Genere:
fantasy, yaoi 
Raiting:
PG-13
 Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono.

Magia e sentimenti

di Bombay

II.

Il giovane si svegliò che il sole brillava alto nel cielo da un pezzo; poco male quel giorno le normali lezioni erano sospese almeno per gli studenti più grandi visto che c’erano le prove dei più giovani.

Avrebbe anche potuto oziare tutto il giorno, ma non era da lui sprecare del tempo e, visto che fino a sera non ci sarebbe stato nulla di interessante da fare, prese un libro di incantesimi dalla biblioteca ed uscì dalla scuola dirigendosi al lago poco lontano.

Quel luogo era splendido ed isolato: si sedette a gambe incrociate sull’erba ed aprì il libro davanti a sé sfogliando alcune pagine prima di trovare quello che gli interessava.

Lesse e rilesse la pagina più volte, ma non riusciva assolutamente a concentrarsi. Ogni volta che ci provava la sua mentre rievocava l’immagine di Soren, la notte precedente, che stava studiando gli ultimi incantesimi per prepararsi alla prova dell’indomani.

“Speriamo vada tutto bene” mormorò fra sé sdraiandosi sulla schiena, schermandosi gli occhi con un braccio. Soren era il migliore studente della scuola, dopo di lui, ma aveva poca fiducia in sé stesso e questo lo penalizzava molto.

Sbuffò doveva concentrarsi sulla studio: la magia era l’unica cosa che doveva amare, però, Soren era così… così… bello ed innocente, semplice nonostante fosse un principe ed era riuscito a conquistarlo con uno sguardo e con un sorriso.

Kraal rientrò nella scuola per l’ora di cena, si affacciò sulla porta del refettorio e guardò dentro Soren non si vedeva, prese un vassoio e si sedette nel solito angolo in disparte a mangiare la zuppa insipida di quella sera, poi si alzò, rubò una mela dal cesto e si recò verso gli alloggi degli apprendisti.

Incrociò uno dei Maestri e lo fermò per chiedere informazioni.

“Aspettate, come sono andate le prove degli studenti più giovani”

“Non bene su dieci ne sono passati solo due”

Kraal sgranò gli occhi “Due? Soren?” chiese con un filo di voce temendo il peggio.

“Sì uno di loro è proprio Soren, ha avuto qualche difficoltà, ma poi si è ripreso egregiamente”

“Grazie”

Il giovane apprendista corse fino alla stanza dell’altro bussò più volte, ma non ottenne risposta così entrò.

Soren giaceva rannicchiato sul proprio pagliericcio profondamente addormentato. Kraal gli si sedette a fianco osservandolo riposare. Gli scostò un ricciolo ramato dalla fronte e poi gli sfiorò la guancia chiara.

Rimase con lui a lungo, a tarda notte si ritirò nel proprio alloggiò.

 

Camminava distrattamente lungo il sentiero, immerso nei suoi pensieri, non aveva visto Kraal da nessuna parte, il giorno prima perché era troppo impegnato e sfinito, il giorno stesso lo aveva cercato un po’ ovunque senza risultato; c’era rimasto male: poteva almeno farsi vivo per sapere come era andata la sua prova ed invece niente.

Continuò a camminare guardandosi intorno: il bosco si infittiva ai lati del sentiero creando ombre scure. La primavera stava sbocciando anche se la notte faceva ancora molto freddo.

Abbandonò il sentiero, percorse un tratto nel bosco sbucando in una radura dove una cascata formava un laghetto ai piedi di un dirupo.

Aveva sperato di essere solo per godersi un po’ di tranquillità, dopo la faticosa prova, invece c’era qualcuno che nuotava nell’acqua. Si nascose dietro un albero per vedere chi fosse.

Trattenne il respiro riconoscendo Kraal.

Il ragazzo più grande usci dall’acqua, il corpo nudo e perfetto che, bagnato, brillava sotto i raggi primaverili, i lunghi capelli neri che gli arrivavano a metà schiena fradici d’acqua e lucidissimi.

Soren deglutì a vuoto rabbrividendo nonostante il caldo, non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Kraal che, in quel momento, si stava sdraiando al sole per asciugarsi senza curarsi di indossare qualcosa. Una strana emozione gli si agitò dentro, strinse il libro al petto e si mosse procurando un fruscio.

Kraal si volse nella sua direzione ed il cuore di Soren balzò in petto, mentre le sue guance si imporporavano.

“Vieni qui” gli disse mettendosi a sedere.

Soren percorse i metri che lo distanziavano dall’altro tenendo lo sguardo basso troppo imbarazzato per parlare e scusarsi,anche se non sapeva bene per cosa, ma si sentiva in colpa per aver sorpreso Kraal ed essere rimasto a spiarlo.

Dal canto suo Kraal si alzò e si tuffò nuovamente.

“Perché non vieni anche tu, l’acqua è splendida” gli disse riemergendo e schizzandolo un po’.

“Beh ecco… io… veramente…” balbettò Soren arrossendo.

“Non dirmi che ti vergogni, che hai certi pudori da fanciulla” gli disse ridendo.

Soren piegò il capo di lato e sorrise: era così raro vedere Kraal sorridere e ridere, solitamente non lasciava mai trasparire alcuna emozione, era sempre freddo e distaccato con tutti sembrava addirittura privo di emozioni, ma Soren aveva imparato a conoscerlo e con lui, Kraal, si apriva un poco ed appariva completamente un’altra persona.

Il ragazzo sospiro lasciando cadere a terra il libro, si slacciò il mantello.

Kraal lo osservava mentre si scopriva lentamente sfilando gli indumenti ad uno ad uno lasciandoli cadere a terra.

Soren era un ragazzo bellissimo: snello e ben proporzionato, la pelle bianchissima e liscia, il viso affilato e dolcissimo incorniciato da una morbida massa di riccioli color del rame che gli arrivavano appena sotto le orecchie, gli occhi verdi e limpidi come il cielo d’estate: era bello da togliere il fiato, constatò Kraal rendendosi conto di averlo fissato troppo a lungo abbassò repentinamente lo sguardo. Più volte si era trovato a spiarlo, ma era la prima volta che lo vedeva senza abiti e, sapendo quanto Soren fosse timido ed arrossisse facilmente, si affrettò a guarda altrove.

Quando fu nudo il giovane si tuffò riemergendo a qualche metro di distanza dal compagno di studi.

“E’ gelida” sentenziò scuotendo la testa.

Kraal gli sorrise e, posandoli le mani sulle spalle, lo spinse sott’acqua ridendo.

Soren riemerse tossendo e ridendo a propria volta. “Volevi sbarazzarti di me?” domandò schizzandolo.

“No, non oserei mai…” disse afferrandolo per un braccio “Preso, ora sei in mio potere…” gli sussurrò all’orecchio.

Kraal lo attirò a sé facendo aderire la schiena di Soren al proprio petto, il ragazzo si immobilizzò. Il respiro di Kraal sul suo collo, gli accarezzava dolcemente la pelle, senza rendersene conto appoggiò la testa alla spalla di Kraal, il quale chiuse gli occhi non credendo vero di stringere tra le braccia Soren, si beò della sensazione che il corpo nudo dell’altro, premuto contro il suo, gli dava.

Rimasero così per quelli che a Soren parvero secoli. Nuove ed insolite sensazioni gli si agitavano dentro uno strano turbamento al quale non sapeva dare un nome, stettero immobili mentre l’acqua danzava intorno al loro corpi.

Kraal lo lasciò e l’incanto si ruppe.

“Vengo spesso qui” disse all’improvviso riscuotendo Soren dai suoi pensieri.

“E’ un posto ideale per esercitarsi e per essere a contatto con la natura” spiegò nuotando verso la riva.

Soren riuscì solo ad annuire mentre osservava Kraal uscire dall’acqua, rimase li imbambolato a fissarlo mentre si asciugava e si rivestiva.

Rabbrividì e decise di uscire a sua volta, si rivestì evitando di guardare Kraal.

Quand’ebbero entrambi finito si sedettero sull’erba.

“Ho superato la prova” esordì Soren, non sapendo di cosa parlare e trovandosi stranamente imbarazzato.

“Lo so, sono venuto nella tua stanza, ma stavi già dormendo, non ho voluto svegliarti e così mi sono informato da uno dei maestri”

Soren arrossì imbarazzato, lui aveva creduto che non gliene importasse nulla.

“Ero preoccupato per te” aggiunse dopo poco fissandolo negli occhi.

“Davvero?”

Kraal annuì inginocchiandosi dietro a Soren, gli posò sulla testa il panno che si era portato dietro per asciugarsi, frizionò lentamente i capelli di Soren e li pettinò con le dita.

Soren si rilassò - che bella sensazione – pensò, chiuse gli occhi e si abbandonò indietro, Kraal lo sostenne.

“Scusa…” mormorò risollevandosi, ma Kraal lo trattenne.

“Non preoccuparti a me non da fastidio” lo rassicurò accarezzandogli i capelli umidi.

Soren si lasciò cullare da quella carezza e sospirò piano, il profumo ed il calore di Kraal lo circondava si sentiva sicuro e protetto.

“Ho sentito che tornerai al castello di tuo padre”

Soren si sollevò e fissò Kraal negli occhi “Sì, ma starò via poco più di una settimana, mio fratello maggiore, Encard, si sposa”

Soren non riuscì a decifrare lo sguardo di Kraal, che si era fatto remoto e lontano. Si accoccolò nuovamente tra le sue braccia “Tornerò presto” mormorò, non essendo sicuro se Kraal lo avesse udito.

 

Commenta


Precedente Back Home Successivo