Nelle serate primaverili la costellazione
più facile da individuare è sicuramente il Grande Carro: le sue sette stelle,
Dubhé, Mérak, Fegda, Megrez,
Alioth, Mizar e Benetnash, sono
ben visibili allo zenit. Tra queste, la più interessante è senza alcun dubbio
Mizar: la stella al centro
del timone del carro, infatti, è accompagnata da un astro più debole di nome
Alcor.
Mizar e Alcor, distanti 88 anni-luce dalla
Terra, sono una coppia di stelle legate gravitazionalmente in orbita
attorno al comune baricentro: anche se ad occhio nudo appaiono vicinissime, in
realtà sono separate da una distanza che è 10 volte quella tra il Sole e
Plutone, ultimo pianeta del sistema solare. Utilizzando un piccolo
telescopio si scopre che Alcor è a sua volta una stella doppia e
l'analisi della luce delle tre stelle visibili telescopicamente rivela la
presenza di altri quattro astri. In conclusione, quindi, Mizar e
Alcor
fanno parte di un complesso sistema di sette stelle legate gravitazionalmente:
eventuali abitanti di un pianeta locale avrebbero le loro difficoltà a seguirne
le complesse evoluzioni e a stilare calendari.
L'arco che congiunge Mizar e Benetnash, prolungato verso l'orizzonte,consente di individuare una stella molto
brillante chiamata Arturo e altre cinque stelle che con essa formano una sorta
di aquilone celeste: è la costellazione del Bootes o bovaro. Il curioso
nome deriva dal fatto che per gli antichi romani la costellazione rappresentava
un pastore che custodiva i suoi buoi: gli animali, secondo la credenza, erano le
sette stelle del Grande Carro, denominate i "septem triones", parola che
tradotta significa i sette buoi. Arturo, la stella più brillante della
costellazione e la quarta di tutto il cielo, dista dal sistema solare 37 anni-luce. Osservata attentamente è impossibile non notare la
sua colorazione giallo-arancio, che rivela una temperatura fotosferica più
bassa rispetto a quella del Sole ( 4200°k la prima, 6000°K la
seconda) ed uno stato evolutivo più avanzato.
Continuando il prolungamento dell'arco sempre più verso
l'orizzonte, si incontra Spica, la stella principale della costellazione
zodiacale della Vergine che secondo la mitologia classica rappresentava
Astrea, dea della giustizia. Spica è la sedicesima stella
più brillante di tutta la volta celeste: distante dal sistema solare 275
anni-luce ha una temperatura fotosferica di 20000°K e un diametro otto volte
quello del Sole.
Il Grande Carro è un prezioso riferimento per individuare altre due costellazioni:
il Piccolo Carro e il Leone. Per fare ciò è necessario considerare la
linea immaginaria che congiunge le stelle Dubhé e Merak: prolungata nella
direzione che va da Merak a Dubhé, infatti, permette di individuare il
Piccolo Carro e la
stella polare, mentre la stessa operazione eseguita nella
direzione opposta porta a Regolo, la stella principale della costellazione del
Leone.
La costellazione del Leone rappresenta la belva che terrorizzava
il villaggio di Nemea e che Ercole uccise in una
delle dodici fatiche. Regolo, che insieme ad altre cinque stelle
disposte a formare una falce costituisce la criniera del Leone,
dista dalla Terra 160 anni-luce e ha un diametro che è quasi sei
volte quello del Sole. Questa stella occupa una posizione
particolare sulla sfera celeste, visto che si trova in corrispondenza della
traiettoria apparente che la Luna percorre in cielo ogni mese:
quindi è abbastanza frequente che Regolo sia occultata dal
satellite naturale.