4.5. IL MUSEO DIOCESANO DI SALERNO

Il Museo Diocesano, sorto ufficialmente nel 1935 quale luogo di raccolta e di esposizione di opere provenienti dalla Cattedrale, è collocato al primo piano dell'edificio sede dell'ex Seminario Diocesano. 
Attualmente sono allestite tre sale, in due delle quali è esposta la sezione medioevale della raccolta diocesana, mentre nella terza vengono esposte le opere restaurate e in attesa di adeguata sistemazione a conclusione dei lavori di restauro dell'edificio.

Gli avori del secolo XII

Nella prima sala è esposto il pezzo più importante del museo, il celeberrimo "Paliotto d'avorio" che costituisce una delle più pregevoli manifestazioni dell'alto livello artistico raggiunto dagli artisti salernitani e dalla nostra cultura nel XII secolo. Il ciclo eburneo rappresenta la più importante e completa raccolta di tavolette, con bassorilievi in avorio, del periodo medioevale esistente al mondo, un ciclo cristologico composto da 15 pezzi con scene del Vecchio Testamento, 19 con scene del Nuovo, 10 medaglioni con Apostoli e 15 frammenti di cornici. Nella sala vi sono, inoltre, frammenti di plutei di epoca longobarda e di epoca bizantina; due lapidi di cui una in latino e l'altra in ebraico, quattro lastre a mosaico del XII secolo e al centro della sala una bellissima urna riliquiaria di alabastro a forma di vaso cinerario, del X o XI secolo.

Figura 4.21. Il viaggio a Betlemme

Figura 4.22. La Natività

Figura 4.23. La Crocifissione

Nella seconda sala sono esposti: la croce di Roberto il Guiscardo, che la tradizione vuole presa dal Duca a Durazzo; una copia del Breviarum, datata 1434, e una copia del Chronicon datata 1605, redatte da Romualdo II Guarna, che contengono rispettivamente l'intero "ufficio divino" e il racconto della storia dell'umanità dai tempi di Noè al 1177; il Liber Confratum, del X-XIII secolo, che comprende un Liber Vitae e un Necrologium che riporta i nomi e le date della morte dei laici affratellati al Capitolo della Capitale; tavole e tele di grande valore come la Giuditta attribuita a Francesco Marino, il Davide con la testa di Golia, Gesù tra i dottori, S. Girolamo, S. Pietro, Lot e le sue figlie, di autori della scuola del Caravaggio e Andrea da Salerno.

Figura 4.24. La cacciata di Adamo ed Eva

La Croce di Roberto il Guiscardo

Figura 4.25. Croce di Roberto il Guiscardo (recto)

Figura 4.26. Croce di Roberto il Guiscardo (retro)

L'Exultet

Nella terza sala sono esposti: il rotolo miniato dell'Exultet di grande e particolare rilievo artistico (sec. XII) che riporta un ciclo di miniature, fra i più completi del suo genere, dei riti del periodo pasquale; il Crocifisso di Pietro Barliario proveniente dal Monastero di S. Benedetto in Salerno, che costituisce un esempio di pittura duecentesca su tavola, raro nell'Italia meridionale, e che ripropone la tradizione orientale e bizantina del Cristo vivo sulla croce; il messale pontificale di gusto gotico-arcaico del XIII secolo, e quello francescano simile ad altri presenti nell'Italia centrale; un sigillo di Romualdo II Guarna e un anello vescovile d'argento del XVII secolo; un affresco proveniente dalla chiesa di S. Maria de Lama in Salerno, i Due Santi; alcune tempere su tavola del XIV secolo, La Crocifissone di R. Oderisio, proveniente dalla chiesa di S. Francesco di Eboli, la Pietà e Santi, riportata anche su tela, proveniente dalla chiesa di S. Crispino di Salerno, un pregevole trittico di Vincenzo de Rogata raffigurante la Madonna tra i Santi ed altre opere di ignoti; una raccolta numismatica con monete in rame (51 follari), d'argento (6 denari) e d'oro (7 tarì) attribuibili all'XI secolo.

Figura 4.27. La crocifissione Figura 4.28. L'allegoria della terra Figura 4.29. L'agnello divino
I

Il settecento salernitano è largamente rappresentato da Angelo e Francesco Solimena, da Sebastiano Conca, da Michele Ricciardi e da ignoti ai quali vanno attribuiti preziosi presepi, brocche, lavori in alabastro e un lungo rotolo dipinto proveniente da Penta raffigurante l'ordine di precedenza delle congreghe nella processione locale del Venerdì Santo.
Poche le sculture presenti nel museo; tra esse una statua lignea del XV secolo raffigurante S. Giuseppe, una statua in terracotta raffigurante la Madonna delle Grazie del XVI secolo attribuita a Giovanni Merliani e una statua in marmo raffigurante la Madonna con Bambino del XV secolo.
Nell'atrio del museo i numerosi reperti marmorei sono rappresentati da frammenti di epigrafi, lastre tombali e lapidi dedicatorie di cui una a caratteri ebraici di particolare rilievo storico.

Figura 4.30. Fratres carissimi Figura 4.31. Federico II

Figura 4.32. Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia

Figura 4.33. Crocifisso di Barliario

Figura 4.34. Giuditta