Undicesimo Incontro di Preghiera
L’Eucaristia:Un dono alla Chiesa, sempre da scoprire
Canto di adorazione
Preghiera -Pane di Vita
Gesù, tu ti fai nostro. Ci attiri verso di te presente,
presente in una forma misteriosa.
Tu sei presente, come il singolare pellegrino di Emmaus, che raggiunge,
avvicina, accompagna, ammaestra e conforta gli sconsolati viandanti
nella
sera delle perdute speranze.
Tu
sei presente nel silenzio e nella
passività dei segni sacramentali,
quasi che tu voglia tutto insieme velare e tutto svelare di te,
in modo che solo chi crede comprenda, solo chi ama possa veramente ricevere. Verso di te ci attiri, o paziente;
paziente nell'oblazione di te per l'altrui salvezza, per l'altrui
alimento;
paziente nella figurazione del corpo separato dal sangue;
paziente fino all'estrema misura del
dolore, del disonore, dell'abbandono, dell' angoscia e anche della morte. Così
nella misura della pena diviene palese il grado della colpa e dell' amore,
(Card
Giovanni Battista Montini, Milano, Corpus Domini 1961)
Proclamazione
della Parola: I discepoli di
Emmaus – Luca 24,13-16, 25-32
Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un
villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus,
e conversavano di tutto quello
che era accaduto. Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro
occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Ed
egli disse loro: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei
profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare
nella sua gloria? ”.
E cominciando da Mosè e da tutti
i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furon vicini al villaggio
dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma
essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al
declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando
fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede
loro. Allora
si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed
essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto
mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?”.
La
comunione con gli uomini derivante dall’Eucaristia esige un superamento
tendenzialmente totale della nostra superbia. Umiltà ed Eucaristia fanno
binomio inseparabile. (Papa Paolo VI)
Prima
meditazione: I Padri e Dottori della Chiesa
Dall’ultima Cena la Chiesa è passata all’eucaristia, nome preferito rispetto agli altri: Cena del Signore, Frazione del pane, Santo Sacrificio e oblazione. Assemblea eucaristica, Santa Messa, cena mistica, Santa e Divina Liturgia, per indicare che essa è soprattutto un “rendere grazie”.
Ad Emmaus, la sera di Pasqua, il Signore appare ai discepoli, essi lo
ascoltano in modo sempre più profondo, finché non si fa riconoscere nel
rendimento di grazie e nella
frazione del pane. “L’Eucaristia è rivelazione del Padre nel mistero del
suo Figlio che redime l’uomo e ad un tempo ringraziamento della Chiesa per
questa redenzione salvifica”. (Traditio apostolica, VIII: SCh 11,79)
L’Eucaristia
è il sacramento della presenza di Cristo. Questo, dice san Tommaso d’Aquino,
lo differenzia dagli altri sacramenti. Il termine repraesentare da lui
indicato non è un devoto ricordo, ma la presenza effettiva ed efficace del
Signore morto e risorto che vuole raggiungere ogni uomo. Il significato del
Sacramento è triplice: <<Il primo riguarda il passato, in quanto
commemora la passione del Signore, che è stata un vero sacrificio. Il secondo,
riguarda l’effetto presente, ossia l’unità della Chiesa in cui gli uomini
sono raccolti per mezzo di questo sacramento. Il terzo significato riguarda il
futuro; poiché questo sacramento è prefigurativo della beatitudine divina che
si realizzerà nella patria>>. (L’Eucaristia: fonte e culmine della vita
e della missione della Chiesa – Sinodo dei Vescovi XI assemblea Generale
Ordinaria)
“Sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità!”.
L’esclamazione di S. Agostino nel suo commento al Vangelo di Giovanni (In
Johannis Evangelium 26,13) raccoglie idealmente e sintetizza le parole che Paolo
ha rivolto ai Corinzi: “Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti,
siamo un corpo solo: tutti infatti, partecipiamo dell’unico pane” (1 Cor
10,17). L’Eucaristia è il sacramento e la sorgente dell’unità ecclesiale.
E ciò è stato ribadito fin dalle origini della tradizione cristiana, basandosi
proprio sul segno del pane e del vino. Così, nella Didachè, uno scritto
composto ai primordi del cristianesimo, si afferma: “Come questo pane spezzato
era prima disperso sui monti e, raccolto, è divenuto una sola realtà, così si
raccolga la tua Chiesa dai confini della terra nel tuo regno” (9,1).
(dalle
catechesi sull’Eucaristia di Giovanni Paolo II – udienza generale del
mercoledi 8 novembre 2000)
Pensiero
Eucaristico:
La santa cena è il sacramento dell’unità; quanto più noi approfondiremo questo mistero di Cristo in mezzo a noi, tanto più desidereremo d’un desiderio immenso questa Eucaristia nella quale, un giorno, nell’unità ritrovata, comunicheremo tutti allo stesso pane e allo stesso calice. Allora saremo pronti per la nuova Pasqua nel Regno di Dio. (Max Thurian)
(da “L’Eucaristia”– libreria Vaticana)
Terza
meditazione
San Cipriano, vescovo di Cartagine,
afferma: “Gli stessi sacrifici del Signore mettono in luce l’unanimità dei
cristiani cementata con solida e indivisibile carità. Poiché quando il Signore
chiama suo corpo il pane composto dall’unione di molti granelli, indica il
nostro popolo adunato, che egli sostenta; e quando chiama suo sangue il vino
spremuto dai molti grappoli e acini e fuso insieme, indica similmente il nostro
gregge composto di una moltitudine unita insieme” (Ep. ad Magnum 6). «Il
Concilio di Trento ne ha compendiato la dottrina insegnando che il nostro
Salvatore ha lasciato l’Eucaristia alla sua Chiesa “come simbolo della sua
unità e della carità con la quale egli volle intimamente uniti tra loro tutti
i cristiani”; e perciò essa è “simbolo di quell’unico corpo, di cui egli
è il capo” (Paolo VI, Mysterium fidei; cfr Conc.Trid., Decr.
de SS. Eucharistia, proemio e c. 2).
Pensiero
Eucaristico :Lasciate che sia pasto delle belve per mezzo delle quali mi
è possibile raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e macinato dai denti delle
fiere per diventare pane puro di Cristo (S. Ignazio di Antiochia)
Oltre
le leggi della natura
Lo scienziato Enrico Medi riflette: <<La natura e la provvidenza
parlano, ma le nostre orecchie non comprendono più il linguaggio del Padre che
sta nei Cieli. Ecco, allora, un miracolo, a cui siamo chiamati come involontari
testimoni. Esso ci scuote, ci sgomenta, risveglia nel più profondo del nostro
essere la voce di Dio. E noi, assistiti dalla sua grazia, con grido d’amore e
di dolore, ci gettiamo in ginocchio, esclamando: “Mio Signore e mio Dio”.
Negli esempi dei fatti prodigiosi qui presentati, cerchiamo perciò di vedere un Dio “restauratore”: Colui che puntella e che dà luce e colore all’edificio della nostra fede, logorato dal tempo e dalle intemperie. E’ d’obbligo, però, un invito: non perdiamo mai di vista che il Signore compie ogni giorno, e più volte al giorno, durante la celebrazione eucaristica, in tutte le chiese del mondo, il più grande dei miracoli. E noi siamo chiamati ad esserne utilizzatori degni e testimoni credibili.
Quante
volte, però, quest’azione divina si svolge sotto i nostri occhi assenti! Non
costringiamo sempre Dio a meravigliarci, perché la vera fede non ha bisogno né
di vedere e né di toccare, ma di una piena disponibilità di mente e di cuore.
(da Gesù Ostia di Giuseppe Giulino – editrice Ancilla)
Pensiero Eucaristico
Vivendo vi scrivo che bramo di morire. La mia passione umana è stata crocifissa, e non è in me un fuoco materiale. Un'acqua viva mi parla dentro e mi dice: qui al Padre. Non mi attirano il nutrimento della corruzione e i piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David e come bevanda il suo sangue che è l'amore incorruttibile.
(S.Ignazio di Antiochia )
La
nostra vita, come quella dei discepoli di Emmaus, è cammino; è un
pellegrinaggio pieno di nostalgia di Te, Signore Gesù.
Anche per noi c’è il compagno di viaggio, il pellegrino sconosciuto che ci cammina accanto ogni giorno.
Sei Tu, Gesù che resti sempre fedele dinanzi ai nostri occhi spenti…..Tu che rimani presente nelle tenebre della tristezza e dello sconforto che avvolgono il mondo. Sei risorto per non abbandonarci mai! E quando la notte cade sul nostro andare, Tu ti fai familiare, ci sei vicino nella paura e ci vivifichi con la tua risurrezione, tu appari anche a noi, ogni giorno, allo spezzare del pane.
Noi pure, ogni giorno, Ti riconosciamo nel mistero dell’Eucaristia, Ti incontriamo all’altare.
Il Pane che Tu sei apre i nostri occhi, accende il nostro cuore, mette nella nostra vita il suo tesoro: la vita di Dio.
(Cardinale Anastasio Ballestrero – Deo Gratias – Edizioni OCD)
Segno:
Preghiera
Finale
Signore, abbiamo fatto dell’Eucaristia una devozione tra le altre, invece di farne un programma di vita, un programma ecclesiale, un impegno di amore, un invito a trasformarci insieme al pane e al vino nel tuo corpo di amore che si dona ai fratelli, soprattutto ai piccoli, ai poveri e ai bisognosi.
Non abbiamo ancora capito che l’Eucaristia è il mistero del tuo farti servo, del tuo lavarci i piedi.
Perdonaci, Signore e, nello stesso tempo, sconvolgi le nostre attese. Venendo a te, che vuoi entrare in comunione con noi, vieni a sovvertire le regole un po’ comode della nostra vita.
Svegliaci dal quieto vivere per spalancarci gli orizzonti vasti del dono.
Guardandoti nel Pane dell’altare, vogliamo metterci in cammino con te verso il Regno della fraternità, del servizio e dell’amore.
Emilio
Salvatore –(Da “Ti adoriamo “ – preghiere e schemi per l’adorazione
eucaristica Ed.Paoline)
Canto
Finale