RegiaSergio
Leone Soggetto e sceneggiatura Leo
Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Franco Arcalli,
Franco Ferrini,
Sergio
Leone FotografiaTonino
Delli Colli
MusicaEnnio Morricone Interpreti Robert De Niro, Elizabeth McGovern, James Woods, Joe Pesci, Danny Aiello, Scott Tyler, Jennifer Connelly, Burt Young, Tuesday Weld, James Russo, Mario Brega, William Forsythe Durata218'
La vicenda abbraccia un arco di quasi mezzo secolo, diviso in
tre momenti: 1922-23, quando i protagonisti sono ragazzini, angeli dalla faccia sporca alla dura scuola della strada nel Lower East Side di New York; 1932-33, quando sono diventati una banda di giovani
gangster; 1968, quando Noodles (De Niro), come emergendo dalla nebbia del passato, ritorna a New York alla ricerca del tempo perduto. Se il 1922 e il 1932 sono
flashback rispetto al 1968, il 1968 è un flashforward rispetto al 1933: il Noodles anziano è una proiezione di quel che Noodles, allucinato dall'oppio, ha sognato nella fumeria.
L’ho
rivisto , perché ha voluto prestarmelo "a forza" un
amico; l’avevo già visto in prima visione (vent’anni fa!)
e non avevo più voluto rivederlo perché allora mi era
sembrato una gran rottura di balle. Beh: non avevo capito un
cazzo, diciamolo. È stata una "visione", ma in
senso mistico. È un film epico, per la sua ricostruzione
degli ambienti dell’emigrazione ebraica degli inizi del
‘900, e per la nascita del gangsterismo; ma anche – e
soprattutto – è una lirica e poeticissima meditazione
sull’amicizia maschile, e sul trascorrere del tempo, che
segna i corpi e le anime. È un tema che spesso il cinema ha
trattato, ma raramente a questi livelli di sublimazione.
Permettetemi di ricordare almeno l’eccelso Un mercoledì
da leoni, del grandissimo John Milius: forse Leone,
girando, ha respirato lo stesso profumo. Le musiche di
Morricone sono quelle del sogno, la fotografia è quella
appunto dell’epos e del mito. E De Niro? Di lui non
si può ormai dire più nulla. De Niro non recita: "è"
ognuno dei suoi personaggi, entra ed esce dalle epoche e dagli
animi, ogni volta è un altro. Quanti sono i grandissimi
attori che sono arrivati a questo? Cinque? Meno di dieci? Rivedetelo,
e commuovetevi. (Corà)