Circolare n° 91
Il battesimo di Magdi Cristiano Allam
Secondo  Sentiero

 

Uno dei fatti più significativi dell’ultimo mese è stato senza dubbio il battesimo del giornalista egiziano Magdi  Allam, ora Magdi Cristiano Allam. A riguardo ci è sembrato utile offrire agli amici de I Tre Sentieri alcuni passaggi (senza commento) di due lettere scritte sull’argomento dal giornalista di origine egiziana e indirizzate al direttore del Corriere della Sera (pubblicate rispettivamente il 25 e il 29 marzo sul quotidiano di via Solferino) e da una sua intervista rilasciata al quotidiano Il Giornale (pubblicata il 25 marzo).

Dalla lettera del 25 marzo: “Caro Direttore, (…) ieri sera mi sono convertito alla religione cristiana cattolica, rinunciando alla mia precedente fede islamica.  (…) Per me è il giorno più bello della vita.  (…) Il miracolo della Risurrezione di Cristo si è riverberato sulla mia anima liberandola dalle tenebre di una predicazione dove l’odio e l’intolleranza nei confronti del «diverso», condannato acriticamente quale «nemico», primeggiano sull’amore e il rispetto del «prossimo » che è sempre e comunque «persona»; così come la mia mente si è affrancata dall’oscurantismo di un’ideologia che legittima la menzogna e la dissimulazione, la morte violenta che induce all’omicidio e al suicidio, la cieca sottomissione e la tirannia, permettendomi di aderire all’autentica religione della Verità, della Vita e della Libertà. Nella mia prima Pasqua da cristiano io non ho scoperto solo Gesù, ho scoperto per la prima volta il vero e unico Dio, che è il Dio della Fede e Ragione. (…). Ho (…) dovuto prendere atto che, al di là della contingenza che registra il sopravvento del fenomeno degli estremisti e del terrorismo islamico a livello mondiale, la radice del male è insita in un islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale. (…) Caro Direttore, mi hai chiesto se io non tema per la mia vita (…) So a cosa vado incontro ma affronterò la mia sorte a testa alta, con la schiena dritta e con la solidità interiore di chi ha la certezza della propria fede. E lo sarò ancor di più dopo il gesto storico e coraggioso del Papa che, sin dal primo istante in cui è venuto a conoscenza del mio desiderio, ha subito accettato di impartirmi di persona i sacramenti d’iniziazione al cristianesimo. Sua Santità ha lanciato un messaggio esplicito (…) a una Chiesa che finora è stata fin troppo prudente nella conversione dei musulmani, astenendosi dal fare proselitismo nei Paesi a maggioranza islamica e tacendo sulla realtà dei convertiti nei Paesi cristiani. Per paura. La paura di non poter tutelare i convertiti di fronte alla loro condanna a morte per apostasia e la paura delle rappresaglie nei confronti dei cristiani residenti nei Paesi islamici. Ebbene oggi Benedetto XVI, con la sua testimonianza, ci dice che bisogna vincere la paura e non avere alcun timore nell’affermare la verità di Gesù anche con i musulmani. Dal canto mio dico che è ora di porre fine all’arbitrio e alla violenza dei musulmani che non rispettano la libertà di scelta religiosa. In Italia ci sono migliaia di convertiti all’islam che vivono serenamente la loro nuova fede. Ma ci sono anche migliaia di musulmani convertiti al cristianesimo che sono costretti a celare la loro nuova fede per paura di essere assassinati dagli estremisti islamici che si annidano tra noi. (…) Prego Dio affinché questa Pasqua speciale doni la risurrezione dello spirito a tutti i fedeli in Cristo che sono stati finora soggiogati dalla paura. (23 marzo 2008)

Adesso alcuni passaggi della sua lettera pubblicata il 29 marzo, che ha come frase d’introduzione: “La mia replica ai cristiancomunistislamici, adoratori del relativismo e del politicamente corretto, che avrebbero voluto che mi convertissi al cattolicesimo mantenendo una valutazione positiva sull’Islam.” “Caro Direttore,la mia conversione al cattolicesimo avvenuta nella solenne celebrazione della Veglia Pasquale nella Basilica di San Pietro per mano del Papa è stata da più parti strumentalizzata sia per screditarmi sia per accusare il Santo Padre.  (…) Sai bene, e lo sanno anche i lettori del “Corriere”, che da musulmano sono stato uno spirito libero ed è proprio questa libertà intellettuale, a cui fa da sponda una radicata rigorosità etica, ciò che ha gradualmente fatto maturare in me il convincimento che la religione cattolica corrisponda pienamente al contesto ideale al cui interno possono naturalmente convivere dei valori inalienabili e inviolabili che per me sono da sempre irrinunciabili in quanto rappresentano l’essenza della nostra umanità, a cominciare dalla fede nella sacralità della vita dal concepimento alla morte naturale, dal riconoscimento della dignità della persona quale fondamento della civile convivenza, dal rispetto della libertà di scelta tra cui spicca l’esercizio incondizionato della libertà religiosa. (…) Ci si è scandalizzati per il fatto che il mio battesimo sia avvenuto nella notte di Pasqua, a San Pietro, da parte del Papa. Forse i più non sanno che i catecumeni, gli adulti che si convertono, ricevono i sacramenti d’iniziazione al cristianesimo nel corso della cerimonia della Veglia Pasquale. Ciò avviene ovunque nel mondo. E che, avendo effettuato il percorso di conoscenza e di adesione alla nuova fede a Roma, non deve sorprendere che sia stato il Papa, nella sua veste di vescovo di Roma, a impartirmi il battesimo, la cresima e l’eucarestia. Sinceramente sono allibito e rammaricato quando perfino alcuni esponenti del clero cattolico arrivano a sostenere che sarebbe stato di gran lunga preferibile che il mio battesimo fosse stato impartito in una parrocchia di una remota cittadina, lontano da occhi discreti e dall’interesse dei mass media. Come se il mio battesimo fosse una vergogna da tenere il più possibile nascosta. Alla luce di questa interpretazione infamante, il ruolo di Benedetto XVI ha finito per essere equiparato a una “provocazione” se non un ad vero e proprio “complotto” contro l’Islam. (…) Sono stato criminalizzato, qualcuno mi ha paragonato agli estremisti islamici che mi hanno condannato a morte, per aver espresso un giudizio radicalmente negativo nei confronti dell’Islam. Una folta schiera di cristiancomunistislamici, adoratori del relativismo etico, culturale e religioso nonché del politicamente corretto, avrebbe voluto che io limitassi la mia denuncia al terrorismo islamico ma che mantenessi una valutazione comunque positiva dell’Islam. Perché, a loro avviso, tutte le religioni sono pari a prescindere dai loro contenuti e, in ogni caso, non bisogna dire alcunché che possa urtare la suscettibilità altrui. Ma scusatemi: se mi sono convertito al cattolicesimo è del tutto ovvio che l’ho fatto perché ho maturato una valutazione negativa nei confronti dell’Islam. Se io veramente credessi che l’Islam sia una religione vera e buona, perché mai l’avrei abbandonata? A questo punto emerge il sospetto (…)che si vorrebbe che io pur nutrendo una valutazione negativa dell’Islam, non la debba però esternare rendendola pubblica. Sempre per la paura della reazione di condanna (…). Ebbene mi spiace per costoro: ciò che dentro di me è vero e giusto lo dirò e lo scriverò sinceramente e integralmente. (…) Ciò che l'Occidente non ha o non vuole capire che è in già in atto una guerra scatenata dal terrorismo e dall’estremismo islamico globalizzato (…).  Io sono un ex musulmano che ha subito e continua a subire questo terrorismo e che ora, da cattolico, intende essere testimone di una verità storica e promotore del riscatto di valori e di un’identità senza cui l’Occidente, che affonda la sue radici nella fede e nella cultura giudaico-cristiana, non potrà affrancarsi e confrontarsi costruttivamente anche con i musulmani.  

Nell’intervista rilasciata a Il Giornale del 25 marzo riportiamo questa sola ma assai chiara frase: Non si può parlare di Isalm moderato ma, piuttosto, di muslmani moderati.

 

 

 

 

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