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un giorno del
. . . 2001

20 gennaio


 Il poeta delle fiorentine
"Farò il mercato nero"

Cecchini tuona dalla sua bottega:
"Come se ci togliessero la Divina Commedia"
(*)

di CLAUDIA RICONDA

FIRENZE - "È come se mi staccassero un braccio", dice. "Un pensiero nero, qualcosa di terribile, insopportabile. La bistecca alla fiorentina senza l'osso. E come la Toscana senza la Divina Commedia, la storia che si cancella, le radici strappate. È non sapere più chi si è". È smarrito sul serio, Dario Cecchini. Non credeva, non immaginava. "Travolti fino a questo punto no, in balia delle paure, della psicosi di massa, pronti a cancellare la nostra tradizione per ignoranza". Lui, il poeta della bistecca, l'artigiano della fiorentina, dalla sua bottega di Panzano è pronto a una nuova resistenza. "Così, di pancia, dico che non mi arrendo, che venderò di contrabbando le mie bistecche con l'osso, farò come i carbonari, mi darò alla clandestinità. Ma io l' entrecôte alla francese non la venderò mai". E mica perché ce l'ha con i francesi, ma no. Ma perché Cecchini è uno che se si guarda la mano non ci vede solo la sua, ma quella di tutti i Cecchini che prima di lui hanno tagliato una bistecca, c'è quella del bisnonno, del nonno, del padre, di tutta la famiglia che per duecento anni lì a Greve, dove ora arrivano da tutto il mondo per comprare la sua carne, ha fatto dell'essere macellai non solo un mestiere, ma una forma di fedeltà alla propria terra, alla storia e alla memoria. Che per Cecchini non è tanto ritrovarsi con il grembiule sporco di sangue a decantare Dante in bottega con la gente che lo guarda a occhi spalancati oppure sentirlo recitare a memoria Prezzolini, come fa adesso: "Fatti avanti, bistecca sui ferri, tagliata nel manzo giovane, con la costola attaccata; tu somigli a una lastra di broccatello, rosso e venato di bianco; tu vai cotta con gran fuoco di carbone di leccio dall'una e dall'altra parte" e la sa tutta davvero. Il senso di appartenenza è più profondo, è il poter dire come fa lui: "Me la ricordo ancora, la mia prima volta, la mia prima fiorentina. Avevo sedici anni e una paura grande. Il babbo che mi guardava e io che sentivo di fare qualcosa di sacro. Ed è ancora così: per un artigiano toscano tagliare una bistecca è come per il prete dare la benedizione alla fine della messa.È l'atto finale della liturgia della carne". E allora si capisce come sia un pensiero nero, per lui, la fiorentina senza l'osso. "Siamo al sonno della ragione, al nuovo Medioevo. E di fronte all'ignoranza, solo la scienza e la cultura possono far luce. E allora, rispondetemi: finora, cari esperti, ci avete detto che i capi a rischio erano quelli sopra i trenta mesi, giusto? E allora che c'entra la bistecca alla fiorentina, cos'è questa paura dell'osso? La nostra tradizione vuole che si lavorino solo bestie fra i 12 e i 18 mesi, cioè vitelli. Questo facciamo e questo abbiamo sempre fatto. Se ci togliete l'osso, dovete dire perché, darci una spiegazione scientifica, basata su dati e analisi. Altrimenti è solo terrorismo alimentare, un uccidere la toscanità". Perché in fondo cosa resta della fiorentina se le si toglie l'osso, si chiede Torello Latini, nome storico della ristorazione toscana: "Una braciola".


 

Arriva Bush, per Clinton un triste addio (*)

 


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di FRANCESCA TARISSI


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"E-mail" tradotto in italiano
allo studio della "Crusca"


Gli accademici impegnati nel trovare un termine equivalente
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Gli accademici della Crusca avranno un bel daffare a scegliere tra il centinaio di proposte giunte sul loro tavolo, a Villa Medici a Firenze, per tradurre con una parola italianissima il termine inglese e-mail, che nel linguaggio di Internet è sinonimo di posta elettronica. Le traduzioni più varie, che vanno da "e-lettera" a "nomela", da "etera" a "e-missiva", saranno prese in considerazione dal neonato Centro di studi e di consulenze sull'italiano contemporaneo, costituito presso l'Accademia della Crusca, la secolare istituzione fiorentina incaricata di preservare la purezza della lingua italiana.
L'iniziativa di raccogliere il parere dei cultori della lingua italiana è stata promossa dal programma "Fahrenheit" condotto da Marino Sinibaldi su Radio3. La trasmissione ha inviato anche all'attenzione dei Cruscanti una serie di ipotesi per tradurre in lingua corrente italiana il termine inglese mobbing: tra le proposte suggerite compaiono "psico-vessazione", "psico-eccesso" oppure "sindrome di appassimento".


(*) articoli tratti da "la Repubblica" del 20.01.2001
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