contaminazioni

riflessioni sull'articolo comparso nel numero 721 di casabella : psicografia di un cubo,l' ambasciata d'olanda a berlino -francois chaslin-

segni di terragni che viaggiano nel tempo

l'accostamento di questa architettura contemporanea alla casa del fascio, apparirà certamente agli occhi di un critico come una forzatura ma, affascinata dall'uso innovativo che terragni fa della forma semicubica, mi sono lasciata coinvolgere in questo "azzardo" e, quando ho visto l'immagine del plastico di studio di rem koolas, ho iniziato la mia analisi accostando l'ambasciata d'olanda alla casa del fascio.

entrambi sono edifici istituzionali e pertanto portatori a monte di una serie di caratteristiche richieste dalla committenza, entrambi siti in un contesto urbano ricco di valenze storiche seppur assai diverse tra loro.

nell'articolo si legge: "i paesi bassi volevano un' ambasciata autonoma, particolare e riconoscibile e che fosse se possibile un evento".

tenendo conto del fatto che la "particolarità" di un edificio occupa al giorno d'oggi un posto non meno importante della "monumentalità" durante il ventennio, allora si potrebbe rileggere: "le autorità volevano una casa del fascio autonoma, monumentale e riconoscibile...".

forse.

ambedue gli edifici sorgono isolati, uno al centro di una piazza bianca l'altro, invece, prende le distanze dal contesto attraverso un'ala/schermo ad uso abitativo, così da essere una combinazione inedita di isolato ed edificio indipendente.

ambedue gli edifici rifiutano la mimesi formale con il contesto, la citazione, assumendo come confine entro il quale far muovere il proprio linguaggio architettonico una forma pura, stereometrica, che tende alla astrazione. nonostante siano diversi negli esiti cercano entrambi di conciliare tutta una serie di opposti: vuoto e pieno, matericità e movimento, usando linguaggi e mezzi differenti ma comunque efficaci.

se nella casa del fascio il dinanismo è reso dalla forma semicubica e dal ribaltamento logico degli ordini, koolas si serve di una serie di slittamenti di volumi e superfici, di spezzate che interferiscono con la orizzontalitità delle linee dei prospettti le quali inducono l'occhio a cercare di capire cosa accade dietro l'angolo, innescando una rotazione.

gli interni degli edifici non potrebbero essere più diversi nella concezione dello spazio ma sono, a mio parere, accomunati dalla volontà degli architetti di esprimere delle forze in atto.

terragni gioca sulla compressione dello spazio verticale e sulla dilatazione di quello orizzontale, sulle proporzioni e sui rapporti pianta-sezione.

koolas dà vita ad un percorso articolato, contorto, spezzato, che si muove all'interno del cubo senza trapelare all'esterno, in maniera episodica e proiettata.

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riflessioni sullprogetto comparso nel numero 720 di casabella : scuola secondaria a Zursmarshausen- lamott architekten -

l'asilo sant'elia rappresenta una delle architetture più suggestive ed emozionanti di terragni oltre a racchiudere in sé, sublimati o reificati, tutti i temi che furono più cari al comasco: la stereometria in pianta, la triprtizione, il telaio, l'orizzonatalità, il movimento. questi elementi sono mescolati tra loro in maniera inedita e resi più vivi che mai dalla presenza della natura, vera musa ispiratrice e motore del progetto.

il numero 720 di casabella riporta il progetto di una scuola secondaria realizzata in germania da lamott architekten e, osservandone la pianta, sono stata colpita dalla evidente divisione in fasce funzionali che ha riportato il mio pensiero al sant'elia.

leggere questo progetto attraverso un ottica terragnana non avrebbe certo senso ma, lo stesso, mi sono chiesta se gli autori non avessero potuto trarre ispirazione dal maestro.

infatti, se in pianta se ne può scorgere l'eco grazie alla presenza di quattro cortili (i quali però si possono leggere come due fasce aperte se si tiene conto della trasparenza/permeabilità dei corridoi che li attraversano), in alzato altri elementi portano, volontariamente o meno, l'eco del comasco.

la trasparenza, la presenza esili telai metallici sui quali è possibile aprire tende schermanti, i corpi della aule che abbracciano lo spazio naturale sono possibili segni di questa contaminazione.