         ore 9,00-12,00          Attività educativa e didattica in classe o nei laboratori

-         ore 12,00-13,00        Refezione con assistenza, imboccamento ed educazione alimentare a cura degli insegnanti ed assistenti socio-sanitari della Fondazione

-         ore 13,00-15,45        Attività educativa e didattica in classe o nei laboratori

-         ore 15,45-16,00        Uscita: preparazione degli alunni per il rientro a casa.  Affidamento ai famigliari o al personale incaricato.

-         Ore 16,00-17,00       Giochi serali: gli insegnanti di classe accompagnano gli alunni iscritti nell’aula adibita a tale attività e li affidano all’insegnante incaricato.

Gli alunni che permangono, per eventuali imprevisti, dopo le ore 16,00 nei locali scolastici, vengono affidati al personale della Direzione Educativa della Fondazione che si assume la responsabilità del problema.

 All’interno dell’orario scolastico, affinché l’intervento a favore di ogni alunno sia il più possibile globale e completo, si avvicendano momenti educativi di apprendimento-insegnamento gestiti dagli insegnanti ad altri di terapia riabilitativa gestiti dagli operatori e specialisti della Fondazione. Gli insegnanti concordano con gli operatori (personale medico e paramedico della Fondazione) gli orari per gli interventi riabilitativi nei settori fisioterapia, psicomotricità, logoterapia, ippoterapia, laboratorio della comunicazione. Durante tali attività gli alunni sono affidati ai terapisti che se ne assumono la responsabilità.


REFEZIONE

 Alle molteplici attività educative-didattiche che si svolgono in classe, si affianca il momento dell’assistenza durante la refezione che comprende l’imboccamento, la stimolazione alla masticazione autonoma e alla corretta assunzione di liquidi, l’educazione all’utilizzo adeguato delle mani e degli utensili primari durante il pasto. Considerata l’eterogeneità della popolazione scolastica gli insegnanti attuano, durante tale momento, differenti e diversificate modalità d’intervento.

Per la maggior parte degli alunni presenti risulta necessario un rapporto individuale in quanto questi ultimi devono essere completamente imboccati; per questo gruppo di alunni viene inoltre attuata una stimolazione a livello orale al fine di una migliore assunzione del cibo.

Gli alunni che invece sono dotati di requisiti idonei o di capacità motorie più o meno affinate vengono seguiti a piccoli gruppi omogenei; in codesti casi l’intervento educativo mira primariamente all’acquisizione di una parziale o totale autonomia alimentare (utilizzo funzionale delle mani, delle posate e del bicchiere per portare alla bocca il cibo e le bevande), nonché a favorire lo sviluppo di un corretto comportamento a tavola (acquisizione della capacità di mantenere una postura ed un comportamento corretto durante il pranzo).

Durante questo anno scolastico gli alunni da seguire durante il pranzo con un rapporto individuale sono      . Non essendo il numero di insegnanti sufficiente a coprire le esigenze di rapporto individuale viene utilizzato per tale momento anche personale assistenziale della Fondazione.

 Esiste all’interno della Fondazione la possibilità per gli insegnanti di poter usufruire della consulenza di personale specialistico per problemi riferiti all’alimentazione degli alunni: “Valutazione disfagie”.

La consulenza, su segnalazione di particolari situazioni problematiche, consiste nella valutazione delle difficoltà manifestate dall’alunno nel momento del pasto e nell’individuazione della strategia più appropriata per la loro risoluzione.

Le segnalazioni possono partire dai medici, terapisti, insegnanti o genitori. Debbono essere formalizzate dal terapista specialista in condivisione con il medico referente mediante la compilazione di un modulo appositamente prodotto che deve essere consegnato alla segreteria della Direzione Educativa. Il terapista segnala la data individuata agli insegnanti che devono essere presenti al momento della valutazione e si fa carico del reperimento del cibo in cucina. Nel caso in cui la valutazione debba essere rimandata, occorrerà avvisare la segreteria della Direzione Educativa.

Il terapista specialista consegna il risultato della valutazione al medico referente che provvede ad informare gli insegnanti.


ORARIO INSEGNANTI

Gli insegnanti svolgono 22 ore di insegnamento su 5 giorni della settimana. L’orario di servizio, concordato all’inizio dell’anno, si articola secondo il modulo dell’alternanza nel rispetto delle esigenze organizzati del lavoro di classe.

Turno antimeridiano: ore 8,55-13,00

Turno pomeridiano: ore 11,55-16,00

La sovrapposizione degli insegnanti dalle ore 12,00 alle ore 13,00 tende a far fronte adeguatamente ai problemi d’imboccamento ed assistenza all’assunzione del cibo degli alunni.

Le ore di contemporaneità vengono utilizzate per la realizzazione di attività individualizzate, progetti, gite, laboratori, classi aperte.

Sono previste 2 ore settimanali di programmazione didattica. Per quest’anno scolastico si è scelta come giornata di programmazione settimanale il lunedì dalle ore 16,00 alle ore 18,00.


PROGRAMMAZIONE

 La programmazione settimanale viene svolta in una riunione tra gli insegnanti interagenti di ogni team. In essa si affronta:

-         esame del comportamento manifestato da ogni singolo alunno durante la settimana precedente;

-         analisi di fattori che possono aver determinato eventuali regressi o l’insorgenza di problematiche nuove;

-         formulazione di ipotesi di soluzione dei problemi;

-         esame dell’azione didattica svolta nella settimana precedente e dei risultati ottenuti;

-         formulazione del programma didattico da svolgere di comune accordo nella settimana seguente,  da ogni insegnante in relazione agli interventi ad esso assegnati;

-         organizzazione armonica dei diversi interventi in sintonia con i ritmi psichici degli alunni interessati;

-         aggiornamento settimanale degli interventi individualizzati che si svolgeranno nelle ore di compresenza.


POPOLAZIONE SCOLASTICA  

 La scuola speciale accoglie quest’anno 72 alunni suddivisi in due gruppi:

-         alunni dai 6 ai 15 anni

-         alunni dai 15 ai 18 anni (art. 5 legge 104 del 1992).

Gli alunni “ultraquindicenni” sono inseriti nell’Unità A che risulta organizzata secondo un progetto specifico che favorisce la realizzazione di programmi educativi che tengano conto delle esigenze e problematiche degli alunni in questa delicata fase evolutiva.

La scuola accoglie alunni con handicap sensoriali, motori, psichici e relazionali. Una lettura dei dati sulla tipologia della popolazione attualmente presente nella scuola evidenzia che l’80% circa dei soggetti accolti presenta grave deficit motorio e necessita di un’assistenza totale nel soddisfacimento dei bisogni primari (abbigliamento, igiene, alimentazione, spostamenti). Il 75% circa dei soggetti presenta un ritardo mentale grave e profondo, il 23% circa un ritardo prevalentemente medio. Il 32% degli alunni presenta disturbi generalizzati dello sviluppo di tipo autistico, spesso con compromissione globale grave dal punto di vista cognitivo e motorio.


INTERVENTO EDUCATIVO

Nella scuola speciale si trovano una varietà di età cronologiche e mentali, di problemi di apprendimento e comportamento, di gravi deficit sensoriali, motori, intellettivi e relazionali. Tale problematicità si traduce in:

-         ritmi d’apprendimento lenti e spesso discontinui;

-         facile esauribilità degli interessi e quindi necessità di continue stimolazioni;

-         elevatà faticabilità che limita il tempo di applicazione al compito;

-         difficoltà e spesso incapacità a capire ciò che non è estremamente concreto;

-         difficoltà ad orientarsi nel tempo e nello spazio;

-         difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione;

-         difficoltà nell’uso e nella comprensione del linguaggio verbale e dei simboli verbali e numerici;

-         difficoltà a contenere atteggiamenti aggressivi ed autolesivi.

L’intervento educativo deve basarsi sul potenziamento delle capacità emergenti. Si rende pertanto necessaria una individualizzazione e personalizzazione dell’intervento e delle strategie educative da utilizzare con ciascun alunno. Queste devono rispettare qualità del rapporto, momento evolutivo, ritmi di successione delle tappe maturative, tempi personali di comprensione, di elaborazione e di risposta. Vanno inoltre tenute presenti le modalità estremamente differenziate di interpretazione del messaggio, legate al vissuto e alla capacità di assimilarlo, elaborarlo e tradurlo in operatività; la capacità di fermare l’attenzione e di concentrarsi sul compito. Queste caratteristiche del lavoro mentale, presenti in ciascun alunno, si organizzano in maniera diversa, a seconda della diversa patologia e richiedono, oltre alla personalizzazione del programma educativo, anche la necessità di un’estrema attenzione alla continuità del processo d’apprendimento e al fatto che ogni minima tappa deve essere ben superata prima del passaggio alla tappa successiva.

Si deve inoltre tenere conto della povertà di esperienze cognitive ed affettive dovute alle minorazioni motorie e sensoriali che impediscono all’alunno di acquisire informazioni dal mondo esterno in modo spontaneo e quindi di costruire senza artifici e globalmente il suo rapporto con la realtà.

Il lavoro educativo parte quindi da un profondo studio dell’alunno, del suo sviluppo, delle sue possibilità e capacità di apprendimento, nonché degli aspetti psicologici e sociali che lo caratterizzano.

Dall’insieme di acquisizioni che derivano da:

-         una Diagnosi funzionale elaborata, secondo quanto previsto dalla Legge 5 febbraio 1992, n. 104 e dal Decreto del Presidente della repubblica del 24 febbraio 1994, dall’equipe psico-medico-pedagogica in cui viene descritta in maniera analitica la compromissione funzionale dello stato psico-fisico dell’alunno in situazione di handicap, al momento in cui accede alla struttura;

-         un Profilo dinamico-funzionale, secondo quanto previsto dalla normativa già menzionata, elaborato dall’equipe psico-medico-pedagogica e dagli insegnanti di classe, in cui si descrive in maniera analitica, dopo un primo periodo d’inserimento scolastico, il prevedibile livello di sviluppo che l’alunno in situazione di handicap dimostra di possedere nei tempi brevi (sei mesi) e nei tempi medi (due anni);

nasce il Piano educativo personalizzato correlato alle disabilità dell’alunno, alle sue conseguenti difficoltà ed alle potenzialità comunque disponibili. Il documento descrive gli interventi integrati ed equilibrati tra di loro predisposti per l'alunno, in un determinato periodo di tempo, al fine della piena realizzazione del diritto all’educazione e all’istruzione. Nella stesura del Piano educativo personalizzato vengono indicati gli obiettivi che si intendono raggiungere nel corso dell’anno scolastico all’interno delle seguenti aree:

-         cognitiva

-         affettivo-relazionale

-         comunicazionale-linguistica

-         sensoriale

-         motorio-prassica

-         neuropsicologica

-         autonomia.

 

Nel caso di alunni con buone capacità intellettive la programmazione verrà stesa considerando le aree disciplinari della scuola comune.

 

Nel caso di progetti specifici le voci del PEP possono subire delle variazioni.

In particolare la sperimentazione “Progetto TEACCH” (da tre anni in atto all’interno della scuola) adotta le seguenti voci:

-         imitazione

-         percezione

-         abilità grosso-motorie

-         abilità fini-motorie

-         integrazione oculo manuale

-         prestazioni cognitive

-         linguaggio cognitivo

-         abilità d’autonomia

-         abilità sociali

-         comportamento.

 Considerate le aree indicate dalla legge n. 104, la scuola ha evidenziato l’importanza di un curricolo valido per il plesso a cui riferirsi nella stesura del PEP di ogni alunno.


Redatta la programmazione degli obiettivi che si intendono raggiungere nel corso dell’anno scolastico per ogni alunno a loro affidato (PEP), gli insegnanti bimestralmente verificano gli apprendimenti raggiunti dagli stessi al fine di valutare la prosecuzione del lavoro verso conoscenze successive o l’arresto dello stesso su conoscenze ed apprendimenti non ancora assimilati.

- In presenza di alunni gravemente compromessi a livello psicofisico (grave insufficienza intellettiva; assenza o riduzione degli strumenti che presiedono alla sintesi mentale; insufficiente coscienza di sé; inesistente o scarsa capacità di fissare l’attenzione e conseguentemente di trasformare quest’ultima in concentrazione ed interesse duraturo; altissima soglia di risposta agli stimoli; canale di comunicazione esclusivamente mimico tendente a manifestare benessere e malessere; comunicazione prettamente passiva in risposta esclusiva allo stimolo offerto dall’adulto; in alcuni casi parziale o totale mancanza del controllo del capo e/o degli arti; nella maggior parte dei casi incapacità ad afferrare e conseguentemente a manipolare) l’intervento educativo è centrato sulle capacità residue considerando un loro possibile ampliamento e cercando di limitarne le possibili regressioni. Il presupposto dell’intervento educativo non è in questi casi particolari solo il conferimento di una maggiore efficienza ma il raggiungimento del massimo benessere possibile favorendo l’ampliamento del sé ed evitando il rischio di destrutturazione completa; tale obiettivo non viene raggiunto esclusivamente soddisfacendo i bisogni e canalizzando gli impulsi ma soprattutto attuando una vasta gamma di stimolazioni sensitivo-sensoriali atte a portare il soggetto ad una progressiva e costruttiva coscienza e conoscenza di sé e del mondo. E’ necessario considerare la necessità del grave di essere “contenuto e ricomposto”; da parte dell’educatore deve quindi essere esercitata la funzione di “contenitore” (Moretti) in senso fisico e mentale, a livello individuale ed ambientale, al fine di far si che il bambino arrivi a padroneggiare un proprio senso di “contenimento” sufficiente a dargli stabilità sia pure in forma qualitativamente ridotta.

Tale senso di “contenimento” è evidentemente subordinato alla percezione del corpo come un tutto unico, percezione che viene raggiunta attraverso l’integrazione dei dati sensoriali, degli esercizi funzionali di coordinazione occhio-mano-bocca. Al fine di arricchire la capacità di discriminare gli stimoli, di affinare le percezioni, di migliorare le prassie (schemi d’azione) e le gnosie (processi di conoscenza) vengono proposte tutte le esperienze possibili utilizzando le attività di stimolazione corporea, sensoriale statocinestetica ed esterocettiva in modo che per mezzo degli organi sensoriali il corpo diviene fonte d’afferenza  di esperienze discriminative percettive e mezzo per orientare il rapporto con gli oggetti e le persone.

E’ necessario inoltre considerare il bisogno di taluni alunni di avere un complemento amplificatore che faccia da ponte con la realtà circostante. Si cerca quindi, nei limite del possibile, di fare da interprete per quello che riguarda i messaggi anche minimi in modo tale che l’alunno, vedendo realizzata la propria intenzione, eviti la chiusura che consegue direttamente alle ripetute esperienze di impotenza.

E’ altresì importante fare in modo che il minore acquisisca la capacità di utilizzare un minimo codice di comunicazione anche se limitato alla conferma e alla disconferma.

- In presenza di alunni con discrete capacità motorie ma con gravi difficoltà di coordinazione dell’atto secondo una finalità, l’intervento educativo è principalmente centrato sull’educazione alla conoscenza della realtà circostante finalizzata all’acquisizione di un’autonoma e cosciente padronanza della stessa. Risulta quindi indispensabile stimolare nell’alunno ogni canale recettivo attraverso molteplici attività motorie e senso-percettive per permettergli di conoscere sempre meglio la realtà e le sensazioni che la stessa provoca.

- Per gli alunni con limitata comunicazione gestuale e verbale ma con buona comprensione  e con discrete capacità intellettive tali da presupporre la presenza di conoscenze, anche se frammentarie, relative allo schema corporeo e all’orientamento spaziale, nonché in possesso di buone capacità senso-percettive e di motricità fine, l’intervento educativo è principalmente di coordinamento e sviluppo ulteriore di tali conoscenze. Qualora le stesse non fossero ancora ben apprese, si attuano dunque alcune stimolazioni allo scopo di rendere l’alunno padrone della realtà che lo circonda. In base alla padronanza di tali conoscenze si può giungere alla rappresentazione e quindi alla simbolizzazione, primo processo intellettivo da acquisire per poter impostare attività di tipo scolare e quindi propriamente disciplinare.

- In presenza di alunni con buone capacità intellettive l’intervento educativo è rivolto principalmente a favorire l’acquisizione dei prerequisiti e delle capacità strumentali conseguenti relative all’area linguistica e logico-matematica. E’ inoltre auspicabile condurre gli alunni verso un’acquisizione del senso storico, geografico e scientifico per una maggiore consapevolezza e presa di coscienza della realtà circostante.

Partendo dal presupposto che con apprendimento si intende qualunque modificazione del comportamento per effetto di stimoli provenienti dall’ambiente (Piaget) quest’ultimo deve essere organizzato in modo idoneo affinché l’alunno possa trarre il massimo vantaggio per il suo sviluppo.

RAPPORTI CON LE FAMIGLIE

E’ molto importante che la famiglia di ogni alunno conosca il lavoro che viene svolto a scuola e ne comprenda le finalità. Ciò deve tendere a favorire una continuità d’impegno tra ambiente familiare ed ambiente scolastico.

Durante l’anno scolastico sono previste assemblee con tutti i genitori degli alunni della classe. In tale incontro gli insegnanti informano sul piano di lavoro in atto, sul suo svolgimento, illustrano le attività affrontate in classe, il comportamento degli alunni, la loro partecipazione alla vita scolastica, le problematiche emerse e le situazioni particolari evidenziate.

I genitori degli alunni possono concordare con gli insegnanti incontri individuali per affrontare problematiche particolari riferite al proprio figlio.

ORGANIZZAZIONE, COORDINAMENTO

Per una gestione il più possibile funzionale, efficiente e valida della scuola alcuni insegnanti svolgono, oltre la loro attività d’insegnamento dei ruoli di coordinamento, organizzazione, progettazione e ricerca nei versanti della gestione organizzativa, della didattica e della sperimentazione.

USCITE DIDATTICHE

Scopo primario della scuola speciale è il massimo recupero dei soggetti in difficoltà prestando particolare attenzione che ciò avvenga considerando anche  l’aspetto del sociale e quindi garantendo la possibilità di avere rapporti di scambio con ambienti diversi da quello speciale.

A tale scopo gli insegnanti inseriscono nel piano di lavoro la programmazione di uscite periodiche nel quartiere, nella città e gite scolastiche fuori Milano.

La programmazione di tale esperienze vuole essere un aiuto per:

-         migliorare il grado di percezione, osservazione, conoscenza, riconoscimento di ambienti e realtà diverse da quelle abituali;

-         tollerare, accettare di stare in ambienti diversi da quelli consueti;

-         assumere e mantenere comportamenti adeguarti a situazioni ed ambienti non soliti;

-         accettare di relazionarsi, di comunicare ed interagire con ambienti diversi da quelli abituali;

-         sperimentare situazioni di gruppo;

-         migliorare il comportamento in situazioni di gruppo;

-         accettare la presenza, i tempi e le esigenze degli altri.

 

Le uscite possono essere effettuate anche da una porzione soltanto della scolaresca, se motivi medici e/o ambientali sconsigliano la partecipazione di alcuni alunni.

 

Si allega modulistica per l’organizzazione delle uscite.

VALUTAZIONE DEGLI ALUNNI

Gli insegnanti redigono, all’inizio dell’anno scolastico, per ogni alunno un Piano educativo personalizzato, stabilendo gli obiettivi che si intendono raggiungere.

Bimestralmente vengono poi effettuate la programmazione e la verifica degli obiettivi intermedi mediante riunioni d’interclasse.

Con scadenza quadrimestrale viene trasmessa alla famiglia degli alunni una griglia di valutazione, progettata dalla scuola, allegata alla scheda di valutazione attualmente in vigore.

La consegna di tali documenti è occasione di colloquio individuale con i genitori degli alunni.

Si allega copia della griglia di valutazione.

MATERIALE LIBRARIO ALTERNATIVO

Considerata la particolarità delle esigenze degli alunni frequentanti la scuola e i piani educativi personalizzati elaborati per ciascuno di essi, gli insegnanti ritengono opportuno adottare materiale librario alternativo ai testi ministeriali orientandosi nella scelta verso materiali adatti a stimolare le potenzialità sensoriali e cognitive di ognuno. In particolare vengono utilizzati testi monografici di approfondimento delle esperienze quotidiane vissute dagli alunni e degli argomenti inerenti le aree educative, materiale ludico-strutturato e materiale informatico.


RAPPORTI TRA INSEGNANTI E PERSONALE MEDICO, RIABILITATIVO ED ASSISTENZIALE DELL’ISTITUTO

 Nonostante le diversità di mansioni è di fondamentale importanza che tra tutto il personale che interagisce attorno all’alunno sussista il medesimo spirito educativo ed il medesimo impegno nel favorire la manifestazione delle potenzialità del soggetto.

Ciò deve tradursi in uno spirito di collaborazione nell’individuazione degli interventi più idonei che tengano in considerazione le capacità, i bisogni, le esigenze ed i tempi di faticabilità del soggetto.

L’organico degli operatori del settore scuola elementare è il seguente:

1) Medici:             2 neuropsichiatre infantili (per un totale di 25 ore settimanali)

                            1 fisiatra (30 ore settimanali condivise con gli utenti del C.F.P.H.)

2) Psicologo:         1 psicologa (a tempo pieno)

3) Ass. sociale:      1 asistente sociale (a tempo pieno)

4) Terapisti:

- F.K.T:                7 t.d.r. (152 trattamenti)

- PSM:                  2 t.d.r. (50 trattamenti)

- LOGOP:             2 t.d.r. (53 trattamenti)

Strumenti organizzativi connessi con le esigenze di raccordo dei diversi interventi e di collaborazione ed integrazione tra i Servizi e tra tutti gli operatori sono:

-         l’organismo del G.L.H.

-         l’organismo dell’Osservatorio

L’organismo del G.L.H. si riunisce settimanalmente e vede la partecipazione fissa  della Vicaria della scuola speciale, del Responsabile del settore educativo del centro, dell’équipe del servizio socio educativo residenziale (l’équipe è composta da due neuropsichiatre, una psicologa, un’assistente sociale).

I compiti di tale organismo, indicati dalla circ. n. 610/93 del Provveditorato agli studi, si esplicitano nell’iter propedeutico all’accoglienza, alla formazione delle classi, alla progettualità globale, alla programmazione degli Osservatori.

Momento strutturato e riconosciuto di confronto, approfondimento e progettazione dei diversi interventi a favore dell’alunno è l’organismo operativo dell’Osservatorio.

All’Osservatorio partecipano i diversi operatori referenti: docenti, docente F.O., neuropsichiatra, fisiatra, psicologa, assistente sociale, terapisti e assistenti sociosanitari.

L’Osservatorio può essere richiesto da ogni operatore che opera con il minore compilando una modulistica in cui si indicano le motivazioni della richiesta (modulistica allegata). E’ in ogni caso auspicabile che avvenga almeno due volte nell’anno scolastico ( all’inizio ed alla fine) per ogni alunno iscritto in modo da poter programmare e quindi verificare la validità ed le risposte agli interventi attuati.

Altri momenti congiunti d’incontro sono quelli previsti tra:

-         commissione educativa della scuola, équipe, presidenti d’interclasse, solitamente due volte l’anno, per delineare i momenti consultivi ed operativi per l’accoglienza al Centro, l’inserimento nelle classi, la trasmissione della diagnosi funzionale, la definizione delle linee di orientamento per il piano educativo integrato del singolo alunno;

-         presidenti d’interclasse, assistenti sociosanitari (con responsabile del servizio), psicologa per progettare e verificare progetti specifici di controllo sfinterico, assistenza, collaborazione tra operatori;

-         docenti e psicologa per analizzare ed affrontare problemi educativi-relazionali-didattici incontrati nell’attuazione del progetto globale previsto sul singolo.

ATTIVITA’  DI CLASSI APERTE

Con le attività a classi aperte si intende dare la possibilità agli alunni di sperimentare situazioni di gruppo diverse da quella solita della classe e favorire l’interazione e la reciproca conoscenza attraverso proposte di attività ludiche, creative, di produzione, animazione/drammatizzazione e musica da svolgere assieme. Il lavoro comune favorisce la comprensione di semplici regole di convivenza quali il rispetto dei tempi e delle esigenze dei compagni, il rispetto delle fasi del lavoro o delle regole del gioco, la capacità di attesa del proprio turno. Le attività a classi aperte danno la possibilità inoltre di approfondire e rinforzare, in un ambiente particolare, conoscenze già possedute e stimolare l’acquisizione di nuove.

Si allega prospetto delle attività a classi aperte per l’anno scolastico 2002/2003.

 

CURRICOLO SCUOLA SPECIALE “DON GNOCCHI”

La scuola elementare speciale statale “Don Gnocchi”, considerate le indicazioni date dalla legge 5 febbraio 1992, n. 104 e dal Decreto del Presidente della Repubblica del 24 febbraio 1994, riguardo alla stesura di piani educativi personalizzati per ogni alunno portatore di handicap, ha evidenziato l’importanza dell’elaborazione di un curricolo valido per il plesso a cui riferirsi nella stesura dei PEP. Tale curricolo prende in considerazione le seguenti aree:

-         cognitiva

-         affettivo-relazionale

-         comunicazionale

-         sensoriale

-         motorio-prassica

-         neuropsicologica

-         dell’autonomia.

 AREA SENSORIALE

La percezione è la capacità d’interpretare le sensazioni. Essa si fonda su esperienze di sensazioni fatte in precedenza e origina dall’interazione con l’ambiente. E’ una funzione acquisita e, come tale, può essere insegnata. Questo insegnamento può realizzarsi mediante la somministrazione di esperienze sensoriali ben pianificate negli ambiti della vista, della gestualità, della cinestesia e del tatto.

La percezione di sensazioni, o la comprensione del loro significato, dipende, in qualche misura, dalla capacità d’integrare e far interagire i vari sensi, così da rinforzare il messaggio che si riceve. Molti soggetti non sanno distinguere bene le sensazioni e rimangono confusi da ciò che vedono, sentono, assaggiano, annusano e toccano. Un senso non riesce a rafforzare il messaggio inviato da un altro senso. Può succedere che non si riescano a trasformare le proprie esperienze sensoriali in una percezione significativa. E’ importante che questo comportamento venga modificato dall’insegnante mediante l’utilizzo di tecniche particolari per migliorare le abilità nel campo della percezione visiva, tattile, olfattiva e gustativa.

AREA MOTORIO-PRASSICA

Lo sviluppo della persona umana dipende dalla capacità e dalla possibilità di acquisire, organizzare e utilizzare tutta una serie d’informazioni essenziali riguardo a se stessi. E’ in questo modo che le persone familiarizzano con il proprio corpo ed imparano a usarlo. Vi sono casi in cui, per motivi vari, si ha difficoltà nel ricevere ed elaborare queste informazioni. L’interazione con l’ambiente circostante risulta limitata e, di conseguenza, l’immagine che si sviluppa del proprio corpo può essere distorta. Occorre quindi rafforzare la consapevolezza del proprio corpo. Ciò richiede la presenza di un ambiente rassicurante dove l’alunno venga aiutato, sollecitato, stimolato a sperimentare con il proprio corpo movimenti diversi di tipo grosso-motoro e fino-motorio.

AREA DELL’AUTONOMIA

 L’autonomia di una persona consiste nella sua capacità di autogovernarsi, di controllare se stessa ed il proprio comportamento, di prefiggersi degli obiettivi e di mettere in atto delle strategie utili per raggiungere tali obiettivi senza bisogno di sollecitazione esterna. Nell’area dell’autonomia si considerano due ambiti diversi: personale e sociale. Se l’autonomia personale è l’aver cura della propria persona, intesa fondamentalmente nel rispondere alle esigenze primarie del benessere fisico (controllo degli sfinteri, alimentazione, igiene e vestirsi), l’autonomia sociale è costituita invece da una serie ben più ampia di abilità che riguardano il rapporto della persona con l’ambiente che la circonda.

Risulta utile ed opportuno mettere l’alunno nella condizione di acquisire questa indipendenza in modo ragionevolmente rapido e completo. L’autonomia e l’indipendenza personali non possono essere considerate come condizione statica dell’individuo quanto piuttosto come il risultato di un processo attivo di modificazione del proprio comportamento e delle proprie aspettative, cioè come il frutto di un processo d’apprendimento. Obiettivo fondamentale dell’insegnante è aiutare l’alunno a raggiungere un livello d’autonomia tale per cui possa, per quanto a lui possibile, affrontare la vita in modo indipendente.

AREA COGNITIVA

Gran parte della ricerca contemporanea è diretta all’individuazione dei processi di base che determinano, regolano e guidano la successione di operazioni cognitive adatte a risolvere correttamente i più disparati problemi logici. Compito dell’educatore è individuare ed utilizzare strumenti particolari capaci di avviare, mantenere e, possibilmente, promuovere l’interazione evolutiva. Un individuo normalmente cresce e si evolve grazie a fluide interazioni fra successive esperienze e sistemi di ricezione di tali esperienze, di concettualizzazioni ed elaborazioni costanti, di sensibilizzazione graduale alla percezione di eventi sempre nuovi e sempre più complessi. In situazioni di handicap, le esperienze si riducono di numero e risultano qualitativamente scadenti. Ci si trova nell’impossibilità di recepire, codificare e concettualizzare esperienze; si è incapaci di elaborare strutture che consentano di cogliere gradualmente aspetti sempre nuovi della realtà. L’intervento educativo, organizzando, strutturando, sequenziando le esperienze rilevanti deve rendere il più agevole possibile la trasmissione, la registrazione e la successiva elaborazione di quelle informazioni, che interagendo tra loro ed aggregandosi in strutture articolate, rappresentano la base di successive costruzioni concettuali, di competenze, di cognizioni, di abilità.

AREA AFFETTIVO-RELAZIONALE

Il bambino con problemi ha difficoltà ad instaurare rapporti con gli oggetti e con gli altri per cui utilizza modalità alterate di non relazione con l’ambiente: isolamento, aggressività, note d’opposizione alle varie proposte, disagio di fronte a persone e materiali nuovi. L’adulto deve intercettare ed interpretare questi messaggi per poi progettare interventi adeguati. E’ utile creare nell’ambiente scolastico un clima sereno e rassicurante al fine di stimolare l’alunno al superamento delle sue condotte inadeguate.

AREA COMUNICAZIONALE

I deficit cognitivo-linguistici che l’alunno handicappato presenta richiedono interventi educativi decisamente orientati ad un uso pragmatico, “funzionale”, del linguaggio, per permettere al ragazzo di usare correttamente, in contesti reali, le abilità comunicative che già possiede o che può apprendere. In questo senso l’obiettivo principale dell’insegnante è quello di ottenere un’adeguata competenza comunicativa relativa principalmente ai vari aspetti della vita quotidiana nei settori della comprensione e produzione.

AREA NEUROPSICOLOGICA

Nell’area neuropsicologica si prendono in considerazione le capacità mnestiche, attentive, di organizzazione spaziale e temporale. Tali capacità sono fenomeni complessi che riguardano tutta la personalità e non sono isolabili nel contesto della vita psichica. E’ importante intervenire didatticamente per sviluppare nel soggetto una maggiore attenzione e consapevolezza dei fenomeni mentali e proporre attività che riguardino i fondamentali processi di memoria e che insegnino all’alunno ad esserne consapevole e ad utilizzarli al meglio.