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Sono esistite almeno
quattro principali glaciazioni nella storia della Terra.
La glaciazione più antica si crede abbia avuto luogo tra
2,7 e 2,3 miliardi di anni fa all'inizio dell'eone
Proterozoico.La
glaciazione più antica di cui si sia raccolta una buona
quantità di documentazione, invece, è datata tra gli 800
e i 600 milioni di anni fa (periodo Cryogeniano).
Probabilmente fu la glaciazione più importante
dell'ultimo miliardo di anni. Molti suggeriscono che in
quel periodo le acque del mare si ghiacciarono fino
all'equatore o in prossimità di esso.
Da allora, vi sono stati
dei periodi di glaciazione della durata di 40.000 e
100.000 anni, durante i quali le calotte si sono estese
e ritirate ciclicamente. L'ultimo periodo glaciale è
terminato circa 10.000 anni fa.
Le cause che portano il
clima terrestre a entrare e uscire ciclicamente da una
glaciazione sono ancora controverse.
A differenza di quanto si è finora pensato, la glaciazione nel
Pleistocene (12.000 anni fa circa) non è stata lenta e graduale ma
improvvisa e repentina. L'autore fa notare come in Alaska ed in Siberia
nel secolo scorso molti tra i pescatori ed i cercatori d'oro hanno
trovato scheletri di animali che all'epoca vivevano in climi molto più
temperati o addirittura tropicali... come le scimmie gli ippopotami gli
elefanti nani.. forse gli stessi mammuth ed alcuni grandi felini come
giaguari linci e tigri dai denti a sciabola...
Alcune isole a nord della Siberia sul mar Baltico ed alcuni letti di
fiumi in Alaska sono dei veri e propri "cimiteri" di questi animali..
con ossa smembrate e mischiate a resti di alberi e piante che all'epoca
sono state trascinate da un violentissimo cataclisma che li ha uccisi
sterminandoli e seppellendoli sotto detriti di terra roccia e limo...
poi invasi e coperti dalle acque.
L'autore sulla base delle ricerche di alcuni studiosi del secolo scorso
che si recarono in Alaska... arriva alla conclusione che un evento
simile non poteva essere avvenuto in un arco di tempo più o meno breve
(come comporta appunto una glaciazione) ma in un momento improvviso ed
immediato come forse diverse ondate di tsunami (onde di mare anomale
alte anche centinaia di metri e che si abbattono sulla costa a velocità
spaventose..spesso ad oltre 1000 km orari) causate da un impatto
meteorico violentissimo o da un terremoto estremamente forte...un evento
che avrebbe potuto modificare l'assetto geografico terrestre e lo
spostamento del suo asse... con la ridislocazione dei poli in climi
temperati
È
possibile che alcuni scheletri trovati ammassati e relativamente ben
conservati trovano la logica spiegazione che gli animali si siano
trovati nella condizione di rimanere il più possibile a contatto fisico
(per scambiare calore) allo scopo di ritardare la morte per
congelamento.. questo perché la ridislocazione dei poli li avrebbe
portati a vivere a temperature sottozero ed alle quali il loro fisico
non ha retto... mentre gli scheletri smembrati e mischiati a radici sono
stati investiti da un'onda d'acqua violentissima e poi trascinati a
valle dai fiumi neoformati...
Il fiume Tanana scorre attraverso lo Yukon in Alaska. Nel 1940, in mezzo
a quanti setacciavano il fondo e il limo ricco d’oro, deboli grida
attraversarono il ronzio e il frastuono generali, annunciando una
scoperta: gli scavi si arrestarono. Nell’umido silenzio, il fiume parve
pullulare d’ossi di carcasse: centinaia, prima, e poi migliaia di
mammuth estinti, mastodonti, cavalli e bisonti.
Benché la formazione di depositi di limo, fango e ossa non sia chiara,
ci sono ampie prove del fatto che almeno una parte di questo materiale
si sia depositata in seguito a una catastrofe. I resti dei mammiferi
sono per lo più smembrati e disarticolati, anche se alcune parti, come
brandelli di legamenti, porzioni di pelle, di peli e di carne,
permangono ancora nel loro stato di congelamento. Alberi attorcigliati e
divelti sono impilati in coacervi scheggiati e in questi depositi si
possono rintracciare perlomeno quattro considerevoli strati di ceneri
vulcaniche, anche se estremamente deformati e distorti.
«La causa potrebbe essere stata causata da una eruzione vulcanica che abbia
ucciso la popolazione animale dell’Alaska e che i corsi d’acqua abbiano
trascinato giù per le valli le bestie uccise» .Ma un’eruzione vulcanica avrebbe
carbonizzato gli alberi, ma non li avrebbe scheggiati e sradicati. Se
avesse ucciso gli animali, non li avrebbe smembrati. Appare ovvio che
solo un ciclone o un’inondazione o le due cose insieme possono aver
sradicato e scheggiato gli alberi. Gli animali possono
essere stati uccisi solo da un’onda gigantesca che sollevò, trasportò,
maciullò e seppellì milioni di corpi e di piante. L’ipotesi è
confermata dal fatto che la zona colpita è assai più vasta di quella
eventualmente interessata da un’eruzione vulcanica che avesse provocato
la catastrofe e dalla circostanza che depositi consimili esistono in
tutta la penisola artica.
Dall’altra parte del globo, si stende la Siberia, una vasta zona gelida
e selvaggia, troppo fredda anche per gli alberi più resistenti. Nel
1799, un certo Boltunov, un commerciante d’avorio, trovò un mammuth
sotto lo strato di ghiaccio alla foce del fiume Lena. Un rinvenimento in
sé tutt’altro che sorprendente, dato che i mammuth, a quanto si ritiene,
avevano abitato la regione in epoche più calde, insieme al rinoceronte,
all’alce, ai cervi, al bue muschiato e ai gatti dai denti a sciabola.
A
Berezova, tuttavia, nel 1900 venne alla luce un esemplare di mammuth
ancora più singolare, sepolto a grande profondità sotto il ghiaccio
permanente dell’Artico. La carcassa, ritrovata in posizione eretta, con
alcuni ranuncoli tra i denti serrati, rivelò parti di cibo non digerito
nello stomaco. La sua carne, a quanto dissero i testimoni, era ancora
abbastanza fresca da risultare appetibile per i cani da slitta.
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