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Quattordicesimo Incontro di preghiera

 

L’Eucaristia e il Giorno del Signore

 

  Canto all’Esposizione del Santissimo

 
Preghiamo con Sant’Agostino

          O verita’ anelo alla tua Fonte

 

                                                   O verità, lume del mio cuore,

                                                   non vorrei che fossero le mie tenebre a parlarmi.

                                                   Riversatomi fra gli esseri di questo mondo,

                                                   la mia vista si è oscurata: ma anche di quaggiù,

                                                  di quaggiù ancora ti ho amato intensamente.

                                                  Nel mio errore mi sono ricordato di te,

                                                  ho udito la tua voce che mi gridava di tornare. 

                                                  Ed ora torno riarso e anelante alla tua fonte.

                                                  Nessuno me ne tenga lontano, ch'io ne beva e ne viva.

                                  

Dal Vangelo di Luca (24,1- 7) - Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, le donne si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato.  Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro;  ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù.  Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti.  Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?  Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea,  dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno”. - Parola del Signore - Lode a te o Cristo!

 

Breve pausa di silenzio accompagnato da sottofondo musicale

 

Prima meditazione - Senza la domenica non possiamo vivere.

Non è uno slogan ad effetto né l'esclamazione di chi, dopo una settimana di duro lavoro, può finalmente riposarsi. È, al contrario, la testimonianza di fedeltà alla domenica dei 49 martiri di Abitène - una località nell'attuale Tunisia - che nel 304 hanno preferito, contravvenendo ai divieti dell'imperatore Diocleziano, andare incontro alla morte, piuttosto che rinunciare a celebrare il giorno del Signore. Erano consapevoli che la loro identità e la loro stessa vita cristiana si basava sul ritrovarsi in assemblea per celebrare l'Eucaristia nel giorno memoriale della Risurrezione. È quanto ci testimonia il redattore degli Atti del martirio, commentando la domanda posta dal proconsole Anulino al martire Felice: «O stolta e ridicola richiesta del giudice! Gli ha detto: "Non dire se sei cristiano", e poi ha aggiunto: "Dimmi invece se hai partecipato all'assemblea". Come se vi possa essere un cristiano senza il giorno domenicale, o si potesse celebrare il giorno domenicale senza il cristiano! Non lo sai, Satana, che è il giorno domenicale a fare il cristiano e che è il cristiano a fare il giorno domenicale, sicché l'uno non può sussistere senza l'altro, e viceversa? Quando senti dire "cristiano", sappi che vi è un'assemblea che celebra il Signore; e quando senti dire "assemblea", sappi che lì c'è il cristiano». Questa "piccola parrocchia" di Abitène si è conservata fedele al suo Signore, pur in mezzo alle persecuzioni, grazie alla celebrazione eucaristica domenicale. Si comprende, allora, perché Emerito, al proconsole che gli rimproverava di aver ospitato nella sua casa i cristiani per l'Eucaristia domenicale, non esitò a rispondere: «Senza la domenica non possiamo vivere». (Senza la domenica non possiamo vivere – 24° congresso Eucaristico Nazionale Bari 21-29 maggio 2005)

Scintilla: O mio amato Gesù,come mi appari mite e umile di cuore sotto il velo dell’ostia candida. Non potevi abbassarti maggiormente per insegnarmi l’umiltà! (S.Teresa di Gesù Bambino)

Canto

Seconda meditazione - La domenica "Pasqua settimanale".

Non comprenderemmo l'importanza e il valore della domenica se non facessimo innanzi tutto riferimento a Cristo e alla sua morte e risurrezione. La domenica, infatti, ci riporta a quel «primo giorno dopo il sabato», quando Cristo, risorto dai morti, è apparso ai suoi discepoli. Da quel primo mattino, ogni settimana il Risorto convoca i cristiani attorno alla sua mensa «nel giorno in cui ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale». Non è stata la Chiesa a scegliere questo giorno, ma il Risorto. Essa non può né manipolarlo né modificarlo; solo accoglierlo con gratitudine, facendo della domenica il segno della sua fedeltà al Signore. Sì, «questo è il giorno che ha fatto il Signore, rallegriamoci ed esultiamo in esso» (Sal 118,24). Se Egli non fosse risorto, la nostra fede sarebbe senza fondamento e noi resteremmo ancora nei nostri peccati. Per questo, fin dall'inizio, quell'anonimo «primo giorno dopo il sabato» è diventato per i cristiani il «giorno del Signore», come attesta l'Apocalisse (Ap 1,10). La Chiesa, ogni domenica, è ricondotta all'essenzialità della sua vita e della sua missione: «La missionarietà, infatti, deriva dallo sguardo rivolto al centro della fede, cioè all'evento di Gesù Cristo, il Salvatore di tutti, e abbraccia l'intera esistenza cristiana. Dalla liturgia alla carità, dalla catechesi alla testimonianza della vita, tutto nella Chiesa deve rendere visibile e riconoscibile Cristo Signore» . Lo splendore della luce della Risurrezione, che illumina la Liturgia delle Ore della domenica, dovrebbe attraversare l'intera giornata. (Senza la domenica non possiamo vivere – 24° congresso Eucaristico Nazionale Bari 21-29 maggio 2005)

 

Scintilla:  Con la preghiera domandiamo a Dio le grazie spirituali, nella S. Messa Lo costringiamo

a darcele. (San Filippo Neri)

 
Breve pausa di silenzio con sottofondo musicale

 

La tua, la mia messa - (Chiara Lubich)

    Quando soffro e il mio soffrire è tale che mi impedisce ogni attività, mi ricordo della messa.

     Tu nella messa, Signore Gesù, oggi come allora, non lavori, non predichi: ti sacrifichi per amore.

     Nella vita si possono fare tante cose, dire tante parole, ma la voce del dolore, del dolore offerto per amore, è la parola più forte, quella che ferisce il cielo. Quando soffro, immergo il mio dolore nel tuo: dico la mia messa; e lascio scorrere la mia sofferenza a beneficio dell'umanità: come hai fatto tu, mio Signore!

 
Breve pausa di silenzio

 Scintilla: 

Gesù mio, ti lascio l’anima mia per ciborio, il mio cuore per pisside, i palpiti del mio cuore per lampada, i miei pensieri per adoratori.    (Ven. M. Giuseppina di Gesù Crocifisso Carmelitana Scalza)

 

Canto

 

Terza meditazione

 La Santa Messa secondo l’esempio dei Santi

Un giorno fu chiesto al  Santo Pio da Pietrelcina: “Padre, spiegateci la S. Messa”. “Figli miei - rispose il Padre - come posso spiegarvela? La Messa è infinita come Gesù... Chiedete ad un Angelo cosa sia una Messa ed egli vi risponderà con verità: capisco che è e perché si fa, ma non comprendo però quanto valore abbia. Un Angelo, mille Angeli, tutto il cielo sanno questo e così pensano”.

     S. Alfonso de’ Liguori arriva ad affermare: “Dio stesso non può fare che vi sia un’azione più santa e più grande della celebrazione di una S. Messa”. Perché? Perché la S. Messa è, si può dire, la sintesi dell’Incarnazione e della Redenzione; contiene in sé la Nascita, la Passione e la Morte di Gesù per noi. Il Concilio Vaticano II ci insegna: “Il nostro Salvatore nell’ultima Cena, la notte in cui fu tradito, istituì il Sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, onde perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il Sacrificio della Croce” (Sacrosantum Concilium, n. 47)

     S. Tommaso d’Aquino con frase luminosa scrisse: “Tanto vale la celebrazione della S. Messa quanto vale la morte di Gesù in croce”. Per questo S. Francesco d’Assisi diceva: “L’uomo deve tremare, il mondo deve fremere, il cielo intero deve essere commosso, quando sull’altare, tra le mani del Sacerdote, appare il Figlio di Dio”. S. Teresa di Gesù diceva alle sue figlie: “Senza la S. Messa che cosa sarebbe di noi? Tutto perirebbe quaggiù, perché soltanto essa può fermare il braccio di Dio”. Senza di Essa certamente la Chiesa non durerebbe e il mondo andrebbe disperatamente perduto.

 

Scintilla:  

Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?  Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. 

(Salmo 116,12-13)

Pausa di silenzio con sottofondo musicale o canto (a scelta)

Quarta meditazione -  I benefici della Santa Messa

     Gli effetti salutari, che ogni Sacrificio della Messa produce nell’anima di chi vi partecipa sono ammirabili: ottiene il pentimento e il perdono delle colpe, diminuisce la pena temporale dovuta ai peccati, indebolisce l’impero di satana e i furori della concupiscenza, rinsalda i vincoli dell’incorporazione a Cristo, preserva da pericoli e disgrazie, abbrevia la durata del Purgatorio, procura un più alto grado di gloria in Cielo. “Nessuna lingua umana - dice S. Lorenzo Giustiniani - può enumerare i favori dei quali è sorgente il sacrificio della Messa; il peccatore si riconcilia con Dio, il giusto diviene più giusto, sono cancellate le colpe, annientati i vizi, alimentati le virtù e i meriti, confuse le insidie diaboliche”. Per questo S. Leonardo da Porto Maurizio non si stancava di esortare le folle che l’ascoltavano: “O popoli ingannati, che fate voi? Perché non correte alle Chiese per ascoltare quante Messe potete? Perché non imitate gli Angeli, che, quando si celebra la S. Messa, scendono a schiere dal Paradiso e stanno attorno ai nostri altari in adorazione, per intercedere per noi?”.

     Per questo dobbiamo stimarci fortunati ogni volta che ci è offerta la possibilità di ascoltare una Santa Messa, né tirarci mai indietro di fronte a qualche sacrificio per non perderla, specialmente nei giorni di precetto (domenica e feste).  Pensiamo a S. Maria Goretti che per andare a Messa la domenica percorreva a piedi, tra andata e ritorno, 24 chilometri! Pensiamo a Santina Campana che si recava a Messa con la febbre altissima addosso. E quante volte il Santo Pio da Pietrelcina celebrò la Messa febbricitante e sanguinante? Tanto più dobbiamo preferire la S. Messa ai divertimenti in cui si sciupa il tempo senza nessun vantaggio per l’anima. S. Luigi IX, re di Francia, ascoltava ogni giorno diverse Messe. Qualche ministro se ne lamentò dicendo che poteva dedicare quel tempo agli affari del regno. Il santo re disse: “Se impiegassi doppio tempo nei divertimenti, nella caccia, nessuno avrebbe da ridire”. Siamo generosi, e facciamo volentieri qualche sacrificio per non perdere un bene così grande. Sant’Agostino diceva ai suoi cristiani: “Tutti i passi che uno fa per recarsi ad ascoltare la S. Messa sono da un Angelo numerati, e sarà concesso da Dio un sommo premio in questa vita e nell’eternità”. E il S.Curato d’Ars aggiunge: “Com’è felice quell’Angelo Custode che accompagna un’anima alla Santa Messa”.

 

Scintilla: 

Che momento delizioso quando si riceve Gesù….Sembra che noi stringiamo lui,eppure è la nostra anima che, come granello d’incenso, si perde in Gesù, ed Egli solo vive e regna in noi.

  (Ven. M. Giuseppina di Gesù Crocifisso Carmelitana Scalza)

 

Pausa di silenzio con sottofondo musicale o canto (a scelta)

L’esempio

Mons. Luigi Novarese (1914-1984) Fondatore del “Centro Volontari della sofferenza”

Di lui si racconta: <<da sua madre comprese anche il valore dell’ Eucaristia. Ogni mattina alle 6, ella lo portava con sé a Casale per la Santa Messa. Luigi aveva solo cinque anni ma nonostante ciò desiderava ricevere Gesù nell’Eucaristia. Usando un innocente tranello, alla balaustra egli si alzò in punta di piedi per sembrare più alto e, quando il celebrante gli chiese se avesse già ricevuto la prima Comunione, annuì.

     Fu così che ricevette Gesù per la prima volta. Sua madre lo portò davanti al sacerdote affinché questi potesse sgridarlo per quanto aveva fatto. Il sacerdote interrogò il bambino sul catechismo, ed avendo risposte esatte, disse alla madre del bambino: “signora, suo figlio conosce il Catechismo meglio di noi! Lasciamolo in pace, tutto va bene”.

     Fu questo per Luigi, il più bel giorno della sua vita, L’anno seguente egli ricevette il sacramento della Cresima>>. Il tabernacolo diventerà per Luigi, come ricorda chi gli è stato accanto, culmine e sorgente per ogni difficoltà e conquista. I suoi proponimenti e consigli rivelano il grande amore verso questo Mistero: <<Impariamo a star vicino a Gesù e a far sovente la nostra comunione e a ringraziarLo con le parole della Madonna, “il Magnificat”, e vedrete che, a poco a poco, noi saremo realmente trasformati il Cristo e diventeremo una vera e reale trasparenza di Gesù con la sua mentalità e con il suo modo di fare>>.



                  PREGHIERA DA RECITARSI INSIEME

                 Ti prego ardentemente, o Signore, non lasciarmi cadere nello scoraggiamento

ma fa’ che viva di speranza; fa’ che il mio cuore, amareggiato nella sua desolazione,

                   sia addolcito con le tue consolazioni; fa’ che avendoti cercato affamato,

                   non rimanga digiuno di Te: mi sono avvicinato a te famelico,

                     non permettere che mi allontani senza essere saziato;

                  povero mi sono accostato al ricco, miserabile al misericordioso;

                            non permettere che me ne torni vuoto e scontento….

insegnami a cercarTi, mostrati a chi ti cerca, perché non posso né cercarTi,

se tu non me lo insegni, né trovarti se tu non Ti manifesti.

Fa’ o Signore, che possa cercarTi desiderandoTi,

possa trovarTi amandoTi e Ti possa amare trovandoTi.

(Sant’Anselmo d’Aosta)

Canto di Adorazione

                

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