MINIERA DEI FUGGER
Visita guidata in una ricostruzione di una miniera del Primiero



Ingresso: L’ingresso della miniera, sovrastato dalla figura di Santa Barbara, protettrice dei minatori, ci mostra la struttura “a centine” con cui la volta, in materiale friabile, veniva sostenuta. Ogni centina era formata da due montanti laterali che sostenevano un’architrave orizzontale; il tutto era ricavato da tronchi d’albero, privati della corteccia ed uniti tra loro tramite ferri di ancoraggio ad “U”, in tedesco Klammern, da cui il dialettale “Clamera”. Sistemata la prima centina, si provvedeva ad inserire, tra essa ed il materiale friabile, i cosiddetti “Marciavanti”, tavole, generalmente di larice, che sostenevano i lati ed il soffitto della galleria. Tale tecnica si è evoluta, in tempi recenti, con l’uso di centine in ferro. In alcune gallerie venivano usate murature di sostegno ed avvolti in pietra.

Jakob Fugger (1459-1525) 1: La galleria è ormai entrata nella parte rocciosa della montagna. Il cunicolo veniva scavato a mano, utilizzando un martello ed un punteruolo di metallo. Si calcola che un minatore medievale progredisse nello scavo per un centimetro al giorno. Le dimensioni dello scavo permettono il passaggio di una persona, per arrivare ad allargarsi solamente in presenza di filoni verso cui proseguire la coltivazione del minerale.

2: La mancanza d’aria, i crolli e la presenza d’acqua erano i pericoli a cui andava incontro il minatore. In particolare quest’ultima si dimostrava insidiosa, arrivando a provocare improvvisi allagamenti dei cunicoli. Nelle grandi coltivazioni venivano installate, all’interno della miniera, enormi ruote a pale che provvedevano, mediante pulegge e contenitori, ad eliminare l’acqua dai tratti di galleria interessati allo scavo. Ma l’acqua e l’umidità potevano anche essere presenti senza costituire un immediato pericolo; nel nostro caso, il continuo gocciolio della roccia ha formato delle stalagmiti, che, con il loro gocciolio, ritmano la vita del minatore all’interno della galleria.

un canopo 3: Le gallerie venivano realizzate su vari livelli, che, molto spesso, erano collegate tra loro tramite pozzi o camini. Alcune gallerie, situate a livello inferiore, avevano il solo scopo di servire da foro di transito del materiale estratto, che veniva fatto scivolare in basso tramite scivoli in legno, detti “Tramogge”. Ai loro piedi veniva posto il carrello, costruito in legno e ferro, che, sospinto lungo rotaie in legno, veniva utilizzato per portare il minerale all’esterno. Qui il materiale utilizzabile veniva portato alla fucina per una prima fusione; lo scarto veniva gettato all’imbocco della galleria formando, col tempo, enormi cumuli di detrito chiamati in gergo dialettale “Kipe”, dal tedesco “kippen”, rovesciare. Spingevano i carrelli minatori addetti solo a questo scopo, chiamati “Truhenläufern”.
Una parte di soffitto in pietra del camerone della tramoggia è sostenuto da pali in legno che assicurano contro possibili crolli.

4: Sulla sinistra del percorso di miniera si scorge un filone di quarzo, materiale ricercato e coltivato fin dall’antichità. Il filone ha la caratteristica forma a fuso; nella parte centrale, fa bella mostra di sé un campione di quarzo.

5: Sopra le nostre teste si apre una voragine, resto di un pozzo di collegamento con una galleria superiore, probabilmente ricavato in seguito al crollo di un cosiddetto “camino”. I camini costituivano un pericolo improvviso per il minatore: la volta in pietra o roccia friabile poteva crollare trascinando con sé masse enormi di detriti di falda misti a pietre. Il camino veniva bloccato, con sforzi immani, tramite l’apposizione di centine e marciavanti.

Uscita: All’esterno della miniera veniva fatta una prima cernita del materiale ed una prima, sommaria, fusione dello stesso. Possiamo vedere i tipici crogioli nei quali il minerale veniva cotto, ed i resti di tale cottura, chiamati dialettalmente “lope”. Il materiale di risulta veniva gettato nelle “kipe”, mentre il resto di fusione veniva inviato alla fornace per la definitiva realizzazione dei pani di ferro, argento o rame.

tratto da un ciclostilato del Palazzo delle Miniere






Primerer wald und holz an zal, Allerlei Sorten guet metal.
In Primiero selve e boschi in quantità, buon metallo d'ogni sorta.

da una antica "rima" tirolese






Le miniere del Primiero





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