Genere:
fantasy, yaoi 
Raiting:
NC-17
pairing:
SorenXKraal
 Disclaimers: i personaggi di questa storia li ho creati io, quindi mi appartengono.

Magia e sentimenti

di Bombay

XVIII.

 

Un incubo.

Si era stato sicuramente un incubo.

Aprì gli occhi.

Un soffitto di mattoni sopra la sua testa, poca luce filtrava dalle tende tirate.

Non era un incubo, era la realtà.

Kraal si mise a sedere di scatto, la testa gli girava, strinse gli occhi con forza.

Soren. Dov’era Soren?

Si portò una mano al petto, le sue vesti erano lacerate e macchiate di sangue, ma non c’erano ferite!

Si guardò attorno e vide Soren riverso sul pavimento al suo fianco, Kraal sentì un tuffo al cuore, non poteva essere.

Allungò una mano, toccò il viso di Soren era caldo, lo sollevò tra le braccia, respirava appena. Kraal lo strinse a sé e lo chiamò più volte, ma il principe rimase inerte nel suo abbraccio.

Il giovane mago si alzò faticosamente sollevando Soren: attraversò la stanza ed entrò in quella adiacente.

Un grande letto a baldacchino era appoggiato ad una parete.

Kraal adagiò Soren con delicatezza su letto.

Sul viso del principe spiccava un livido violaceo sullo zigomo, aveva un taglio sul labbro inferiore.

Kraal lo svestì “Cosa ho fatto?” sussurrò vedendo quel corpo amato costellato di lividi violacei che era stato lui a infliggergli. Lo coprì ed andò a cercare quello che gli occorreva per ripulirlo e curarlo. Combattendo contro la stanchezza, doveva pensare a Soren poi avrebbe pensato a sé stesso.

 

Il canto degli uccelli e la luce del sole ridestarono Soren, che si mise a sedere di scatto, un lamento gli uscì dalle labbra.

Si guardò intorno, era ancora nella torre. Tuttavia quel luogo non gli appariva più così tetro.

Chi lo aveva portato in quella stanza? Dov’era Kraal?

Scese piano dal letto, indossava una camicia da notte troppo grande per lui, tant’è che per camminare dovette tenerla un po’ su con le mani. Si avvicinò alla finestra e scostò la tenda, i raggi del sole gli accarezzarono la pelle.

La porta si aprì: Kraal apparve sulla soglia, era vivo!

Soren sorrise, gli andò incontro e lo abbracciò, ma Kraal non ricambiò l’abbraccio e Soren indietreggiò di un passo fissandolo temendo per un momento di ripiombare nell’incubo.

“Ti devo tutto Soren, la mia vita, ma soprattutto la mia anima. potrai mai perdonarmi per quello che ti ho fatto?”

Soren gli posò un dito sulle labbra e sorrise.

“L’ho già fatto, non tormentarti più. Quello è il passato ormai, viviamo il presente e costruiamo il nostro futuro… insieme.”

“Oh Soren, sei così puro nonostante tutto. Tra noi sei tu il più forte…”

Il principe scosse la testa “No, noi due siamo forti quando siamo insieme” sussurrò.

Kraal gli sfiorò una guancia e l’attirò a sé impossessandosi delle sue labbra baciandolo dolcemente fino a quando non dovettero separarsi per riprendere fiato.

“Fa l’amore con me, Kraal, qui, fammi dimenticare quello che è successo con le tue carezze i tuoi baci” sussurrò.

Kraal scosse la testa “Non credo che sia il caso sei ancora debole…” mormorò accarezzandogli i capelli.

Soren si appoggiò contro di lui, aveva ragione, si sentiva stanco e svuotato di ogni energia e poi a dispetto di tutto il suo corpo gli faceva ancora troppo male.

Kraal lo sollevò tra le braccia e lo riadagiò sul letto.

“Appena starai meglio faremo tutto ciò che vorrai” promise sfiorandogli le labbra con le sue.

“Ho fame!”

Kraal sorrise “Ho messo ad arrostire un coniglio tra poco sarà cotto” lo informò toccandogli appena la fronte, lo zigomo, le labbra con la punta delle dita.

“Come ho potuto farti questo?” bisbigliò con voce infinitamente infelice.

“Eri sotto l’incantesimo di Atrebos non…”

“Sì, ma questo non mi giustifica. Avrei potuto ucciderti, lo sai questo vero?” affermò mordendosi le labbra.

Soren lo fissava “Ma non l’hai fatto…”

“Ho fatto di peggio…” sussurrò posando la testa sul petto di Soren, un singhiozzo fece sussultate le spalle del mago.

“Kraal…” bisbigliò Soren incredulo, Kraal stava piangendo, da quando lo conosceva, non l’aveva mai visto versare una lacrima ed ora era lì, che singhiozzava disperatamente sul suo petto, quanto sconforto e tristezza c’erano in quelle lacrime.

Soren gli accarezzò piano i capelli, attendendo che si calmasse, che sfogasse il suo dolore.

Lentamente i singulti si placarono e Kraal prese a respirare normalmente, si sollevò un poco e Soren gli asciugò le guance con il dorso della mano, sorridendogli dolcemente.

“Ti amo” mormorò Kraal prendendo la mano nella sua e baciandogliela.

 

In un paio di giorni Soren si riprese quasi completamente, stanco di starsene a letto, si avvolse nel mantello e gironzolò per la Torre, curioso di vedere cosa c’era nelle altre stanze di quel piano.

Aprì una porta e si trovò in quella che doveva essere la biblioteca, scaffali e scaffali ricolmi di libri, il classico odore della carta e dell’inchiostro. Scale a chiocciola si inerpicavano lungo le pareti, un lungo tavolo al centro con poltrone di velluto blu scuro ai lati. Su una di queste stava seduto Kraal, la testa china su un libro, i capelli neri che gli adombravano una parte del volto, gli occhi che si muovevamo sulle righe del testo che aveva di fronte.

Soren trattenne il respiro, era l’immagine che rievocava ogni volta che pensava a lui nella torre, da quando aveva lasciato il suo castello. Si avvicinò piano, i suoi piedi nudi non facevano nessun rumore, gli si accostò e lo abbracciò da dietro, posando il mento sul suo capo.

“Non cambierai proprio mai, vero?” domandò.

“E’ questo che cercavo venendo qui” rispose voltandosi facendo sedere Soren sulle proprie ginocchia.

“Nonostante tutto è un bel posto, questa era una scuola una volta” spiegò Soren “Potrebbe tornare ad esserlo ora che non c’è più Atrebos ad infestarla…”

Kraal lo fissò negli occhi “E’ un progetto ambizioso”

Soren annuì “E’ vero, non so nemmeno da che parte iniziare però posso farcela se tu sarai al mio fianco. Ci sarai?”

“Sì, ci sarò!” affermò stringendolo a sé “Potremo chiedere aiuto a Nicodemus, ma prima voglio tornare a casa, mia sorella aspetta un bambino. Devo e voglio esserci quando questo accadrà!”

“Nelia aspetta un bambino? Ma è meraviglioso! Quando aspettavi a dirmelo?”

“Oh, me ne ero dimenticato” sussurrò Soren con innocenza “Ho anche detto a mio padre di noi due…”

“Ah si? E come l’ha presa?” chiese curioso, l’ultima volta che aveva visto il re non gli era sembrato molto amichevole nei suoi confronti.

“Subito non molto bene, dopo che ci ha riflettuto, invece, è stato più comprensivo del previsto, voleva farmi sposare con una fanciulla del regno del Nord”

“Hai una famiglia meravigliosa”

Soren annuì e abbracciò Kraal “Anche tu adesso farai parte della nostra famiglia” gli disse stringendolo forte rimasero in silenzio per parecchi minuti poi Soren si alzò prese per mano Kraal, lo condusse fino alla camera da letto, gli si fermò di fronte, allungò una mano fino a sfiorargli il viso per attirarlo verso di sé, fino a quando le loro labbra non si incontrarono in un lieve bacio a fior di labbra, poi scese a baciargli il collo, mentre districava i lacci che tenevano chiusa la camicia da notte, gliela fece scivolare lungo le spalle, lasciandola cadere a terra.

Il principe lo aiutò a spogliarsi, poi si stese languidamente sul letto sfatto, accarezzandosi il petto.

Kraal si stese su di lui catturandogli la bocca, baciandolo avidamente, stando attento a non premere troppo sui lividi che ancora macchiavano la pelle chiara di Soren.

Soren gemette e si inarcò quando Kraal lo prese tra le labbra ed iniziò a suggere lentamente in maniera esasperante.

Il principe spinse i fianchi verso di lui, ma questi lo abbandonò.

Il principe socchiuse gli occhi e lo vide mettersi a cavalcioni.

“Kraal…” esclamò, mentre l’altro lo avvolgeva nel proprio corpo caldo.

Soren chiuse gli occhi era strano essere accolto e non accogliere: era meraviglioso.

Kraal prese a muoversi, Soren gli afferrò i glutei sodi seguendo i movimenti dell’amante.

I loro gemiti di piacere si fusero, mentre entrambi sperimentavano qualcosa di nuovo.

Kraal posò una mano sul proprio membro, la mano di Soren lo raggiunse.

Vennero con un grido liberatorio, il mago si stese ansante al fianco del principe sorridendo.

Soren gli si accoccolò contro “Perché?” chiese in un sussurro.

Kraal non rispose si limitò a sorridergli, lui sorrise in risposta.

“Ti amo, ti amerò per sempre qualunque cosa accada”

Kraal annuì “Ti amo” gli fece eco chiudendo gli occhi “Non ti lascerò più. tutto quello che è accaduto in questi anni mi ha fatto capire che l’amore che nutro per te è molto più forte ed importante di qualunque tipo di magia…”

Soren sorrise, stringendosi a lui “Io l’avevo già capito tanto tempo fa…”

 

***

 

Il viaggio di ritorno fu tranquillo, man mano che si avvicinavano al castello Soren era sempre più euforico.

Avevano mandato un messaggio e per questo Galder, Nelia e suo padre li stavano aspettando nel cortile.

Soren scese da cavallo e corse tra le braccia della sorella, mentre lacrime di gioia bagnavano il viso della donna “Soren, sono così felice…” poi si volse verso Kraal e lo abbracciò.

“Ben tornato”

Kraal sorrise “A quando il lieto evento?” domandò.

“Beh la levatrice dice che ci vuole ancora un po’ di tempo, temevo che non sareste tornati in tempo.”

“Sareste?” sottolineò Kraal.

Nelia sorrise ed annuì “Sì, sapevo che Soren sarebbe tornato con te; ne avevo l’assoluta certezza, per quel che riguarda mio fratello non mi sono mai sbagliata” affermò strizzando l’occhio volgendosi verso il fratello che parlava con suo padre e suo marito.

 

I giorni si susseguirono sereni nel castello fino al giorno del parto di Nelia.

Soren fu chiamato nel cuore della notte da una delle dame della sorella, andò insieme a Kraal fino alla camera della donna, dove già c’erano suo padre e Galder, quest’ultimo misurava a grandi passi il corridoio, borbottando tra sé.

Il padre di Soren se ne stava seduto su una sedia e cercava di calmare Galder, ma con scarso successo, Soren si appoggiò al muro ed attese paziente. Il silenzio fu rotto dal pianto energico di un bambino.

Galder sospirò di sollievo, il re si alzò in piedi e si avvicinò alla porta in attesa di poter vedere la figlia e scoprire se essere nonno di un nipotino o una nipotina.

Soren si girò verso Kraal con gli occhi che gli brillavano di gioia e lo abbracciò.

La levatrice uscì con un fagottino tra le braccia “E’ una splendida bambina” disse rientrando nella stanza seguita dagli uomini.

La nutrice diede la piccola a Nelia, la donna era stanca e sudata, ma più felice che mai.

Soren si sedette sul bordo del letto accarezzò la fronte di Nelia e le sorrise.

“E’ bellissima. Come la chiamerai?”

“Flavie”

“Come la mamma” sussurrò con un filo di voce commosso.

Il re diede una pacca sulla spalla di Galder che fissava la sua bambina con occhi adoranti e lucidi.

“Vieni, andiamo di sotto a festeggiare”

Galder seguì il re dopo aver baciato Nelia sulle labbra “Riposa”

Nelia sorrise poi si rivolse a Soren “Vuoi tenerla in braccio”

“Posso?” domandò timoroso.

Nelia posò tra le braccia del fratello la piccola che dormiva beata.

“Ti assomiglia” sussurrò Soren.

“Dov’è Kraal?” domandò Nelia guardandosi intorno.

“E’ rimasto fuori”

Nelia fece cenno ad una delle sue dame e questa uscì dalla stanza e rientrò con Kraal.

Soren si volse verso di lui con ancora la bambina tra le braccia.

“E’ splendida come la sua mamma” le disse.

Nelia sorrise mentre Soren le porgeva la bambina “E’ meglio se riposi” sussurrò Soren baciandole la fronte.

 

I due tornarono nella loro stanza.

“Sono così felice, che non credo riuscirò a dormire…”

Kraal gli cinse la vita con un braccio e lo attirò a sé.

“Possiamo passare il tempo in una maniera interessante” gli propose.

“Speravo che lo dicessi” mormorò circondandogli il collo con le braccia.

“Farò tutto quello che vuoi mio principe…” disse impossessandosi delle sue labbra sospingendolo lentamente verso il letto.

L’alba rischiarava la stanza dove i due giovani giacevano l’uno tra le braccia dell’altro, nudi ed appagati.

“Kraal…”

“Mh?”

“Non lasciarmi mai più… ovunque andrai verrò anch’io” sussurrò.

“Sì, ed ovunque andrai tu verrò anch’io. Nel bene e nel male, per sempre. Lo prometto”

“Per sempre”

 

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