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Madre Teresa di Calcutta                                       
 

 

Madre Teresa al secolo Maria Bolognini Aveva 87 anni, e il suo volto - minuto come tutta la sua figura, solcato da rughe profonde - era diventato la rappresentazione stessa della carità e della totale donazione agli altri. Era chiamata la madre dei poveri e come tutte le madri, Teresa è riuscita a spingersi all'estremo scegliendo di stare accanto agli ultimi (vivendo essa stessa tra gli ultimi) e, in questa ricerca, ha testimoniato al mondo - credenti e non credenti - un Vangelo vissuto giorno per giorno praticando carità e dedizione verso i più bisognosi. Insomma una suora che si è sottratta alle mura protettrici di un convento, armata del solo coraggio di vivere (mia moglie dice che si tratta di vocazione!)  il Messaggio Cristiano tra i più derelitti di una città di per se stessa povera.

Come lei stessa disse un volta: "… io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cercato soltanto di essere una goccia di acqua pulita, nella quale potesse brillare l'amore di Dio. Le pare poco?". No, non ci pare poco; se soltanto provassimo a fare noi un briciolo di quanto ha potuto lei … saremmo le persone più felici e realizzate del mondo! Ma che cosa ci manca per … che ci sia bisogno della vocazione come dice mia moglie (ovviamente in senso ironico) o piuttosto è necessario progettarla, una vita, in quest’ottica?

bulletForse non c’è più l’abitudine a guardare il prossimo negli occhi per comprenderne i bisogni o quello che prova! A volte parliamo senza capirci e come capita anche a me in questi giorni, per quanti sforzi io faccia per comunicare quello che provo e penso, i miei interlocutori percepiscono sempre cose diverse dalle mie intenzioni; eppure un po di empatia non ci farebbe certo male! Comunicare in modo propositivo, benché sia difficile, aiuta a percepire parole e sensazioni positive. E guardate … l’esperienza insegna che la positività, unita all’umiltà, quasi sempre disarmano il nostro interlocutore, anche il più agguerrito (ricordatevi che lui, in quel momento, ha le vostre stesse preoccupazioni: non farsi fregare!).
bulletE’ anche probabile che il nostro senso di affermazione ci porti a voler sopraffare il prossimo piuttosto che ad aiutarlo. "Mors tua vita mea" sosteneva qualcuno che adesso non ricordo più chi fosse; può essere vero! L’esperienza ci insegna, infatti, che essere "DIETROLOGHI" aiuta l’azione protettrice delle famose "mutande di latta" perché, come dice il saggio, "sbagliare è umano  ma perseverare …è diabolico" e quindi, se posso prevenirti, … NON SI PUO’ VIVERE PERENNEMENTE SOTTO UNA CAMPANA DI VETRO! MA CI RENDIAMO CONTO CHE IN QUESTO MODO SI INSTAURA UNA SFIDUCIA ASFISSIANTE E SI SANCISCE LA RECIPROCA FINE? Ma qualcuno ricorda la storia dei capponi di Renzo, quello dei Promessi Sposi(1)? E alla fine, se proprio qualcuno vuole prenderti la camicia … ma che vada al diavolo lui e la sua voglia di camicia che tanto prima o poi non avrà più bisogno di alcuna camicia MA SOLO DI DUE METRI DI TERRA IN CUI TORNARE AD ESSERE QUELLO CHE ERA! Ad ogni giorno basti la sua pena!!
bulletO forse reagiamo in modo sproporzionato considerando che il nostro benessere (meglio tornaconto) abbia priorità assoluta su tutto il resto. E qui la fantasia può solo scatenarsi: Io sono al centro di tutto e quindi tutto quello che non asseconda prima di tutto i miei bisogni, poi le mie aspirazioni, quindi le mie voglie e via via sempre più su nella scala dei valori fino a paragonarmi con DIO … Questa è follia pura! E’ proprio qui il nostro peccato originale? Se è così non abbiamo speranza. Non c’è né bene e né male che tengano; di fronte all’affermazione dell’IO in modo incondizionato non possiamo più credere alla contrapposizione a cui siamo abituati dalla nostra cultura ed a cui tanto affettuosamente ci siamo legati. Tutto deve essere rivisto sotto una nuova ottica: LA FOLLIA!
bulletE’ proprio esercitando il mio potere sugli altri che dimostro a me stesso di essere vivo: IO ESISTO?
bulletE allora: se io esisto solo per affermare me stesso ... ma che bisogno c’è degli altri?
bulletCosa mi importa degli altri se vivo solo per me stesso?
bulletEd in ultima analisi: non sarebbe meglio che andassi a vivere su un’isola deserta per evitare gli altri e temere la loro rivalsa? E' questo che ci condiziona la vita di tutti i giorni: la paura; come diceva qualcuno esistono infatti due paure: quella del dominato che teme le bastonate del più forte e quella del dominante che è consapevole di una cosa ... prima o poi il dominato si ribellerà e potrà fargli male (come del resto la storia e gli ultimi avvenimenti dimostrano).
Madre Teresa e Giovanni Paolo II Ma torniamo a Madre Teresa, che, come tutti i cristiani che hanno speso la vita nel servire il prossimo e hanno lasciato visibilmente i segni di questo servizio operando nel sociale e costruendo ospedali, scuole, lebbrosari, sono partiti da una ragione di fondo: amare il prossimo perché in loro vive ed è presente il Cristo. Per fare questo non si richiedono né grandi imprese, né straordinarie penitenze, ma un grande amore, una volontà determinata di non lasciar perdere alcuna occasione, anche piccola e nascosta, per fare atti di amore e offrendo se stessi per amore dei fratelli. Si proprio dei fratelli perché siamo tali e per i quali dovremmo rendere nostro questo sentire, a prescindere dal credo professato, e che tutti dovremmo vivere.

Semplici gesti quotidiani che si concretizzino nel servizio verso il prossimo per superare sofferenze, miseria, fame, ingiustizia; una vita, cioè che pur scorrendo nella normalità (mentre si lavora, si pensa alla famiglia, ai vicini, alle persone anziane del paese, ai malati ed a chi ha in genere più bisogno di aiuto) ci veda protagonisti nel nostro piccolo, consci che il fine ultimo rimane il benessere di tutti. Ognuno di noi ha la consapevolezza della propria condizione di povertà, ignoranza, di poco tempo da dedicare agli altri e tuttavia dovremmo essere un po più radicali nell'offerta di noi stessi: corrispondere all'amore per tutti gli uomini in modo che diventi quasi un dovere di giustizia: dire solo grazie, non chiedere nulla, caricarsi la Croce sulla spalle e seguitare sempre senza paura; non c’è nulla che possa farci morire se non la rinuncia a questo sentire! E’ questo l’insegnamento di Madre Teresa.


(1) I Promessi Sposi di A. Manzoni Cap. III: "Lascio poi pensare al lettore, come dovessero stare in viaggio quelle povere bestie, così legate e tenute per le zampe, a capo all'in giù, nella mano d'un uomo il quale, agitato da tante passioni, accompagnava col gesto i pensieri che gli passavan a tumulto per la mente. Ora stendeva il braccio per collera, ora l'alzava per disperazione, ora lo dibatteva in aria, come per minaccia, e, in tutti i modi, dava loro di fiere scosse, e faceva balzare quelle quattro teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura."

 

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