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Parte terza

 

     Francesco Guccini - Dio è morto

Parte terza

[1] La notte in prigione fu un fatto nuovo e abbastanza interessante. I prigionieri, nella loro tipica divisa, stavano chiacchierando sulla porta, all'aria della sera, quando sono entrato. Ma il secondino ha detto: “venite, ragazzi, è tempo di tornare in camerata”; e così si sono dispersi ed ho sentito il rumore dei loro passi che si dirigevano verso le stanze vuote. Il mio compagno di cella mi è stato presentato dal secondino come “un collega al primo arresto ed un uomo intelligente.” Quando la porta si chiuse, mi mostrò dove appendere il cappello e come gestiva i problemi. Le stanze venivano imbiancate di calce una volta al mese; e quella, almeno, era la più bianca, ammobiliata molto semplicemente e probabilmente era l'appartamento più pulito della città. Ha voluto sapere naturalmente da dove venivo e che cosa mi aveva portato là; e, dopo averglielo spiegato, gli ho chiesto a mia volta come fosse finito in prigione, presumendolo naturalmente un uomo onesto, e credendo che avessero giocato a suo sfavore i casi della vita. “Perché” mi disse, “Mi accusano di aver bruciato un granaio; ma non l’ho mai fatto.”

Come potei scoprire dopo, probabilmente era andato a dormire ubriaco in un granaio, aveva fumato la sua pipa, e così il granaio era andato a fuoco. Aveva la reputazione di essere un uomo intelligente; era lì da circa tre mesi in attesa che si tenesse la sua causa e dovendo attendere ancora a lungo, si era abituato e soddisfatto del suo stato, poiché gli davano da mangiare e pensava che fosse trattato adeguatamente.

[2] Si è appoggiato ad una finestra ed io l'altra; ho notato che se uno rimanesse a lungo in quel posto, la sua occupazione principale sarebbe quella di osservare fuori dalla finestra. Ho letto subito tutti i graffiti lasciati sul muro ed esaminato dove gli ex detenuti erano evasi,  dove la grata era stata tagliata e sentito la storia di vari occupanti di quella cella; ho trovato che persino qui c’era una storia e un pettegolezzo che non erano mai circolati oltre le pareti della prigione. Probabilmente questo è l'unico edificio in città in cui si compongono versi, che in seguito vengono stampati in una forma circolare, ma non pubblicati. Mi hanno fatto vedere una lunga composizione di versi redatta da alcuni giovani che erano stati scoperti nel tentativo di evadere e che si vendicavano cantandoli.

[3] Ho spinto il mio compagno di cella a parlare, perché avevo paura di non rivederlo ancora, ma alla fine mi mostrò quale fosse la mia branda e lasciò che spegnessi la luce.

[4] Era come viaggiare in un paese lontano, come mai non avevo pensato di vedere, dormire lì per una notte. Mi è sembrato di non aver mai sentito l'orologio cittadino colpire prima, né i suoni serali del paese; abbiamo dormito con le finestre aperte che erano all'interno della grata. Sembrava di vedere il mio paese natale all’epoca del Medio Evo ed il nostro Concord che si era trasformato nei flutti del Reno e le visioni di cavalieri e castelli mi sono passate d’avanti. Erano le voci di vecchi mercanti che sentivo nelle vie. Ero uno spettatore involontario e un controllore di qualunque cosa fosse fatta o detta, in cucina, del paese vicino – per me era una nuova e rara esperienza. Era una vista simile della mia città natale. Ero come se vi fossi dentro. Non avevo mai visto prima le sue istituzioni. Questa (la prigione n.d.t.) è una delle sue istituzioni particolari in quanto città di contea. (1) Ho cominciato a capire che tipi fossero i suoi abitanti.

[5] Al mattino, le nostre colazioni sono state fatte passare attraverso la spia nella porta, in piccole vaschette di latta oblunghe e quadrate, fatte apposta per contenere una pinta di cioccolato, del pane marrone ed un cucchiaio di ferro. Quando hanno richiesto ancora i vassoi, mi vergognai di restituire quel pane che avevo avanzato; ma il mio compagno lo prese e mi disse che avrei dovuto conservarlo per pranzo o cena. Subito dopo era fuori per andare a mietere in un campo vicino, dove ci andava tutti i giorni, e non sarebbe stato di ritorno fino a mezzogiorno; così mi ha augurato il buon giorno dicendo che dubitava di rivedermi ancora.

[6] Quando sono uscito di prigione – grazie a qualcuno che è intervenuto ed ha pagato quella tassa -  non ho percepito che erano avvenuti grandi cambiamenti sul piano comunale, come ha osservato chi vi si è recato in gioventù ed è diventato un uomo barcollante e grigio di capelli; e un altro cambiamento ho visto con i miei occhi sulla scena – della città, dello stato e del paese - più grande di ogni semplice effetto che il tempo possa operare. Ho visto ancora più distintamente lo Stato in cui ho vissuto. Ho visto fino a che punto della gente fra cui ho vissuto, ci si possa fidare come  buoni vicini ed amici; che la loro amicizia era solo per il periodo di una estate; che non hanno mai proposto di fare il giusto; che erano una razza distinta da me per i loro pregiudizi e superstizioni, come sono i Cinesi ed i Malesiani, che nei loro sacrifici all’umanità, non hanno mai corso rischi,  neppure per la loro proprietà; che dopo tutto non erano così nobili ma hanno trattato il ladro come lui aveva trattato loro, e sperato, da una certa osservanza esteriore e poche preghiere,  camminando in un particolare rettilineo senza usarne uno di volta in volta, per salvare le loro anime. Questo può voler dire giudicare con severità il mio prossimo; ma credo che molti di loro non sappiano di avere  nel loro paese delle istituzioni come la prigione.

[7] In passato era abitudine nel nostro villaggio, quando un povero debitore usciva di prigione, salutarlo e fare la sua conoscenza, osservarlo attraverso le dita, per rappresentare la grata di una finestra della prigione e chiedergli: “Come va?”. Il mio prossimo non mi ha salutato così, ma prima hanno guardato me e poi un altro, come se fossi ritornato da un lungo viaggio. Sono stato tradotto in prigione mentre stavo andando dal calzolaio per ritirare una scarpa in riparazione. Quando sono stato rilasciato la mattina successiva, ho continuato a portare a termine la mia commissione e, avendo calzato la mia scarpa riparata, ho preso parte ad un convegno naturalistico i cui partecipanti erano impazienti di nominarmi loro rappresentante; ed in mezz’ora – in quanto il cavallo fu presto bardato – ero nel mezzo di un campo naturalistico a circa due miglia su una delle nostre colline più alte ed allora lo Stato non si è più visto.

[8] Questa è l’ intera storia “Delle mie prigioni.” (2)

 

 

[9] Non ho mai rifiutato di pagare le tasse, perché voglio tanto essere un buon cittadino piuttosto che un cattivo soggetto; e per sostenere l’educazione scolastica, sto facendo la mia parte per istruire i miei connazionali. È non è per alcuna particolare voce della cartella delle tasse che rifiuto di pagarla. Voglio semplicemente rifiutare l’alleanza con lo Stato, ritirarmi ed allontanarmi a distanza da esso effettivamente. Non mi preoccupo di capire dove finisce il mio danaro, se potessi, con esso comprerei un uomo o un fucile per sparare a qualcuno - il dollaro è innocente - ma sono più interessato a tener traccia degli effetti della mia alleanza. Infatti, dichiaro tranquillamente guerra allo Stato, a modo mio, sebbene farò  come al solito qualcosa per avere dei vantaggi su di esso, come solitamente si fa in tali casi.

[10] Se altri pagano le tasse che mi sono richieste, per simpatia con lo Stato, fanno quanto già fatto nel loro caso, o piuttosto incoraggiano una più grande ingiustizia nella misura chiesta dallo Stato. Se pagano le tasse per un interesse errato nella tassazione specifica, per salvare la proprietà o prevenire il loro arresto, è perché non hanno considerato saggiamente quanto lontano hanno lasciato che il loro sentimento per il privato interferisca con il bene pubblico.

Monumento

 

[11] Questa, allora, è attualmente la mia posizione. Ma uno non può essere troppo preso dalla sua protezione ad ogni costo, per paura che la sua azione sia pregiudicata dall’ostinazione o da un riguardo eccessivo per le opinioni degli uomini. Lasciategli vedere che agisce in ogni momento soltanto per ciò che gli appartiene.

[12] A volte penso che questa gente sia ben cattiva; è soltanto ignorante; farebbero meglio se conoscessero quanto: perchè dare al vostro prossimo la pena di trattarvi come loro non vorrebbero? Ma penso, ancora, questa non è il motivo per cui dovrei fare come loro, o permettere ad altri di soffrire pene molto più grandi di altro tipo. Ed ancora a volte mi dico, quando molti milioni di uomini, senza calore, senza cattiva volontà, senza sensibilità personale di qualunque genere, vi chiede solo pochi spiccioli, senza la possibilità, tale è la loro costituzione, di ritirarsi o di cambiare la loro richiesta attuale e senza la possibilità, dal vostro punto di vista, di appellarsi a tutti gli altri perchè vi espone a questa opprimente forza bruta? Non resistete al freddo e alla fame, ai venti e alle onde, così ostinatamente; sottomettetevi tranquillamente ad altre mille necessità simili. Non mettete la vostra testa nel fuoco. In parte considero questa come una forza bruta ed in parte come forza umana e considerando che ho rapporti con tutta quella gente così come ne ho con tanti altri e non con cose puramente brute o inanimate, vedo che l’attrattiva sia possibile, in primo luogo ed immediatamente, tra loro ed il loro Creatore e, in secondo luogo, tra loro e se stessi. Ma, se metto deliberatamente la mia testa nel fuoco, non c’è alcuna attrattiva verso il fuoco o col creatore del fuoco e posso biasimare solo me stesso. Se potessi convincermi di  avere una qualche ragione per essere soddisfatto con gli uomini per quello che sono e di trattarli conformemente e non, con rispetto, alle mie richieste ed aspettative circa quello che io e loro dovremmo essere, allora, come un buon Mussulmano (3) e fatalista, dovrei tentare di soddisfare con le cose come sono e dire che è la volontà di Dio. E, soprattutto, c’è questa differenza fra opporsi a questo e a una forza puramente brutale o naturale, cioè posso sperare di sortire un certo effetto; ma non posso prevedere, come Orfeo, (4) di cambiare la natura delle rocce, degli alberi e delle bestie.

[13] Non desidero litigare con alcun uomo o nazione. Non desidero spaccare il capello per fare distinzioni sottili, o diventare il migliore del mio prossimo. Cerco piuttosto, posso dire, persino una giustificazione per adeguarmi alle leggi della terra. Ma sono anche pronto ad adeguarmi a loro. Effettivamente, ho il motivo ed il sospetto di ritenermi su questa strada; ed ogni anno, quando l’esattore delle tasse viene alla carica, mi ritrovo disposto a rivedere gli atti e la posizione del governo generale e dello Stato, e lo spirito della gente, per scoprire un pretesto per adeguarmi.

“Dobbiamo avere affetto per il nostro paese come per i nostri genitori e se in qualche momento gli facciamo mancare il nostro amore o la capacità di fargli onore, dobbiamo rispettarne gli effetti ed insegnare all’anima la materia della coscienza e della religione, e non il desiderio di regole o  benefici. “(5)

[14] Credo che lo Stato possa portare via presto tutto il lavoro che ho per le mani ed allora non sarò  un patriota migliore dei miei connazionali. Guardando da un punto di vista più basso, la Costituzione, con tutti i suoi difetti, è molto buona; la legge e le corti sono degne di rispetto; e persino questo Stato e questo governo americano sono, per molti aspetti, cose molto rare ed eccellenti, da ringraziarli per come tanto grandi le abbiano descritti; ma visto da un punto di vista un poco più in alto, sono come le ho descritte; e visto (da un punto) ancora più alto e dal più alto, chi può dire ciò che sono, o a quale valore guardino o pensino di ogni cosa?

[15] Tuttavia, il governo non mi interessa molto e ci penso poco. Non ci sono molti momenti che vivo sotto un governo, neppure in questo mondo. Se un uomo è un libero-pensatore, libero nell’immaginazione e libero nella fantasia, quello che per tanto tempo non gli appaiono essere avventati legislatori o riformatori  non possono fatalmente fermarlo.

Walden Point

[16] So che la maggior parte degli uomini pensano diversamente da me; ma quelli le cui vite sono dedicate per professione allo studio di questi soggetti o di argomenti affini, mi soddisfanno molto poco. Gli statisti ed i legislatori, che vivono completamente nelle istituzioni, non vedono (la questione) mai distintamente e a nudo. Parlano di trasformare la società, ma non hanno alcun riferimento senza di essa. Possono essere uomini con una certa esperienza e discriminazione e non hanno dubbi nell’inventare sistemi ingegnosi e perfino utili, per cui li ringraziamo francamente; ma il loro spirito e la loro utilità sono entro certi limiti non molto vasti. Sono soliti dimenticare che il mondo non è governato dalla politica e dalla convenienza. Webster non segue mai il governo e quindi non può parlare con autorevolezza a questo proposito. Le sue parole sono saggezza per quei legislatori che contemplano riforme non essenziali nel governo attuale; ma per i filosofi e per coloro che legiferano per tutto il tempo, non è mai stato oggetto di uno sguardo.

So di alcuni che con serene e prudenti speculazioni su questo tema riveleranno presto i limiti dei suoi schemi mentali e della sua ospitalità. Tuttavia, considerando la scarsa professionalità della maggior parte dei riformatori e la scarsa saggezza ed eloquenza dei politici in generale, le sue sono quasi le uniche parole ragionevoli ed importanti e per questo ringraziamo il cielo. È sempre relativamente forte, originale e, soprattutto pratico. Tuttavia, la sua (maggiore) qualità non è la saggezza ma la prudenza. La verità del giurista non è la verità assoluta, ma lo sono la coerenza o la convenienza coerente. La verità è sempre in armonia con se stessa e non si preoccupa prioritariamente di dimostrare che la giustizia sia coerente con un fare errato. Ben merita di essere denominata il  Difensore della Costituzione. Non ci sono realmente colpi da infliggergli se non per difenderla. Non è un capo ma un seguace. I suoi capi sono gli uomini dell’87. (6) “Non mi sono mai impegnato in una prova di forza” dice “e non ho mai proposto di farne una; non ho mai approvato una prova di forza e non intendo mai approvare l’appoggio ad una di esse per rompere i piani fatti in origine, per cui i vari Stati sono entrati nell'Unione.” Pensando ancora alle sanzioni che la Costituzione dà alla schiavitù dice: “Poiché era una parte del  testo originale – lasciate che  rimanga” (7) nonostante le sue speciali doti di acutezza ed abilità, non è in grado di estrarre un fatto dalle sue semplici relazioni politiche e vederlo assolutamente isolato perchè questo si troverebbe ad essere disfatto dall’intelletto - quello, per esempio, che si vede fare a un uomo qui in America, oggi, riguardo alla schiavitù; ma le imprese rischiose sono condotte per dare una qualche disperata risposta, come questa, mentre si professa di parlare in modo assoluto e come privato cittadino; da questo, che nuovo e singolare codice di comportamento sociale si potrebbe dedurre? “Il modo” lui dice: “di gestire, dei governanti di quegli Stati dove esiste la schiavitù, è per loro stessa considerazione, sotto la responsabilità dei loro costituenti, delle leggi generali del decoro, dell'umanità,  della giustizia e di Dio. Le associazioni formatesi altrove, partendo da una (maggiore) sensibilità verso l’umanità, o da qualche altra causa, non hanno nulla a che fare  con questo. Non hanno mai ricevuto alcun mio incoraggiamento ne ritengono di avere la volontà per andare in quella direzione.”

[17]  Coloro che conoscono una sorgente più pura di verità, coloro che hanno tracciato un suo scorrere più alto, stiano attenti, stiano attenti con saggezza, con la Bibbia e la Costituzione e bevano a quel flusso con venerazione e umiltà; e coloro che scorgono dove questo rivolo entra nel lago o nella pozzanghera si preparino ancora una volta e continuino il pellegrinaggio verso la cima della sorgente.

[18] Non è ancora comparso in America nessun uomo con il genio per la legislazione. Sono rari nella storia del mondo. Ci sono oratori, politici ed uomini eloquenti, a migliaia; non c’è ancora nessuno capace di rispondere alle questioni dibattute oggi giorno. Amiamo l’eloquenza di per se stessa e non per la verità che può proferire o per qualunque eroismo che può ispirare. I nostri legislatori ancora non hanno imparato il valore comparativo del libero scambio e della libertà, dell'unione e di rettitudine di una nazione. Non hanno alcun genio o talento relativamente alle umili questioni delle tasse e della finanza, del commercio, dell’industria e dell'agricoltura. Se ci affidassimo solamente allo spirito prolisso dei legislatori nel Congresso quale nostra guida, non corretto dall'esperienza ragionevole e dai correttivi effettivi della gente, l'America non manterrebbe a lungo la sua posizione nella scala delle nazioni. Per milleottocento anni, benchè forse non abbia diritto a dirlo, il Nuovo Testamento è stato scritto; ma dov’è il legislatore che abbia saggezza e senso pratico sufficienti per servirsi della luce che versa sulle scienze politiche?

[19] L'autorità di governo, così come sono disposto ad accettare - obbedirò volentieri a coloro che sanno e possono fare meglio di me ed in molte cose persino a coloro che ne sanno ne possono fare meglio - è ancora illegittimo: per essere rigorosamente giusto, deve essere sancito ed avere il consenso dei governati. Non può essere legittimato sulla mia persona e sulla mia proprietà ma solo su quanto gli concedo. Il passaggio da una monarchia assoluta ad una costituzionale, da un monarchia costituzionale ad una democrazia, sono una progressione verso un vero rispetto dell'individuo. Anche il filosofo cinese (8) fu abbastanza saggio da considerare l'individuo come la base dell'impero. È la democrazia, come noi la conosciamo, l'ultimo miglioramento possibile della forma governativa? È possibile fare un ulteriore passo verso il riconoscimento e l'organizzazione dei diritti dell'uomo? Non ci sarà mai realmente uno Stato libero e illuminato fino a quando lo Stato non riconoscerà l'individuo come il potere più alto e indipendente, da cui derivano tutti i suoi poteri e la sua autorità e di cui, di conseguenza, si prenda cura. Mi piace immaginare uno Stato che almeno possa permettersi di essere giusto con tutti gli uomini e che tratti l'individuo con rispetto come fosse il proprio prossimo;

Copertina di "Racconti"

questi ultimi non lo considererebbero in contraddizione con la propria pace se alcuni vivessero lontani da esso, in modo che non li opprima, non li abbracci, che soddisfi tutti i doveri nei confronti del prossimo e di tutti gli altri uomini. Uno Stato che annoiasse con questo modo di fare,  destinato a soffrire cadendo tanto velocemente quanto sia stato eletto, preparerebbe la strada per uno Stato più perfetto e glorioso, che ho anche immaginato, ma che non ho ancora visto da nessuna parte.

 

Note

  1. A quell tempo Concord era sede di una contea - (ritorno)
  2. Riferito a Le Mie Prigioni di Silvio Pellico (1789-1854), circa i suoi 8 anni come prigioniero politico, traduzione inglese del 1833 - (ritorno)
  3. Un Musulmano - (ritorno)
  4. Nella mitologia greca, un musicista le cui canzoni incantavano rocce, alberi e animali - (ritorno)
  5. George Peele (1557?-1597?), Battle of Alcazar (solo nelle ultime edizioni) - (ritorno)
  6. Redattori della Costituzione del 1787 - (ritorno)
  7. Danial Webster (1782-1852) dal discorso tenuto al Senato degli Stati Uniti - (ritorno)
  8. Probabilmente Confucio (551-479 a.C.) - (ritorno)

 

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