Leopoldo II (1797-1870) successe al padre
Ferdinando III
nel 1824. Il suo governò si segnalò subito per una intensa politica di opere pubbliche, come la bonifica della Maremma, la costruzione di molte strade, l'ampliamento del porto di Livorno. A lui si deve anche l'impianto delle prime strade ferrate in Toscana. Fino al 1848 il suo fu un buon governo, tanto che la Toscana rappresentò un'isola di relativa libertà in mezzo agli altri stati italiani.
Scatenando l'entusiasmo dei sudditi aderì ad una Lega doganale con lo Stato Pontificio, il Regno di Napoli ed il Regno di Sardegna, e, infine, era il 17 febbraio 1848, promulgò la Costituzione (in verità era stato preceduta dal Borbone di Napoli ma la sua Costituzione non fu strappata da alcuna rivoluzione). Premuto dall'opinione pubblica liberale, il 29 marzo '48 inviò truppe a fianco del Piemonte contro l'Austria. Ma la sua politica "italiana" si arrestò dinanzi alle proteste del governo di Vienna e ancor più a causa dell'atteggiamento di
Carlo Alberto
che premeva per ottenere le "annessioni" al Regno di Sardegna. Intimorito dalle agitazioni del partito democratico seguite al ritiro dalla guerra contro l'Austria, Leopoldo abbandonò il Granducato e si rifugiò a Gaeta presso il Borbone (febbraio '49), finché le truppe austriache non avessero ristabilito l'ordine in Toscana.
Ritornò a Firenze nel luglio '49, Granduca di nome più che di fatto, essendo il governo realmente sotto il controllo della cancelleria viennese. Rimase sul trono fino al 1859, quando un moto liberale e nazionale, scoppiato il 27 aprile, lo obbligò ad abbandonare nuovamente la Toscana. Abdicò in favore del figlio
Ferdinando
nel luglio di quell'anno, ma inutilmente, perché, pochi mesi dopo, si ebbe l'annessione della Toscana alla monarchia sabauda. Morì in esilio in Austria.
Creato da: Astalalista
- Ultima modifica: 25/Apr/2004 alle 12:38