Premi il tasto "H" della tastiera per tornare in Home Page
Galeazzo Maria Sforza
Translation
this page in english:
via Google

Galeazzo Maria Sforza (Fermo 14 gennaio 1444 - Milano 26 dicembre 1476) è stato Duca di Milano.

Figlio di Francesco Sforza e di Bianca Maria Visconti, nacque presso la rocca del Girifalco.
Il nome fu scelto, in contrasto all'uso del tempo che avrebbe voluto il nome dell'avo paterno, dal padre di lei, Filippo Maria Visconti che gli assegnò il nome Galeazzo in memoria di suo padre e il nome Maria in ottemperanza al voto dello stesso, sancendo in questo modo la continuità della casata viscontea nella giovane dinastia Sforza.
Galeazzo Maria Sforza tentò di continuare la politica paterna e mantenne anche buone relazioni con gli alleati, privilegiando la Francia; e non mancava di buone qualità. Ma, oltre il confronto con l’alta figura del padre, gli nuocevano i modi superbi e la dissolutezza della vita. Pesò sul fisco inasprendo le tasse, sbagliò grossolanamente politica estera con Venezia e con i Fiorentini - era il tempo del famoso Lorenzo il Magnifico -, non ascoltava la voce dei consiglieri più quotati: il tutto sfociò in una congiura di nobili milanesi già suoi amici, ai quali si aggiunsero gli avversari anche per risentimenti personali. Il duca Galeazzo Maria cadde pugnalato nella chiesa di Santo Stefano il 26 dicembre 1476. Si riapriva la crisi del ducato. Il suo figlio, Gian Galeazzo II° aveva sette anni. Rimanevano in vita come pretendenti i cognati di Bona: Sforza Maria, Lodovico il Moro, Ottaviano, Ascanio. Lodovico il Moro era il più intemperante, aveva 26 anni, brillante, furbo, tenace, machiavellico: tutti lo davano come l’aspirante focoso al ducato, a tal punto che chiese alla vedova, Bona di Savoia, sua cognata, di aiutarla nel comando e nell’amministrazione: ella acconsentì; in tal modo i destini si maturavano tragicamente: il segretario Cicco Simonetta fu decapitato; Bona di Savoia dovette ritirarsi nel castello di Abbiategrasso; il figlio Gian Galeazzo che era il legittimo duca fu relegato a vivere la giovinezza nel castello di Pavia, sotto la buona cospirazione tutelativa dello zio Lodovico il Moro, colui che seppe aspettare e riemergere dalla frana del ducato. Nel 1480 era l’incontrastato dominatore, dopo due anni di reggenza collettiva. Lodovico il Moro celebrò le nozze con Beatrice d’Este, figlia del duca di Ferrara; ottenne il riconoscimento del titolo di duca dall’imperatore Massimiliano d’Asburgo, ad onore del quale chiamò con lo stesso nome di Massimiliano il suo figlio primogenito; mentre procurò al giovane nipote Gian Galeazzo, relegato in Pavia, un clamoroso matrimonio con Isabella d’Aragona, coltissima ed affascin ante: i due sposi dovettero, però, starsene in un dorato e neutrale esilio in Pavia - invece lo zio, il re Ferdinando, forte del suo regno di Napoli, pretendeva che la sua nipote avesse una sorte migliore ai vertici del ducato -.


Vedi il Quindicesimo Secolo