Associazione Esposti Amianto

e ad altri rischi ambientali del Veneto

 
 

 

COMUNICATO

 

 COSA VOGLIONO GLI ESPOSTI ALL’AMIANTO

 

 

Premesso che:

 

 

1-     L’amianto è una sostanza altamente cancerogena e chi ha respirato le sue fibre, anche a basse dose è un soggetto sempre a rischio di possibili patologie amianto correlate (mesoteliomi, tumori polmonari, ecc.);

 

2-La legge 257 del 27 marzo 1992, seppure avendo avuto il grande merito di aver bandito l’amianto, in alcune parti, si presentava incompleta e lacunosa, prestandosi ad interpretazioni di parte, ha dato il via ad un grande numero di ricorsi giudiziari, nonostante la modifica del comma 8, art. 13, effettuato con la L. 271/93;

 

3-     nella precedente legislatura la maggioranza dell’attuale opposizione parlamentare, in 5 anni di governo, nonostante fossero stati presentati diversi progetti migliorativi della legge 257/92 non ha saputo, o voluto, forse perché condizionati, approvare una legge che migliorasse le condizioni e le aspettative  degli esposti all’amianto;

 

4-     il governo precedente ha prodotto solo degli  atti di indirizzo amministrativi (Caron e Guerrini), scaturiti da accordi tra sindacati CGIL, CISL , UIL e organizzazioni padronali; tali indirizzi amministrativi, se da una parte avrebbero apparentemente dato soluzione alle richieste di migliaia di lavoratori esposti all’amianto, dall’altro hanno prodotto ulteriori ingiustizie verso altrettanto migliaia di lavoratori  escludendo interi settori (ad esempio ferrovieri, marittimi, ecc,) o mestieri, che hanno subito massicce esposizioni;

 

5-     nel corso dell’attuale legislatura sono finora stati presentati 17 disegni di legge di modifica o integrazione alla L. 257/92, 5 sono giacenti alla Camera e 12 al senato; 14 sono stati depositati dall’attuale opposizione, precisamente: 7 dai DS-Ulivo, 5 dai Verdi-Ulivo e 2 da Rifondazione Comunista

 

6-     le contribuzioni aggiuntive previste dall’art. 13 commi 7 ed 8 sono un atto dovuto, che seppure molto tardivo ha funzione solo parzialmente risarcitoria verso quei lavoratori che per anni, ignari, sono stati costretti a respirare fibre cancerogene, per cui i più fortunati si ritrovano con una speranza di vita inferiore alla media e gli altri hanno contribuito ad allungare la lista degli omicidi bianchi (nel Veneto, il registro dei tumori, dal 1990, ha registrato circa 800 casi, solo di mesoteliomi);

 

7-     l’attuale governo, anche se formalmente, non ha ancora presentato alcun disegno di legge di modifica della L. 257/92, ha diffuso un progetto di modifica (testo Brambilla) che se andasse in porto sarebbe una carognata nei confronti di tutti i lavoratori esposti all’amianto, un’autentica inciviltà giuridica e sociale;

 

8-     con l’entrata in carica dell’attuale governo, settori dell’organizzazione padronale, che pure avevano sottoscritto gli accordi relativi agli atti di indirizzo amministrativi hanno disatteso i patti ricorrendo alla giustizia amministrativa, di conseguenza l’INPS, su direttive governative sta procedendo alla sospensione delle erogazioni pensionistiche ai lavoratori esposti che avevano ottenuto le contribuzioni aggiuntive in base ai sopra citati indirizzi amministrativi;

 

9-     molti dei lavoratori andati in pensione in base agli atti di indirizzo amministrativi che erano in contenzioso giudiziario con L’INPS, su indicazione dei sindacati di appartenenza CGIL, CISL, UIL si trovano o si troveranno senza pensione, senza lavoro e senza la possibilità di far valere le proprie ragioni nei tribunali.

 

Per quanto sopra premesso:

 

I LAVORATORI ESPOSTI ALL’AMIANTO SI ASPETTANO

Che:

 

1-     venga presentato un disegno di legge, veramente migliorativo della 257/92, che coinvolga il più ampio schieramento parlamentare e che soprattutto ci sia un fronte compatto dell’opposizione che vada dalla Margherita a Rifondazione poiché la giusta soluzione del problema  degli esposti all’amianto oltre ad essere di giustizia è soprattutto di Civiltà;

 

2-     la maggiorazione dei contributi previdenziali deve essere riconosciuta a tutti i lavoratori esposti a prescindere dall’ente assicurativo contro gli infortuni o dall’Istituto previdenziale di appartenenza, nella misura prevista dall’art. 13 L. 257/92

 

3-     deve  essere superato il limite minimo dei 10 anni di esposizione, ne può essere accettato la concentrazione delle 100 fibre per litro d’aria come valore minino per il riconoscimento di esposto all’amianto (valore di riferimento attualmente adottato dalla CON TARP dell’INAIL nei procedimenti per la dichiarazione di esposizione);

 

4-     la maggiorazione contributiva deve essere riconosciuta anche ai pensionati ante 1992 che non hanno raggiunto la massima contribuzione previdenziale,  se negata rappresenterebbe una chiara disparità di trattamento, in dispregio dell’art. 3 della Costituzione;

 

5-     la maggiorazione della contribuzione previdenziale non deve essere vincolata da eventuali altre maggiorazioni previdenziali pregressi, riconosciute per altre attività usuranti e di rischio altrimenti verrebbe a vanificarsi lo stesso concetto di rischio riducendo ad un “mercato” di scambio  o “regalia”, dimenticando che le misure a sostegno dei lavoratori esposti sono un atto dovuto, con effetto risarcitorio, in ritardo e parziale;

 

6-     non deve essere prevista alcuna norma a tempo per la richiesta della maggiorazione dei contributi previdenziali  perché stabilirebbe una iniqua disparità di trattamento dei lavoratori esposti  “informati” e quelli “non informati” e sicuramente alimenterebbe proposizioni di eccezione  di incostituzionalità (art. 3 Cost.);

 

7-     la declaratoria delle lavorazioni che comportano esposizioni all’amianto deve essere  ampia ed elastica, includendo anche le attività che comportano esposizioni indirette;

 

8-     il monitoraggio sanitario deve essere garantito gratuitamente a tutti i soggetti che sono stati esposti all’amianto;

 

9-     l’accesso al “Fondo Nazionale delle vittime dell’amianto”  deve essere garantito a tutti i soggetti  vittime dell’amianto anche se non coperti dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali;

 

10- la bonifica dei siti industriali e civili che devono essere censiti sul territorio, a livello nazionale, deve essere accelerata e potenziata anche tramite finanziamenti statali e defiscalizzazione degli oneri;

 

11- non venga assolutamente scambiato la possibilità di fare  una buona legge con le pretese del governo attuale pur di legittimare al presente gli atti di indirizzo amministrativi del governo precedente.

 

 

                  

                                                                                                             L’AEA del Veneto

            Padova  21 febbraio 2002