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Secondo una leggenda esisterebbero ben 13 teschi di cristallo, detti
"della saggezza", che una volta riuniti avrebbero il potere di rivelare
all'umanità il suo destino. Tredici come le divinità del mondo superiore
e gli idoli del Katun.
Sembra ne siano stati ritrovati alcuni:
-Un pezzo unico ricavato nell’Ametista, da cui il nome, scoperto nel
1915 in un nascondiglio di reliquie maya in Messico. -Un teschio tagliato in un solo pezzo di quarzo trasparente fu
rinvenuto nel 1912. -Una famiglia maya del Costa Rica nel 1906 ne ritrovò un altro, arando
il terreno di sua proprietà. L’attuale proprietaria del pezzo, Joke Van
Dieten, lo reperì in una libreria di Vancouver dove era esposto.
-In Texas, nella fattoria dei Parks a Huston, si trova un unico pezzo
di quarzo di 18 Kg. di peso; lo avrebbero avuto in regalo nel 1981 da un
tibetano come ringraziamento per dei servigi resi. È stato anche
pubblicato un libretto nel quale si parla del teschio, ribattezzato
"Max". -Presso il museo Smithsoniano di Washington è custodito un esemplare
di ben 20 kg., alto e largo 13 cm. (per la gioia degli esoterici il
tredici ricorre spesso) e lungo 18.
Joshua Shapiro autore di un libro riguardante i teschi di cristallo,
racconta che durante una conferenza a Las Vegas nel 1989, fu avvicinato
da un uomo, tale Josè Iniguez, in possesso di un teschio di cristallo,
rinvenuto nella sua fattoria nel 1942, sul quale erano incisi simboli
maya e un disegno a spirale con un circolo doppio nella parte superiore. Sempre Shapiro fornisce altri dati sui teschi sopra descritti e
segnala un teschio di colore azzurro nel Perù, simile a quello nominato
ET per la forma particolare, con la mandibola appuntita. Le guide messicane mostrano ai turisti, che si recano in gita nel
Messico, le foto di un teschio modellato nel quarzo che indicano
conservato nel Museo del Belize. Dicono siano occorsi dai trenta ai
quaranta anni per ottenerlo. Esiste un teschio di quarzo rosa con la mandibola mobile, rinvenuto
vicino al confine fra Honduras e Guatemala, simile a quello scoperto da
Anna Hedges non molto limpido nel colore e leggermente più grande, ma di
un artigianato di livello incomparabile.
Solo pochi sono considerati
autentici.Tutto nasce all'inizio del '900
quando diverse spedizioni all'interno delle giungle di Messico, Honduras
e Belize rinvengono dei teschi di cristallo in prossimità di templi
Maya. Una scoperta apparentemente straordinaria, dato che inizialmente i
teschi vengono classificati come reperti precolombiani. Tanto che un
esemplare venne accolto perfino all'interno del British Museum. Una
scoperta che pone però molti interrogativi: non è chiaro come le
popolazioni maya sarebbero state in grado di creare simili oggetti con
gli utensili a loro disposizione. E qui i sostenitori della spiegazione
fantaarcheologica entrano in scena: i teschi sono dei reperti che
testimoniano l'esistenza della perduta civiltà di Atlantide.
Studi più recenti hanno dimostrato però che gran parte dei teschi è
stata realizzata utilizzando frese da gioielliere, un utensile già
presente nell'800. Documenti avrebbero anche dimostrato che in molti
casi si tratterebbe di una truffa realizzata probabilmente nel XIX o
all'inizio del XX secolo per far soldi alle spese dei musei europei o di
ricchi collezionisti di antichità.
Ma resta il mistero.
Gli esami condotti per stabilire la loro autenticità avrebbero
evidenziato tracce circolari lasciate da utensili rotanti.
Secondo i più accaniti sostenitori della
tesi fantaarcheologica, la spiegazione della truffa non darebbe ragione
di tutti i casi, in particolare di uno: quello del teschio di cristallo
trovato dall'avventuriero e archeologo Frederick Mike Mitchell-Hedges
nel 1927 durante una esplorazione in Belize, nella città maya di
Labaanatum.
Comunque prima di affermare o negare la loro veridicità dobbiamo
considerare che possono essere i prodotti di una civiltà più avanzata,
dal punto di vista tecnologico, di quella cui si vogliono attribuire.
Il teschio
"Mitchell-Hedges".
Anna Mitchell-Hedges nel 1927,
figlia di F.A. Mitchell Hedges, avventuriero, teosofista, membro della
commissione per i Maya del Museo Britannico, aveva 17 anni quando trovò
nella giungla del Belize questo unico e misterioso manufatto durante una
spedizione col padre, il famoso esploratore F.A. Mitchell-Hedges.
Dichiarò di averlo dissotterrato da sotto un altare in pietra, mentre
frugava tra le rovine di un'antica città Maya. Anche se grava il
sospetto che tale manufatto sia stato, in realtà, rinvenuto in altro
luogo o frutto di loschi traffici specialità dell'avventuriero.
La ragazza notò qualcosa che luccicava
tra la polvere e quando lo tirò fuori rimase attonita per la scoperta di
un teschio di cristallo perfettamente inciso e ancora intatto. La
mandibola staccata fu ritrovata tre mesi dopo.
Le dimensioni del cranio corrispondono perfettamente a quelle di una
testa umana femminile. È alto e largo 13 cm. per 18 di profondità e pesa
cinque chilogrammi.
Nel 1970, Anna portò il teschio "Mitchell-Hedges"
da Frank Dorland, un restauratore di opere d'arte che rimase sconcertato
alla vita dell'oggetto. Non avendo mai visto nulla del genere, volle
studiarlo e quindi il primo passo fu quello di farlo esaminare
scientificamente.
Dorland lo spedì al laboratorio della Hewlett-Packard; il risultato,
oltre a destare grande sorpresa, avrebbe portato ad un grande enigma...
I tecnici del laboratorio immersero il cranio in una soluzione di alcool
benzilico, quindi lo fecero passare sotto la luce. Da questo test
conclusero che il cranio e la mandibola facevano parte dello stesso
blocco di quarzo. Ma ciò che li sorprese fu che cranio e mandibola erano
stati incisi senza badare all'asse naturale del cristallo (questa
strategia previene le fratture durante il processo di incisione).
Il teschio è
stato scolpito lungo l'asse principale del cristallo.
Si tratta di una
tecnica estremamente avanzata, che utilizza l'asse di simmetria e che
diminuisce notevolmente il rischio di frantumazione del pezzo. La
precisione del taglio poi sarebbe spiegabile o con l'utilizzo di un
laser o con una levigazione continua
eseguita con mezzi meccanici che avrebbe richiesto però oltre 300 anni
di lavoro e quindi indicherebbe una maggiore antichità del reperto.
Conclusero pertanto che chiunque avesse fatto quel teschio di cristallo
aveva dei metodi che aggiravano il problema. Infatti, non riuscirono a trovare la benché minima traccia della tecnica
usata, nemmeno sottoponendolo alle più sofisticate analisi microscopiche
in grado di rilevare le più moderne tecnologie di lavorazione.
Ovviamente, ciò fece emergere la questione di "come" il teschio fosse
stato sagomato e lucidato con tale perfezione.
Il quarzo ha una gravità specifica di 2.5 e una durezza (scala Mohs) di
7 che nel caso del diamante arriva a 10, il che lo rende più duro del
metallo.
Non sarebbe per niente facile creare un teschio di cristallo neanche
usando degli strumenti moderni, ma è davvero molto difficile immaginare
come qualcuno, in possesso di tecniche primitive, possa aver fatto un
lavoro come quello.
Secondo quanto gli scienziati sanno a proposito della fine della civiltà
Maya, il teschio dovrebbe essere stato fatto più di mille anni prima..
Sembra inoltre che il teschio avesse anche all’interno una serie di
lenti e prismi che riflettevano la luce in modo particolare quando
questa vi passava attraverso, proprietà ovviamente non presente nel
quarzo allo stato naturale.
All'interno del teschio è stato trovato
un allineamento di prismi e dei minuscoli tunnel luminosi che esaltano e
illuminano eventuali oggetti sottostanti.
Dorland condusse anche una serie di particolari esperimenti per vedere
cosa succedeva quando un fascio di luce veniva fatto passare attraverso
la parte inferiore del teschio. Riferì: "Si accende come se prendesse
fuoco".
Uno dei cristallografi della Hewlett-Packard sommò tutti i misteri del
teschio di Mitchell-Hedges dicendo: "Quella
dannata cosa non dovrebbe esistere".
Un notevole esemplare è custodito nel Museo Trocadero, ed è stato citato
da G.F. Kunts nel suo libro "Gemme e pietre preziose del Nord America";
proporzionato ma di fattura rudimentale datato all’incirca intorno al XV
secolo, attribuito al popolo Azteco come la riproduzione del Dio della
Morte. È caratterizzato da un solco che lo percorre lateralmente da
destra a sinistra e si ipotizza possa essere stato incastrato fra due
legni, o addirittura in una croce.
Il Dottor G.M. Morant ha avuto la possibilità di poter toccare, misurare
e comparare, sia il teschio del museo britannico, sia quello di Hedges,
chiamato dal Dr. Morant "teschio di Burney", dal nome di colui che lo
fece esaminare da esperti del British nel 1936. Il confronto rende
evidente la simmetria perfetta, l'assenza di qualsiasi sutura. I
risultati degli studi evidenziano che la regione frontale dell'esemplare
Burney è più sporgente. La differenza più evidente consiste nella
conformazione della regione basale facciale, in quanto il teschio del
Museo Britannico è in un solo pezzo, mentre l'altro ha la mandibola
mobile. I denti sono completi in entrambi i casi.
Il cristallo Burney è stato giudicato anatomicamente migliore, più
"vivo" dell'altro considerato una cruda rappresentazione.
In relazione alle misure, dando prima i dati del Britannico, si notano
alcune differenze materiali nella lunghezza degli occipiti,
nell'ampiezza calvarial, nell'indice cefalico; nella larghezza nasale e
quella delle orbite.
Una sovrapposizione delle linee dei contorni evidenzia che nel Burney il
profilo destro non è perfetto, sia visto dai mastoidi che dai lati
dell'apertura nasale; il teschio del Britannico mostra invece un profilo
esatto; ma la divergenza dalla norma è scarsa. Gli studi sono stati
condotti con metodi meticolosi, per mezzo di foto a grandezza naturale,
senza lasciare niente al caso è stato dedotto che rappresentino una sola
razza. Ovviamente disconosciuta la tecnica usata anticamente per
realizzarli.
È logico pensare che i Maya conoscessero tecnologie idonee a levigare il
cristallo di rocca, cosa molto ardua tutt'oggi perché, se avessero usato
della sabbia come abrasivo nel lungo lavoro di levigazione, sarebbero
occorsi centocinquanta anni di lavoro.
Gli esperti del British non sanno fornire una datazione certa del
teschio in mostra nel Museo, alcuni lo valutano antico di
tremilaseicento anni; altri lo ipotizzano originario di Atlantide e
risalente a dodicimila anni fa.
Storie di teschi di cristalli.
È nel periodo che va dal 7000 al 3114 che si adora il Dio del fuoco e si
può spiegare il ritrovamento del Teschio a Lubaantun, edificata come una
città peruviana, forse con l'aiuto degli stessi peruviani.
Hedges il 10 febbraio 1935 pubblicò un articolo sul New York America in
relazione alle tracce di una civiltà sulle isole al largo della costa
dell'Honduras secondo cui, Atlantide, non era un mito ma la culla delle
razze Americane.
Secondo quanto asserito dall'archeologo Le Plongeon Brasseur de
Bourbourg la civiltà Maya, e con essa il cristallo, può essere venuta
dal mare.
Quetzalcoatl secondo una leggenda venne da "una terra del sole
nascente", insegnò le scienze i costumi e le leggi e ritornò da dove era
venuto con la sua nave.
I Maya di Palenque asserivano di discendere da un popolo giunto dal mare
al comando di Votan, un uomo dalla pelle bianca che compiva spesso
viaggi nella sua vecchia patria, come è scritto nelle cronache spagnole.
Un uomo che aveva visitato la terra ove si innalzava una torre verso il
cielo. Padre Ordonez asseriva di aver letto in un libro dei Maya che
Votan arrivò da una terra chiamata "Chivim" attraverso il mare e si
stabilì a Palenque con il suo popolo.
Secondo altre versioni un certo Itlar, nominato Zamma padre degli Dèi,
nel 10500 a.C., scampato dalla distruzione di Atlantide, raggiunse lo
Yucatan diffondendo l'agricoltura, l'astronomia, la geometria, e la
medicina.
Circa lo scopo di queste macabre sculture, il teschio rappresentava per
i Maya il Dio della Morte, della guerra, dei sacrifici umani; il Signore
degli Inferi. Alcune leggende indicano che il sommo sacerdote usava un
teschio nei suoi riti esoterici. Mitchell asseriva che serviva per
focalizzare energia e rifrangere la luce, nonché un raggio di sole
attraverso la bocca aperta; in tal modo assumeva la funzione di una
particolare lente ustoria nella cerimonia del nuovo fuoco. Tale
cerimonia consisteva nel bruciare "qualcosa", si dice un cuore ancora
palpitante su di un piano sorretto dalle mani di una statua: il
Chac-Mool (zampa di giaguaro), di origine esclusivamente Tolteca e
tipica dei siti Maya dello Yucatan.
Tezcatilpoca, chiamato specchio fumante, dio del male, viene spesso
descritto come un "teschio splendente".
La cerimonia avveniva quando le Pleiadi raggiungevano lo zenit e
segnavano l'inizio di un nuovo ciclo. Il ciclo attuale sembra sia
iniziato nel 3114 a.C. con la nascita di Venere. Il teschio è descritto
come l'incarnazione di ogni male, quando il sacerdote evocava la morte
per mezzo del teschio, questa arrivava puntualmente.
Oggi adoperiamo il quarzo negli apparati elettronici, nei micro-chips,
perché ha la proprietà di amplificare la corrente che vi passa
attraverso. Viene inoltre notoriamente utilizzato per i suoi effetti
terapeutici, per amplificare il campo elettromagnetico del corpo umano e
modificare la stato vitale.
I sensitivi che hanno lavorato con i teschi assicurano di aver sentito
emanare da essi una poderosa energia; molti hanno dichiarato di aver
avuto visioni del passato.
È stato appurato che durante la proiezione di queste immagini alcune
persone distinguono, al suo interno, figure olografiche ben
riconoscibili. In alcuni casi la sola foto del teschio di Hedges avrebbe
curato alcune infermità.
La proprietaria del teschio chiamato ET, Joke Van Dieten, alla quale era
stato diagnosticato un tumore al cervello ebbe la gradita sorpresa di
svegliarsi una mattina completamente guarita e osservare all’interno del
teschio una macchia nella stessa area del cervello, come se la pietra
avesse assorbito il male.
La medium Carrel Advise alla presenza del teschio di Hedges entrò in
trance e disse che il teschio rappresentava un magazzino di conoscenze
programmato da una razza in un passato remoto. Affermò anche cose non
molto credibili per la verità, ma contribuì a materializzare l’idea che
i teschi possano rappresentare, per alcuni, anche un sistema di
informazioni canalizzate per via telepatica, da una civiltà,
extraterrestre o no, con l’intenzione di aiutare l’umanità o
incrementare il suo livello di conoscenza.
Tante le storie che parlano di cristalli dai quali si sprigionerebbero
potenti energie.
L'occultista e studioso John Dee, autore dell'alfabeto angelico, un
giorno, mentre lavorava nel suo studio, vide manifestarsi un entità
luminosa, qualificatasi come l'angelo Uriel, che gli fece dono di un
cristallo convesso, simile ad una pietra scura tramite la quale avrebbe
potuto conversare con gli angeli concentrandosi su di esso.
Ettore Cipollaro, ricercatore di fenomeni paranormali del gruppo di
ricerca "l'Arca" di Roma
dichiarò che l'entità "Magister", spirito guida del gruppo, parlò di
"cristalli" come concentrazione energetica alla base della struttura
dell'universo e, dai quali si può ottenere energia attraverso metodi
scientifici ben conosciuti dal mondo antico.
"Magister" affermò, tramite Cipollaro, che civiltà Atlantidee e
Pre-Atlantidee utilizzarono un raro cristallo chiamato "Ion" esistente
in natura. Aggiunse che esistono molti cristalli ma noi abbiamo perduto
la scienza che ci permetterebbe, attraverso la loro manipolazione, di
avere una fonte di energia inesauribile. Il loro cattivo uso
rappresenterebbe un enorme pericolo. Secondo "Magister" sarebbero
conosciuti e usati dagli "esseri" degli altri pianeti, anche per il
funzionamento di quei mezzi noti come "dischi volanti".
Quanto appartenga a Magister e quanto a Cipollaro, non conta molto,
simili affermazioni vanno prese per quelle che sono; ma non si può fare
a meno di registrare che lo scomparso veggente Edgar Cayce, in una delle
sedute durante le quali parlava del continente perduto, effettuate tra
il 1922 e il 1944, fece riferimento ad un’energia superiore di quella
nucleare, all'epoca non ancora scoperta, che Cayce, quindi, non poteva
conoscere. Questa energia sarebbe stata ricavata, secondo il veggente,
attraverso la manipolazione di misteriosi cristalli all'interno dei
quali si concentrava. I cristalli che fornivano l'energia sarebbero
stati isolati in un edificio "foderato di pietra non conduttrice".
La descrizione fornita ricorda le torri di vetro girevoli di cui
disponevano i Thuata de Danan, rivestite appunto di un materiale
isolante a protezione delle radiazioni emanate dalle armi nemiche.
I documenti con le descrizioni per costruire tali "pietre" verrebbero
custoditi in tre posti diversi: nei templi di Atlantide sommersi a
Bimini, in un tempio in Egitto e nel tempio di Itlar nello Yucatan.
Con essi sarebbero conservati i libri che parlano della storia di
Atlantide e del suo immenso sapere scientifico.
Cayce parlò anche di Faser e Maser, l'energia derivante dalla luce
polarizzata, e disse che proprio il cattivo uso di tale energia scatenò
forze incontrollabili che causarono la distruzione del continente.
Secondo Cayce quelle fonti di energia potrebbero essere ancora attive,
imprigionate nelle costruzioni dell'antica isola e causare i fenomeni
che hanno tristemente distinto la zona delle Bermude.
Nel 1970 il Dottor Ray Brown durante un’immersione nelle acque del
triangolo delle Bermuda, vicino alle isole Bari, nelle Bahamas, vide, a
quaranta metri di profondità, una piramide con un'apertura sulla sua
sommità.
"La costruzione era in pietra liscia, le giunzioni fra i blocchi si
distinguevano appena. L'apertura era una specie di pozzo che immetteva
in una stanza interna rettangolare. Completamente priva di alghe e
coralli e stranamente ben illuminata senza che ci fosse nessuna luce
diretta. Vidi qualcosa che riluceva. Dal soffitto pendeva un’asta
metallica con incastonata una pietra rossa sfaccettata e affusolata in
punta. Sotto di essa un basamento in pietra sono sopra una piastra
sempre di pietra, sulla quale due mani di bronzo, annerite da evidenti
bruciature, sorreggevano una sfera di cristallo. Non riuscendo a
smuovere l’asta e la pietra rossa, afferrai il cristallo e venni via.
Mentre uscivo da quel luogo mi parve di avvertire una presenza.
All'interno di questo cristallo rotondo vi era una serie di forme
piramidali, tre per l’esattezza e tenendolo in mano si avvertiva una
vibrazione."
Pervaso dal timore che la sfera gli fosse confiscata non ne ha rivelata
l’esistenza fino al 1975 nel corso di una conferenza a Phoenix. Brown
non ha mai rivelato a nessuno il punto esatto del suo ritrovamento e
cosa ne è stato del cristallo.
Il particolare delle mani metalliche che sorreggono un cristallo, mi
rammentano le mani degli isolatori che sostengono le "lampade"
rappresentate sulle pareti di Dendera. Il fatto che siano state viste
annerite e bruciate significa che erano sottoposte ad un fortissimo
calore, quindi la piramide catalizzava una sorta d’energia
indirizzandola, attraverso l’asta, nella sfera di cristallo. La pietra
rossa poteva essere un rubino, pietra solitamente usata nei laser per
concentrare e proiettare l’energia.
In quanto alla sfera si racconta che causi fenomeni paranormali; i
metalli in contatto con essa si magnetizzano temporaneamente; l’ago
della bussola gira prima in senso orario e poi ruota in senso opposto.
Vi sono anche casi di guarigione dopo aver toccato la sfera. Un
collegamento al teschio di cristallo. Speculazioni?
Le piramidi sotto l’oceano sono state rilevate più volte anche dal
sonar.
Edgar Cayce parlò degli Atlantidei come una civiltà che disponeva di
un’energia simile a quella nucleare; l’energia che fu causa della
scomparsa di quel continente. Veniva raccolta utilizzando i cristalli
racchiusi nelle piramidi.
C’è chi crede che ogni tanto i cristalli del perduto continente si
attivino e formino tempeste magnetiche, campi di forza e d’energia pura,
causando i ben noti fenomeni del Triangolo delle Bermuda.
Speculazioni. Certo. Il cristallo della sfera, però, testimonia
l’esistenza di civiltà in possesso di una tecnologia avanzatissima
perché perfino gli esperti dell’Istituto Smithsoniano di Washington
hanno dichiarato che solo dopo il 1900 siamo stati in grado di usare
tale tecnologia per tagliare il quarzo e ricavarne una sfera perfetta.
Secondo una profezia sotto la zona di Giza vi sarebbero dodici camere,
una per ogni segno zodiacale, in comunicazione fra loro per mezzo di
corridoi. Al centro una camera più grande detta: "sala dei documenti".
In quel punto si troverebbe un enorme cristallo sfaccettato
simboleggiante l'uovo cosmico. La sala sarebbe stata costruita da Enoc
con lo scopo di conservare le scienze conosciute.
Simile alla storia che vuole re Surid, o Saurid Ibn Salhouk, autore del
progetto delle tre piramidi e camere sotterranee per conservare le
"scienze segrete".
È ben noto che sotto la piana di Giza vi siano numerosi sotterranei, e
che un gruppo archeologico dell'Università di Stanford, ha praticato
l'apertura di una delle tre camere situate sotto le zampe della Sfinge.
Avrebbe scattato anche alcune foto dell'interno, mai rese pubbliche, ma
ben note al sovrintendente agli scavi Dr. Hawass. Quest'ultimo avrebbe
anche impedito a West di procedere con gli scavi che miravano ad aprire
un passaggio per entrare nei sotterranei.
La presenza dei cristalli viene menzionata nella vicenda dei presunti
alieni catturati dopo l'incidente di Roswell, attualmente indicati nella
base di Nellis, conosciuta come Area 51, e nella storia dei piatti di
pietra di Bayan Kara Ula, o Bayan Har Shan, non a caso definita la
Roswell Cinese. In entrambi i casi si fa riferimento al ritrovamento di
un cristallo in grado di mostrare immagini della terra com’era nel
passato, concentrandosi su di esso.
Questo ci porta alle strane storie che circolano sul teschio di
cristallo, sia quello in mostra al British, definito un vero e proprio
porta sfortuna, che al manufatto trovato da Hedges. Alcuni addetti alla
vigilanza del Museo affermano di aver visto strane emanazioni prodotte
dal teschio in particolari momenti. C'è chi dice di aver provato una
strana sensazione in sua presenza, come dominato da una forza
misteriosa. Forse solo suggestione, ma l'oggetto è stato cambiato di
sala più volte in seguito al verificarsi di misteriosi e curiosi
fenomeni.
Sembra che nessuno dei custodi voglia trascorrere molto tempo nella
stanza ove si trova esposto.
Anche il teschio appartiene a quei cristalli che racchiuderebbero
misteriose energie?
Semplici storie da raccontare la notte delle streghe, o "verità
incredibili"?
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