Ma
che sia una regina
(Bruno Ferrero, C'è qualcuno lassù)
C'era una volta, tanti secoli fa, una città
famosa. Sorgeva in una prospera vallata e, siccome i suoi abitanti erano decisi
e laboriosi, in poco tempo crebbe enormemente.
I pellegrini la vedevano da lontano e rimanevano ammirati e abbagliati dallo
splendore dei suoi marmi e dei suoi bronzi dorati. Era insomma una città felice
nella quale tutti vivevano in pace.
Ma un brutto giorno, i suoi abitanti decisero di eleggere un re.
Le trombe d'oro degli araldi li riunirono tutti davanti al Municipio. Non
mancava nessuno. Poveri e ricchi, giovani e vecchi si guardavano in faccia e
parlottavano a bassa voce.
Lo squillo argentino di una tromba impose il silenzio a tutta l'assemblea. Si
fece avanti allora un tipo basso e grasso, vestito superbamente. Era l'uomo più
ricco della città.
Alzò la mano carica di anelli scintillanti e proclamò: "Cittadini! Noi
siamo già immensamente ricchi. Non ci manca il denaro. Il nostro re deve essere
un uomo nobile, un conte, un marchese, un principe, perché tutti lo rispettino
per il suo alto lignaggio".
"No! Vattene! Fatelo tacere! Buuuu!". I meno ricchi della città
cominciarono una gazzarra indescrivibile. "Vogliamo come re un uomo ricco e
generoso che ponga rimedio ai nostri problemi!".
Nello stesso tempo, i soldati issarono sulle loro spalle un gigante muscoloso e
gridarono, agitando minacciosamente le picche: "Questo sarà il nostro re!
Il più forte!".
Nella confusione generale, nessuno capiva più niente.
Da tutte le parti scoppiavano grida, minacce, applausi, armi che s'incrociavano.
I parapiglia si moltiplicavano e i contusi erano già decine.
Suonò di nuovo la tromba. Poco a poco, la moltitudine si acquietò. Un anziano,
sereno e prudente, salì sul gradino più alto e disse: "Amici, non
commettiamo la pazzia di batterci per un re che non esiste ancora. Chiamiamo un
bambino innocente e sia lui ad eleggere un re tra di noi".
Presero per mano un bambino e lo condussero davanti a tutti.
L'anziano gli chiese: "Chi vuoi che sia il re di questa città così
grande?".
Il bambinetto li guardò tutti, si succhiò il pollice e poi rispose: "I re
sono brutti. Io non voglio un re. Voglio che sia una regina: la mia mamma".
Le mamme al governo. E' un'idea magnifica. Il mondo sarebbe certamente più
pulito, si direbbero meno parolacce, tutti darebbero la mano ad uno più grande
prima di attraversare la strada...
Dio l'ha pensata allo stesso modo. E ha fatto Maria.
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La mia più bella invenzione è Mia
Madre
(Michel
Quoist)
La mia più
bella invenzione, dice Dio, è mia Madre. Mi mancava una Mamma e l’ho fatta.
Ho fatto Mia Madre prima che ella facesse Me. Era più sicuro.
Ora sono veramente un Uomo come tutti gli uomini.
Non ho più nulla da invidiar loro, poiché ho una mamma.
Una vera.
Mi mancava.
Mia Madre si chiama Maria, dice Dio.
La sua anima è assolutamente pura e piena di grazia.
Il suo corpo è vergine e pervaso da una luce tale che
sulla terra mai
mi sono stancato di guardarla, di ascoltarla,
di ammirarla.
E’ bella Mia Madre, tanto che lasciando gli splendori del Cielo,
non mi sono trovato sperduto vicino a lei.
Eppure so bene, dice Dio, che sia l’essere portato dagli angeli;
beh, non vale le braccia d’una Mamma, credetemi.
Maria Mia madre, è morta, dice Dio.
Dopo che io ero risalito verso il Cielo, ella mi
mancava, Io le mancavo.
Ella Mi ha raggiunto, con la
sua anima, con il suo corpo, direttamente.
Non potevo fare diversamente.
Era necessario. Era più conveniente.
Le dita che hanno toccato Dio
non potevano immobilizzarsi.
Gli occhi che hanno
contemplato Dio non potevano restar chiusi.
Le labbra che hanno baciato
Dio non potevano irrigidirsi.
Quel corpo purissimo che aveva
dato un corpo a Dio non poteva marcire mescolato alla terra ...
Non ho potuto, non era
possibile, Mi sarebbe costato troppo.
Ho un bell'esser Dio, sono suo
Figlio, e comando lo.
E poi, dice Dio, l'ho fatto
anche per gli uomini Miei fratelli.
Perché abbiano una Mamma in
Cielo.
Una vera, una di loro, corpo
ed anima. La Mia.
È cosa fatta. Ella è con
Me, dall'istante della sua morte.
La sua Assunzione, come dicono
gli uomini.
La Madre ha ritrovato il
Figlio ed il Figlio la Madre.
Corpo ed anima, l'Uno accanto all'Altra, per l'eternità.
Se gli uomini intuissero la bellezza di questo
mistero!
L'hanno finalmente riconosciuto ufficialmente.
Il mio
rappresentante sulla terra, il Papa, l'ha
proclamato solennemente.
Fa piacere, dice Dio, veder apprezzati i propri doni.
Da tanto tempo il popolo cristiano aveva presentito
questo grande mistero del Mio amore filiale e fraterno ...
Ed ora l'utilizzino
maggiormente, dice Dio!
In Cielo hanno una Mamma che
li segue con gli occhi, con i suoi occhi di carne.
In Cielo hanno una Mamma che
li ama con tutto il cuore, con il suo cuore di carne.
E questa Mamma è la Mia, che mi guarda con gli stessi occhi,
che mi ama con lo stesso cuore.
Se gli uomini fossero furbi, ne approfitterebbero,
dovrebbero ben sospettare che Io non posso rifiutarle nulla……
Che volete, è Mia Madre. Io l’ho voluto. Non me ne pento.
L’Uno di fronte all’Altra, Corpo ed Anima,
Madre e Figlio. Eternamente Madre e Figlio…….
(da
“Preghiere” di Michel Quoist)