MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI 
ARCHIVI SISTEMA ARCHIVISTICO NAZIONALE

ARCHIVIO DI STATO  DI PESCARA


FONDI DI ISTITUTI DI ASSISTENZA-BENEFICENZA-PREVIDENZA - ASSOCIAZIONI BENEFICHE


La legge del 3 agosto 1862, n.753, riorganizzò la materia afferente gli istituti di assistenza e beneficenza. Essa si rivolgeva agli istituti di carità, di beneficenza e a qualsiasi ente morale avente come scopo l’assistenza ai bisognosi.
Per laicizzare le istituzioni nacquero, in ogni comune, le Congregazioni di carità con il compito di amministrare le Opere pie già esistenti nei comuni; venne soppresso il Consiglio Generale degli Ospizi e le sue competenze furono acquisite dal Prefetto, presidente della deputazione provinciale.
La successiva legge organica del 17 luglio 1890, n.6972 trasformava le Opere pie (Ospedali, ospizi, orfanotrofi, monti di maritaggi, asili d’infanzia, scuole gratuite, monti frumentari, confraternite, cappelle laicali, ecc.), in enti di beneficenza e assistenza pubblica, la stessa legge mirava a limitare le irregolarità nella gestione e rendere più incisivo il controllo statale.
In tal modo la pluralità delle numerosissime istituzioni sorte per lo più nell’ottocento, persero la caratteristica di enti la cui origine era prevalentemente privata per assumere la valenza di enti "pubblici".
Durante il fascismo sorsero le IPAB, ossia gli istituti di pubblica assistenza e beneficenza finanziati dallo Stato il cui contributo doveva essere ripartito tra gli enti di assistenza della provincia.
In seguito la legge 3 giugno 1937, n.847, soppresse le Congregazioni di carità che furono sostituite con gli Enti Comunali di Assistenza a loro volta soppressi con il D.P.R. 24 luglio 1977, n.616.
Negli anni successivi al dopoguerra, si attuò una serie di riforme e trasformazioni che riguardavano l’organizzazione e l’amministrazione delle benefiche istituzioni che, oltre alle funzioni puramente caritatevoli, assunsero anche funzioni a carattere previdenziale e di prevenzione sociale. Più che a soddisfare i bisogni dei singoli, le istituzioni furono chiamate a migliorare le condizioni socio-economiche della collettività senza confondersi con gli istituti di previdenza veri e propri.
Di conseguenza sorsero le istituzioni a carattere sanitario (case di cura, colonie marine e montane), a carattere educativo (orfanotrofi, asili, patronati scolastici), a carattere previdenziale e assistenziale che si rivolsero ai bisogni dei lavoratori.
 

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