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Wabaunsee

Dipinto da:
Charles Bird King
Washington, 1835

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Nel luglio 1814 fu tenuto un famoso concilio a Greenville, nell'Ohio, in cui le tribù dell'ovest accettarono di appoggiare gli Stati Uniti contro la Gran Bretagna. Uno dei firmatari fu Wabaunsee, un influente capo di guerra Potawatomi, che viveva presso il fiume Kankakee, nell'Illinois, ora divenuta contea di Kankakee, Illinois, circa quaranta miglia a sud-ovest del lago Michigan.

Più tardi Wabaunsee disse al colonnello McKenney di aver seppellito per sempre il tomahawk il giorno in cui, secondo il modo di dire indiano, "prese i Diciassette Fuochi in mano...."

Nel 1826 firmò il trattato di Wabash, nell'Indiana, col quale vendeva le terre dei Potawatomi agli Stati Uniti. Fu un giorno quasi fatale per Wabaunsee. Il whiskey era stato ovviamente d'aiuto ai commissari indiani per convincere i capi a firmare, con le solite conseguenza disastrose: gli Indiani si rivoltarono uno contro l'altro e il capo fu accoltellato. L'agente Thomas Tipton, che raccontò a McKenney la storia, si prese cura di Wabaunsee e questi sopravvisse.

Ironia della sorte, l'agente aveva ora un serio problema; il guerriero che aveva accoltellato il capo se ne stava nascosto, ma ci si aspettava che Wabaunsee lo avrebbe cercato e ucciso. Gli interpreti avevano avvertito Tipton che il guerriero era molto popolare e la sua morte avrebbe potuto scatenare una guerra tribale.

Nella primavera, quando il capo si recò alla stazione di commercio per ringraziare Tipton, l'agente lo supplicò di perdonare e di dimenticare. Wabaunsee afferrò la mano di Tipton e gli disse che, poiché gli doveva la vita, "poteva far chiamare il guerriero e dirgli di ritornare. Non vale la pena di uccidere un uomo che fugge come un cane con la coda fra le gambe per paura di morire. Non gli farò del male."

Nel 1828 il governatore Lewis Cass stipulò un trattato con Wabaunsee e i suoi capi sulla costa del lago Michigan. Alcuni giorni prima della firma del trattato, Cass aveva sentito che uno dei capi intendeva denunciare il trattato se non gli fosse stata data una mazzetta.

Quando Cass ne parlò a Wabaunsee, il capo si indignò.
"Un indiano che mente non è degno di essere chiamato un valoroso. Non merita di vivere. Se rifiuta di ratificare quello che abbiamo approvato in consiglio, gli taglierò fuori il cuore."

Come Cass in seguito disse a McKenney, egli e i suoi commissari ebbero grande difficoltà ad impedire che il capo "mettesse in pratica le sue minacce."

Quando Falco Nero iniziò la sua guerra di frontiera, il Dipartimento di Guerra temeva che Wabaunsee avrebbe guidato i suoi guerrieri al fianco del capo Sauk e Fox; invece Wabaunsee si unì alle truppe ausiliarie di confine. L'anno seguente egli disse alla sua gente che essi erano ormai circondati da tutti i lati dai bianchi e li esortava ad accettare le terre oltre il Mississippi che gli Stati Uniti avevano offerto loro. Il consiglio accettò e nel 1835 Wabaunsee visitò Washington per "prendere per mano il suo Grande Padre" e firmare un trattato con cui il suo popolo accettava di essere trasferito dalle sue terre ancestrali alla nuova dimora vicino Council Bluffs sul Missouri.

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