San Marino

 
 

 antiche unità di misura

 

 
Blaeu Joan, Civitatum et admirandorum Italiae. Pars prima 1663.
 
A San Marino, in Piazza della Libertà, alla base della torre posta su un lato del palazzo che attualmente è la sede della Segreteria di Stato per gli Affari Interni si nota una lastra recante delle antiche unità di misura. Non si notano date o iscrizioni che di solito compaiono su questi reperti quindi per cercare di comprendere meglio questa eredità del passato cercheremo di ricostruire in parte la storia del luogo e degli edifici che lo caratterizzano. Piazza della Libertà, un tempo detta Pianello, è quasi un rettangolo e sui lati corti ha il Palazzo del Governo e di fronte la sede della Segreteria di Stato per gli Affari Interni che in precedenza era la sede delle Poste. Entrambi gli edifici sorgono nei luoghi dove in epoca medioevale erano presenti  due palazzi pubblici, rispettivamente  la "Domus Magna Comunis" e la "Domus Parva Comunis".
 
 
Iniziamo la nostra ricostruzione dalla metà dell'Ottocento seguendo la descrizione fatta da un viaggiatore attento, lo studioso aretino Capitano Oreste Brizzi (1810-1867) che tracciò un profilo della Repubblica di San Marino.
 
Oreste Brizi, Quadro storico-statistico della Serenissima Repubblica di San Marino, Firenze, stabilimento artistico Fabris, 1842.
 
«Lasciando ora la Città bassa [...] e salendo la costa, si trova a sinistra una piazza una piazza quadrilunga chiamata Pianello, la quale non è altro che la coperta di un cisternone grande quanto essa e profondo, con tre aperture per attingere l'acqua, avente due fabbriche appartenenti allo Stato. [...] il palazzo del Governo.
Un alloggiato a tre archi con due porte, due piani superiori, il primo con tre finestre, l'ultimo con due e l'arme della Repubblica in macigno nel luogo della terza finestra, ecco la facciata del Palazzo del Governo Sammarinese, edificato nei primi del XIV secolo, e prossimo a ricevere dei restauri generali ed abbellimenti tali, da cambiare affatto fisionomia sì al di fuori come al di dentro.»
 
I disegni sono tratti da: Una gita a San Marino. L'illustrazione italiana, Anno III, N. 24, 9 aprile 1876, Fratelli Treves, Editori, Milano.
 

 
L'intervento edilizio sul palazzo del Governo fu affidato all'architetto romano Francesco Azzurri (1827-1901). I lavori iniziarono nel 1884 per terminare nel 1894. Il progetto, approvato dalla committenza, fu una ricostruzione su modelli stilistici gotici dei palazzi comunali italiani. L'ultimo restauro di Gae Aulenti 1994 -1996 lasciò inalterate le linee essenziali dell'edificio.
 
«[...] rimpetto a questo [...] il quartiere delle milizie o magazzino dell'equipaggio e armamento militare, cui è annesso l'Ufficio di distribuzione delle lettere (31), e la torre del pubblico orologio con doppia sfera [due lancette]»
«(31) Il servizio di posta è disimpegnato da un procaccia che va a prendere e a portare le lettere a Rimini, ogni qual volta vi giungono o ne partono i corrieri. L'arrivo di lui a San Marino viene annunziato dal suono di una campanella, la quale indica il principio della distribuzione delle lettere, che si effettua per mezzo dell'impiegato a ciò preposto. Il Borgo ha una buca succursale per le impostazioni.»  Il palazzo appena descritto è quello della fotografia in basso a sinistra.
 
 
Il progetto di recupero di questo edificio fu affidato all'architetto bolognese Edoardo Collamarini (1863-1928) e portato a termine dall'architetto riminese Gaspare Rastelli (1867-1943). I lavori iniziati nel 1929 terminarono nel 1932. Lo scopo dell'intervento era la realizzazione del nuovo Palazzo delle Poste. Il risultato dell'operazione è quello che si vede nella foto di destra, un palazzo dall'aspetto rinascimentale con alla base della torre la lapide delle antiche misure. Interventi di recupero così radicali erano abbastanza comuni e lo stesso architetto Collamarini realizzò nel 1919 il recupero del Palazzo dell'Arengo di Rimini dove aggiunse merlature, inserì archi gotici e finestre polifore. In un passaggio del Palazzo dell'Arengo si trova una lastra marmorea con le misure in uso a Rimini nel 1544.

Attualmente l'ex Palazzo delle Poste in Piazza della Libertà è sede della Segreteria di Stato per gli Affari Interni.

 
Per quanto riguarda i sistemi di unità di misura adottate dalla Repubblica di San Marino riportiamo alcuni brani tratti dagli Satuti e alcune leggi che segnano il passaggio dalle misure storiche al sistema metrico decimale.
 
Statuti del 1600. Libro quinto. Di materie diverse
Rubrica XXIII
Nessuno possa vendere, o comprare canne, o vinco [ramoscelli di salice], se non in fascetti a misura pubblica, cioè di due piedi ed un terzo per fascio, e la legatura si debba fare a distanza di un piede comune dai pedali.
Rubrica XXIV
Tutti quelli che vendono legna a soma abbiano l'obbligo e dovere di fare le some delle legna della lunghezza di un passo comune.
Rubrica XXXVIII
Non dovendo alcuno arricchire a danno degli altri decretiamo, ed ordiniamo, che chiunque vorrà vendere grano, vino, olio, e qualunque altra cosa a peso, o a misura, sia tenuto a vendere coi pesi e misure verificati corrispondenti a quelli del Comune della Terra di S. Marino, e bollati col bollo pubblico. [...]
23 maggio 1907. Legge con la quale si adotta il sistema metrico decimale.
Art.1
Dal 1° luglio 1907 verrà adottato nel territorio della Repubblica il sistema metrico decimale per i pesi e le misure in tutti gli esercizi governativi e privati.
Art.2
Non resta però vietato agli esercenti privati di servirsi anche dei pesi e delle misure a sistema romano.
2 dicembre 1911. Legge per la verifica e il controllo dei pesi e delle  misure e sulla nomina e attribuzioni degli Edili.
Art.2
Nell'ufficio dell'Edilato, oltre alle misure ed i pesi di carattere storico, si conservano i prototipi del Metro, del Chilogramma, del Litro ecc. nonché del Braccio, della Libbra, del Boccale ecc. e i loro multipli e sotto multipli usati in commercio.
 
I ragguagli tra le vecchie e le nuove unità di misura si possono trovare su un importante e corposo volume che ha come oggetto la Romagna scritto dall'ingegnere di Forlimpopoli  Emilio Rosetti (1839-1908).
 
San Marino, secondo nota ufficiale.
 
Misure lineari e superficiali
Passo comune di 3 piedi metri 1,283
Passo da legna di 3 piedi metri 1,795
Braccio mercantile metri 0,632
Braccio grande metri 0,804
Piede agrimensorio di once 12 metri 0,537
Canna di piedi 10 metri 5,370
Tornatura di 100 canne quadrate o 100 tavole quadrate m. q. 2883,70
Miglio metri 1489,00
Misure di capacità per solidi
Sacco riminise di 4 casselle o 12 bernarde litri 174,3
Sacco feltresco di 2 mastelli od 8 bernarde litri 139,4
Misure di capacità per liquidi
Soma di 64 boccali o barili 2 litri 79,3
Soma da olio di libbre 100 litri 75,0
Libbra d'olio di once 24 litri 0,75
Misure di peso
Libbra di once 12, dramme 96, (ciascuna dramma = 72 grani) chilogr. 0,345515
Libbra di once 18 per carne e pesce chilogr. 0,518273
 
Ing. Emilio Rosetti, La Romagna, Ulrico Hoepli, Milano, 1894.
 
 
L'inaugurazione del nuovo Palazzo delle Poste nel 1932 fu celebrata con un'emissione filatelica.
 
Un ulteriore aiuto lo possiamo trovare in un'opera delIo scrittore e poeta di Cesenatico Marino Moretti (1885-1979). Il romanzo "Il trono dei poveri", il primo e forse l'unico ambientato a Sam Marino, contiene una pagina ricca di riferimenti non solo alle unità di misura storiche ma anche agli usi e alle consuetudini della San Marino di un tempo. Incroceremo anche questi dati con tutti gli altri elementi di cui disponiamo.
 
«[...] ieri t'ho detto che t'ho comprato un taglio d'abito. L'ho comprato e poi sono andata subito a misurarlo al Pianello dove ci sono i segni delle misure antiche sul muro. Sai, Marino, il “ piede da mano„ , “il piede comune„ , ...
- Il “braccio piccolo„ , il “braccio grando„ , il “fascio di canne„ , [...]. Eh c'è perfino la misura delle pietre al Pianello. Chissà se ci stanno attenti a farli uguali, mattoni coppi e tavelle. Io per me vado sempre all'antica e sto col Pianello. Un sacco di grano è per me quattro casselle, cinquecento libbre, un boccale di vino è un litro e un quarto, una soma sessantaquattro boccali, ottanta litri, cento tavole una tornatura e il piede di terreno trentadue centimetri. Dico bene? E un passo di legna è cinque quintali e basta per un'invernata. E le misure per la legna debbono essere quelle: un metro e ottanta d'altezza e di lunghezza ogni passo.»
Marino Moretti, Il trono dei poveri, Milano, fratelli Treves editori, 1928. Secondo migliaio.
 
Prima di procedere con alcuni confronti e analizzare l'insieme dei dati raccolti è opportuno fissare l'ordine cronologico della serie di eventi che ci interessa.
 
1894 Hoepli pubblica "La Romagna" di Emilio Rosetti.
1925 -1926 M. Moretti porta a termine il manoscritto del "Trono dei poveri".
1926 -1928 Il romanzo di Moretti compare a puntate sul "Secolo XX"  tra dicembre 1926 e giugno 1928 in 14 puntate; (editore Treves).
1928 Treves pubblica il romanzo di Moretti.
1929 -1932 Periodo di costruzione del nuovo Palazzo delle Poste in Piazza della Libertà.
 
 
Il racconto di Moretti e la tavola di ragguaglio di Rosetti concordano sul nome e sui valori numerici di diverse misure: il sacco di grano (riminese) da quattro casselle, la tornatura, il passo da legna di un metro e ottanta (Rosetti 1,795 m), il boccale da un litro e un quarto. Dalla tabella si ha un boccale di 1,239 litri, nel romanzo il boccale è 1,25 litri mentre il Museo di Stato di San Marino dispone di un boccale in ceramica la cui capacità dichiarata è 1,2 litri. Le tre misure sono del tutto compatibili. Moretti menziona anche altre misure che non compaiono nelle tavole di ragguaglio di Rosetti ma che trovano riscontro negli Statuti del 1600 cioè il "fascio di canne" che si trova descritto nel Libro quinto, Rubrica XXIII, riportata sopra.
Il brano tratto dal romanzo sembra proporre delle equivalenze improprie cioè la traduzione in peso di quantità espresse in volume: il sacco da 500 libbre e il passo di legna da 5 quintali. Queste definizioni non sono delle misure, indicano delle quantità di materiali preparati per la vendita secondo modalità definite dalle consuetudini locali. Il peso specifico delle granaglie e del legname dipende in modo sostanziale da diversi fattori che è opportuno esplicitare e valutare. Esaminiamo la questione limitandoci, per semplicità, al caso della legna da ardere.
Il peso di un certo volume di legna da ardere dipende dal tipo di legname: legna dolce (castagno, salice, pioppo, ...) e legna forte (olmo, acero, rovere, faggio, ... ). Inoltre si ha legna verde (al momento della raccolta), stagionata (4 mesi di stagionatura) e secca (8 mesi). Il peso varia da legna intera a legna spaccata e, in entrambi i casi, da come è stata accatastata. Il peso di una dato volume di legna, di fatto, è una stima calcolata utilizzando dei coefficienti suggeriti dall'esperienza. L'alternativa è la pesa.
«La legna forte in cataste pesa ogni stero Quintali 5,25 e la dolce, verde, 3,50. La minuta in genere pesa la metà della grossa.». «L'unità del nuovo sistema per la misura delle solidità chiamasi stero; essa è il cubo del Metro.».
Ab. Antonio Marucchi, Manuale pratico per la misura e la stima dei terreni, tomo secondo, Roma, 1857, Tipografia Forense.
Per quanto riguarda i «segni delle misure antiche sul muro del Pianello» è chiaro che tra tutte le misure che si leggono nel brano del romanzo di Moretti alcune potevano esserci, altre no. É escluso che ci fossero i campioni di peso e di volume. Sul muro potevano esserci i profili dei laterizi, i campioni delle lunghezze e, al più, il fascio di canne. Le misure per il fascio di canne potevano essere rappresentate come le "fassine" incise sulla lastra di pietra delle misure di Cervia.
Osservando quanto effettivamente riprodotto oggi sulla lastra ai piedi della torre dell'attuale "domus parva" si notano immediatamente le sagome di tre laterizi che corrispondono a quelli menzionati nel romanzo: mattoni, coppi e tavelle. Seguono sette campioni di lunghezza senza alcuna indicazione. Dalla tabella di Rosetti se contiamo due misure di passo, altre due misure dei piedi corrispondenti, aggiungiamo ancora le due misure del braccio e quella del piede agrimensorio,  arriviamo così a sette unità che geometricamente possono essere contenute nella base della torre. Non è molto ma senza altri elementi o rilievi non è possibile dire altro.
 
Sicuramente i dati forniti dalle tre fonti hanno molti punti in comune che però non provano un contatto più o meno diretto. Nella stesura del suo romanzo Marino Moretti utilizza informazioni precise e dettagliate su usi e consuetudini sammarinesi e sicuramente non è stato influenzato dalla  vista della lastra con le misure che si trova oggi in Piazza della Libertà, ex Pianello, per la semplice ragione che l'edificio venne realizzato almeno tre anni dopo l'invio del manoscritto all'editore. Se qualche anno prima del 1929 ci fossero realmente sul muro del Pianello le incisioni delle misure in grado almeno di ispirare l'architetto Rastelli non è dato sapere. Ma presso qualche Ufficio della Repubblica l'ing. Rosetti, lo scrittore Moretti e l'architetto Rastelli avrebbero potuto ottenere, in tempi diversi, le informazioni necessarie per raggiungere i loro scopi.
D'altra parte che il Pianello, con le sue misure, sia un luogo storico oppure un luogo della memoria, della tradizione che richiama alle proprie origini, forse non ha troppa importanza. Se Gaspare Rastelli avesse ricostruito una verosimile pietra delle misure, in un luogo diventato un simbolo e che stava assumendo un carattere monumentale, con questa operazione l'Architetto avrebbe in ogni caso sottolineato alcuni principi fondamentali per la Repubblica di San Marino. La Repubblica, da quando esiste, attraverso i suoi Statuti, leggi e regolamenti governa proteggendo il commercio e tutelando i cittadini.