per chi crede ancora alla favola dell'irredentismo

la Storia del Tirolo:
SAN MARTINO 1916
come l'ingegno dei sanmartinòti
ingannò l'Esercito Regio


Nel 1916 San Martino era una landa desolata. I giovani erano tutti al fronte lungo le sanguinose trincee dell'impero e di quella che era fino a poco tempo prima un'incantevole località erano rimaste poche decine di persone, tutte donne e anziani.
continua a sventolare la bandiera Kaiserjäger a Forcella Valcigolera Gli italiani avevano già conquistato il Primiero e il Vanoi e l'esercito austriaco stremato si ritirava sulle trincee del Lagorai abbandonando completamente San Martino. Prima di lasciare il campo l'esercito imperiale fu costretto a dare alle fiamme gli alberghi e le malghe per evitare che gli italiani al loro imminente arrivo potessero trarne utili approvvigionamenti e facili coperture.
Abbandonati a se stessi tuttavia gli abitanti di San Martino avrebbero dato la vita per non far cadere ciò che rimaneva di San Martino nelle mani di Vittorio Emanuele. Ma i pochissimi abitanti sanmartinòti, ormai dai capelli bigi, non avrebbero mai potuto far fronte all'avanzata dell'esercito italiano senza armi, né resistere ad un assedio senza viveri.
Gli italiani risalirono la valle e seguirono il greto del Cismòn verso le Pale, destinazione Passo Rolle. Non ci fu tempo da perdere e rimboccate le maniche presso i prati Col, laddove i pascoli si restringono per incunearsi nella Val Mesta, gli anziani sanmartinòti radunarono le macerie delle loro case in mucchi e, presi i camini delle stufe, posizionarono i grossi tubi sulle pietre puntandoli verso il fondo valle.
Giunti a pochi chilometri da San Martino gli italiani si arrestarono di colpo. Con i binocoli i soldati del Re scrutarono verso il passo e inorridirono alla vista di quelli che credevano essere schiere di cannoni.
agli italiani i tubi delle stufe sembrarono cannoni Il panico prese possesso del reggimento che non osò avvicinarsi al quel "passaggio obbligato" così fortificato, che li avrebbe portati in Val di Fiemme. Gli italiani sapevano che gli austriaci erano in ritirata ma passarono alcuni giorni e quei "cannoni" non retrocedettero di un millimetro.
I militari credettero in un cambio di strategia autro-ungarica e agli italiani non restò che tornare sui propri passi e tentare di conquistare il Cauriòl sotto i colpi dei mortai imperiali di Ziano.
Riprese così una sanguinosissima battaglia che colorò di rosso la catena del Lagorai; gli italiani decimarono l'esercito di Francesco Giuseppe, conquistarono la Cavallazza e solo allora giunsero a San Martino dopo aver sconvolto tutti i piani, lasciato il tempo ai Kaiserjäger di riorganizzarsi, aver perso energie, uomini e risorse.
San Martino fu così conquistata, ma i suoi abitanti vendettero cara la pelle.

m.m.d.




I cimiteri di guerra nel Primiero
Tratti dal sito del Museo Storico di Trento.

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1914-1918
GLI EROI PRIMIEROTTI




Kaiserjäger I KAISERJÄGER
I "cacciatori dell'Imperatore"


fedeli al popolo e all'Impero