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Si fermò per raccogliere la chiave. Dietro la porta chiusa si intrecciavano voci. Chino, ascoltò. " E' un uomo saldo in sella " era Irene che parlava e gli sembrò di vederla con una delle sue gonne a portafoglio che maliziosamente tentava di chiudere sulle sue splendide e lunghe gambe. " E' un uomo in corsa, Federico" ancora una voce femminile: quella calda e materna di Sara. Parlavano di lui. Come gli piaceva essere al centro dell'universo donna! In sella? In corsa? Ma, per dove? Da dove, veniva? Non avevano accennato "chi era". Le domande esistenziali .... Girava la chiave fra le dita, ormai in piedi, non si decideva ad entrare. Dietro la porta chiusa, ora, le voci presero a parlar d'altro. |
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Si portò una mano allo
stomaco. Una molla, una molla aggrovigliata. (Qualcuno avrebbe potuto pensare ad una "super dalia"!) Ma se appena, appena respirava adagio la molla si dilatava; una pozza di bianco silenzioso lo invadeva. La molla faceva graziose volute intorno al bianco. Un reticolo protettivo. Un abbraccio. Pacificato si rifece le domande. In sella? In corsa? Forse! Ma era lo scenario intorno che Federico avvertiva surreale. Estraneo, quasi ostile all'uomo che, saldo sulla sella, correva, correva, correva. Scenario scarnificato; colo seppia antico; desertificato. Si era forse perso? Entrò. Irene e Sara lo accolsero con un sorriso. |
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