N.1
La Preghiera della
Massaia
<<Signore, padrone delle pentole, dei piatti
e delle casseruole, fra cui passo le mie giornate, non posso essere la santa che
medita seduta ai piedi del Maestro e che ricama per Lui con mani bianche una
candida veste di broccato.Bisogna
che io diventi santa qui in cucina. Perciò fa in modo che io ti piaccia quando
accendo la stufa, quando sorveglio la minestra sul fuoco, quando lavo i piatti e
li asciugo. Se ho le mani di Marta, che il mio cuore sia quello di Maria. Quando
lavo per terra inginocchiata, penso alle tue mani che hanno sanato tante piaghe
e assolto i nostri torti. Se lucido le scarpe penso ai sandali tuoi, Signore.
Scusami se non ho il tempo di pregare a lungo. La mia casa riscalda col tuo
cuore. E non lasciarmi sola quando sono triste. E con pazienza ascoltami se
qualche volta, stanca, mi lamento; se ti era tanto caro nutrire i tuoi seguaci
sulla montagna, sulle rive del lago e nella casa, provvedi anche ai miei cari
che fra poco tornano a casa.
E quando servo a tavola il pranzo che sta a mensa,
accettalo anche Tu; perché in ognuno dei miei cari io serva Te, o
Signore!>>.
N.2 La preghiera e le distrazioni dell'eremita
La
preghiera è il più alto impegno per lo spirito umano e ne è,
ad un
tempo, la manifestazione più delicata.
E’ indubbiamente come riconosceva un fisiologo di fama mondiale quale Alexis Carrel la più grande forza dell’uomo, ma è anche delicatissima realtà, delicata quanto un petalo di rosa.
Quando si prega bisogna, infatti, superare due scogli pericolosi:
la faciloneria, che porta a pregare tanto per pregare, e l’ angelismo inumano, che pretende dall’uomo ciò che dall’uomo non si può pretendere.
Conoscete
la storiella dell’eremita che aveva fama di pregare senza alcuna distrazione?
Un montanaro, dotato di molto buon senso, andò a trovarlo.
« Ti regalerò — gli disse — un somarello, che ti servirà per scendere in paese, a questa condizione: che tu riesca a recitare cinque volte il “Pater” senza distrarti ».
« Accetto senz’altro! »l’eremita e sicuro del fatto suo, congiunte le mani, cominciò la recita del primo Pater. «Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga... » Qui s’interruppe per chiedere al montanaro:
« Con la sella... il somarello... o senza? » Anche lui, l’eremita orante, si era distratto nella preghiera!
(Padre Mariano – vivere il quotidiano
con fedeltà – Gribaudi)
N.3 La preghiera della devota Vishu'
Signore,
ti chiedo perdono per tre miei peccati gravi:
il primo e’ che mi sono recata in pellegrinaggio in molti santuari,
senza pensare che tu sei presente in ogni luogo;
il secondo e’ che ho invocato spesso il tuo aiuto,
dimenticando che tu sai meglio di me cio’
di cui ho bisogno; e infine, ecco che vengo a chiederti perdono
dei miei peccati, pur sapendo che sono gia’ stati perdonati
prima ancora di essere commessi.
Anthony de Mello (La preghiera della rana - ed.S.Paolo)
N.4 La preghiera del pellegrino
O Amore traboccante del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,
Tu vieni
nella dimora del nostro cuore, viaggi
sulle nostre strade,
ci
accompagni nella
nostra famiglia,
ci
raggiungi nel
luogo del nostro lavoro,
partecipi
alla mensa
della nostra gioia,
ti
accosti al letto della nostra malattia,
ti
immergi nella nostra cultura,
ti
impegni con
noi nella ricerca scientifica e tecnologica,
lotti
con noi per
la libertà e la pace,
condividi
i nostri
sforzi per un mondo di solidarietà
assecondi
l’anelito
che ci indirizza a te,
affronti
con noi la
paura del la morte,
l’incertezza sul senso della vita, il peso interiore del rimorso
il bisogno urgente di perdono.
Raggiunti e amati, calziamo i sandali dei figli e camminiamo con te,
che trasformi il nostro viaggio in semina.
Condividiamo ogni dono con gli altri, colmati di vita e di bene che
vengono da te,
mentre il tuo sguardo e la tua voce ci confermano
che l’umanità è il santuario della tua presenza.
Angelo
De Simone
N.5 La preghiera del catechista
Chiamato ad annunciare la tua Parola,
aiutami,
Signore, a vivere di te
e
a essere strumento della tua pace.
Assistimi
con la tua luce, perché i ragazzi
che
la comunità mi ha affidato
trovino
in me un testimone credibile del Vangelo.
Toccami
il cuore e rendimi trasparente la vita, perché le parole,
quando
veicolano la tua, non suonino false sulle mie labbra.
Esercita
su di me un fascino così potente,
che,
prima ancora dei miei ragazzi, io abbia a pensare come te,
ad
amare la gente come te, a giudicare la storia come te.
Concedimi
il gaudio di lavorare in comunione,
e
inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri,
pretendo
di fare la mia corsa da solo.
Regalami,
perciò, il conforto di veder crescere i miei ragazzi
nella
conoscenza e nel servizio di te,
uomo
libero e irresistibile amante della vita.
Infondi in me una grande passione per la verità,
e
impediscimi di parlare in tuo nome
se
prima non ti ho consultato con lo studio
e
non ho tribolato nella ricerca.
Salvami
dalla presunzione di sapere tutto.
Dall’arroganza
di chi non ammette dubbi.
Dalla
durezza di chi non tollera ritardi.
Dal
rigore di chi non perdona debolezze.
Dall’ipocrisia
di chi salva i principi e uccide le persone.
Trasportami, dal Tabor della contemplazione, alla pianura dell’impegno quotidiano.
E
se l’azione inaridirà la mia vita, riconducimi sulla montagna
del silenzio. Dalle alture scoprirò i
segreti della <<contemplattività>>,
e il mio sguardo missionario arriverà
più facilmente agli estremi confini della terra.
Affidami
a tua Madre. Dammi la gioia di custodire i miei ragazzi
come lei custodì Giovanni.
E
quando, come lei, anch’io sarò provato dal martirio,
fa’
che ogni tanto possa trovare riposo
reclinando
il capo sulla sua spalla. Amen.
(Don Tonino Bello - Scrivimi - lettera ai catechisti)
N.6 Preghiera di una mamma
Signore,
ti ringrazio per la nuova vita che sento crescere dentro di me.
Questa
presenza mi fa vedere persone e cose in modo diverso,
mi
riempie di tenerezza e rinnova in me
una
grande ammirazione
per
il mistero della tua opera creatrice che continua attraverso
la
mia persona.
Sono
felice di essere donna e di essere madre.
Veglia,
ti prego, su questa creatura che tu già vedi e conosci.
Io percepisco soltanto il suo fruscio, lieve come una carezza,
e sogno i lineamenti del suo volto, il colore degli occhi e dei capelli.
Lasciami sognare, ti prego, ma aiutami a conoscerla perché
possa accompagnarla fin d’ora nel cammino della vita.
Fa che la fatica della gravidanza e la paura del parto non turbino
la mia serenità e possa vivere questa meravigliosa “avventura”
affidandomi alla tua Provvidenza.
Maria, tua madre coraggiosa e tenera,
e la tua dolce nonna S.Anna,
mi siano accanto in questo tempo di attesa e mi rendino capace
di accogliere questa bambina o bambino, con lo stesso amore
con cui la mamma tua accolse te. Amen
N.7 Preghiera di un pagliaccio
SIGNORE, sono un fallito, però ti amo,
Ti amo terribilmente, pazzamente,
che è l’unica maniera che ho di amare perché,
io sono solo un pagliaccio.
Sono vari anni che sto nelle Tue mani,
presto verrà il giorno in cui volerò da Te…
la mia bisaccia è vuota,
i miei fiori appassiti e scoloriti, solo il mio cuore è intatto.
Mi spaventa la mia povertà però mi consola la tua tenerezza.
Sono davanti a Te come una brocca rotta,
però con la mia stessa creta puoi farne un’altra come ti piace……
SIGNORE, cosa Ti dirò quando mi chiederai conto?
Ti dirò che la mia vita,
umanamente, è stata un fallimento,
che ho volato molto basso.
SIGNORE, accetta l’offerta di questa sera……..
La mia vita, come un flauto, è piena di buchi…….
ma prendila nelle Tue mani divine.
Che la Tua musica passi attraverso me
e sollevi i miei fratelli, gli uomini,
che sia per loro ritmo e melodia,
che accompagni il loro camminare,
allegria semplice dei loro passi stanchi……..
(da un manoscritto spagnolo)
N.8
Preghiera di un capo Sioux
O
Grande Spirito,la cui voce sento nei venti
ed il cui respiro dà vita a tutto il mondo, ascoltami.
Vengo
a Te,uno dei tuoi tanti figli.
Sono piccolo e debole.
Ho bisogno della Tua forze, della Tua saggezza.
Lasciami
camminare fra le cose belle
e fa' che i miei occhi ammirino il tramonto rosso e oro.
Fa'
che le mie mani rispettino ciò che Tu hai creato,
e le mie orecchie siano acute nell’udire la Tua voce.
Fammi
saggio, così che io conosca le cose
che Tu hai insegnato al mio popolo,
le lezioni che hai nascosto in ogni foglia, in ogni roccia.
Cerco forza,non per essere superiore ai miei fratelli,
ma per essere abile a combattere
il mio più grande nemico: me stesso.
Fa
che io sia sempre pronto a venire a Te,
con mani pulite e occhi diritti,
così che quando la vita svanisce, come luce al tramonto,
il mio spirito possa venire a Te senza vergogna.
N.9
Preghiera del mattino
Signore!
Nel silenzio di questo giorno che inizia, vengo a chiederTi
la pace, la saggezza, la forza;
voglio guardare oggi il mondo con occhi pieni di amore,
essere paziente; comprensivo, mite e prudente;
vedere al di là delle apparenze i tuoi figli
come
Tu stesso li vedi;
e così non vedere che il bene in ciascuno.
Chiudi le mie orecchie ad ogni calunnia e mormorazione.
Frena la mia lingua da ogni malevolenza,
che solo di benedizioni si riempia il mio spirito.
Che io sia così buono e allegro,
che quanti si avvicinano a me sentano la Tua presenza.
Rivestimi della Tua bellezza, o Signore;
e fa' che nel trascorrere di questa giornata,
io
Ti riveli a tutti. Amen!
N.10 Padre Mio
Padre, io non ero
e Tu mi hai pensato;
Tu mi hai chiamato dal nulla
e mi hai tatto dono di rispondere: io sono.
Tu hai guidato con segreta provvidenza
la vita della mia esistenza,
Tu hai disposto le tappe del mio cammino.
Da lontano mi hai chiamato perché io ti rispondessi vicino.
Sono, creatura nelle Tue mani,
argilla deforme e immagine del Tuo volto.
Ricomponi in me le Tue sembianze,
e non giudicarmi se io le ho dimenticate.
Io sono fragile nelle Tue mani potenti,
la mia infermità è indice del Tuo dominio,
ma le Tue mani sono pietose:
sorreggono e sostengono, puniscono e vivificano.
lo metterò in esse la mia vita:
dove niente si perde, perderò l’essere mio in Te,
Padre mio, mio principio e mia fine.
(Paolo VI)
N.11 Festa della Misericordia
Tu, Padre misericordioso, gioisci di più
per una sola anima pentita che per novantanove giusti
che non hanno bisogno di conversione.
E noi, con grande gioia sentiamo narrare
quanto è felice il pastore nel riportare sulle spalle la pecora
che si era smarrita, e strappa lacrime di gioia
la festa che si fa nella tua casa quando si legge
il racconto del tuo figlio minore che era morto ed è risuscitato,
era perduto ed è stato ritrovato.
Tu gioisci in noi e nei tuoi angeli,
resi santi da un amore santo;
sei infatti sempre il medesimo,
sempre nel medesimo modo conosci tutte le cose,
che pure non esistono sempre nè sempre allo stesso modo.
(Sant’ Agostino)
N.12 Non piangete i vostri morti
Nessuno, dunque pianga più i morti, nessuno si disperi,
né rigetti così la vittoria di Cristo.
Egli
infatti ha vinto la morte. Perché dunque piangi?
A
che pro gemi e ti lamenti!
Coraggio, c’è la risurrezione con assoluta certezza:
dorme non è morta; riposa, non è perduta per sempre.
Sono infatti ad accoglierla la risurrezione, la vita eterna,
l’immortalità e l’eredità stessa degli angeli.
Non senti il Salmo che dice: “Torna, anima mia, al tuo riposo,
perché Dio ti ha fatto grazia”.
Dio chiama “grazia” la morte, e tu ti lamenti? –
(S.Giovanni Crisostomo)
N.13 Pace nella cella
Pace
nella cella: fuori d’essa, invece,
molte
sono le guerre.
Ascolta
tutti. Credi a pochi. Porta rispetto a tutti.
Non
credere tutto quello che ascolti.
Non
giudicare tutto ciò che vedi.
Non
arrischiare tutto ciò che potresti fare
Non
dar via tutto quanto hai.
Non
dire mai tutto quello che sai,
Prega. Leggi. Fuggi (l’ozio).
Taci.
Rilassati.
Chi
vuol trascorrere la vita gradita al cielo,
legga
spesso questi consigli saggi:
Tre cose passate.
Il male commesso
Il bene non fatto
Il tempo perso.
Tre cose presenti:
La
brevità della vita
La
difficoltà di salvarsi
Il numero limitati dei salvati
Quattro cose future:
La
morte: nulla è più certo
Il
giudizio: niente è più severo
L’inferno:
nulla è più terribile
Il
paradiso: nulla è più bello
(B. Papa Giovanni XXIII)
N.14
- Fratello,
se tu vedi il tuo peccato,
sei più grande di chi risuscita i morti
Quando
guardi gli uomini dì nel tuo cuore
tutti saranno salvati, io solo sarò dannato.
Se
pensi all’inferno, credi che esso esiste
ma solo per te che sei peccatore
Conserva il tuo spirito all’inferno
ma non disperare mai dell’amore di Dio
Se pensi di andare all’inferno
pensa che anche là potrai sempre cantare
l’amore di Dio per te.
Se il Tuo Signore è asceso nell’alto,
Egli è pure disceso in basso, all’inferno
Se il Tuo Signore ha regnato dal legno
ha regnato e regna anche per te
Se il Tuo Signore ha preso l’ultimo posto
il più basso, tu non potrai mai rubarglielo!
Se scenderai agli inferi troverai il Signore
Se salirai nei cieli Egli ti attende!
Da quel giorno, da quell’alba Pasquale
il
Tabor e il Golgota sono un unico monte.
(Enzo Bianchi – Comunità di Bose – facendo memoria della comune Madre,
la Vergine Santa venerata a Czestochova, dai cattolici e dagli ortodossi slavi)
N.15 - Il mio penare
Il mio penare è una chiavina d’oro
piccola, ma che m’apre un gran tesoro.
E’ croce, ma è la croce di Gesù:
quando l’abbraccio non la sento più.
Non ho contato i giorni del dolore,
so che Gesù li ha scritti nel suo cuore.
Vivo momento per momento e allora
il giorno passa come fosse un’ora.
Mi han detto che guardata dal di là,
la vita tutta un attimo parrà.
Passa la vita, vigilia di festa;
muore la morte…il Paradiso resta.
Due stille ancora dell’amato pianto
e di vittoria poi l’eterno canto.
P. Giovanni Bigazzi S.J.
N.16 - Il prete: grandissimo e piccolissimo
Un
prete deve essere: grandissimo e piccolissimo
Nobile di spirito come un discendente di re
Semplice e dimesso come un servo di contadino
Un eroe che ha vinto se stesso
Un uomo che ha lottato con Dio
Una sorgente di vita santa
Un peccatore al quale Dio ha perdonato
Un dominatore dei propri desideri
Un servitore dei deboli e degli inquieti
Di fronte a nessun grande s’inchina
Un discepolo del suo Maestro
Una guida nella lotta degli spiriti
Un mendicante con le mani imploranti
Un araldo con doni preziosi
Un uomo nel campo del combattimento
Una madre al capezzale degli ammalati
Un vecchio nel contemplare
Un bimbo nel confidare
Tende alle cose più alte
Non disprezza le cose più piccole
Destinato alla gioia
Ha
familiarità con il dolore
E’ lontano da ogni rimpianto
Chiaro
nel pensare
Schietto nel parlare
Amico della pace
Nemico
nell’inerzia
Stabile in se stesso
Del tutto diverso da quanto sono io
(Da un manoscritto medioevale di Salisburgo)
N.17
Non tornare indietro
SE
la porta del mio cuore resta chiusa, SIGNORE
sfondala ed entra nel mio animo,
NON
TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!
SE qualche giorno nelle corde del liuto non risuona il tuo dolce nome,
per pietà, aspetta un poco,
NON
TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!
SE qualche volta la tua voce non rompe il mio sonno profondo,
risvegliami con i colpi del tuo tuono,
NON
TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!
SE qualche giorno sul tuo trono preferirò far sedere un altro,
o RE di tutti i giorni della mia vita,
NON
TORNARE INDIETRO, o SIGNORE!
-- R. TAGORE--
N.18 Solo per oggi
SOLO PER OGGI, cercherò di vivere alla giornata,
senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta
Solo per oggi, avrò la massima cura del mio aspetto:
vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; non criticherò nessuno;
on pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso
Solo per oggi, sarò felice nella certezza che sono stato creato
per essere felice non solo nell’altro mondo ma anche quaggiù
Solo per oggi, mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che
le circostanze si adattino tutte ai miei desideri
Solo per oggi, dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche
lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del
corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima
Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno
Solo per oggi, farò almeno una cosa che non desidero fare e,
mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga
Solo per oggi, mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò.
E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l’indecisione
Solo per oggi, crederò, nonostante le apparenze, che la provvidenza
di Dio si occupa di me come nessun altro esistente al mondo
solo per oggi, non avrò timori. In particolare non avrò paura
di ciò che è bello e di credere alla bontà.......
Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe
se pensassi di farlo per tutta la vita.
da
<< Il giornale dell’anima del Beato Papa Giovanni XXIII >>
N.19 Una ricetta per tutto l'anno
Canta – Cammina – Sorridi a tutti – Costruisci un album di famiglia – Imita nel bene quelli che ami – Chiama i tuoi amici al telefono – Dì a qualcuno : <<Ti voglio bene>> - Parla con Dio – Ritorna bambino un’altra volta – Salta alla corda – Abolisci la parola “rancore” – Di di sì – Mantieni le promesse – Ridi – Leggi un buon libro - Chiedi aiuto – Cambia pettinatura – Corri – Ascolta una canzone – Permettiti di sbagliare – Perdonati – Ricorda compleanni e onomastici – Pensa – Termina un progetto – Aiuta un ammalato – Regala un bagnoschiuma – Offriti volontario – Sogna ad occhi aperti – Compi un favore – Elimina un vestito – Spegni il televisore e dialoga – Comportati amabilmente – Ascolta il canto dei grilli e degli uccelli – Ringrazia Dio per il sole – Nascondi i tuoi crucci – Accetta un complimento – Concediti ciò che hai sempre desiderato – Toccati la punta dei piedi – Dimostra la tua felicità – Fatti un regalo – Lascia che qualcuno abbia cura di te – Guarda un fiore con attenzione – Lasciati guardare da un fiore, dalle nuvole, dalle stelle – Impedisciti per un giorno di dire: <<Non posso>> - Canta mentre fai la doccia – Vivi ogni minuto nella mano di Dio – Incomincia una tradizione familiare – Per oggi non preoccuparti – Pratica il coraggio e la fedeltà nelle piccole cose –Aiuta un vicino anziano – Accarezza un bimbo – Guarda vecchie foto – Ascolta un amico – Immagina le onde del mare –Cedi il passo – Gioca con la tua mascotte – Dai una pacca sulla spalla – Fai un pic-nic nell’anima – Permettiti di essere simpatico – Fai il tifo per la tua squadra – Dipingi un quadro – Delega un lavoro – Saluta il nuovo vicino di casa – Fai un piccolo scambio – Fa sentire “benvenuto” qualcuno – Prova a non dire: <<Ormai>> - Chiedi scusa – Permetti a qualcuno di aiutarti – Convinciti che non sei solo – Impegnati a vivere con passione: nulla di grande si fa senza di essa - Sii un incorreggibile ottimista – Porta a termine un impegno con lo stesso entusiasmo degli inizi – Lascia perdere il pettegolezzo e non ripensare a un’offesa – Credi che in ogni cuore c’è un germe di bontà e di bene da scoprire – Regalati ogni giorno una sorsata di parola di Dio –
(Trovata in una Chiesetta di montagna)
N.20
- Il tuo desiderio è la tua preghiera (S.Agostino)
Il tuo desiderio è la tua
preghiera: se continuo è il tuo desiderio continua è pure la tua preghiera.
L’Apostolo infatti non a caso afferma: “Pregate incessantemente”
(1 Ts. 5, 17). S’intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio
o prostrati o con le mani levate
per obbedire al comando di pregare incessantemente?
Se intendiamo così il pregare,
ritengo che non possiamo farlo senza interruzione.
Ma v’è un’altra preghiera,
quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio.
Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare.
Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare.
Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce.
Tacerai,
se smetterai di amare.
Tacquero
coloro dei quali fu detto:
“Per
il dilagare dell’ iniquità, l’amore di molti si raffredderà” - ( Mt 24,
12).
La freddezza dell’amore è il
silenzio del cuore, l’ardore dell’amore è il grido del cuore.
Se resta sempre vivo l’amore, tu gridi sempre; se gridi
sempre, desideri sempre;
se desideri, hai il pensiero
volto alla pace.
“E davanti a te sta ogni mio
desiderio” (Sal 37,10).
Se sta davanti a Lui il
desiderio, come può non essere davanti a Lui
anche il gemito che è la voce
del desiderio?
Perciò egli continua: “E il
mio gemito a te non è nascosto”
(Sal 37,10), ma lo è a molti
uomini.
(S.
Agostino dal “Commento sui Salmi”)
N.21
- Dove vengo giudicato
Quando l’uomo considera, al fondo di se stesso,
con occhi arsi d’amore, l’immensità di Dio....;
quando l’uomo in seguito, guardandosi,
conta i suoi attentati contro l’immenso e fedele Signore.....,
non conosce disprezzo abbastanza profondo da soddisfarlo.....
Cade in uno stupore strano,
lo stupore di non potersi disprezzare abbastanza profondamente......
Si rassegna dunque alla volontà di Dio e, nell’abnegazione intima,
trova la vera pace, invincibile e perfetta,
quella che nulla riuscirà a turbare.
Poiché è sprofondato in un abisso tale
che nessuno andrà a cercarlo lì.....
I nostri stessi peccati sono diventati per noi
fonte di umiltà e d’amore.....
Essere immersi nell’umiltà, è come essere immersi in Dio,
poiché Dio è il fondo dell’abisso, supremo in altezza,
supremo in profondità.
L’umiltà ottiene le cose troppo alte per essere insegnate;
raggiunge e possiede ciò che la parola non raggiunge.
(Beato
Jean Ruysbroeck l’Ammirevole, 1293-1381)
"da PREGHIERE DELLA GENTE" (pag. 430) di Alessandro Maggiolini –
Devozioni Popolari - OSCAR MONDADORI
N.22 Il frutto del silenzio è la preghiera
Comincio sempre la mia preghiera in silenzio, perché è nel silenzio del cuore che Dio parla. Dio è amico del silenzio: dobbiamo ascoltare Dio perché ciò che conta non è quello che diciamo noi, ma quello che Egli dice a noi e attraverso di noi.
La preghiera alimenta l’anima: essa sta all’anima come il sangue sta al corpo, e porta più vicini a Dio. Dona inoltre un cuore limpido e puro. Un cuore limpido può vedere Dio, può parlare a Dio e può vedere l’amore di Dio negli altri. Quando hai un cuore limpido, vuol dire che sei aperto e onesto con Dio, che non Gli stai nascondendo nulla, e ciò consente a Lui di prendere da te quello che vuole. […]
Esiste un solo Dio ed Egli è il Dio di tutti. E’ importante, dunque, che ognuno venga considerato uguale davanti a Lui. Ho sempre detto che dovremmo aiutare un hindu' a diventare un hindu' migliore, un musulmano migliore, un cattolico a diventare un cattolico migliore.
(Beata Madre Teresa di Calcutta)
N.23 Il frutto della preghiera è la fede
Dio è ovunque e in ogni cosa e senza di Lui non possiamo esistere. Io non ho mai dubitato dell’esistenza di Dio, nemmeno per un momento, ma so che talune persone sono dubbiose. Se non credi in Dio, puoi aiutare gli altri facendo opere d’amore, e i frutti di queste opere saranno le grazie che entrano nella tua anima. Comincerai allora, lentamente, ad aprirti e a desiderare la gioia di amare Dio. […]
Siamo tutti capaci di fare il bene e il male. Non siamo nati cattivi: ognuno ha
dentro qualcosa di buono. Alcuni lo nascondono, altri lo trascurano, ma c’è.
Dio ci ha creati per amare ed essere amati, e la prova a cui Dio ci sottopone
sta nel vedere se scegliamo una strada o l’altra. Qualsiasi negligenza
nell’amare può indurre a dire «si» al male, e quando ciò avviene, non
abbiamo idea di quanto si possa diffondere. Questo è triste. Se qualcuno
sceglie il male, si erge un ostacolo tra quella persona e Dio: e chi è gravato
da quel fardello non riesce più a vedere Dio chiaramente. Ecco perché dobbiamo
evitare qualsiasi tipo di tentazione che ci distruggerà. La preghiera ci dà la
forza per sconfiggere le tentazioni: se siamo vicini a Dio diffondiamo gioia e
amore su chiunque sia intorno a noi.
Se il male si impossessa di qualcuno, questi, a sua volta può diffondere il male intorno a sé. Se siamo vicini a persone di questo tipo, dobbiamo provare ad aiutarle, e mostrare loro che anch’esse stanno a cuore a Dio. Prega intensamente per favorire il loro riavvicinamento alla preghiera, di modo che possano vedere ancora Dio in se stesse, per poterLo poi vedere negli altri. È questo che aiuta la persona cattiva, perché tutti, indistintamente, sono stati creati dalla stessa mano amorevole. L’amore di Cristo è sempre più forte del male nel mondo, e dunque abbiamo bisogno di amare e di essere amati: è tanto semplice. Non dovrebbe essere una conquista così dura. […]
(Beata Madre Teresa di Calcutta)
N.24 Il frutto della fede è l'amore
La peggiore malattia dell’Occidente oggi non è la tubercolosi o la lebbra, ma
è il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati. La medicina può
guarire le malattie del corpo, ma l’unica cura per la solitudine, la
disperazione e la mancanza di prospettive è l’amore. Vi sono molte persone al
mondo che muoiono per un pezzo di
pane, ma un numero ancora maggiore muore per mancanza d’amore. E la povertà
in Occidente assume forme nuove: non è solo solitudine, ma anche povertà
spirituale. Vi è fame d’amore, e vi è fame di Dio. […]
L’amore
non è accondiscendente, e la carità non ha nulla a che vedere con la pietà:
è amore. Carità e amore sono la stessa cosa. Con la carità dai
amore: perciò non limitarti a dare denaro, ma invece tendi la mano. […]
L’amore
non ha senso se non viene condiviso. L’amore deve venire posto all’opera.
Devi amare senza aspettative, fare qualche cosa per l’amore fine a se stesso,
non per quello che ne potrai ricevere in cambio. Se ti attendi qualche forma di
ricompensa, non è amore: l’amore vero è amare senza condizioni e senza
aspettative. […]
Ciò
che conta non è quanto fai, ma quanto amore metti in ciò che fai e condividi
con gli altri. Cerca di non giudicare gli altri. Se giudichi gli altri, non stai
dando nessun amore. Piuttosto, cerca di aiutarli comprendendo quali sono le loro
esigenze e agendo per farvi fronte. […]
Dobbiamo
crescere nell’amore, e per farlo dobbiamo continuare ad amare e amare e a dare
e dare finché non ci fa male – come ha fatto Gesù. Fare cose ordinarie con
straordinario amore: piccole cose, come assistere i malati e i senzatetto, chi
è solo o non è stato desiderato, lavare e pulire per loro.
Devi dare ciò che ti costa qualcosa. Quindi, non significa solo donare ciò di cui puoi fare a meno, ma ciò di cui non puoi fare a meno o di cui non vorresti fare a meno, qualcosa che ti piaccia davvero. Allora il tuo dono diviene un sacrificio, che avrà valore davanti a Dio. Qualsiasi sacrificio è utile se viene fatto con amore.
Anche questo dare finché non ti fa male – questo sacrificio – fa parte di quello che io chiamo amore in azione. […]
La parola d’ordine dei primi cristiani era «gioia», e dunque continuiamo a servire il Signore con gioia.
La gioia è amore, la gioia è preghiera, la gioia è forza. Dio ama chi
dà con gioia; se tu dai con gioia, dai sempre di più. Un cuore allegro è il
risultato di un cuore ardente d’amore.
Le opere d’amore sono sempre opere di gioia. Non abbiamo bisogno di cercare la felicità: se possediamo l’amore per gli altri, ci verrà data. È il dono di Dio.
(Beata Madre Teresa di Calcutta)
N.24 Il frutto dell'amore è servizio
La preghiera attiva è amore, e l’amore attivo è il servizio. Cerca in ogni momento di dare incondizionatamente qualsiasi cosa di cui una persona abbia bisogno. L’importante è fare qualche cosa (per quanto piccola) e dimostrare con le proprie azioni, donando il proprio tempo, che si vuol bene. A volte vorrà dire impegnarsi in un lavoro fisico (come facciamo nelle nostre Case per i malati e i moribondi), altre volte offrire sostegno spirituale a chi se ne sta sempre chiuso in casa. Se un malato vuole medicine, dagli medicine, se ha bisogno di conforto, confortalo.
Siamo tutti figli di Dio, perciò è importante condividere i Suoi doni. […]
Il nostro lavoro è costante, le nostre Case sono piene. I problemi dei poveri continuano, e quindi continua il nostro lavoro. Eppure tutti, non solo i Missionari della Carità, possono fare qualcosa di buono per Dio andando incontro ai poveri dei loro paesi. Non vedo alcuna esitazione ad aiutare gli altri, vedo solo gente piena d’amore di Dio che vuole compiere opere d’amore. È questo il futuro – questo è il desiderio di Dio, che noi dobbiamo servire per mezzo dell’amore nell’azione, e dobbiamo lasciarci ispirare dallo Spirito Santo ad agire quando vi siamo chiamati.
Non saremmo in grado di svolgere il nostro lavoro senza i volontari. Vengono da molte esperienze, culture e fedi diverse, ma noi chiediamo loro solo di essere in grado di dare amore e tempo agli altri.
(Beata Madre Teresa di Calcutta)
N.25 Il frutto del servizio è la pace
Le
opere dell’amore sono sempre opere di pace. Ogni volta che dividerai il tuo
amore con gli altri, ti accorgerai della pace che giunge a te e a loro. Dove
c’è pace c’è Dio; è così che Dio tocca le nostre vite e mostra il Suo
amore per noi, riversando pace e gioia nei nostri
cuori. […]
Abbiamo
diritto di vivere felici e in pace. Siamo stati creati per questo – per essere
felici- e possiamo trovare la vera felicità e la vera pace solo quando siamo in
un rapporto d’amore con Dio: vi è gioia nell’amare Dio, vi è grande
felicità nell’amarLo. Molti pensano, specie in Occidente, che il denaro renda
felici. Io penso invece sia più difficile essere felice se sei ricco, perché
ti è più difficile vedere Dio: hai troppe altre cose a cui pensare . Se
tuttavia Dio ti ha dato il dono della ricchezza, allora usala per i Suoi
scopi:aiutare gli altri, aiutare i poveri, creare posti di lavoro, dare lavoro
agli altri. Non sprecare la tua ricchezza: anche avere cibo, una casa, dignità,
libertà, salute e istruzione sono tutti doni di Dio, ed è questo il motivo per
cui dobbiamo aiutare chi è meno
fortunato di noi. […]
(Tratto dal libro di Madre Teresa con Lucinda Vardey: Il cammino semplice, Milano Oscar Mondadori 2001)
N.26 Io mi abbandono o Dio nelle tue mani
Gira e rigira questa argilla come creta nelle mani del vasaio. Dalle una forma e poi spezzala se vuoi. Domanda, ordina: <Cosa vuoi che io faccia, cosa vuoi che io non faccia?>>. Innalzato, umiliato, perseguitato, incompreso, calunniato, consolato, sofferente, inutile a tutto, non mi resta che dire,
ad
esempio della tua Madre:
<<Sia
fatto di me secondo la tua parola>>.
Dammi l’Amore per eccellenza, l’amore della croce, ma non delle croci eroiche che potrebbero nutrire l’amor proprio, ma di quelle croci volgari, che purtroppo porto con ripugnanza....
di quelle che s’incontrano ogni giorno nella contraddizione, nell’oblìo, nell’insuccesso,
nei falsi giudizi, nella freddezza, nei rifiuti e nel disprezzo degli altri, nel malessere
e
nei difetti del corpo, nelle tenebre della mente e nel silenzio e aridità del
cuore.
Allora solamente Tu saprai che ti amo, anche se non lo saprò io; ma questo mi basta.
(Robert Kennedy la recitava tutte le mattine)
N.27 - La preziosità del silenzio
Il
silenzio è mitezza:
quando
non rispondi alle offese
quando
non reclami i tuoi diritti
quando
lasci a Dio la tua difesa e il tuo onore
Il
silenzio è magnanimità:
quando
non riveli le colpe dei fratelli
quando
perdoni senza indagare nel passato
quando
non condanni, ma intercedi nell’intimo
Il
silenzio è pazienza:
quando
soffri senza lamentarti
quando
non cerchi consolazioni umane
quando
non intervieni, ma attendi che il seme germogli
Il
silenzio è umiltà:
quando
taci per lasciare emergere i fratelli
quando
celi nel riserbo i doni di Dio
quando
lasci che il tuo agire sia male interpretato
quando
lasci ad altri la gloria dell’impresa
Il
silenzio è fede:
quando
taci perché è lui che agisce
quando
rinunci alle voce del mondo
per
stare alla sua presenza
quando
non cerchi comprensione
perché
ti basta essere conosciuto da lui
Il
silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere
conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è
sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocerti e uccidere
Infine
il silenzio è adorazione:
quando abbracci la croce, senza
chiedere il perché
nell’intima certezza che questa è
l’unica via giusta.
(Da un condensato di S.Giovanni della
Croce)
N.28 - Quale sei tu?
L’oro per essere purificato deve passare attraverso il fuoco, così
come l’essere umano ha bisogno di prove per fortificare il proprio carattere.
Una
figlia si lamentava con il padre per le difficoltà sperimentate nella vita. Era
stanca di continuare a lottare e stava per arrendersi: infatti, si era accorta
che, una volta risolto un problema, se ne presentava subito un altro.
Il
padre, cuoco di professione, decise di portarla in cucina: lì riempì tre
pentole di acqua e le mise sul fuoco a scaldarsi. Dopo poco tempo, l’acqua
delle tre pentole iniziò a bollire. Nella prima pentola depose delle carote,
nella seconda delle uova e nella terza dei chicchi di caffè. La figlia,
impaziente, si domandava che cosa stesse facendo.
Dopo venti minuti il padre spense il fuoco e, prese le carote, le sistemò
in una ciotola; quindi depose le uova in una scodella, il caffè filtrato in una
tazza. Poi rivolgendosi alla figlia, le chiese: «Che cosa vedi?».
«Carote, uova e caffè», fu l’immediata risposta. Il padre la invitò
ad avvicinarsi e le chiese di toccare le carote, facendole osservare che erano
morbide. Poi le chiese di prendere un uovo e di romperlo facendole notare che,
una volta tolto il guscio, l’uovo era duro. Infine le chiese di gustare il
caffè e lei sorrise, mentre ne assaporava il ricco aroma.
La figlia
gli domandò: «Che significa tutto questo?».
Il padre le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa
avversità, l’acqua bollente, però ognuno aveva reagito in forma diversa.
La carota era stata introdotta nell’acqua forte e dura, ma il contatto
con l’acqua bollente l’aveva resa debole e fragile.
Quando l’uovo era stato immerso nell’acqua era fragile e il suo
guscio sottile serviva a proteggerne il liquido interno. Una volta esposto
all’acqua bollente, il suo interno aveva acquisito una consistenza solida e
dura.
Invece i grani di caffè, a contatto con l’acqua bollente, ne avevano
cambiato il colore.
«Quale
di questi rispecchia il tuo modo di reagire alle avversità?», domandò il
padre alla figlia. «Sei una carota, un uovo o un grano di caffè? Sei forte
come la carota prima di essere immersa nell’acqua, ma quando l’avversità o
il dolore bussano alla porta, diventi debole? O sei come l’uovo che
inizialmente
presenta un cuore fluido e adattabile ma, dopo un distacco o una morte, diventa
duro e rigido? O sei come un grano di caffè che riesce a cambiare il colore
dell’acqua bollente, l’elemento che le produce dolore? E proprio quando
l’acqua raggiunge il punto di ebollizione che il caffè opera la sua
trasformazione.
Se sei come il caffè, quando l’avversità ti mette alla prova, tu reagisci al
meglio e fai in modo di trarre il maggior vantaggio possibile dalla situazione.
»
(Padre
A.Pangrazzi – Aiutami a dire addio – Ed. Erickson)
N.30 Preghiera di un pupazzo di stracci
Se per un istante Dio dimenticasse che
io sono un pupazzo di stracci e mi regalasse un poco di vita, forse non direi
tutto quello che penso ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per ciò che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, sapendo che per ogni minuto che chiudiamo gli
occhi perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei quando gli altri si fermano, starei sveglio quando gli altri dormono.
Ascolterei quando gli altri parlano, e come gusterei un buon gelato di
cioccolata.
Se Dio mi concedesse un poco di vita, vestirei leggero, mi appiattirei al sole,
lasciando scoperto non solo il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi un cuore...
Scriverei il mio odio sul ghiaccio e aspetterei il sorgere del sole.
Dipingerei sulle stelle una poesia di Benedetti con un sogno di Van Gogh, e una
canzone di Serrat sarebbe la serenata che dedicherei alla luna.
Annaffierei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle spine e il
bacio incarnato dei petali.
Dio mio, se avessi un poco di vita...
Non lascerei passare un solo giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei ogni donna o uomo che sono i miei preferiti e vivrei innamorato
dell'amore.
Agli uomini dimostrerei quanto si sbagliano a pensare che si smette di
innamorarsi quando si invecchia, senza sapere che si invecchia quando si smette
di innamorarsi.
A un bambino darei ali, ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con il
dimenticare.
Tante cose ho appreso da voi uomini...
Ho appreso che ognuno vuole vivere in cima alla montagna, senza sapere che la
vera felicità sta nel modo di salire la scarpata.
Ho appreso che quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno, per la prima
volta, il dito di suo padre, lo tiene intrappolato per sempre.
Ho appreso che un uomo ha il diritto di guardarne un altro dall'alto in basso
soltanto quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma alla fine non potranno
servirmi molto, perché, quando mi riporrete dentro la valigia, purtroppo io
starò morendo...
31
- Accosta di più il tuo orecchio alla terra
(Helder
Camara)
e interpreta i rumori.
Quello che domina
sono dei passi inquieti e agitati,
passi pesanti di amarezza e di ribellione...
Non si sentono ancora
i primi passi della speranza.
Accosta di più il tuo orecchio alla terra.
Trattieni il fiato.
Libera le tue antenne interiori:
il Maestro cammina lì vicino.
E' più facile che sia assente
nelle ore felici
che in quelle dure,
dai passi malcerti e difficili...
*****
32
- Il
tuo desiderio è la tua preghiera:
Se
continuo è il tuo desiderio continua è pure la tua preghiera.
L’Apostolo
infatti non a caso afferma:
“Pregate
incessantemente” (1 Ts. 5, 17).
S’intende
forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio
o
prostrati o con le mani levate per obbedire
al
comando di pregare incessantemente?
Se
intendiamo così il pregare,
ritengo
che non possiamo farlo senza interruzione.
Ma
v’è un’altra preghiera, quella interiore,
che
è senza interruzione, ed è il desiderio.
Qualunque
cosa tu faccia, se desideri
quel
sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare.
Se
non vuoi interrompere di pregare, non cessare
di desiderare.
Il
tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce.
Tacerai,
se smetterai di amare.
Tacquero
coloro dei quali fu detto:
“Per
il dilagare dell’ iniquità, l’amore di
molti si raffredderà”
(
Mt 24, 12). La freddezza dell’amore è il silenzio
del
cuore, l’ardore dell’amore è il grido
del cuore.
Se
resta sempre vivo l’amore, tu gridi sempre; se gridi sempre,
desideri
sempre; se desideri, hai il pensiero volto alla pace.
“E
davanti a te sta ogni mio desiderio”(Sal 37,10).
Se
sta davanti a Lui il desiderio, come può non essere davanti
a
Lui anche il gemito che è la voce
del desiderio?
Perciò
egli continua: “E il mio gemito a te non è nascosto”(Sal 37,10),
ma
lo è a molti uomini. (S. Agostino -“Commento sui Salmi”)
*****
33
- Prima
di tuffarmi nel giorno
Eccomi davanti a te, Signore!
Attendo le tue mani sul mio capo
prima di tuffarmi nel giorno.
Tieni i tuoi occhi su di me!
Venga con me la certezza
della tua preziosa amicizia.
La tua musica calmi i miei pensieri
nel rombo frettoloso della strada.
Il sole del tuo amore,
anche nei giorni di bufera,
renda generosa la mia mente
e alimenti di luce la mia vita
perché maturi come frumento.
RABINDRANATH TAGORE
34
- Tu solo puoi guarirmi
O Dio e Signore di tutte le cose,
che hai potere su ogni vita e su ogni anima,
tu solo puoi guarirmi:
ascolta dunque la preghiera di me infelice.
Per intervento del tuo divino Spirito
fa’ morire e scomparire
il serpente che si nasconde in me...
Concedi, Signore,
l’umiltà di cuore e pensieri convenienti
a un peccatore deciso di ritornare a te.
Non abbandonare per sempre un’anima
che una volta si è sottomessa a te,
ti ha confessato, ti ha scelto e onorato
al di sopra del mondo intero.
Tu, o Signore, sai che voglio essere salvato,
anche se il mio malvagio tenore di vita
mi è di ostacolo;
ma a te, Signore, è possibile
tutto ciò che è impossibile ai mortali.
SIMEONE IL NUOVO TEOLOGO
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35
- Fa che io veda le mie colpe
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36
- Invochiamo la misericordia
Invochiamo la misericordia
di Dio onnipotente
perché ci renda capaci
non solo di ascoltare la sua parola,
ma anche di praticarla.
Egli faccia scendere
anche sulle nostre anime
il diluvio della sua acqua,
distrugga in noi ciò che sa
che deve essere distrutto,
e vivifichi ciò che stima
che deve essere vivificato,
per mezzo di Cristo nostro Signore
e del suo Santo Spirito.
A lui la gloria
per gli eterni secoli dei secoli.
Amen.
ORIGENE
Omelia 11 in Gen.; PG 12, 174-173
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37
- Tu chiami tutti alla salvezza
O Cristo Dio,
tu che in ogni tempo e in ogni ora,
in cielo e in terra sei adorato e glorificato,
tu che sei pieno di misericordia
e di condiscendenza,
che ami i giusti e hai pietà dei peccatori,
che chiami tutti alla salvezza
mediante la promessa dei beni futuri,
tu, Signore, accogli in questa ora
anche le nostre suppliche e orienta
la nostra vita verso i tuoi comandamenti.
Santifica le nostre anime,
purifica i nostri corpi,
correggi i nostri pensieri,
rettifica le nostre intenzioni,
liberaci da ogni afflizione,
da ogni male e dolore.
Difendici con i tuoi santi angeli
affinché, custoditi e guidati
dalla loro schiera,
perveniamo all’unità della fede
e alla conoscenza della tua gloria inaccessibile,
perché tu sei benedetto
per i secoli dei secoli.
Amen.
BASILIO DI CESAREA
(da leron Enkeiridion, 8-9)
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37
- Perdonami |
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38
- Santificami
Signore, che solo sei santo,
santifica la mia anima e il mio corpo,
la mia mente e il mio cuore,
gli affetti e i sentimenti:
rinnovami completamente!
Radica il tuo timore nelle mie membra
e rendi indelebile in me la tua santità.
Sii il mio aiuto e il mio protettore
dirigendo la mia vita nella pace
e rendendomi degno di essere ammesso
alla tua destra con i tuoi santi:
per le preghiere e l’intercessione
della tua santissima Madre,
delle Potenze spirituali e immacolate
che ti servono
e di tutti i santi a te graditi
dall’inizio dei secoli.
Amen.
GIOVANNI CRISOSTOMO
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39
- Vieni in mio aiuto
O Dio, abbi pietà di me, peccatore,
che non ho fatto niente di bene
davanti a te.
Liberami dal maligno
e rendimi degno di aprire,
senza timore di condanna,
la mia bocca indegna
a celebrare il tuo Nome tutto santo
Padre, Figlio e Spirito Santo.
O Signore,
che scruti il cuore e i sentimenti, perdonami
ogni sconveniente impeto del cuore.
Tu sai, o Signore di tutte le cose,
che essi sono contro la mia volontà.
Sono indegno di accostarmi a te,
ma tu perdonami,
perché ti ho sempre desiderato
e ancora ti desidero...
Tu, che solo sei buono e misericordioso,
vieni in mio aiuto e salvami...
Ti prego, o Signore amico degli uomini,
benevolente, non detestare me,
tuo servo peccatore e inutile,
per l’intercessione dell’immacolata Vergine,
Signora nostra e madre di Dio,
e per le preghiere di tutti i santi.
MACARIO L’EGIZIANO
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40
- Infondi un vivo pentimento
O Cristo, amore sommo,
vieni, ti preghiamo, nei cuori redenti
e infondi nelle nostre voci
un vivo pentimento.
A te, dolcissimo Gesù,
leviamo con fede le nostre preghiere:
di grazia, o Cristo, perdona
le colpe che abbiamo commesso.
Per il segno della santa croce,
per il tuo santissimo corpo,
ti chiediamo:
difendici come figli,
tutti e sempre.
BEDA IL VENERABILE
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41
- Ogni Giorno é da Vivere
Ogni
mattina è
una giornata intera
che
riceviamo dalle mani di Dio.
Dio
ci dà una giornata da
Lui stesso
preparata
per noi.
Non
vi è nulla di troppo
e
nulla di non abbastanza
nulla
di indifferente e
nulla di inutile.
E'
un capolavoro di giornata
che
viene a chiederci di
essere vissuto.
Noi
la guardiamo come
una pagina d'agenda,
segnata
d'una cifra e d'un mese.
La
trattiamo alla leggera
come
un foglio di carta.
Se
potessimo frugare il mondo
e
vedere questo giorno elaborarsi
e
nascere dal fondo dei secoli,
comprenderemmo
il valore
di
un solo giorno umano.
(Madelein.
Delbrel)
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42
- Chi è Gesù per me?
Gesù
è la parola da predicare
Gesù è la verità da rivelare
Gesù è la strada da percorrere
Gesù è la luce da diffondere
Gesù è la vita da vivere
Gesù è l'amore da amare
Gesù è la gioia da condividere
Gesù è la pace da dare.
Gesù è l'affamato da nutrire
Gesù è l'assetato da dissetare
Gesù è l'ignudo da vestire
Gesù è il senzatetto da accogliere
Gesù è il malato da curare
Gesù è la persona sola da amare
Gesù è il reietto da accettare
Gesù è il lebbroso cui lavare le piaghe
Gesù è il mendicante cui donare un sorriso
Gesù è l'alcolizzato cui prestare ascolto.
Gesù è il malato di mente da proteggere
Gesù è il piccolo da abbracciare
Gesù è il cieco da guidare
Gesù è il muto per cui parlare
Gesù è l'invalido da sostenere
Gesù è il tossico cui offrire amicizia
Gesù è la prostituta da salvare dal pericolo,
la donna alla quale dare affetto
Gesù è il carcerato da visitare
Gesù è il vecchio da assistere.
Gesù è il mio Dio .Gesù è il mio sposo
Gesù è la mia vita. Gesù è il mio unico amore.
(B.
Madre Teresa di Calcutta)