LUCILE GRAHN
Lucile Grahn in
veste di Sylphide
Lucina
Alexia Grahn (Lucile Grahn) fu nel diciannovesimo secolo la più
celebre ballerina proveniente dalla Danimarca. Nacque a Copenaghen
il 30 aprile 1819 ed iniziò a studiare danza in tenera età. Ammessa
alla Scuola del Teatro Reale Danese, debuttò ad appena 7 anni nel
ruolo di Cupido e fu subito notata da August Bournonville che si
dedicò al suo perfezionamento. Il coreografo danese nel 1834 la
portò con sé a Parigi e qui, dopo una visita al Teatro dell’Opéra,
nella giovanissima ballerina nacque il sogno di poter danzare un
giorno in quel glorioso teatro. Il suo debutto ufficiale avvenne, ad
appena quindici anni, nel 1834 nella sua città natale. Bournonville
nel 1835 le affidò poi i ruoli principali di Astrid per il suo
balletto “Valdemar” e Quiteria per il "Don Chisciotte" nel 1837 ma
la sua vera grande affermazione avvenne quando il coreografo danese
la scelse come protagonista nel 1836 per la sua “La Sylphide”.
Il sogno
di danzare a Parigi non l’aveva, però, mai più abbandonata e fu
questa la ragione che provocò i primi dissapori tra la Grahn e
Bournonville tanto che ben presto il sodalizio tra i due cominciò a
vacillare fino a guastarsi del tutto quando il coreografo negò alla
giovane pupilla il permesso di recarsi a Parigi. La Grahn, allora,
si rivolse di nascosto alla Principessa Guglielmina di Danimarca, la
quale si dichiarò disponibile ad esaudire i suoi desideri.
Nel 1838
avvenne, infine, il suo tanto desiderato debutto sulle scene
parigine con “Le Carnaval de Venise”. La sua partenza per Parigi
fece diventare furioso Bournonville che la trattò malamente e la
fece soffrire. Le restrizioni imposte e gli atteggiamenti
dittatoriali del coreografo, oltre alle probabili avances
dello stesso, geloso di lei e del suo successo, furono la molla
definitiva per la sua decisione di lasciare la Danimarca e
conoranare le sue ambizioni di gloria. Da quel momento in poi non si
esibì più in patria. Nel periodo parigino ebbe la grande occasione
di sostituire Fanny Essler in alcune recite della “Sylphide”
francese e la sua esibizione di ballerina eterea, in
contrapposizione alla Essler, che era molto più materiale e
terrestre, entusiasmò i francesi provocando la furia della collega.
Nel 1840 fu chiamata a San Pietroburgo per esibirsi in ruoli già
interpretati Marie Taglioni ma anche lì dovette affrontare la
gelosia di Elena Andreianova, la star russa del momento. Nel 1843 si
recò a Milano, dove debuttò nel balletto “Elda” di Bernardo Vestris,
e poi a Londra dove Perrot la volle protagonista di molti suoi
balletti tra i quali “Eoline ou La Driade” (1845) e “Catarina ou la
fille du bandit” (1846). Nel 1845, infine, la sua carriera raggiunse
l’apice quando partecipò al “Pas de Quatre” di Jules Perrot a Londra
insieme alle più famose ballerine dell’epoca: Fanny Cerrito,
Carlotta Grisi e Marie Taglioni.
Quando
nel 1848 si recò ad Amburgo, le piacque talmente tanto la Germania
che decise di acquistare una casa a Monaco dove decise di risiedere
ufficialmente da quel momento in poi. Nel 1856 si sposò col tenore
Friedrich Young e si ritirò dalle scene per insegnare danza presso
il Teatro di Lipsia dal 1858 al 1861. La sua felicità di sposa,
tuttavia, fu breve in quanto il marito rimase gravemente menomato a
seguito di un incidente che lo costrinse per il resto della sua vita
a rimanere paralizzato sulla sedia a rotelle. Dal 1869 al 1875,
accettò un contratto presso l’Opera di Corte di Monaco dove
coreografò numerosi balletti e divertissements e collaborò
con Richard Wagner per la realizzazione delle coreografie del
baccanale del "Tannhäuser". Nel frattempo, ebbe l’occasione di
incontrare nuovamente Bournonville, dopo oltre un trentennio dal
loro addio, e stavolta i due riuscirono a colloquiare serenamente
come due vecchi amici.
Morì a
Monaco il 4 aprile 1907 sopravvivendo per ben 23 anni alla morte del
marito. Lasciò il suo cospicuo patrimonio in eredità alla città che
l’aveva amorevolmente accolta negli ultimi cinquant’anni della sua
vita. A lei fu dedicata per riconoscenza e memoria una strada dalla
Municipalità di Monaco.
Lucile Grahn danza
la Cracovienne
Riferimenti
su questo sito
La Sylphide
Eoline ou la Dryade
Lucile Grahn in
"Catarina ou la fille du bandit"
Links
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Lucille Grahn
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