La
spinta livellatrice della civiltà industriale, il ritmo frenetico
del lavoro e, soprattutto, la poca passione delle nuove massaie,
ha comportato, inevitabilmente, la nascita di una "cucina
italiana" a tutto scapito delle cucine regionali e locali che
costituivano un patrimonio di sapori particolari, che rendeva
molto variato, fino a pochi anni fa, un viaggio gastronomico nel
nostro paese.
Assaporare la cucina tipica locale significa recuperare il gusto,
oltre che la memoria, di quel retaggio di cultura e quindi di
civiltà che sono le nostre cucine locali, un retaggio che
altrimenti rischia di andare irrimediabilmente perduto.
Muoviamo quindi, in questa nostra ricerca, alla riscoperta della
genuinità della tipica cucina nostrana, quella che si tramanda di
generazione in generazione, la quale potrà essere povera quanto
si voglia, ma è sempre ricca, anzi ricchissima, di umori e di
estri, di geniali trovate e di gradite sorprese.
La bontà del clima, la ricchezza del mare, la fertilità delle
pianure e la natura con i suoi aromi, usati in sapienti miscugli,
fanno di questa terra uno dei distretti gastronomici più ricchi
d'Italia.
Non vi è dubbio che la base della cucina salernitana sia la
stessa in uso nel napoletano ed in altre zone del Mezzogiorno, ma,
come per il dialetto, così anche per la cucina, ogni paese vi
lascia inevitabilmente, una sua impronta caratteristica e vi
apporta quelle novità e quelle variazioni che rispondono meglio
alle proprie tendenze e ai propri gusti.
Data la ristrettezza dello spazio, segnaliamo soltanto alcuni
piatti caratteristici e quelli possibili con i nostri prodotti
tipici, limitandoci a notare che essi sono sì fonte dell'arte
dell'arrangiarsi, ma recano pur sempre l'impronta delle nostre
nobili e gloriose tradizioni, capaci di esaltare la nostra cucina
nella sua poetica, versatile e rurale semplicità. |