AER Caudron G-3

1915 - Ricognitore

La produzione su licenza della francese Caudron del velivolo da ricognizione G.3 iniziava nel 1915, nei mesi immediatamente precedenti l'entrata in guerra dell'Italia. In questo modo già nei mesi di maggio-giugno la AER poteva fornire gli aerei sufficienti alla costituzione della 1^ Squadriglia Aviatori per Artiglieria. Infatti il principale compito affidato all'aviazione durante il primo periodo di guerra era quello di osservazione dei tiri dell'artiglieria. Compito non facile in quanto si trattava di mantenersi in volo sugli obiettivi battuti dalle nostre batterie con lo scopo di correggerne i tiri.
La produzione del Caudron G.3 era di circa 90 unità nel 1915 ed 80 nel 1916; nella primavera, all'epoca del riordinamento dell'aviazione italiana, l'aereo era in dotazione a sei squadriglie: la 41^, la 42^, la 43^, la 44^, la 45^ e la 46^, rimanendo in servizio presso le squadriglie anche per buona parte del 1917 per poi passare a compiti di addestramento. In servizio il G.3 si rivelava un aereo lento e facilmente alla mercé della caccia nemica in quanto era disarmato. Unica arma a disposizione era una pistola semiautomatica Mauser a disposizione dell'osservatore.

 

Dati e caratteristiche

Aereo

AER Caudron G.3
Motore

1 Le Rhône - cv. 90
Apertura alare

13,40 m.
Lunghezza

6,40 m.
Altezza

2,50 m.
Superficie alare

27,00 mq.
Peso a vuoto

420 kg.
Peso totale

710 kg.
Velocità max.

108 km/h.
Salita a 3.000 m.

32 minuti
Quota di tangenza

4.000 m.
Autonomia

4 ore
Equipaggio

2 persone

 

Descrizione tecnica
Caratteristica di questo velivolo progettato dalla ditta di Gaston e Renè Caudron era l'insolita unione di un'architettura a travi di coda con un apparato propulsore ad elica trattiva. La velatura a grande allungamento, con centine flessibili, era sesquiplana e priva di diedro. La struttura era bilongherone abbondantemente controventata; le estremità dell'ala superiore, al di là dei montanti obliqui, erano ribaltabili per facilitarne il trasporto ed il ricovero. Il controllo trasversale avveniva per svergolamento del bordo d'uscita delle sezioni estreme dell'ala superiore. Abbondanti tagli nel bordo d'uscita delle due ali, verso il centro, aumentavano la visibilità della navicella. La carlinga a struttura in frassino rivestita in tela, montava nella parte anteriore il motore racchiuso in una capottatura d'alluminio; seguivano i serbatoi dell'olio e della benzina, il posto dell'osservatore ed infine il posto del pilota. Questo tipo di sistemazione dell'equipaggio escludeva ogni possibilità di montare una mitragliatrice a difesa del settore posteriore, cosa resa, per altro, molto difficoltosa dall'intrico di travi e montanti che reggevano i piani di coda. Il piano di coda era monoblocco ed era azionato dalla barra del pilota. I due piani mobili verticali, preceduti da due piccole derive, erano azionati dalla pedaliera. Il carrello era del tipo a ruote e pattini; i montanti erano in tubo d'acciaio e le ruote erano disposte a coppie e ciascuna coppia era collegata elasticamente ad un pattino. Il motore era un radiale rotativo Le Rhône da 90 cv.

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