SOGNO DI BALLERINA

Anna Pavlova




LA DANZA

BALLERINE



 

 

ANNA PAVLOVA

“Sin dai primi anni della mia vita, ho sempre voluto danzare. Non potevo pensare ad altro futuro, non potevo vedermi in un altro ruolo se non quello di una ballerina in un grande palcoscenico di fronte ad un’affollata audience di pubblico. Volevo mostrare loro la perfetta bellezza del movimento e aspettare col fiato sospeso ed il cuore in tumulto i loro applausi. Così cominciai a costruirmi castelli in aria al di là delle mie speranze e dei miei sogni, finchè tutto questo si esaudì quando fui condotta per la prima volta al Teatro Mariinskij per assistere ad una rappresentazione della “Bella addormentata”. Io ero così concentrata sullo spettacolo che rimasi come immobilizzata. Ero sbalordita, terribilmente attenta che quasi non sentii mia madre sfiorarmi. La mia infinita attenzione l’aveva colpita. “Nura” mi disse “ti piacerebbe ballare con loro?”. Risposi: “No, mi piacerebbe piuttosto ballare lassù da sola, come quella dolce Principessa”…. Quando compii otto anni non potei più tenere a freno la mia aspirazione e chiesi di avere il permesso di imparare a danzare”. (Anna Pawlowa, Tanzende Fuesse. Der Weg meines Lebens, Dresden 1928).

Così ebbe inizio la carriera di Anna Pavlova, nata a San Pietroburgo il 31 gennaio 1881, che diventò una delle più celebri ballerine del mondo. I genitori di Anna erano poveri e lei era una bambina fragile e cagionevole di salute ma molto determinata. A otto anni, dopo aver visto la figlia innamorarsi alla visione del suo primo balletto in teatro, la madre decise di portarla alla Scuola del Balletto Imperiale di San Pietroburgo, ma Anna rimase delusa perchè dovette attendere il compimento del decimo anno di età prima di poter essere ammessa in Accademia e poter iniziare gli studi per diventare una ballerina.

Il suo talento e le sue eccezionali qualità attirarono subito l’attenzione dei suoi insegnati, tra i quali Pavel Gerdt ed Ekaterina Vazem, nonché del famoso maestro di ballo del Mariinskij Marius Petipa, tanto che nel 1899 allo spettacolo finale per il diploma fece una tale buona impressione alla commissione giudicatrice che le fu offerto di unirsi al Balletto Imperiale del Teatro Mariinskij in qualità di coryphée e cioè un ruolo superiore a corps de ballet. Fece così il suo debutto il 19 settembre 1899 nel balletto “La Fille mal gardée”.

Durante la stagione 1901-1902 ebbe modo di acquisire sempre più notorietà tra il pubblico ma, in particolare, seppe così ricompensare con il successo, che via via andava ottenendo, l’attenzione e la benemerenza che aveva ricevuto da Victor Dandré, un aristocratico, membro del Consiglio Comunale, che, come si usava a quei tempi, aveva incoraggiato, seguito e sostenuto la sua carriera sin da quando era allieva della scuola imperiale.

Nel 1905 la Pavlova divenne prima ballerina e in quegli anni cominciò a frequentare il gruppo innovatore della vita artistica di San Pietroburgo: Sergej Diaghilev, Alexandre Bnois, Leon Bakst e Mikhail Fokine. Nel 1907 ebbe il permesso di recarsi a Mosca per la sua prima trasferta da indipendente e si unì alla piccola compagnia diretta da Fokine. Per lei, nel dicembre del 1907, il grande coreografo creò il breve solo “La morte del cigno” su musica di Camille Saint Saens, balletto che per tutta la sua vita fu identificato con il suo nome nell’immaginazione popolare.

La sua fama crebbe e, nel 1908, amici influenti convinsero la direzione del Mariinskij a consentirle di effettuare una tournée a Helsinki, Stoccolma, Copenaghen, Praga, Dresda, Lipsia e Berlino e il successo fu tale che anche l’anno successivo la tournée fu ripetuta. Questa volta la Pavlova si esibì a Parigi nel  balletto di Diaghilev “Saison Russe”. Successivamente fu invitata a Londra e negli Stati Uniti ma dovette, dopo una breve esibizione a Londra, alla presenza del Re e della Regina, rientrare in patria.

Tornò in tournée in Inghilterra e negli Stati Uniti nel 1910-1911, mentre a San Pietroburgo il suo manager protettore Dandré veniva accusato di appropriazione indebita di finanze governative con l’obbligo di non lasciare la città. Successivamente, nel periodo in cui la Pavlova si trovava a Londra nel 1912, Dandré fuggì dalla Russia e la raggiunse. Da quel momento divenne suo compagno di vita e presentato come marito anche se non si seppe mai se il matrimonio era stato realmente celebrato legalmente.

Anna e Dandrè si stabilirono a Londra ed acquistarono una grande casa ad Hampstead, conosciuta come Ivy House, che divenne il loro rifugio. Con una compagnia da lei allestita, la Pavlova cominciò a girare il mondo entusiasmando  milioni di spettatori e venendo acclamata dovunque come una superstar.

Dopo un ventennio di impegni ininterrotti, nel gennaio 1931, dopo un breve periodo di vacanza in Francia, mentre era attesa  in Olanda per un nuovo ciclo di rappresentazioni, il treno su cui viaggiava, tra Cannes e Parigi, veniva coinvolto in un incidente che, apparentemente, non ebbe per lei alcuna conseguenza, ma le dodici ore di attesa al freddo le procurano un brutto raffreddore che, appena arrivata all’Aja, si sviluppò in polmonite fulminante.  Morì, infatti, all’Hotel des Indes dell’Aja il 23 gennaio 1931. Fu sepolta nel cimitero di Ivy House ed il suo costume di cigno l’accompagnò nella tomba.

Anna Pavlova, la grande ballerina russa, ci lascia questo messaggio: "Lottare senza tregua e in tutti i momenti per raggiungere il proprio scopo: qui sta il segreto del successo. E cos'è in realtà il successo? Non lo trovo negli applausi del pubblico, ma nella soddisfazione di aver realizzato un ideale”.

Descrizione di Anna Pavlova,
étoile dei Ballets Russes (1900-1910)
da Agnes de Mille, "Dance to the piper
"

Le ossa trasparenti di un uccellino,
le giunture di un fragile uccellino!

Era tutta fuoco e volontà d'acciaio.
Non c'era un grammo in più sulle sue ossa, e l'energia vitale usò il suo corpo fino a logorarlo, fino a quando ella morì della febbre che la faceva muovere, respirando a fatica, ancora troppo giovane.
Il suo busto era sottile e aveva le forme e le proporzioni di quello di un adolescente, le sue braccia e le sue gambe erano piuttosto lunghe e il collo lunghissimo e straordinariamente mobile.
Pur non essendo assolutamente sensuale e anzi quasi asessuata, ella era capace di infondere in chi la guardava una sensazione di gioia, di piacere e delizia.

 

Sono Valentina, vi mando un piccolo testo che ho scritto dopo aver visto il video de"La morte del cigno" di Anna Pavlova. Mi è venuto così, di getto. Non è niente di speciale, è solo un ricordo, un omaggio a quello che per me rimarrà per sempre un mito della danza.

AD ANNA

 Un'eterea farfalla

Anna, dall'ebraico Hannah, grazia. Il suo nome sembrava aver già scritto il suo destino. Quel fragile uccellino ne aveva fatta di strada, da quel giorno lontano, quando la madre la portò per la prima volta a vedere La Bella Addormentata. Era gracile e malaticcia ma molto determinata, con una volontà  d'acciaio che le ardeva dentro quasi quanto la sua passione.

...E come dimenticarla??.. Entrò in scena assumendo una posizione statica ma precisa, come un fiore sul suo fragile stelo, nell'oscurità del palcoscenico. Subito il suo corpo iniziò a muoversi, armonioso al ritmo della musica, come a formare una serpentina. E le braccia incominciarono a intrecciarsi in un memorabile gioco. Già loro, le braccia, non erano affatto braccia ma ali morbide e flessuose, intente a disegnare profondi cerchi nell'aria. Le gambe erano sottili, il collo lunghissimo e mobile.

Ma fu il suo sguardo a colpirmi di più, immobile e incredibilmente espressivo, sospeso sulla trama di quel destino che lei stessa aveva desiderato. E così se ne era andata, con il capo chino, come di fiore reciso... il vento l'ha aveva portata via per sempre.. lei più lieve di un soffio, più fragile del cristallo, più delicata della seta. 

Valentina

15 luglio 2006

 


Riferimenti su questo sito

Descrizione di Anna Pavlova apparsa su The Times nel 1911


Coreografie di Anna Pavlova

1914 - "Libelulle" [Kreisler Fritz]
    1916 - "California Poppy" [Tchaïkovsky Piotr]
    1918 - "Feuilles d'automne" [Chopin Frédéric]
    1923 - "Les fresques d'Ajante" [Tchérepnine Nikolaï]


Links

Anna Pavlova su informadanza.com

Biografia di Anna Pavlova

La morte del cigno su informadanza.com

Ricerca Google su tutte le immagini di Anna Pavlova su internet

Album fotografico della Pavlova

Il video della Morte del cigno con Anna Pavlova

 



Anna Pavlova ne "Le Silfidi" 1908





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