Genere: yaoi, fantasy |
Raiting: PG-17, angst |
Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono. |
Amore Proibito
di Bombay
III.
Ildius
fissò Talien, dopo il malore avuto qualche giorno prima sembrava essere più
sereno e spensierato. Aveva ripreso a mangiare con il solito appetito e nei suoi
occhi brillava una luce che non c’era mai stata prima di allora, in più passava
tutto il suo tempo libero con il nuovo garzone Nyan.
Quel
pomeriggio i due fratelli furono convocati nella sala del trono dal re loro
padre.
“Un’esecuzione” esclamò Talien rabbrividendo al solo pensiero.
“Si,
domani: Alireth il figlio del mugnaio e Seldric il figlio del fabbro verranno
messi al rogo”
“Che…
genere di crimine hanno commesso?” domandò Ildius con voce incerta, conosceva
entrambi i giovani e non aveva idea di che colpa potevano essersi macchiati per
avere una così orribile condanna.
“Sono stati
trovati a letto insieme, nel mio regno un simile comportamento è punito con la
morte e voi due presenzierete con me domani” sentenziò.
“Ma… ma…
siete sicuro?”
“Sì, hanno
confessato di amarsi… che schifo, due uomini” disse il re disgustato “Non voglio
nemmeno pensarci” così dicendo lasciò la stanza.
Talien si
sedette sul gradino sconvolto da quello che il padre aveva appena detto
“Poveretti, ma perché ucciderli… non bastava… punirli?”
“Quando
sarai re potrai fare ciò che vorrai” decretò Ildius sedendoglisi accanto.
“Quando
sarò re saranno già morti” disse amaramente “Non hanno fatto del male a nessuno,
ucciderli perché si amano, non ha senso!”
“Perché te
la prendi tanto a cuore?” domandò Ildius vedendo Talien infervorarsi, cosa
insolita per lui.
“Tu non
capiresti”
“Prova a
spiegarmi”
“No” disse
alzandosi ed andandosene in fretta.
Quella sera
chiuso nella sua stanza fissava le stelle fuori dalla finestra; conosceva
entrambi e poi il figlio del mugnaio era così giovane.
Una lacrima
scese sul suo viso, avrebbe potuto piangerli solo quella notte, il giorno dopo,
durante l’esecuzione non avrebbe potuto far trasparire la minima emozione.
“Perdonatemi, se non posso aiutarvi”
Il giorno
seguente raggiunse suo padre e suo fratello che a quanto pareva non aveva chiuso
occhio come lui.
Con loro si
recò al palco che era stato predisposto davanti ai due pali innalzati nella
piazza, molta gente si era affollata per gustarsi quell’esecuzione.
I due
prigionieri vennero trascinati da due guardie: Alireth, il figlio del mugnaio,
era snello e minuto, gli occhi azzurri colmi di lacrime, i capelli biondi come
il miele gli adombravano in parte il viso liscio e giovane. Seldric, il figlio
del fabbro, invece era alto e massiccio dai lunghi capelli castani e gli occhi
grigi come il ferro che guardavano con amore il compagno cercando di infondergli
un po’ di coraggio.
Talien si
sentì assalire dall’angoscia “Vi prego padre, risparmiateli date loro la
possibilità di redimersi” lo pregò posandogli una mano sul braccio.
“Che dici,
hanno confessato la loro colpa, non si redimeranno”
“Allora
dategli una morte rapida e misericordiosa, come si confà ad un uomo”
La risata
del sovrano riecheggiò sinistra “E tu li chiami uomini?” domandò fissando i due
giovani con derisione “Sono solo scherzi della natura”
Talien
scosse la testa volgendo lo sguardo verso la piazza, due soldati stavano legando
i prigionieri ai pali Alireth stava singhiozzando con il capo chino, mentre
Seldric teneva la testa alta e con il suo sguardo fiero fissava il palco reale.
Due guardie
con una torcia accesa in mano si avvicinarono al re il quale si alzò.
“Saranno i
miei figli ad accendere il rogo” annunciò.
I due
giovani principi si voltarono verso il loro padre fissandolo sbigottiti.
“No! Mi
rifiuto!” esclamò Ildius.
“Non potete
chiederci questo” mormorò Talien “Non voglio”
“Certo che
posso, perché sono vostro padre e perché sono il re!”
Talien
scosse la testa e rifiutò la torcia che la guardia gli porgeva e così fece anche
Ildius.
Il principe
incontrò per un momento lo sguardo di Seldric e gli fece un piccolo e triste
sorriso al quale il giovane rispose.
Spazientito
il re diede ordine alle guardie di appiccare il rogo.
Le grida di
Alireth si levarono acute mentre il fuoco gli lambiva la carne, gli deturpava la
bellezza e gli stappava la sua giovane vita.
Qualche
istante dopo si unirono le grida di dolore di Seldric. Mentre la folla
ammutoliva forse conscia del delitto che veniva commesso.
Il fumo e
l’acre odore di carne bruciata fecero salire le lacrime agli occhi di molti e
grazie a quello Talien poté piangerli liberamente.
Ildius si
alzò dal suo seggio e corse dietro al palco in preda a violenti conati di vomito
e convulsi singhiozzi.
L’unico ad
essere soddisfatto di quel macabro spettacolo era il re.
A ritorno
dall’esecuzione Nyan avrebbe voluto confortare Talien, ma si tenne a debita
distanza, fu il principe, qualche ora dopo, a cercarlo a sciogliersi in un
pianto disperato sul suo petto.
Talien
sollevò il viso e Nyan gli asciugò con cura le guance.
“Meglio?”
Il principe
scosse la testa “E’ meglio che vada, non voglio che mi trovino qui, grazie di
tutto” disse tornando nella sua stanza.
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