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- CHIESA DEGLI ARMENI -
   

Questa chiesa, oggi sede di un'associazione di volontariato per il terzo mondo, fu fatta costruire da 34 ricchi mercanti levantini. Era dedicata a San Gregorio. Il 17 giugno 1683 questi armeni decisero di costruire una propria chiesa con agli angoli quattro case per il sacerdote ed i pellegrini.
Sostenuti da Cosimo III, la chiesa su disegno di Giovanni Del Fantasia che seguì un'idea di Ferdinando (1633-1713), principe mediceo, figlio dello stesso Cosimo, fu aperta al culto dei fedeli il 3 gennaio 1714.
Il portico della facciata in marmo è ornato dalle statue della carità e della fede (di Andrea Vaccà), e in un ovale c'è l'immagine di San Gregorio, detto Illuminatore perché gli Armeni gli attribuivano la conversione del loro paese avvenuta nel IV secolo. Un busto dello stesso santo era conservato all'interno insieme ad altre opere d'arte di pregio.
La consacrazione della chiesa ed il suo restauro, avvenuto nel 1843/45, sono ricordati in una lapide posta sulla facciata con parole in latino ed in armeno.
L'edificio subì gravissimi danni durante la guerra ed è rimasto per anni abbandonato.
Questa Chiesa degli Armeni è una delle tre Chiese di Via della Madonna; l'antica strada delle religioni ( le altre due sono: la Chiesa dei Greci Uniti e la Chiesa della Madonna).

 
    
  

   

- LA NAZIONE ARMENA A LIVORNO -
   

"Indagando vari antichi manoscritti veniamo a sapere che nell'anno del Signore 1582 un mercante armeno stabilito a Livorno, di nome xòc^aKirakos Mirman, avrebbe funto da console per conto dello Scià di Persia, dal che si deduce che, dalla metà del sedicesimo secolo, c'era sicuramente una colonia armena a Livorno. Nello stesso periodo i mercanti di Giulfa che si erano stabiliti a Venezia, cominciarono a frequentare il porto di Livorno .
Riteniamo che il numero di tali mercanti fosse scarso, a Livorno, sotto la signoria di Cosimo I, mentre sarebbe molto cresciuto sotto la signoria di Ferdinando I"

Chi volesse saperne di più sugli Armeni a Livorno può consultare il libro scritto da:

Mesrop vardapet OWL'OWRLEAN - Priore dell'Isola Grande
Storia della Colonia Armena di Livorno e della Costituzione della Sacra Chiesa
(Presentazione, traduzione e note di Alessandro Orengo - 1984)

Il giovane aspirante parroco vardapet OWL'OWRLEAN scrisse questa storia nel 1879 quando arrivò in città e quando ormai la "nazione" armena era tale solo di nome.

   


   

- Briciole -
   
  • Forte identità linguistica, culturale e religiosa
  • Hanno un certo livello culturale
  • Usano vestiario orientale anche se accedono ad alte cariche nel governo livornese
  • Firmano sempre in armeno
  • Rimangono legami con la madre patria e la famiglia di origine, nonostante i viaggi durassero quasi un anno
  • Prendono moglie nei luoghi di residenza: spesso vedove o schiave turche convertite
     
  • Rapporti solidi con la comunità ospitante
  • Capacità di inserirsi ed integrarsi con i mercanti del luogo
  • Litigiosi: archivi pieni di dispute davanti al tribunale
  • Nella metà del '600 si apre una stamperia Armena poi trasferita ad Amsterdam
  • Portano il caffè (1627) a Livorno: prima città in Italia ...in Inghilterra arriverà nel 1700
  • Vi aprono un bagno turco (1650) che diventa un centro di incontro e aggregazione
  •    


       

    - GLI STRANI STRUMENTI DELLA BANDA ARMENA -
       
    Arrivarono dall'Armenia a Livorno per EFFETTO VENEZIA suonando strumenti mai visti dalle nostre parti.
    Del concerto dell' Armenia Navy Band ancora se ne parla.
    Il suono è caratterizzato da strumenti a corda come il Kemance, ovvero un piccolo violino che si suona in verticale appoggiandolo sul ginocchio, il Kanum, un tipo di cetra a forma di trapezio, il Sazabo, un tipo di liuto a piccola cassa armonica e gli spettacolari strumenti ad ancia, formati da un particolare dispositivo sonoro, il Dukuk e il Zurma, suonati dal virtuoso Vartan Grigorian.
    L'Armenia Navy Band suona musica del passato in sintonia con quella di oggi.
       


       
       

    - E la Chiesa Armena di via della Madonna è in restauro.
    Vi ritorneranno i resti giacenti a Villa Fabricotti? -
       
    La Provincia in accordo con la Sovrintendenza ai Beni Culturali ha deciso di ristrutturarla.
    Per legge, durante i lavori di manutenzione, è obbligatorio un telone antipolvere che copra per intero la struttura, e l'amministrazione ha chiesto al Liceo Cecioni , e più precisamente al prof. Sebastiano Trovato di riprodurre sulla tela la facciata della chiesa a grandezza naturale.
    Il lavoro di pianificazione e rilevamento è stato effettuato dai ragazzi, mentre quello di produzione vera e propria, è stato compito dello stesso docente.
    Per la realizzazione ci sono volute circa cento ore di lavoro, il progetto è stato realizzato totalmente a mano all'interno della palestra della scuola con il metodo dell'aereopenna. Il telone, un pezzo unico di 130 metri, è stato disegnato a settori con un sistema di carrucole simile a quello del sipario di un teatro e con tre proiettori di scena per trovare i punti di contatto tre i vari settori.
    Il risultato finale è di ottimo livello.
       


       
       

    - SAN PIERO A GRADO, PISA [ Lapide posta al centro della chiesa ] -
       

    BARTOLOMEO DI PIETRO
    originario della Persia qui è posto
    Egli abbracciò la religione cristiana
    a Venezia nel 1706
    Partito per Costantinopoli per commercio,
    tornato infine a Livorno,
    raggiunta una florida ricchezza
    con la sua attività, fede, parsimonia,
    in vita fu generoso con i poveri,
    in morte lasciò per testamento una rendita annua
    alla Chiesa e all'ospizio degli Armeni
    e ai bisognosi più meritevoli della città.
    Scelse il suo sepolcro
    in questo tempio che spesso aveva frequentato
    e aveva arricchito di sacra suppellettile,
    del pavimento e di altre decorazioni.
    Visse 73 anni
    Morì il 5 dicembre 1751

    GIOVANNI MARTINI
    Governatore della Chiesa degli Armeni e curatore dell'eredità
    con il consenso dell'Arcivescovo di Pisa
    FRANCESCO DEI CONTI GUIDI
    pose questa lapide.

    [ San Piero a Grado - Pisa - Lapide di B. Di Pietro ]


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