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Sodoma - Gesù alla colonna

Premetto di essere un cristiano che NON vuole vergognarsi di esserlo e benchè di estrazione cattolica sono tuttavia poco incline all'ortodossia dando ormai per scontato che la verità non sia ubicata con certezza nelle tasche di qualcuno e che al contrario, costituisca un processo continuo di ricerca a cui nessuna intelligenza penso debba sottrarsi. Quella che segue quindi è ovviamente una mia personale interpretazione della figura di Gesù e di questo mi assumo la responsabilità consapevole che non tutti hanno il mio stesso punto di vista ed a cui è ovvio riconoscere il diritto di critica.

"Io sono la via, la verità e la vita ..."

Gesù si presenta così: proclama al mondo di essere il Messia, il FIGLIO DI DIO.

E' la figura di riferimento fondamentale delle culture occidentali e, per la cristianità in particolare, costituisce il fulcro ed il motore della vita e dell'universo.  La definizione di PACE data dal Nazzareno è la più semplice in termini esplicativi ma la più complessa in termini di applicabilità. "Io vi lascio la PACE,  vi do la mia PACE ... che non è come quella del mondo" e ritengo che il significato di questa proposizione sia sintetizzabile in tre suoi insegnamenti:

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"Ama il signore, tuo Dio  con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente"

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"Ama il tuo prossimo come te stesso"

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E "Per essere perfetto vai a vendere tutto quello che hai, e i soldi che ricavi dalli ai poveri. Allora avrai un tesoro nei cieli" (questo spiega come mai la sua pace non sia come quella del mondo cioè corruttibile, caduca).

Il concetto di pace sembra più ancorato ad una condizione dell'essere piuttosto che alla ricerca di un bene materiale in grado di sedare la voglia di appagamento e quindi uno stato di pace.

D'altro canto se tutto il vangelo viene espresso in forma semplice, per meglio essere recepito dai primi cristiani dell'epoca a cui sembra nelle intenzioni riferito,  il suo contenuto risulta estremamente ricco di esemplificazioni (parabole) tese da un lato a profondere efficacia nella comunicazione, dall'altra a trasmettere messaggi che orientino i credenti verso modelli di vita ad altissimo impatto sulle organizzazioni sociali dell'epoca (e non solo di quell'epoca!). Benchè si debba dare "a Cesare quel che è di Cesare e a DIO quello che è di DIO ..." tuttavia è innegabile che la Pace offertaci da Gesù, nella sua applicazione giorno per giorno, finisca con l'icidere nei rapporti sociali esaltando il  sacrificio del singolo a beneficio di tutta la comunità (il chè, lasciatemelo dire, è proprio dura!!!). Tuttavia il fine ultimo, la vera pace, è la vita eterna ovvero la conoscenza del "pensiero di Dio" che è buono; come dire che più siamo vicini a Lui, più siamo anche noi come Lui: cioè Dei e quindi eterni; Gesù promette: dopo la risurrezione gli uomini e le donne saranno come gli angeli (ovvero più vicini a Dio).

amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano ... se qualcuno ti percuote su una guancia presentagli anche l'altra  ... se qualcuno ti strappa il mantello, tu lasciagli prendere anche la camicia ... da a tutti quelli che ti chiedono qualcosa ... fate agli altri quello che volete che essi facciano a voi ... chi è senza peccato scagli la prima pietra ...

sono tutti esempi correlati, in un'ottica di coerenza esemplare, il cui comune denominatore è riflesso nella Sua vita che è stata offerta per gli altri ... perchè tutto fosse compiuto e la luce della lucerna non rimanesse nascosta sotto il secchio! Nel concetto cristiano di pace quindi, ogni cosa si riconduce a rendere viva la propensione e l'attenzione verso gli altri. Ogni pensiero, ogni cosa ed ogni attività non può più essere assunta fine a se stessa ma diventa mezzo di tutti attraverso cui la condizione universale viene elevata. Ed è in questa chiave interpretativa che la tolleranza riveste un significato fondamentale ed ha un impatto fortissimo sul tessuto sociale; ogni attività dell'individuo, permeata di una necessità cosmica (tensione verso la divinità), gioca il ruolo delle parti avviando processi e relazioni sulla base della necessità di porre al centro dell'attenzione l'ESSERE che, contrapposto all'AVERE, diventa l'obiettivo essenziale e la volontà del sentire comune.

In altre parole il Cristo, il Dio vivente, ci invita ad applicare la parola del Padre che in questo mondo può portare ad essere incompresi o peggio ancora considerati degli sprovveduti o dei sovversivi a seconda delle circostanze. Allora la parola di Gesù diventa l’arma per combattere l’ingiustizia, la negazione dei diritti basilari, la fame, l’arroganza, la prepotenza, il disprezzo, il razzismo, la sete di potere e l’arrivismo, solo per fare degli esempi, verso cui non è possibile rimanere indifferenti. La Sua parola diventa un'arma che sottintende la non violenza e che per essere applicata, pur richiedendo dei sacrifici personali tremendi, conduce alla comprensione ed alla solidarietà tra gli uomini. Qualcuno ha detto che la religione è l’oppio dei popoli: forse è vero ma qui a me sembra proprio il contrario specie se penso a quanti perdono la vita in nome di Gesù e a quelli che si battono nel Suo nome perché a tutti gli uomini sia riconosciuto almeno il diritto all’esistenza.

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