Associazione Esposti Amianto

e ad altri rischi ambientali del Veneto

 

ELOGIO FUNEBRE DI CIOTTO

CIOTTO proveniva da una famiglia numerosa: suo padre era il tredicesimo di sedici figli,  lui, invece,  era ottavo di tredici figli.

CIOTTO  ha avuto una vita breve ma molto intensa. Quello che ha fatto però a favore dei lavoratori esposti all’amianto è stato ineguagliabile.

 Fin dalla più tenera età si era visto che si dedicava con passione  alla causa degli esposti all’amianto, sapeva bene che questi lavoratori che avevano subito esposizione al potente cancerogeno avevano una speranza di vita inferiore agli altri cittadini; molti di questi lavoratori a causa dell’amianto morivano di tumore alla pleura (mesotelioma) oppure di tumore al polmone e di tante altre malattie causate  dall’amianto. Le famiglie di questi lavoratori deceduti precipitavano nell’infelicità e nella nera disperazione perché oltre alla perdita del loro caro potevano ritrovarsi in miseria e chi doveva risarcirli faceva finta di niente.

CIOTTO si era messo in testa che, per una questione di giustizia a questi lavoratori,  doveva essere garantito un periodo di pensione possibilmente pari a quello di un altro non esposto. Visto che non si poteva risarcirgli la potenziale perdita di salute, che poteva causare  una morte prematura, aveva inventato un meccanismo che permetteva a questi lavoratori  di andare prima in pensione per potersela godere prima che potesse avvenire una fine prematura. Certo era un risarcimento tardivo, meglio tardi che mai, visto che la salute compromessa non si poteva restituire.

All’inizio la sua attività era limitata, non aveva gli strumenti adatti  e la sua azione era limitata  solo ad alcune  categorie di lavoratori. CIOTTO soffrì molto per questa situazione; poi, grazie ad una serie di persone responsabili e coscienziose che gli fecero da guida e da padre, fu educato, incoraggiato a svolgere la sua missione in grande e finalmente il 4 agosto 1993 fu fornito di tutti gli strumenti per potersi dedicare alla realizzazione del suo sogno.

Mi ricordo quel giorno: era raggiante, contento, anche se una punta di rammarico si leggeva nei suoi occhi.  Si poteva dedicare al risarcimento di moltissime categorie di lavoratori, ma con alcune limitazioni: purtroppo non doveva assolutamente curarsi  dei  lavoratori che non erano iscritti alla gestione pensionistica dell’INPS  o non assicurati con l’INAIL, oppure avevano un’esposizione inferiore a 10 anni.

Fu questa una grande preoccupazione per CIOTTO, il quale per consolarsi pensò: “intanto aiuto questi lavoratori, prima o dopo qualcuno mi darà una mano per potermi dedicare con successo anche agli altri”.

Povero CIOTTO così generoso e così ingenuo, molti nemici dei lavoratori, che erano anche suoi nemici cominciarono a tramare, prima in modo sotterraneo e poi sempre più scoperto ed arrogante.

CIOTTO non se ne curò, era troppo preso dal suo impegno, poi aveva scoperto una cosa bellissima: molti lavoratori per poter dimostrare l’esposizione all’amianto avevano cominciato a denunciare la morte dei loro compagni  a causa dell’amianto; finalmente un pò di giustizia, sinceramente non molta, ma almeno qualche responsabile veniva chiamato a rispondere per questi omicidi bianchi che fino a quel momento erano stati nascosti; i casi di mesotelioma e tumori polmonari, che uccidevano i lavoratori,  dal 1995 in poi, emergevano sempre più numerosi. Certo c’erano anche prima, ma venivano nascosti e pochi avevano interesse a denunciarli.

Questo, è stato il periodo più esaltante per CIOTTO, quello che gli ha dato maggiori soddisfazioni e popolarità. Questa grande popolarità, però non gli diede alla testa; certo, furono molti quelli che lo tirarono per la giacca per fargli dire o fare le cose che più a loro conveniva. A volte ci riuscirono, ottenendo lo scopo di sminuire la sua opera e di denigrarlo. CIOTTO ormai era inarrestabile, suscitava sempre più entusiasmo tra i lavoratori esposti all’amianto. Questa situazione, però,  fece aumentare i nemici di CIOTTO, divennero sempre più aggressivi, ormai non nascondevano più le loro intenzioni omicide.

CIOTTO se ne rese conto e divenne più attento, più circospetto, subì diversi attentati, ma riuscì a schivarli, anche grazie agli antichi  padri e nuovi amici; ma erano sempre troppo pochi mentre i nemici  erano ormai infiltrati dappertutto. Sperava tanto nell’aiuto  di quei lavoratori  verso i quali Lui aveva fatto tanto. La gratitudine però non è, purtroppo, una virtù umana; molti di loro si erano dileguati; pochi, troppo pochi avevano raccolto la sua disperata richiesta di aiuto.

Povero CIOTTO, sempre più triste e solo, sentiva che la sua fine era prossima, aveva perso la voglia di vivere, di lottare, aspettava  i suoi carnefici come una liberazione della sua angoscia.

Fu tradito per soldi; il denaro sottratto alle pensioni degli esposti all’amianto  serviva a cose più importanti per loro. Intanto con la scusa della ricostruzione in IRAQ regalavano agli americani 600 milioni di euro; soprattutto serve a fare cassa perché i bilanci sono fortemente in passivo.

La fine per CIOTTO arrivò il 30 settembre scorso: quel giorno scatto  l’agguato; venne colpito con ben 47 stilettate; seppure agonizzante non morì subito, gli amici cercarono di salvarlo, ma le coltellate dei nemici erano state implacabili, riuscirono a farlo sopravvivere, tra infinite sofferenze fino a qualche giorno fa.

Ora CIOTTO è morto e noi lo piangiamo con dolore e disperazione.

E’ morto un amico dei lavoratori.

Ora temiamo che i suoi nemici stermineranno tutta la sua famiglia., non risparmieranno i suoi fratelli,  suo padre i suoi zii.

 

Roma 12 novembre 2003

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