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Gli scritti apocrifi

Pinturicchio - Gesu fra i dottori

Inizialmente il termine apocrifo non indicava uno scritto contraffatto o falsificato, bensì la destinazione. Infatti il contenuto particolare, sacro e misterioso, rendeva necessario tenere nascosta (apokryphos) l'opera al grande pubblico per riservarla agli iniziati di una setta. Per acquistare credito, poi, tali scritti circolavano sotto il nome di un apostolo o discepolo di Gesù. Di qui l'accezione oggi più frequente di opera falsamente attribuita ad un autore. Spesso l'intento è quello di colmare la lacuna lasciata dagli scritti canonici a proposito della vita di Gesù, degli apostoli, di Maria, a volte per edificare, altre per stupire i fedeli.

 

A. Apocrifi cristiani dell'Antico Testamento

IV Libro di Esdra (fine del sec. I) - carattere apocalittico ed escatologico, per lungo tempo fu considerato canonico.

I segreti di Enoch (integrazione cristiana al Libro di Enoch, testo ebraico del sec. II a.C.) pervenuto a noi in lingua paleoslava.

I Testamenti dei XII Patriarchi opera composita che pretende di riportare le ultime parole dei dodici figli di Giacobbe. Anch'essa presenta interpolazioni cristiane.

Apocalisse di Baruch simile per contenuto, lingua e intenti alla precedente.

Ascensione di Isaia il più bell'esempio di adattamento cristiano di un originale ebraico redatto nella sua versione finale sul finire del sec. I o inizi del II d.C.

 

B. Apocrifi del Nuovo Testamento

1. Vangeli 

Il vangelo secondo gli Ebrei (nazareni) originale aramaico usato dai cristiani palestinesi di lingua ebraica, tradotto da Girolamo (sec. IV) in greco e latino. Risale al sec. II e secondo alcuni studiosi rappresenta un rifacimento ampliato dell'originale ebraico del vangelo secondo Matteo.

Il vangelo degli Egiziani in quanto in uso presso i cristiani dell'Egitto. Probabile origine gnostica per dare fondamento all'eresia di questa setta molto diffusa in Egitto. Sec. II.

Il vangelo ebionita (o dei dodici apostoli) dell'inizio del sec. III. Probabilmente intendeva fornire giustificazioni dottrinali alla setta degli Ebioniti.

Il vangelo secondo Pietro pervenuto a noi solo in frammenti che narrano la passione, morte e sepoltura di Gesù con qualche allusione che fa pensare all'eresia docetista. Si fa risalire alla seconda metà del sec. II.

Il vangelo di Nicodemo in cui si tenta di minimizzare la colpevolezza di Pilato in merito alla morte di Gesù e include gli Atti di Pilato cioè un presunto "rapporto ufficiale" di Pilato sul processo a Gesù. Questa parte circolava in molte versioni fin dal II sec. (Anaphora Pilati, Lettera di Pilato, Paradosis Pilati) e indusse alcune comunità cristiane a venerare Pilato come santo e martire (notevoli saranno tali influssi in tutto il Medioevo). Testo greco con numerose versioni in altre lingue antiche.

Il Protovangelo di Giacomo appartiene al gruppo dei cosiddetti "vangeli dell'infanzia" che riportano con dovizia di particolari episodi della giovinezza di Maria, la nascita a l'infanzia di Cristo. Probabilmente è della metà del sec. II e vi ritroviamo per la prima volta i nomi dei genitori di Maria (Gioachino e Anna), il racconto della consacrazione di Maria a Dio e la sua presentazione al tempio. Lo scopo è quello di dimostrare la verginità perpetua e inviolata di Maria (prima, durante e dopo il parto!) - l'attuale forma è in greco e risale al sec. IV.

Il vangelo copto di Tommaso di origine eretica, probabilmente gnostica, ci è pervenuto appunto in lingua copta (un dialetto greco-egiziano) e raccoglie una serie di detti attribuiti a Gesù.

Il vangelo dell'infanzia secondo Tommaso pervenuto a noi nella versione greca racconta varie storie della miracolosa scienza e potenza di Gesù. Nella forma attuale è posteriore al sec. VI.

Il vangelo arabo dell'infanzia, compilazione tardiva di vari elementi bizzarri sull'infanzia di Gesù.

Storia di Giuseppe, il falegname, scritto arabo miracolistico del IV sec.

Il vangelo di Filippo, pare esistesse già nel sec. III ed è di matrice gnostica neoplatonica con forte propensione per l'ascetismo - le particelle del divino sparse nel mondo devono essere riunite  e strappate all'influsso della materia.

Il vangelo di Mattia, anteriore al IV sec. e di matrice gnostica (della setta di Basilide che disprezzava la materia e faceva crescere lo spirito con la fede e la gnosi).

Il vangelo secondo Barnaba, citato nel sec. IV è andato perduto, mentre sotto questo titolo circola in italiano un'opera scritta da un cristiano convertito all'Islam nel sec. XIV e in cui si dimostra che Muhammad è il messia e l'Islam l'unica vera religione.

Il vangelo di Bartolomeo (domande di Bartolomeo), in originale greco. L'anonimo autore del sec. III propone una serie di rivelazioni del Signore dopo la sua risurrezione e varie altre leggende che circolavano sui fatti successivi alla passione, morte  e risurrezione di Gesù.

Abbiamo inoltre una serie di altri vangeli di difficile datazione e attribuibili in massima parte a sette eretiche per legittimare la loro dottrina: Vangelo di Andrea, di Giuda Iscariote, di Taddeo, di Eva, di Cerinto, di Valentino, di Apelle, secondo Basilide. In comune hanno un modo assai arbitrario di utilizzare il materiale canonico e propendono per speculazioni di tipo gnostico e si abbandonano a considerazioni cosmologiche a matrice apocalittica. Per questo sono anche definiti "vangeli-apocalissi".

 

2. Atti

Atti di Paolo, che includevano altri tre scritti tramandati poi autonomamente (Atti di Paolo e Tecla, Corrispondenza di Paolo coi Corinzi, Martirio di Paolo). Scritti in greco prima del 190 contengono numerosi elementi romanzeschi sulla vita e l'opera di Paolo. Suggeriscono e suggerisce l'idea della vita cristiana come una milizia agli ordini di Cristo re.

Atti di Pietro, di autore siriano. L'opera ci è pervenuta frammentaria e risale alla fine del sec. II. Possediamo la traduzione latina e una parte dell'originale greco (vi ritroviamo il famoso racconto del "Domine quo vadis?") - completato dal più tardivo Martirio del beato Pietro Apostolo scritto da Lino del sec. VI. L'autore sembra professare l'eresia docetista.

Atti di Pietro e Paolo, sembra del sec. III. Mettono in relazione i due apostoli evidenziandone l'amicizia e gli stretti rapporti; scritti in greco.

Atti di Giovanni, scritti in Asia Minore tra il 150 e il 180, sono i più antichi di quelli a noi pervenuti, anche se possediamo solo frammenti dell'originale greco. Tendenze docetiste. Abbiamo la documentazione più antica di una liturgia eucaristica per i defunti, di cui presenta una bellissima anafora (= preghiera eucaristica).

Atti di Andrea, forse scritti dall'eretico Leucio Carino nel 260 e pervenuti in modo frammentario nell'originale greco e versioni latine.

San Pietro Apostolo

Atti di Tommaso, è il solo libro pervenuto completo nel testo siriaco, composto verso la prima metà del sec. III. Narrano che l'apostolo predicò in India diffondendo un vangelo a sfondo gnostico manicheo. Riportano moltissimi inni liturgici assai belli, oltre ad elementi favolistici di grande fantasia.

Atti di Taddeo, scritti in Siria e tradotti in greco da Eusebio, sono anteriori al sec. IV. Riportano tra l'altro la famosa corrispondenza tra il re Abgar di Edessa e Gesù. Si tratta di una serie di leggende locali attinenti l'antichissima comunità cristiana di Siria.

Esiste poi una serie di altri atti più recenti e quindi non significativi per il periodo storico di cui si stiamo occupando (Atti di Matteo, di Filippo, di Bartolomeo, di Barnaba, di Timoteo, di Marco ecc.).

 

3. Lettere

La Lettera degli apostoli (nota come epistula apostolorum) scritta tra il 130 e il 170 in greco ma pervenuta a noi nella versione etiopica è piuttosto un'apocalissi e propone una serie di rivelazioni di Gesù dopo la risurrezione. Esempio di letteratura religiosa non ufficiale che si rifà agli scritti canonici, con qualche tratto di carattere antignostico, soprattutto dove si parla della risurrezione della carne.

Lettere apocrife di Paolo: ai Laodicesi (sec. IV), III Corinti (anteriore al sec. III), Corrispondenza tra Paolo e Seneca (14 lettere anteriori al sec. III).

Lettera di Tito, discepolo di Paolo, de dispostione sanctimonii, omelia sulla verginità degli asceti di ambo i sessi in cui si combatte l'abuso della convivenza di costoro. Scritto probabilmente in Spagna presso i priscillianisti. Sembra che l'originale fosse in greco, mentre a noi è pervenuta in latino.

 

Il tempio di Salomone ricostruzione

4. Apocalissi

Apocalisse di Pietro, composta in greco tra il 125 e il 150, per molto tempo fu considerata uno scritto canonico. Il testo integrale ci è pervenuto solo nella versione etiopica. Racconta una serie di visioni sulla bellezza del cielo e sull'orrore dell'inferno. Influssi di natura pitagorica e orfica.

Apocalisse di Paolo. Circolavano varie versioni di un originale scritto in greco tra il 240 e il 250, probabilmente in Egitto. Possediamo una revisione greca del 388. Riporta una serie di visioni (per questo le versioni latine spesso l'intitolano Visio Pauli) alle quali si accenna nella 2 Cor. Vi attinse a piene mani l'immaginazione medioevale e non mancano riferimenti in Dante.

Apocalisse di Stefano, di cui conosciamo solo il nome perché viene condannato in quanto eretico nel sec. VI.

Apocalisse di Tommaso, scritto greco del sec. IV di matrice gnostica manichea - rivelazioni sulla fine del mondo molto note e usate dalle setta dei priscillianisti.

Le apocalissi di Giovanni, diverse da quella canonica furono attribuite all'apostolo Giovanni varie altre apocalissi contenenti dottrine molto particolari sulla fine del mondo e sull'Anticristo.

Le apocalissi della Vergine, di origine recente. Maria riceve rivelazioni sull'inferno e intercede per i dannati. 

 

tratto da www.luzappy.it

 

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