1° Lezione

    DIO ESISTE?
« Or senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che Egli è, e che Egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano» (Eb 11, 6)

Studiare la Bibbia senza prima preoccuparsi dell'esistenza di Dio, è come ammirare un quadro senza conoscerne l'autore. Nell'arte in genere si usano sistemi rigidamente scientifici per stabilire con certezza quali opere siano dei falsi perfettamente imitati e quali invece delle opere autentiche. Non si può quindi prescindere dal legame esistente tra opera e autore. Se di un quadro falso si può sempre dire che è un bel quadro, per la Bibbia la questione è diversa: se l'Autore della Bibbia non è Dio, essa non rimane un bel libro, ma soltanto uno dei più grandi imbrogli della vita.

Esiste Dio? Può egli rivelarsi all'uomo? Il problema dell'esistenza di Dio non può essere né ignorato né sottovalutato; dalla sua soluzione dipenderà tutto l'indirizzo che daremo alla nostra vita. Esaminiamo quindi la prima di queste due domande:

Esiste Dio?

L'ateo risponde: no! Ma si tratta di una risposta ragionevole? L'ateo è stato in grado di esaminare ogni cosa e cioè il cielo e la terra, il mondo della materia e quello dello spirito, prima di poter esprimere il suo giudizio negativo sull'esistenza di Dio? E' forse egli così onnisciente da conoscere tutto e quindi anche che Dio non esiste?

La sana ragione ci dice che ciò che esiste eternamente non può essere la materia. Prima della materia deve esserci stato qualcosa che è esistito da sempre. Infatti, tutto ciò che esiste, può essere suddiviso in due gruppi: spirito e materia. Di fronte a queste due: spirito e materia, gli uomini hanno assunto tre posizioni:

1 DUALISMO, ammette lo spirito e la materia sempre ugualmente esistenti,

2 MATERIALISMO, sostiene l'eternità della materia, che ha avuto origine per un  puro caso fortuito

3 TEISMO, afferma l'eternità dello spirito, creatore della materia.

La maggior parte degli studiosi ha scartato il dualismo in quanto antiscientifico perché, supponendo due principi eterni, non si risolve il problema, ma lo si rimanda. Ci si può, infatti, chiedere ancora: chi ha creato lo spirito e la materia?

Fra il materialismo ed il teismo la più ragionevole è senza dubbio il teismo, che ammette l'eternità dello spirito. Infatti lo spirito conosce, mentre la materia è l'oggetto conosciuto; lo spirito muove e modifica la materia, mentre questa è inerte (è ferma, non si muove).

Per esistere da sempre si richiede spontaneità e forza. Senza spontaneità si rimane inattivi e, senza forza, non si potrebbe causare alcun effetto. Secondo il principio, generalmente riconosciuto, di causa ed effetto, ogni cosa che noi vediamo ha avuto all'origine una causa che l'ha prodotta. Così ad esempio se noi vediamo una casa pensiamo subito che qualcuno deve averla costruita, anche se non abbiamo mai visto questo costruttore.

L'evidenza di questo ci costringe a credere nell'esistenza di una causa intelligente della quale veniamo anche a conoscere alcune cose.

Se la rete elettrica di una qualsiasi città con l'impressionante intreccio di cavi e diramazioni, ha avuto un costruttore, perché sostenere stoltamente che il cervello dell'uomo, che la sua spina dorsale con i nervi che si ramificano per ogni parte del corpo, siano il prodotto di una causa cieca e senza intelligenza?

Se il telescopio non si è potuto fare da sé, perché sostenere che l'occhio umano ne è stato capace? Se tutto il sistema di irradiazione idrica di una qualsiasi città esige una causa intelligente, come si può sostenere che il sistema umano delle vene e delle arterie diramantisi per tutto il corpo umano sia un prodotto del caso?

Alzando lo sguardo verso il cielo il salmista, nel Salmo 8, 3-4, esclama estasiato: «Quando considero i tuoi cieli, che sono opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché lo visiti?». Nel Salmo 19 al versetto 1 troviamo scritto: «I cieli raccontano la gloria di Dio ed il firmamento dichiara l'opera delle sue mani». Le migliaia di stelle che possiamo vedere ad occhio nudo, i milioni che ne riusciamo a vedere col telescopio, la regolarità dei loro movimenti, le loro infinite distanze ci confermano l'esistenza di una causa intelligente, eterna.

Benjamin Franklin, trovandosi a Parigi, modellò un sistema planetario per mostrare agli astronomi i pianeti più vicini alla terra. Lo vide un giorno anche un ateo dichiarato, il quale, dopo averlo ammirato, chiese a Franklin chi lo avesse costruito. « Nessuno ­ gli rispose Franklin ­ si è fatto da sé, per caso ». « Che cosa ­ replicò l'ateo con sorpresa ­ voi scherzate! ». «E così è dell'uomo il quale asserisce che l'universo è dovuto al caso, ­ soggiunse Franklin, ­ egli scherza! ».

L'Essere Eterno, da cui tutto ha avuto origine, deve aver avuto gli stessi attributi che troviamo sviluppati e manifestati nell'universo, cioè il potere di pensare, progettare, sentire, la capacità di amare e di odiare, di fare distinzioni morali, di scegliere tra il bene e il male. Poteri che non possono dirsi posseduti dalla materia, ma sono inerenti allo spirito. E' questo pertanto ad essere eterno e non quella.

Anche il governo morale del mondo esige l'esistenza di Dio. Ogni uomo sente nella propria coscienza la legge morale che gli dice: «Fa il bene e fuggi il male! » Da dove e da chi essa proviene? Il nostro cuore aspira irresistibilmente alla giustizia: purtroppo constatiamo che essa su questa terra è rarissima. Tuttavia questo nostro legittimo desiderio resterà inappagato? No! Un essere più alto ce la darà. Tutti i martiri di ogni età e di ogni tempo, morti per la verità e per la giustizia desiderano vederLo. Tutti i colpevoli Lo temono.

Distruggere questa fede nel trionfo della giustizia, nell'esistenza di un Essere Giusto che renderà giustizia ad ognuno equivale a togliere il vero fondamento della morale e della rettitudine sociale. Significa rendere vani i nostri sforzi per la verità e per la giustizia.

L'esistenza di Dio è evidentissima. Ragioni di intuizione, ontologia, cosmologia, geologia, astronomia, fisio-teologia, psicologia, storia, provvidenza ed etica, danno, a chiunque voglia indagarle, la certezza dell'esistenza di Dio.

L'ateo che nega Dio fa della materia stessa un dio. Inevitabilmente egli sostiene l'esistenza eterna della materia, che avvalendosi dell'auto attività delle forze di questo mondo, dell'eterna esistenza delle leggi dell'universo, dell'infinito ripetersi del ciclo dei cambiamenti, va progressivamente evolvendosi verso forme superiori di vita fino ad arrivare all'uomo che quindi deriva dalla materia senza alcun intervento divino superiore.

Questa causa però è inadeguata a spiegare l'universo, in quanto la vita non poté provenire dalla morte, senza uno stimolo esterno. Il cambiamento di stato o di natura, per un'interna virtù della cosa stessa, è assolutamente inconcepibile. Le parti di un orologio, chiuse in una scatola, non si uniranno mai fra loro fino a formare un orologio nemmeno dopo miliardi anni! Così è del corpo umano, così è di tutta la natura.

Gli atei sostengono che la nozione di causa prima intelligente non proverebbe nulla in quanto la stessa prima causa richiederebbe una spiegazione. Ma nel concetto di causa prima è già implicito che di essa non si può dare alcuna spiegazione, altrimenti non sarebbe più causa prima. D'altra parte se tale causa prima fosse identificabile con la materia, ci si potrebbe chiedere «Chi»  ha prodotto questa materia dal momento che non reca in sé alcuna prova della propria esistenza.

Affermare poi che Dio non esiste perché non Lo potremo mai conoscere perfettamente non si può, perché se Lo conoscessimo perfettamente saremmo uguali a Lui e cioè altri dei. Del resto non conosciamo perfettamente neppure la materia; non per questo possiamo concludere che essa non esiste e per riflesso che anche noi non esistiamo in quanto siamo fatti, oltre che di spirito, anche di materia.

Questo Essere Intelligente ed Eterno è una PERSONA non un'idea od un'astrazione, Una causa intelligente, una progettazione ed esecuzione di lavoro richiedono le doti di una persona. Perciò possiamo affermare che DIO E' UNA PERSONALITA' DIVINA ESISTENTE DA SEMPRE.

Gli scettici potrebbero dire: perché questa verità non balza evidente agli occhi di tutti, ma è sempre densa di così gravi incognite?

Circa duemila anni fa l'apostolo Paolo scrisse ai Romani (1, 20-21): «Poiché le perfezioni invisibili di Lui, la Sua eterna potenza e divinità si vedono chiaramente sin dalla fondazione del mondo, essendo intese per mezzo delle Sue opere; per cui essi sono inescusabili».

Quando Lazzaro fu risuscitato da Cristo, alcuni capi sacerdoti volevano uccidere il risuscitato per nascondere l'evidenza del miracolo appena compiuto da Gesù. Allo stesso modo si comportano coloro i quali affermano che Dio non esiste. Ricordiamoci la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro. Ad un certo punto il ricco epulone, nei tormenti dell'inferno, chiede ad Abrahamo di mandare qualcuno ad avvertire i suoi parenti che si ravvedano per non fare la sua stessa fine, ma gli viene risposto: «Se non ascoltano Mosè ed i profeti, non crederanno neppure se uno risuscita dai morti » (Lc 6, 31).

E' un fatto incontestabile che l'uomo ha ed ha sempre avuto fin dai suoi primordi un concetto istintivo di una vita futura nell'aldilà. Lo testimoniano anche le credenze dei popoli più antichi e primitivi. La speranza della vita futura è una delle più esaltanti benedizioni per coloro che credono in Dio. La fede in Dio, infatti, allontana il timore della morte, la paura della tomba, la disperazione della fine di ogni cosa, l'amarezza dell'addio alla vita per sostituirla con la certezza di una esistenza futura priva di morte, di dolore e di infermità. E' di grande conforto per il credente poter ripetere e fare proprie le parole dell'apostolo Paolo, il quale giunto alla fine dei suoi giorni, poté affermare: « Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede; del rimanente mi è riservata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno» (2° Ti 4, 7-8).