TERRAGNI

Giuseppe Terragni durante la sua vita di progettista si è trovato più di una volta a realizzare opere troppo innovative per i suoi contemporanei, che destarono orrore e scandalo, perchè distruggevano quelli che fino ad allora erano stati dei punti fermi e quindi impossibile da superare.

La prima importante opera che destò una grande quantità di polemiche, addirittura da pensare di poterla abbattere, fu sicuramente il NOVOCOMUM.
Un casa di abitazioni che sconvolge tutti i dettami della imperante logica rinascinamentale, per diventare il primo edificio moderno realizzato in Italia. Il "TRANSATLANTICO", così venne definito. Questo segna l'inizio di un periodo d'interesse per l'architettura, per la sua forma e per il suo impatto.
Terragni ha il coraggio di fare quello che nessuno in Italia aveva ancora tentato, e lo fa aggirando il sistema stesso, consegna un progetto in stile "classico" alla commissione per farlo approvare e poi, invece, costruisce un edificio totalmente differente, che genera l'aspettato coro di proteste.
Il Novocomum distrugge tutti quelle che erano le regole del modello rinascimentale : la simmetria centrale , il rafforzamento dell'angolo che viene invece svuotato, lo schema base-elevazione-cornicione-attico viene letteralmente capovolto, la sezione del Novocomum è, infatti, esattamente il ribaltamento di questo tradizionale schema rinascimentale.

In tutti questi aspetti, Terragni trasforma l'immagine tradizionale dell'edilizia urbana di quegli anni da una statica di derivazione rinascimentale ad una carica di tensioni dinamiche, da una chiusa su se stessa a una trasparente, da unal lapidariamente piramidale ad una sbilanciata nello spazio.

Un'altra importante tappa nel suo viaggio verso la modernità è sicuramente la CASA DEL FASCIO di Como, dove pur credendo nell'ideologia fascista la sua opera non desterà poche polemiche da parte degli stessi committenti che pensavano ad un'opera monumentale ancora alla maniera classica dettata anche dalla vicinanza con il Duomo oltre che dalle sedi che avrebbe dovuto ospitare: municipi, prefetture, province.

La "rivoluzione" di quest'opera sta nel trovare la sua "monumentalità" con un'operazione ACONTESTUALE. Terragni realizza un BLOCCO COMPATTO PESANTEMENTE APPOGGIATO AL SUOLO, un "mezzo cubo perfetto e bianco, senza basamento, elevazione, cornicioni, PURO, COMPATTO, IMMEDIATAMENTE PERCEPIBILE E MISURABILE, che si riverbera in una piazza anch'essa bianca e liscia. Duomo e Casa del fascio coesistono così esaltandosi l'un l'altro in ragione della loro assoluta diversità.
Il trattamento dei prospetti è poi totalmente innovativo, ognuno prelude la vista del successivo, con la realizzazione di asole verticali contrapposte a parti chiuse e l'uso del telaio (altra fondamentale invenzione).
La stessa pianta, che ad un primo frettoloso sguardo, può sembrare simile alla tipologia a corte, in realtà se ne distacca completamente, mettendo in relazione l'interno con l'esterno, si genera così un movimento verso l'interno, dall'immagine esterna di volume stereometrico si è portati a scoprire la complessità dello spazio interno.

 

 

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