Genere:
fantasy, yaoi 
Raiting:
PG-13
 Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono.

Magia e sentimenti

di Bombay

I.

Sulla collina si stagliava un edificio scuro che, a prima vista, sembrava una roccaforte, ma chiunque viveva nel villaggio sottostante e nella regione sapeva che quella era la scuola di magia dell’Arcimago Nicodemus, dove si istruivano i maghi più potenti del paese.

Alla scuola potevano accedere tutti i giovani di sesso maschile che avessero doti magiche innate da sviluppare, provenienti da tutto il territorio e di qualunque astrazione sociale.

Era un scuola dura ed i Maestri trattavano tutti nello stesso modo, quelli che non superavano le varie prove disseminate durante l’anno scolastico lasciavano la scuola.

La notte era fredda e scura, un forte vento ululava negli anfratti dell’edificio rendendolo spettrale.

Un giovane si rannicchiò ancora di più sul proprio pagliericcio avvolgendosi strettamente nel mantello, aveva freddo non riusciva a scaldarsi e di conseguenza dormire.

In quei momenti rimpiangeva di aver lasciato il castello del proprio padre, la solidità ed il calore di quelle mura, ma aveva scelto di diventare un mago, non lo aveva costretto nessuno quindi non poteva lamentarsi.

Soren era l’ultimo di quattro figli del re di un grande feudo poco distante dalla scuola. Fin da piccolo era chiaro che fosse il più intelligente ed acuto e che avesse dei doni particolari, così all’età di quindici anni aveva deciso di studiare seriamente e intraprendere la via delle arti magiche. Erano già passati tre anni ed era migliorato molto, ma non era abbastanza bravo da eguagliare il suo unico amico: Kraal. In cuor suo sapeva di non poter mai diventare come il ragazzo più grande

Con uno sbuffo stizzito si mise a sedere rabbrividendo una volta di più.

Recitò una breve formula ed un luce fatua illuminò con la sua luce azzurrina la piccola stanza, prese un libro, lo aprì e si mise a studiare almeno così non avrebbe sprecato del tempo prezioso.

La porta si aprì cigolando e sulla soglia apparve un ragazzo avvolto in un mantello blu uguale al suo.

“Non riesci a dormire?” domandò il nuovo arrivato facendosi avanti nelle tenebre fiocamente illuminate.

“No, ho troppo freddo” sussurrò stringendosi nelle spalle.

“Accendi un fuoco” suggerì.

“Lo sai che i Maestri non vogliono e poi io non sono ancora in grado di farlo, lo sai” brontolò arrossendo, a differenza di molti altri il giovane non lo prese in giro, si limitò a sospirare e gli si sedette davanti, gli prese le mani nelle proprie sfregandole tra loro per scaldarle.

“Kraal… non è necessario…” sussurrò arrossendo ancora.

“Stai gelando, se continui così ti ammalerai, dovresti badare di più a te stesso” lo rimproverò.

Soren chinò il capo sospirando piano, spiando Kraal di tanto in tanto.

Non si era fatto nessun amico un po’ perché era difficile in una scuola come quella ed un po’ perché comunque lui era un principe ed anche se non lo faceva pesare a nessuno il suo status, lo sapevano tutti.

Solo con Kraal aveva instaurato uno strano rapporto di fiducia reciproca.

Kraal aveva vent’anni e per essere così giovane era molto potente, se ne stava sempre per conto suo. Quasi tutti gli studenti lo temevano ed a modo loro lo rispettavano lasciandolo in pace, circolavano voci che anche i Maestri lo temessero e avessero paura di lui.

A Soren invece pareva solo e triste, non lo vedeva mai sorridere e, quando aveva provato ad instaurare un dialogo, c’era riuscito, andavano molto d’accordo anche se Kraal non parlava mai di sé, era sempre molto riservato.

Kraal si scostò una ciocca di capelli neri dietro l’orecchio e fissò Soren con i suoi penetranti occhi azzurri, il giovane apprendista fu costretto ad abbassare lo sguardo non riusciva mai a fissare quegli occhi tanto a lungo imbarazzato ritirò le mani.

“Grazie, ora va meglio” assicurò stingendosi addosso la cappa scura.

“Cerca di dormire invece di studiare, domani sarà una giornata lunga e pesante, se non sbaglio hai una prova, non sarà una cosa facile” lo ammonì.

Il ragazzo sospirò, già un’altra prova e più procedeva nei suoi studi e più erano difficili, ad una per poco non ci aveva lasciato la pelle, se non fosse stato per l’intervento del suo maestro, ma nonostante tutto era riuscito a superarla anche se dopo era stato molto male, ma Kraal gli era stato vicino. Ora che ci pensava quando aveva bisogno, Kraal era sempre al suo fianco.

Lo guardò mentre si alzava e si slacciava il mantello per posarlo sulle sue spalle “Tieni…”

“E tu…?” sussurrò con un filo di voce.

“Non preoccuparti sopravviverò fino a domattina, buona fortuna”

Soren lo fissò mentre se ne andava e restò lì a guardare la porta chiusa fino a quando la luce fatua non si estinse facendolo ripiombare nell’oscurità.

Chiuse il libro distendendosi sul giaciglio stringendosi nel mantello scuro di Kraal.

Respirò a fondo; l’indumento era impregnato dell’odore di Kraal misto a quello di umido ed erba forse perché il giovane passava molto tempo nei boschi ad affinare le proprie arti da solo, lontano da tutti, anche da lui.

Quel pensiero gli fece male, talvolta Kraal sembrava così lontano irraggiungibile e nemmeno lui riusciva a scalfire il muro che si creava intorno, non sopportava vedere i suoi occhi velati da tristezza e malinconia.

Stargli vicino gli faceva uno strano effetto non capiva, ma anche ora, se pensava a lui, provava uno strano formicolio allo stomaco e si sentiva arrossire e non comprendeva il perché.

Chiuse chi occhi e cercò di smettere di pensare, ci riuscì e piano piano scivolò nell’oblio del sonno.

 

Kraal rientrò nella propria stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Si sedette sul pagliericcio rabbrividendo. Recitò una breve formula ed un fuocherello prese allegramente a crepitare scaldandogli le mani ed il viso.

Socchiuse gli occhi fissando le fiamme e pensando a Soren… - speriamo che abbia seguito il mio consiglio – pensò lasciandosi cadere all’indietro incrociando la braccia dietro la testa.

 

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