Don Bosco in Egitto dal 1896

Escursus storico di Roberto Sgandurra

Memorie di vita scolastica di Vittorio Morpurgo

Immagini ricordo

Don Bosco, (1815 – 1888) “Padre e Maestro della gioventù“ ricevette il primo invito a mandare i suoi figli in Egitto da Don Comboni, dapprima nel 1864 e poi nel 1870. (Daniele Comboni, Apostolo della Nigrizia - Vicario Apostolico dell’Africa Centrale nel 1877. Papa Giovanni Paolo II lo ha dichiarato Beato il 17 marzo 1996). Don Bosco purtroppo non poté esaudire subito la richiesta, in ogni caso non dimenticò il “Progetto Africa“.

Nel 1886 il Conte di Robillant, Ministro degli Esteri d’Italia formulò a Don Bosco la proposta di aprire una scuola al Cairo; ma anche questa volta il progetto non riuscì a realizzarsi.

Nel 1887 il Vaticano fece proprio il progetto proponendo l’apertura di una scuola in Alessandria d’Egitto. Vivevano allora in Alessandria circa 30.000 italiani. Don Bosco vide realizzato il suo sogno più tardi nel 1896 con Don Rua. (Il Beato Don Rua primo successore di Don Bosco dal 1888 al 1910.)

Don Belloni, su richiesta di Don Rua fu inviato in Alessandria a cercare un terreno adatto alla costruzione dell’Istituto. Assieme con l’Avvocato Verità, residente in Alessandria, il 31 gennaio 1896 acquistarono 10.644 mq di terreno nel quartiere di Bab el Sidra. L’atto di compra-vendita fu trascritto in Tribunale il 22 aprile 1896. (L’Avvocato Verità e sua moglie Elisabetta furono considerati fin dagli inizi “amici dei Salesiani”. La signora Elisabetta morì il 12 marzo nel 1909 e fu sepolta nella Cappella dell’Istituto). La casa d’Alessandria d’Egitto fu così la terza fondazione salesiana in Africa, dopo di quella in Algeria, del 1891 e quella di Tunisia nel 1894 e prima ancora di quella in Città del Capo.

Il 29 giugno del 1896, arrivò in Alessandria l’ingegner C.Caselli di Torino per esaminare il terreno in vista della preparazione del progetto costruttivo. Sul luogo dove fu poi costruito l’Istituto c’erano state dapprima delle fortificazioni e poi una prigione.

Nell’agosto del 1896 arrivò in Alessandria Don Angelo Festa (ex segretario di Don Bosco) nominato primo direttore della nuova fondazione. Durante il periodo di costruzione, i salesiani furono ospitati nel convento dei Francescani della Cattedrale di Santa Caterina.

Con i sussidi mandati da Don Rua si poterono attrezzare i dormitori, le aule e soprattutto i laboratori. Il direttore ebbe l’audacia di noleggiare un veliero che trasportò da Catania tutta l’attrezzatura di uno stabilimento di fonderia e di meccanica. Superate numerose difficoltà alla fine dell’autunno del 1897 tutto era pronto per ricevere studenti e artigiani.

Il primo registro porta la data dell’anno scolastico 1897-1898. Gli alunni interni ed esterni furono 65, di cui 33 nelle cinque classi delle Elementari e 32 nella Scuola d’Arti e Mestieri ripartiti in cinque laboratori: sarti, calzolai, legatori, falegnami e fabbri. Gli alunni furono accolti gratuitamente o con una retta quasi simbolica.

Nel 1899/1900 era iscritto alla Quarta Elementare Giuseppe Ungaretti che conseguì la Licenza Elementare l’anno seguente 1900/1901.

Trascorso un primo duro periodo d’assestamento, l’Istituto divenne uno dei meglio quotati d’Alessandria. Consoli di varie nazioni, Autorità municipali e il fior fiore della società d’Alessandria ammirarono il reale progresso degli alunni.

Nel 1898, il Kedive inaugurò la prima linea tranviaria dal Karmus a Piazza Mohammed Ali e fu salutato dalla banda dell’Istituto con l’inno nazionale. Le Scuole Professionali presero parte all’Esposizione Internazionale di Torino ottenendo una medaglia d’oro.

Sempre nel 1898 Don Angelo Festa fu richiamato in Italia e gli successe Don Pietro Cardano secondo direttore.

Con l’arrivo di nuovo personale, la Scuola si ingrandì. Fu inaugurata la nuova cappella e si iniziò la costruzione di un nuovo edificio. Scavando le fondamenta fu trovata la bellissima colonna di granito rosso che si trova ancora oggi nel cortile con la statua di Maria Ausiliatrice.

Il numero degli allievi salì a 170 nel 1902 e raggiunse presto la cifra massima di 200, il numero massimo che l’Istituto poteva allora contenere.

Nel 1904 i Legatori presero parte all’Esposizione Salesiana Professionale di Torino, riportando una Menzione Onorevole.

Nel 1905 il primo Vescovo salesiano Mons. Giovanni Cagliero proveniente dalla Palestina visitò la casa.

Nel 1906 Don Pietro Cardano fu nominato ispettore del Medio Oriente e gli successe il terzo direttore Don Salvatore Puddu. (Don Puddu, ancora chierico, fu inviato in Alessandria nel 1897 da Don Rua. Nel 1898 fu nominato sacerdote). Primo pensiero del terzo direttore fu il completamento del nuovo edificio. Nel 1907 il numero degli allievi poté raggiungere la bella cifra di 341, di cui ben 220 convittori.

Il 21 aprile del 1908 l’ispettore Don Cardano e Don Rua visitano la casa voluta da Don Bosco.

Lo stesso anno al rientro dalla Mecca del Kedive, la banda della scuola prende parte al solenne ricevimento e suona in una piazza presso Ras El Tin.

Le Scuole Professionali parteciparono nel 1910 all’Esposizione Salesiana di Torino ottenendo una medaglia d’argento.

Il 19 dicembre 1910 arriva il quarto direttore Don Luigi Sutera,( Don Puddu fu inviato a Mossul in Mesopotamia.) che rimane pochi mesi, perché morto Don Cardano viene chiamato a succedergli.

Nel 1911 arriva il quinto direttore Don Argero Mancini. Lo stesso anno è costituito il Circolo “Michele Rua “ per gli Ex-Allievi. Allo scoppio della guerra, nel 1914, Don Mancini e’ destinato a Rodi con l’incarico di Cappellano militare. Don Aristide Simonetti gli succede come sesto direttore.

La casa d’Alessandria diventa un rifugio sicuro per i confratelli espulsi e nel 1916 giungono i profughi da Smirne. L’Istituto, si rese benemerito per l’opera d’assistenza verso le famiglie dei richiamati e i prigionieri di guerra tedeschi e austriaci del vicino campo di concentramento. Per questo, la Croce Rossa gli conferì un Diploma di Benemerenza.

Nel 1919 Don Puddu é nominato ispettore delle Case salesiane del Medio Oriente. Durante tutto il periodo della guerra, continuarono regolarmente le attività dell’Oratorio che abbracciava allora diverse sezioni: Scout, Atletica, Scherma, Filodrammatica.

Nel 1921 S.M. Ahmed Fouad I, visita l’Istituto ed esprime compiacimento per l’opera svolta dai Figli di Don Bosco per la gioventù d’Alessandria.

Nel 1922, Don Libero Biondi è nominato settimo direttore.

Il 25 luglio 1923 é inaugurato l’Ospedale italiano e vi partecipa la banda dell’Istituto.

Continuano a fiorire le attività dell’Oratorio che nel 1924 ha nel suo medagliere 9 coppe e 37 medaglie. L’Istituto riceve diverse medaglie nel 1925, una d’oro alla Mostra di Didattica nazionale di Firenze e una d’argento all’Esposizione Missionaria di Torino.

Nel 1926 sorgono, nell’Istituto, il nuovo palazzo degli Artigiani, la cappella, il teatro, nuove aule e i dormitori. Nello stesso anno sono affidate ai salesiani le due scuole italiane d’Ismailia e Suez. Al Cairo invece arriva il Maresciallo Luigi Cadorna per porre la prima pietra della nuova opera salesiana di Rod El Farag.

Nel 1929 è inaugurato lo Stadio Municipale d’Alessandria in presenza del Re Fouad I, e anche questa volta partecipa la squadra ginnica dell’Istituto.

Lo stesso anno Don Bosco é proclamato Beato e nel 1934 Santo. Grazie ad una consistente offerta fatta dalla famiglia Lamanna (residente a Fleming) è costruita la bella Chiesa dedicata ovviamente a Don Bosco. Il progetto é affidato all’ing. Loris Pagano e l’opera è affidata alla ditta costruttrice De Farro. Le opere di costruzione della Chiesa e della Casa delle Suore terminano nel 1936. L’arredamento della Chiesa è sovvenzionato dalla Contessa Carola De Tomich.

Il 2 maggio si celebra la gran festa di Don Bosco, Pontifica Mons. Gustavo Testa, il Maestro Ettore Cordone accompagna in prima audizione, la Messa “Cum jubilo“ da lui composta per la circostanza. Il 26 giugno lo stesso Maestro collauda il grandioso nuovo organo elettrico.

Il 30 novembre 1938 visita la Scuola S.E. Luigi Federzoni, Presidente del Senato e della Reale Accademia d’Italia e il giorno seguente segue la visita dell’Accademico d’Italia Pietro Canonica, celebre scultore e musicista, autore della statua di Ismail il Magnifico.

Nel 1940, la grande Opera Salesiana in Egitto comprende cinque Scuole, il direttore generale è Don Libero Biondi.

Il 10 giugno l’Italia entra in guerra ed iniziano i primi bombardamenti e gli internamenti degli italiani.

Nel 1942 sono internati 13 Padri e Fratelli Francescani, un Lazzarista, un Fratello delle Scuole Cristiane e sei Salesiani.

Durante il periodo della guerra, il numero degli allievi si riduce drasticamente passa da 700 a 80, si riduce drasticamente anche il numero di ore di scuola. Nel 1944 sono finalmente liberati tutti gli internati e nella Scuola riprendono nuovamente i corsi e le normali attività. Nel giorno di Natale dello stesso anno, il Papa Pio XII fa avere alla Scuola una medaglia d’oro per l’alta opera caritativa svolta durante la guerra.

Nel 1946 arriva un nuovo direttore Don Quinto Faoro.

Il 23 novembre 1946 il Maestro Cordone dirige nella chiesa un bel concerto. Il 15 maggio l’ex Re Umberto di Savoia visita privatamente la scuola e firma il Libro d’Oro. Il 28 dicembre muore a Smouha Vittorio Emanuele III. Il 31 dicembre viene sepolto nella Cattedrale di S.Caterina. La tomba é ancora dietro l’altare maggiore.

Il 19 marzo 1948 s’inaugura il primo reparto Esploratori Don Bosco. Nella 1949, visita la Scuola, il Provveditore Giannarelli inviato dal Governo Italiano per le Scuole D’Egitto. Manifesta la sua compiacenza per la serietà della Scuola. Il 15 ottobre Don Quinto Faoro parte per Aleppo, sostituito dal nuovo direttore Don Luigi Santoro. L’11 dicembre arriva il nuovo Vicario Apostolico Mons. Jean Cayer.

Il 28 maggio, nell’occasione della festa di Maria Ausiliatrice, è dato un concerto diretto dal Maestro Costamagna. S M Farouk I concede la medaglia d’oro al Sig. Ubaldo Bianchi, quale allenatore della squadra nazionale di lotta. Il 23 ottobre 1951 arriva il nuovo direttore Don Giuseppe Risatti.

Il 13 gennaio 1952 è inaugurato il Circolo, Don Giuseppe Rassiga ne é assistente. L’11 maggio si celebra la gran festa di S.Maria Mazzarello, pontifica Mons. Cayer. A sera in teatro é presentata un’operetta diretta dal Maestro Cordone. Il 26 ottobre l’ex-allievo Egidio Sampieri (Più tardi successore di Mons. Cayer) celebra la sua prima Messa. Lo stesso mese si tiene presso l’Istituto la Mostra Professionale, interviene il Vice Governatore in rappresentanza del Generale Mohammed Naghib Capo del Governo Egiziano. Lascia la scuola con parole d’elogio.

Negli anni successivi diverse operette sono state presentate con molto successo e tante soddisfazioni per gli organizzatori.

Il 22 ottobre 1955 entra in carica il nuovo direttore Don Costanzo Giraudo.

Nel 1956 arriva Don Eraldo De Rossi. A seguito delle nuove leggi sul lavoro e delle nazionalizzazioni, nel novembre 1956, allo scoppio della guerra con Israele, a moltissimi italiani non rimane altra scelta che rimpatriare o riemigrare in altro paese. Le lezioni vengono sospese.

Nel dicembre riprendono le lezioni, ma già molti sono partiti.

Nel 1957 arrivano Don Lino Russo, Don Doveri e il nuovo direttore Don Lino Ottone.

L’8 gennaio 1959 l’Onorevole Amintore Fanfani é in visita ufficiale in Egitto per l’inaugurazione del Monumento al Caduti ad El Alamein. Gli scout del Cairo guidati da Don Odello partecipano a questa occasione. Fanfani visita anche l’Istituto e firma l’Albo d’oro.

Il numero degli allievi aumenta. Le loro famiglie continuano a partecipare con profitto alle feste celebrate con gran solennità nella scuola. “Mio figlio starebbe tutto il giorno all’Istituto“ é l’espressione che sovente si sente.

Nel 1963 Don Lino Russo diventa Direttore.

L’On. Mario Leone visita la scuola nel 1964 e si congratula scrivendo nell’Albo d’Oro: “Mi congratulo per il lavoro che i Figli di Don Bosco compiono anche in questa terra d’Egitto.“

Nel 1964 il successore del direttore Don Lino Russo e’ Don Guglielmo Morazzani fino al 1967 anno che viene nominato Ispettore del M.O.R.. La scuola per mancanza di studenti é costretta a chiudere il Liceo e trasferire tutto all’Istituto Salesiano del Cairo. Gli studenti delle Elementari e delle Medie sono più di 40. Gli artigiani sono invece 405, di cui 295 nell’avviamento e 110 nella scuola Tecnica.

Il 9 maggio del 1965, festa di San Domenico Savio, per la prima volta è celebrata la Messa in italiano e non più in latino. Il 25 aprile, Ovidio Sgandurra (cugino di Roberto, che ha preparato questi appunti) in quarta Elementare è colto da malore mentre gioca e muore poco dopo. “Impressionante la partecipazione di piccoli e grandi al funerale.“

Il 11 gennaio 1967 gran gioia suscita la notizia, comparsa sul quotidiano egiziano Al Ahram che i Diplomi rilasciati dalle Scuole Salesiane di Alessandria e del Cairo sono riconosciuti dall’Autorità Scolastica Egiziana.

Dal 1967 al 1970 viene nominato Direttore per la seconda volta, Don Quinto Faoro.

Il 4 luglio 1968, l’Ispettore Don Morazzani e i due Direttori di Alessandria e del Cairo affrontano il problema di un nuovo ordinamento delle scuole: Istituto Tecnico Industriale al Cairo e Istituto Professionale al Cairo e ad Alessandria.

Il 11 maggio, il gruppo filodrammatico “ Alunni e Cooperatori Salesiani “ eseguirà l’Operetta in tre atti di Carlo Pettinato “ Mulini a Vento “ Regia di Don Felice Giraudi. Interpreti primi: B.Cavasin, F.Grasso, G.Gianazza, R.Sgandurra, G.Bruno, L.Bakri, W.Huber, C.Mangialardo, A.Mursi, L.Nasr, A.Pribilois.

Il 2 febbraio 1969, sempre lo stesso gruppo filodrammatico “Alunni e Cooperatori Salesiani“ eseguirà la Rivista-Fiaba in tre Parti di Carlo Pettinato dallo spettacolare titolo “Nel Regno del Sogno“. Regia  Don Giuseppe Giovine, orchestra Amici dell’Opera Salesiana diretta da Don Felice Giraudi. Interpreti primi: M.Huber, D.Moursy, A.Pribilois, M.Atamian, R.Sgandurra, N.Rollo. Interpreti secondi: F.Bongiovanni, R.Casfikis, N.Del Prete, D.Panetti, F.Saliba, R.Sampieri, D.Sannino, A.Torpia, M.Nuzzolese, B.Corpi, S.Mieli, L.Antonopoulo, W.Braccesi, L.Barcella, L.Stebel, T.Sannino, L.Boccia, R.Morgante, E.Sampieri, G.Rollo, I.Polese, L.Gianotti.

Il 6 ottobre, inizia l’ultimo anno scolastico della terza Media solo 7 alunni. Gli studenti della quinta Elementare e prima Media verranno trasferiti alla Scuola Maria Ausiliatrice di Via Abassides a Mazarita.

Il 30 marzo 1970, la radio locale delle ore 6,30 si dilunga ad illustrare l’avvenuto accordo tra l’Italia e l’Egitto a proposito dell’erigendo Istituto Tecnico Industriale. E’ stato in realtà l’avvenimento dell’anno. Il Protocollo é stato firmato per l’Italia, dal Ministro Plenipotenziario Vincenzo De Benedictis (gia’ Vice-Console ad Alessandria nel 1947-50), dal Direttore del Cairo Don Moroni e dal Direttore di Alessandria Don Quinto Faoro. Per l’Egitto firmò il Sottosegretario per le Relazioni Culturali, il Dott. Tantawi che mise in rilievo la stretta collaborazione voluta dai due Paesi, specialmente nel settore della formazione tecnica professionale. Lo stesso anno Don Bruno Cavasin, succede a Don Quinto Faoro come Direttore ad Alessandria fino al 1974.

Il 5 ottobre, inizia il primo anno del nuovo corso dell’Istituto Professionale Industriale con due sezioni Elettrotecnica e Meccanica.

Il 16 gennaio 1972, muore Don Eraldo De Rossi tanta commozione e partecipazione ai suoi funerali, presenti Vescovo, confratelli, allievi e oratoriani.

Il 18 settembre 1974, il nuovo Direttore è Don Roberto Oberosler ed inizia la Nuova Scuola Elementare Araba con pochi alunni.

Nel 1975 chiude la storica Tipografia e si vendono i macchinari. Lo stesso anno, tutta la comunità partecipa al funerale di Don Pietro Cosentino, filosofo e apprezzato dalla Televisione di Stato Egiziana per i suoi interventi televisivi.

Il 29 marzo del 1977, giunge l’approvazione del passaggio delle Elementari da S.Caterina alla Scuola Salesiana. Il 10 novembre, gran lutto per la casa Salesiana, muore Don Quinto Faoro. Moltissime le condoglianze dalle Autorità religiose a quelle civili, dal Presidente della Repubblica Egiziana Anwar El Sadat e al Vice Presidente Hosni Mubarak.

Il 13 aprile del 1978 si apprende la triste notizia della morte del Vescovo Mons. Jean Cayer. Il 30 giugno è consacrato Mons. Egidio Sampieri (Ex-Allievo).

Il 5 ottobre 1979 i confratelli d’Alessandria e del Cairo si raccolgono attorno a Don Trancassini che celebra il 50mo di sacerdozio, presente anche il nuovo Vescovo.

Negli anni successivi l’Istituto riceve diverse visite, tra le quali: il Rettore Maggiore, il Patriarca Copto Cattolico Stefanos II. Ottiene anche l’approvazione ufficiale alla gestione della Scuola Media Araba.

Dal 14 al 19 marzo del 1993 si registra la visita di Don Giovanni Fedigrotti, Regionale dell’Italia e Medio Oriente. Lascia scritto nell’Albo d’Oro:

“ Da Alessandria

splende un faro

di antica civiltà.

Che l’Opera di Don Bosco

sia un raggio luminoso

di una tale luce

che splende per la salvezza dei giovani “.

Dal 1996 al 1998 il direttore in Alessandria è stato Don Giuseppe Bausardo che, poi, nel 2000 è diventato vescovo di Alessandria.

Vorrei invitare tutti gli allievi e i benefattori a sostenere le opere di questo grande Santo. Ringrazio l’Istituto Salesiano Don Bosco d’Alessandria, per avermi regalato questo bellissimo ricordo.

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Immagini Ricordo

Il laboratorio elettrotecnico dei Salesiani in Alessandria Roberto Sgandurra e a destra

L'operetta " Mulini a Vento " Roberto Sgandurra è vestito da marinaio

 

A sinistra dal Patriarca di Alessandria: Bassignana, Don Suriano, Don Bonamigo, Tuninetti, Pasino, Don Gnolfo, Don Biondi, Don Murru, Don Pasero, Don Loda, Don Gatti, Don Castellino, Don Moresco, Don Giovine, Don Cosentino. 

A destra: Don Alessi, Bandino, Don Carboni, Cingolani, Cislaghi, Costyamagna, Don De Marco, Don Di Crosta, Don Faoro, Don Galliani, Don Ghibaudo, Don Girardi, Don Laleta, Don Ottone, Don Pavanetto, Don Pivano, Don Recluta, Don Regis, Don Santoro, Vanzo, Zodo.

1944 - foto di Aurelio Salsone

 

I belli muscolosi di Bulacco! - Foto di Roberto Ruberti

Vincenzo Ruisi, Achille Fracassi, ?, Gianfranco Minciotti, Renato Diano, Duilio Lazzara, ?, Romano Giagnoni, ?, Bruno Spadavecchia, Roberto Ruberti, ?

 

Foto del 51/52 in gita - fornita da Ermenegildo Pellegrini:

il 4° da sinistra Marzio Marzi, il 5° Resta, il 6° Luciano Ettari, il 7° Mario Sirovich, in seconda fila, del quale si vede solo la faccia, è il più piccolo dei fratelli Magnifico

 

 

 

1951 Elettromeccanica - fine corso

 

1954 - Quinto corso di Meccanica - In visita ad una fabbrica

 

Dalle memorie di Claudio Brunone

Parrini Romano - Canistracci Salvatore - Ceresa Antonio - Rinaldo Giuffrida - Hasmann - Don Fauro (Direttore) - Don Pasero - Palomba Romano - Mion Santino - Tota Renzo - Botta Adriano - ? - Vinci Attilio - Spechel Maurizio - ? - ? - Sardi Romano - ? - Edoardo Martino - Kirchmayer Antonio - Moni - Brunone Claudio - Lazzari Mario. I ragazzi indicati con il con il punto interrogativo ricordo tre cognomi ma non so attribuirli alle foto, sono: Mazzei, Dalò e Barberio.

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Don Bosco - Ricordo anch'io quel collegio

Ricordi di Vittorio Morpurgo

Leggendo i vari notiziari dell'Aide che ho trovato molto interessanti, é subentrato quindi in me, il desiderio di raccontare aneddoti vari, divertenti e non, relativi al periodo trascorso nei collegi di Don Bosco, ad Alessandria ed al Cairo a Rod El Farag, sia come interno nei due collegi e come esterno al Cairo, sino alla fine del ginnasio.

I tre anni del liceo li ho fatti privatamente con i fratelli Giorgio e Lodo Orvieto, in Cairo, ed avevano adibito alcuni locali del loro appartamento per le classi. Eravamo un bel gruppetto di studenti, maschi e femmine. Ricordo alcuni nomi: Steinhoffer, Paola Tiné, Nunzia de Pasquale, Magda Lubrano, Fischetti). Gli esami finali ufficiali si svolsero a Don Bosco. Ma torniamo all'argomento principale e cioè gli anni passati a Don Bosco. Quindi... via con il diario di ricordi:

Istituto Salesiano Don Bosco - Alessandria - 1937

I ricordi sono vaghi e faccio sovente uno sforzo per cercare di ricordare quel periodo. Perché sono stato "chiuso" a 9 anni in collegio ad Alessandria, nell'anno 1937, assieme a mio fratello gemello Veneto.

Prima di proseguire debbo precisare che mio padre Nelson Morpurgo, alla nostra nascita, con spirito patriottico ha voluto darci i nomi di Vittorio e di Veneto.

Dopo questa premessa, ritorniamo al perché di questa decisione. E' molto semplice, perché eravamo delle birbe, bambini scatenati (9 anni) e nostra madre impazziva a tenerci a bada.

Quindi, decisione drastica e siamo diventati due "interni" con il numero 38 e 39; numerini prestampati su tessuto e cuciti su tutta la biancheria. Nella retta mensile era inclusa la clausola "prima tavola" per avere il dolcetto, dopo la frutta. Dormivamo in grandi camerate ed il nostro sorvegliante, un novizio, dormiva in un angolo della camerata, nascosto da grandi tende bianche candide (privilegio della privacy). Sveglia alle 6, lavarsi con quell'acqua gelida, in inverno, colazione e chiesa. Doccia una volta alla settimana. Dopo la giornata di studio, pranzo, giochi vari nel grande cortile, si finiva poi dalle 5 alle 7 di sera nello " studio", salone immenso con banchi, trascorrendo quelle 2 ore a studiare, leggere o disegnare, nell'assoluto silenzio, e sorvegliati da un sacerdote da una cattedra alta.

Questo sacerdote, che Dio lo benedica, si chiamava Don Castellino, alto, magro, dal viso arcigno e occhiali neri, e guai se facevi rumore o facevi cadere un oggetto: veniva ritirato.

Una volta mi é caduta la matita ed ha voluto che gliela portassi. Inutile é stata la mia debole protesta ed allora, preso da un accesso di rabbia e ribellione, ho spezzato la matita in due pezzi. Non l'avessi mai fatto, fui punito con il "palo" l'indomani, cioè stare per un'ora in piedi vicino ad una colonna di cemento e guardare gli altri giocare.

Sempre durante le ore di studio, Don Castellino una volta se l'era presa con un altro interno di cognome Cantafio, e con la nocca del dito medio lo colpiva sulla testa rasata... Tanto, diceva sorridendo, a lui non gli fa male... é calabrese.

Eravamo quindi alquanto terrorizzati da lui mentre gli altri (e mi dispiace non ricordarne i nomi) erano delle persone deliziose.

Penso che ci fosse anche il cinema all'interno del collegio. 

Ultima cosa..: l'avevamo soprannominato "bolbol". Non lo so perché... Altra nostra ribellione con relativa punizione é stata quando a tavola, avendo il diritto al dolcetto, ci capitavano sempre i soliti "pan di Spagna". Il rito del dolcetto si svolgeva in questo modo: nella sala mensa, i "grandi" erano seduti vicino all'ingresso, penso delle cucine e noi piccoli, eravamo in fondo al tavolo e quando entrava l'inserviente con il grande vassoio dei dolci, i grandi prendevano quelli più buoni ed a noi rimanevano i soliti pan di Spagna. Un giorno, con mio fratello ed altri, abbiamo deciso di ribellarci ed abbiamo quindi schiacciato con la forchetta il dolce riducendo il tutto ad una palla, sulla quale abbiamo infilato uno stuzzicadenti... Non l'avessimo mai fatto... Tutti al palo. Ma poi il sistema cambiò e la distribuzione del dolcetto avveniva a giorni alterni iniziava dai più piccoli ed il giorno seguente dai grandi. La nostra protesta era servita a qualcosa. E così trascorrevano i giorni ed i mesi, sino al periodo pasquale quando c'era il ritiro.

Per 3 giorni, dovevamo andare in chiesa continuamente senza poter giocare in cortile, al massimo si poteva giocare a biglie, e guardavamo con tristezza i nostri attrezzi da gioco come il cerchio ed i trampoli, il pallone. Facevo parte anche del coro e si preparavano i canti per la santa messa pasquale.

Durante l'anno si svolgeva pure il campionato di catechismo, ad eliminatoria con altre scuole. Si dovevano memorizzare pagine intere di catechismo con grande festa alla premiazione del campione. Sono stato eliminato al primo turno.

Non parliamo poi delle gite domenicali. La domenica indossavamo l'uniforme del collegio e si andava sempre in soli 2 posti: il cimitero ed il porto, fra le balle di cotone e le navi mercantili. La nostra gioia, quel giorno quando abbiamo visto un sottomarino!

Una volta ogni quindici giorni ricevevo visite dalla mamma, che veniva in treno, portando con sé un vassoietto di paste (non c'era il pan di Spagna) e l'annuncio della visita mi veniva fatto dal bidello che urlava: Morpurgoooo... in parlatoriooo...

Grande fu la mia gioia quando si tornava a casa alla fine dell'anno scolastico e con le vacanze dimenticavo il trascorso. Questa é stata la parte discutibile della mia esperienza in collegio. Quello che mi ha stupito, ricordando da grande quel periodo, fu il sistema di insegnamento certe volte assillante con quelle regole severe (vedi anche l'assurdità di quel campionato di catechismo), ma efficace visto che mi ha portato ad un livello più che discreto di professionalità. Piacesse o no, quello era il sistema che vigeva in quel periodo. Molte cose sono cambiate da allora portando il sistema a meglio comprendere la mentalità giovanile.

Questi sono i miei ricordi del collegio , non tutti particolarmente positivi, ma sia quelli belli che quelli meno gratificanti  mi hanno forgiato per quello che sono oggi.

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