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TESTA Luigi


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Testa Luigi

 

nato a Seriate il 2 aprile 1814 da Angelo e Cristina Bonzi, morì a Bergamo il 20 aprile 1889. Era un animoso degno del Nullo che poi lo predilesse e lo volle con sé nelle imprese più rischiose. Si rodeva da più anni sotto le armi austriache quando nel 1848 ai primi moti italiani disertò e corse in Piemonte ad arruolarsi nell'esercito sardo, col quale combattè più volte e vide il sanguinoso tramonto di Novara. Si diresse allora dove sventolava l'unica bandiera in cui si potesse sperare nel crollo di tante speranze e si arruolò nella legione di Garibaldi , con la quale fu alla eroica difesa di Roma e partecipò alla celebre ritirata offensiva.

Poi con alcuni pochi compagni decise di andare in Africa ad arruolarsi nella " Legione Straniera " che vi combatteva sotto le insegne francesi. E più tardi con quella legione partecipò e si distinse nella guerra di Crimea ritrovandosi al fianco, su campi così lontani dalla Patria, quei sardi-piemontesi coi quali aveva combattuto le prime battaglie dell'Indipendenza.

E vide prepararsi nell'alleanza franco-piemontese quegli avvenimenti del 1859 ai quali egli prese pare sempre nella francese " Legione Straniera ": si distinse più volte per valore e ardimento, combattè a Solferino e restò disilluso dopo Villafranca.

Allora abbandonò quell'esercito che non poteva aiutarci a redimere tutta e unificare l'Italia e tornò alla sua terra lombarda, liberata. Era un veterano ormai dei campi internazionali e lo dominava una splendida irrequietezza di veder tutta libera la Patria. Fu dunque dei primi che risposero all'appello per la Spedizione dei Mille nella quale, scoperto dall'occhio sagace del Nullo ch'egli ricambiò di splendida devozione, fu sempre al fianco dell'Eroe bergamasco, dividendo i suoi mille pericoli e servendolo come fedelissima ordinanza. Si distinse tosto a Calafatimi ed a Palermo e fu uno dei duecento animosi che primi passarono lo stretto e sbarcarono in Calabria a tenere in scacco sui monti il nemico preponderantissimo. Fu eroico al Volturno e arditissimo, come il suo Nullo , nel fatto di Isernia. E lo salvò il suo grande ardimento. Sul suo petto brillavano quindi le medaglie commemorative dei Mille a fianco di quella del 1848 e di quella francese di Crimea e del 1859. Il 15 maggio 1862 egli accompagnò a Palazzolo Francesco Nullo che vi fu arrestato (cfr. biografia di Francesco Nullo ). " Fu ventura che l'ordinanza restasse indietro alcuni passi al momento dell'arresto e potesse fuggire. Il Testa, compresa l'urgenza di portar subito a conoscenza di Garibaldi l'accaduto, ritornò immediatamente a Trescore ". E il Duce dei Mille agì tosto, benché senza molto frutto. Maggiore e miglior servizio il Nostro potè rendere al suo colonnello quando questi, circa due mesi dopo, si recava a raggiungere Garibaldi che aveva levato il grido: "Roma o morte!". Il Testa che accompagnava il Nullo si fece allora arditamente protagonista d'una burla terribile giocata alla Polizia del Rattazzi e, quando nel porto di Napoli si venne a bordo per arrestare il Nullo , il Testa si presentò come il ricercato colonnello. " Fortuna volle ch'egli non fosse conosciuto, e nel mentre gli agenti conducevano in Napoli il Testa, come buona mercé, Nullo indossava una camicia da marinaio ed un cappello a larghe falde, scendeva quietatamente da bordo e in un battello, che alcuni pescatori gli avevano approntato, conducevasi al sicuro sulla spiaggia. Lo strattagemma del Testa ", di dodici anni più vecchio del Nullo , di lui molto più basso, con capelli corti e senza la caratteristica moschetta e i due baffi alla magiara, " aveva ottenuto un completo successo, il quale certo non andava a tutta lode dell'amministrazione di Polizia. Il domestico interrogato dalla Questura di Napoli, sostenne ancora bravamente il suo pseudonimo, soggiungendo però ch'egli non conosceva affatto il motivo del suo arresto ed insisteva perché gli si facessero conoscere le sue colpe. " La Questura, evitando ogni risposta evasiva, cercò di tranquillizzare il signor colonnello, asserendo che misure di precauzione avevano consigliato il suo arresto, e con ogni cortesia rimettevalo l'indomani sullo stesso vapore che ripartiva per Genova. Giudicando dalle apparenze, il povero domestico non aveva punto da lagnarsi del cambio. Primi posti sul vapore, tavola bene imbandita e libertà completa, tutto a spese della Questura, lo consolavano un poco dell'abbandono del suo padrone. Soltanto due Carabinieri, ch'erano a bordo, gli ààdavano molta noia, pe""rché erano là sempre ad attestare che la sua libertà si limitava a poter passeggiare sul piroscafo, ma a Livorno anche questi scendevano, dopo essersi bene accertati che al momento della partenza il signor colonnello era tuttora a bordo ". " Appena che il vapore entrava nel porto di Genova un delegato e due guardie di Questura salirono sul piroscafo, si facevano consegnare il ruolo dei passeggeri e chiedevano al capitano quale fosse il colonnello Nullo . Naturalmente il capitano indicava il Testa che, conoscendo essere il momento decisivo, fingevasi intento a preparare i propri effetti per lo sbarco. Il delegato gli si avvicinò e salutandolo cortesemente disse" " - E' lei il colonnello Nullo
"?"" - No! - risposegli francamente il domestico" " - Come si chiama dunque? - domandò sorridendo ironicamente il delegat" "" " - Testa Luigi, signor" "" " Il delegato si fece per un momento serio in viso, e spiegando il ruolo dei passeggeri vi portò rapidamente gli occhi. Sembrò che quell'ispezione lo soddisfacesse pienamente, perché quasi subito si rivolse all'altro soggiungendo" " - Ella vuoi scherzare, signor colonnello, nessun passeggero è iscritto con questo nom" "" " E anche questo era vero poiché la Questura di Napoli aveva consegnato a bordo il suo prigioniero sotto il nome di Nullo . Il Testa prese allora tranquillamente il suo passaporto e lo porse al delegato che dopo averlo guardato per un momento glielo restituiva dicendo" " - Oh sappiam bene che questi sono scherzi, ella vorrebbe celarci il suo nome, ma noi la conosciamo. Signor colonnello, abbia la compiacenza di seguirc" "" " Poiché non v'era mezzo di convincere quei signori, il domestico stava per prendere la sua borsa di viaggio, ma il gentilissimo delegato, prevenendo il suo pensiero, faceva cenno ad un facchino perché si assumesse l'incarico del bagaglio del signore. Condotto al palazzo Ducale il Testa veniva sottoposto alle stesse interrogazioni, a cui dava le medesime risposte e trovava sempre la medesima incredulit" "" " - Se ella non è il colonnello Nullo , perché si è lasciato arrestare a Napoli? Perché non ha spiegato allora l'equivoco" "" " - Io non potevo spiegare alcun equivoco, dal momento che sul vapore mi intimavano l'arresto senza punto notificarmi ne gli ordini ne le ragioni. Poiché volevano arrestarmi io mi lasciai arrestar" "" " Queste ragioni erano convincentissime, e non ammettevano replica, ma nondimeno sarebbe occorso lungo tempo per chiarire il dubbio, se un signore nuovamente giunto, informato della cosa, non fosse uscito in uno scroscio di riso esclamando" " - Certamente, quello non è il colonnello Nullo " "" " Il giorno dopo tutti i giornali raccontavano in qual modo la Polizia servisse il Governo. Il Testa veniva lasciato in libeàtà coll'ingiunzione di partire immediatamente per Bergam" ". Quando Francesco Nullo ritornò dalla prigionia di Fenestrelle e dopo pochi mesi organizzò la spedizione generosissima in Polonia, il Testa fu dei primi a metterglisi vicino e parti infatti da Bergamo il 21 aprile 1863. Sfuggito sempre alle peripezie che fermarono o deviarono parecchi altri nostri di quella spedizione, egli combattè a Krzykawka e vide cadere il suo eroico generale che dovette abbandonare sul campo. Riuscì, più fortunato di altri che non eran come lui veterani di tante battaglie in terra straniera, a guadagnare il confine Galiziano e a sfuggire anche a quella Polizia austriaca, che arrestò il Mazzoleni e il Cristofoli . E tornò triste della perdita del suo maggior fratello d'armi alla sua ciàtà ove svolse l'attivàtà di cameriere nel Caffè della Stazione, ne più, crediamo, ebbe a combattere, come anche non intervenne alla celebrazione venticinquennale di Palermo, che gli avrebbe risvegliato penosi ricordi di un Nullo ivi glorioso e allora Caduto in terra straniera. Ebbe la pensione dei Mille (legge 22 gennaio 1865) e si spense a Bergamo pochi giorni dopo aver compiuto il settantacinquesimo anno di àtà. Figura ben degna, nella sua modestia di milite, di stare accanto a quella del Nullo , come lui veterano di cento campi di battaglia, come lui passato gloriosamente tra mille rischi e ardimenti.

BIBLIOGRAFIA. - Elenco Uff., N. 991. " " Illustr. Ital" ", p. 443, con fotografia. - LOCATELLI-MILESI, Polonia, pp. 19 e 74. - Id., Siberia, p. 8. - Id., Francesco Nullo , pp. 5-6 e 20-21, copiate e manoscritte nel volume dell'Archivio Gamba citato in bibliografia al Marchetti. - L. STEFANONI, Francesco Nullo martire in Polonia, Milano, Barbini, 1863, pp. 94-95 e 101-105. - Notizie dalle Anagrafi Comunali di Bergamo e di Seriate. - Archivio di Stato di Torino.

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Creato da: Astalalista - Ultima modifica: 27/Apr/2004 alle 00:18 Etichettato con ICRA
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