10.2.1. LA REGATA DELLE REPUBBLICHE MARINARE AD AMALFI

Dal 1955, ogni quattro anni, si svolge ad Amalfi, tra giugno e luglio una manifestazione storico-agonistica di grande risonanza nazionale e internazionale, la Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, con lo scopo di rievocare con una festa tipicamente marinara i fasti, le vicende e la presenza storica delle quattro repubbliche: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia.

Figura 10. 1. Regata storica

La regata, che si disputa tra quattro imbarcazioni in vetroresina riprodotte su modello dell’epoca, uguali per sagoma e struttura e contraddistinte dai rispettivi colori e simboli cittadini, è preceduta da un grande corteo che ricorda episodi e momenti legati alla storia marinara delle quattro repubbliche.
Il corteo di Amalfi, con i suoi costumi di foggia bizantina in damasco, velluti, broccati dai vari colori e omerali trapunti d’oro, disegnati negli anni Cinquanta dallo scenografo Roberto Scielzo, ripropone l’antica opulenza e la grande importanza militare, economica e commerciale conquistata dalla società amalfitana intorno agli anni Mille.
Uno stuolo di armigeri, trombettieri, timpanisti marinai fa da scorta al Duca che, avvolto in un ampio mantello laminato d’oro, avanza protetto dagli Alfieri e affiancato dai Giudici e dagli Ambasciatori che portano in mano le insegne della dignità e dei poteri.
Il corteo di Genova rievoca l’organizzazione comunale assunta dalla città alla fine dell’XI secolo, esaltando la nobile figura di Guglielmo Embriaco, detto “testa di maglio”, che durante la prima Crociata riuscì a forzare le mura della Città Santa e a conquistare Cesarea e Tiro, portando in patria le ceneri del Battista e il Sacro Catino che, secondo la tradizione avvalorata in Palestina, Gesù utilizzò durante l’ultima cena per mangiare l’agnello pasquale. Attorno al popolare eroe sfilano, tutti nei tipici costumi dell’epoca, crociati, capitani, paggi, alfieri, tamburini e trombettieri, gli stessi che lo attesero nel 1101 quando, al suo ritorno dall’Oriente, donò le reliquie del Battista alla città. Al centro del corteo, seguito da un gruppo di armati che precede le rappresentanze della nobiltà e gli esponenti del popolo, viene ricordato l’annalista Caffaro Coschifellone, presente alla battaglia di Cesarea, che scrisse i famosi “Annali”, divenuti poi la fonte ufficiale della storia di Genova.
Il corteo di Pisa offre uno squarcio storico della sua organizzazione comunale e della sua grandezza prima della sconfitta di Meloria, quando il 6 agosto 1284 la superba potenza navale pisana fu sopraffatta da quella genovese, e rievoca la figura di Chierica di Sigismondi, eroina del popolo pisano che salvò nel 1004 la città da un improvviso attacco di saraceni che stavano risalendo l’Arno, avvertendo in tempo le sentinelle.

Figura 10. 2. Corteo storico
Figura 10. 3. Corteo storico

La popolare fanciulla, con le sue damigelle, è posta al centro del corteo, preceduta dai massimi organi della Repubblica, tra cui spiccano il Capitano dei Giudici, i Senatori, il Collegio degli Anziani, il Capitano del Popolo, il Console dei Mercanti e i Priori delle sette arti, ed è seguita dall’Ammiraglio della flotta, dai Consoli del Mare e da un gruppo di marinai guidati da un Patrono e due Comiti.
Il corteo di Venezia mostra la ricchezza e la potenza raggiunta dalla città nel Quattrocento e rinnova l’episodio di Caterina Cornaro, regina di Cipro e vedova del re Giacomo di Lusingano, che torna nella sua città natale e dona il suo regno alla Repubblica di San Marco.
Siamo nell’anno 1489 e la regina, proclamata “Figlia prediletta di Venezia” viene accolta dalla Serenissima Signoria, e da popolo e nobiltà con grandi onori e manifestazioni di giubilo. Il corteo è aperto da tamburini e trombettieri e da otto nobili che impugnano il vessillo di San Marco che papa Alessandro III regalò a Venezia nel 1171 per essere stata arbitro di pace nella guerra tra Papato, Impero e Comuni; seguono dieci Senatori e il Doge con il suo famoso mantello. Gli Ambasciatori di Siria, Persia, Turchia ed Egitto sono schierati attorno alla regina, che avanza su una sfarzosa lettiga sorretta da schiavi mori, a cui fanno da ala otto damigelle, una delegazione cipriota e un gruppo di schiavoni armati.
L’intero corteo parte da Atrani, dalla chiesa di S. Salvatore de Birecto ove i Duchi ricevevano i segni della loro investitura, passa per la cattedrale di S. Andrea e si ferma in piazza Flavio Gioia ove attende l’inizio della regata che parte da Capo di Vettica e, dopo un percorso di circa 2000 metri, termina nello specchio d’acqua antistante Amalfi.
Gli equipaggi, composti da otto vogatori e un timoniere, devono essere formati da nati o residenti da almeno cinque anni nella città per la quale gareggiano. Ciascuna barca ha polene e colori differenti: il cavallo alato e l’azzurro per Amalfi, il grifone e il bianco per Genova, l’aquila e il porpora per Pisa, il leone e il verde per Venezia.
La manifestazione termina con la consegna del trofeo rappresentato da una galea medioevale che deve essere custodita per un anno dalla città che si aggiudica la regata per poi essere messa in palio nell’edizione successiva, dello stendardo del primo premio e della medaglia d’oro all’equipaggio vincitore, e delle medaglie in vermeille, d’argento e di bronzo agli altri equipaggi.