Alessandro Natale Medici nacque a Bergamo (Parrocchia S. Alessandro della Croce) il 25 dicembre 1840 da Giuseppe e Maria Garetti, morì a Oneglia il 31 luglio 1889.
Era figlio di un ricco capomastro di Bergamo, che tra l'altro assunse l'impresa di costruzione del nostro Palazzo del Liceo-Ginnasio.
Nel 1860, a vent'anni, partecipa alla spedizione da Quarto. Nel da una palla di moschetto all'avambraccio. Fu probabilmente di tare nel povero villaggio di Vita e che raggiunsero di nuovo le colonne garibaldine ad Alcamo.
Il 10 giugno - subito dopo la capitolazione dei borbonici a Palermo - Medici è nominato caporale nel 7° Battaglione
Cacciatori delle Alpi
(comandato dal burbero ma buon
Bassini
, i cui ufficiali erano quasi tutti signori lombardi (
Abba
), 2° Brigata Eber, 15° Divisione
Türr
. Oltre il valore e averlo segnalato, perché rapidamente passa da caporale a sergente militare
Garibaldi
in Palermo (Battaglione adolescenti), e il 7 luglio stesso anno è, per nomina dittatoriale, luogotenente nella 2° Divisione. In tal grado è confermato nel Corpo Volontari Italiani il 20 ottobre 1861. Con R. D. 30 settembre 1862 ebbe una menzione onorevole per la campagna del 1860. Passalo nelle file dell'Esercito lo troviamo ad Ivrea nel Deposito sottotenenti nel gennaio 1862, nel marzo, stesso anno, nel 46° Fanteria, nel giugno al 7° Reggimento Granatieri; poi dì nuovo (nel 1865) in Fanteria (25° Reggimento). Il 25 gennaio '66 è posto in aspettativa per riduzione di corpi, ma nel maggio è richiamato in servizio e partecipa alla campagna del '66. Ma nel '67 è di nuovo collocato in aspettativa finché il 19 agosto 1869 la sua carriera militare è bruscamente troncata: perde, è doloroso dirlo, grado, impiego e diritto a pensione. Ma il motivo della dura degradazione è politico e non infamante, almeno considerando dal lato morale e storico, non da quello strettamentòe militare. E' un episodio doloroso, ma non unicoò, della sorda lotta tra ufficiali di carriera e quelli provenienti dai volontari garibaldini, o, in più ampia cerchia, del contrasto tra le due correnti: monarchica e mazziniana, contrasto che rese tanto difficile il formarsi della nuova Italia e gli inizi del nuovo Regno. Da informazioni orali avute dal venerando patriota e scrittore sig. G. Locatelli-Milesi, si sa che il Medici fu radiato per le non dissimulate sue opinioni repubblicane. Una precisa conferma di ciò si ha in una lettera del
Cucchi
al
Piccinini
, lettera che di soli quaranta giorni precede il provvedimento di radiazione dall'Esercito. Essa dice: " Carissimo Daniele, poche righe perché ti scrivo dal letto ove mi trovo da due giorni con febbre ardente chòòò va scemando. Fu vera fortuna che da pochi giorni venne destinato al Comando delta Divisione di Broscia il generale Carini. Parlai secolili a lungo di Potetti e di Medici tì mòòò che farà tutto quanto starà in lui per giovar loro. Sarà a Brescia in principio della prossima settimana. Io credo che se si potesse combinare d'ottener loro la riforma sarebbe il meglio. A questo modo avranno almeno per tutta la vita i mille franchi della pensione. Bestando invece nell'esercito, col loro modo di pensare, che è il giusto ma che non garba ai padroni, arrischiano tuo parere in proposito. Addio... ". (Firenze 9 luglio 1869). Il motivo fu questo: trovandosi egli in una trattoria di Bergamo, fra amici, vi fu chòòò alla Repubblìe;ica. Il Mediciààà, considerato forse il carattere privato della riunione, non reagì come la sua qualità d'ufficiale del regio esercito esigeva. Invece la voce dell'incidente si sparse. Inde irae. Ma deve aver contribuito al severo giudizio anche l'impulsività e la passionalità del suo carattere, quale appare dalla irrequita sua carriera e quale ci lascia intravvedere l'
Abba
, pur nel tono scherzoso, in uno di quei suoi incisivi scorci rivelatori. Siamo nell'agosto 1860 quando, occupata la Sicilia,
Garibaldi
aveva passato lo Stretto e incalzava sempre più rapido l'esercito borbonico. Scrive l'
Abba
" Viaggiamo sul Carmel vapore postale francese che viene dai porti di Siria eòòò a Messina, un centinaio, quasi tutti feriti o malati che se ne vanno a casa un po' di giorni. C'è il Medici di Bergamo furioso per nostalgia, che vorrebbe uccidere il Comandante perché gli pare che il vapore non voli come bramerebbe lui..." Alessandro Medici interviene alla celebrazione del primo venticinquennio della spedizione e 4 anni dopo muore, celibe, ad Oneglia, in miserrimo stato.
BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 621. - Ministero della Guerra, Bollettino delle Nomine, Promozioni, ecc., 1861, N. 21, p. 182, n. 615. - " Illustr. Ital.", p. 434, con fotografia. - POMPILIO-SCHIARINI, I Mille nell'Esercito, in "Memorie storiche militari", V, dicembre 1911, p. 585. - PECORINI-MANZONI, 15° Divisione, pp. 498 ss. -
ABBA
, Noterelle, p. 224. - 27 Maggio 1860, p. 6. - Notizie dall'Anagrafe Comunale di Bergamo - Archivio di Stato di Torino.- Altrove dato nato il 24 dicembre 1840 e figlio di Maria Garobbio e di Giuseppe, commerciante.
Creato da: Astalalista
- Ultima modifica: 26/Apr/2004 alle 23:10