PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

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GESÙ CI INSEGNA 

LA CARITÀ

S. Em. Card. Patriarca MARCO CÈ 

alla XV Festa diocesana della Famiglia  

29 gennaio 1995

 GEREMIA 1,4-5.17-19   1CORINTI 12,31-13,13    LUCA 4,21-30

 

1. Carissimi.

vi saluto tutti con molto affetto. In voi saluto le famiglie che non so­no qui, in particolare quelle che soffrono: le penso e le ricordo al Signo­re, il padre di tutti. Io so che nulla lo consola più di questa nostra affet­tuosa solidarietà con le famiglie che sono in difficoltà.

2. É grazia questo incontro delle famiglie in S. Marco, mentre si svolgono le celebrazioni del centenario della nostra cattedrale. Voi sie­te qui per ringraziare il Signore per il dono della fede e del sacramento del matrimonio e per rinnovare davanti al vescovo, segno della Chiesa, le promesse che un giorno vi hanno unito l'uno all'altra, costituendovi l'uno per l'altra per sempre. Lodiamo il Signore e benediciamolo.

3. Nel vangelo che abbiamo appena ascoltato Gesù proclama di es­sere l'inviato del Padre, colui sul quale è sceso lo Spirito Santo per por­tare a tutti gli uomini — ai sofferenti, ai poveri per primi — l'annunzio della salvezza. Ma cosa vuol dire?

Gesù proclama di essere la rivelazione che Dio è paternità-maternità, cioè amore, e che è volontà di salvezza per tutti i suoi figli. E questo lo fa grazie allo Spirito di Dio che è stato effuso su di lui. I nazaretani non lo capiscono e lo rifiutano. Ma in Gesù le promesse di Dio sono di­ventate «oggi».

Coniugi carissimi, io vi dico che queste parole si compiono anche in voi. Anche voi, nel vostro amore coniugale, consacrato nel sacramento del matrimonio, siete prolungamento e attualizzazione del mistero di Gesù che «oggi si compie...». Per la grazia dello Spirito Santo che è in voi, voi rendete testimonianza e attualizzate il mistero di Cristo che, amando la Chiesa e dando per essa la vita, rivela al mondo chi è Dio:

Dio è amore!

Il mondo oggi spesso rifiuta Dio e non sa più vederne il volto. Rifiu­ta il matrimonio, perché non conosce la grazia, il dono, il mistero che Dio gli ha consegnato. Sono proprio di questi giorni notizie qualificate che attestano il crollo della natalità ai minimi storici, ma anche la grave crisi dell'istituto matrimoniale, cristianamente interpretato, da noi, in Italia.

Insegnateci, con la vostra vita di coniugi e di genitori chi è Dio e cosa è Dio: svelateci, con la vostra paternità-maternità, il mistero di Dio che e amore e che ci ha talmente amati da dare per noi il Figlio. Parla­teci di Dio con l'alfabeto che tutti capiscono: quello della vostra vita quotidiana che è dono. impegno per l'altro e per gli altri, che è dare la vita amandosi e sacrificandosi. Gesù poteva dire: «Chi vede me vede il Padre», coniugi e sposi, fa­teci vedere Dio, fatecelo sentire nella forza, tanto più grande quanto feriale e quotidiana, nella mitezza gioiosa e nella tenerezza del vostro amore. Testimoniate al mondo e svelategli la bellezza e la grandezza della grazia che è in voi mediante il sacramento del matrimonio.

4. La seconda lettura è lo statuto della vita cristiana, in quanto par­tecipazione della vita divina, vita trinitaria, amore. Proprio perché l'a­more è fin da ora partecipazione reale della vita divina, mentre, con la morte, la fede e la speranza cesseranno, l'amore non cesserà.

Il matrimonio cristiano è spazio creato da Dio per rivelare la qualità più profonda del suo mistero, che cioè Dio è trinità: Padre, Figlio, Spi­rito Santo. Tutto questo voi realizzate e manifestate nei gesti e nelle fa­tiche della vita quotidiana: un miracolo, più grande della moltiplicazio­ne dei pani e della risurrezione di Lazzaro.

Oggi il martyrion, la testimonianza che noi cristiani siamo chiamati a dare, sono proprio la verginità e il matrimonio: due realizzazioni del­lo stesso amore divino.

5. A questo punto io vi dico le parole di Gesù: «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi». Esse scaturiscono dal mistero procla­mato nell'evento evangelico di oggi: Gesù consacrato nello Spirito San­to per la missione. Non ve lo dico io, con fragile autorità umana. Ve lo dice il Signore che ha infuso nei vostri cuori lo Spirito.

In questa assemblea eucaristica, che è una pentecoste. Dio vi man­da. Oggi vi manda, da questa cattedrale, luogo materno della vostra fe­de: nel cuore dell'anno marciano. Vedete come si va sfaldando il senso cristiano del matrimonio? Come si va perdendo il senso della vita, non soltanto perché talora la si sopprime prima che venga alla luce — Si­gnore perdona loro, non sanno quello che fanno! - ma nelle molte vio­lenze che oggi vengono compiute nei confronti della vita, nei confronti dei bambini, dei neonati, o anche dei figli nei confronti dei genitori: in queste ultime settimane tali violenze si sono moltipllcate. Non basta lo sgomento: bisogna aprire gli occhi sull'abbandono e sulla solitudine in cui tante donne sono costrette a vivere la loro maternità; bisogna aprire gli occhi sulla miseria fisica e morale in cui molte giovani coppie, smar­rite nella via, vivono la loro totale marginalità.

Voglio ricordare che sono offese alla vita anche l'abbandono degli anziani, le povertà causate dall'ingiustizia, le guerre e gli odi, la delin­quenza e l'usura. Ma anche la secolarizzazione radicale del nascere, per cui si presume di poter realizzare tutto quello che è tecnicamente possi­bile fare senza tener conto che la creatura che nasce è una persona, con una identità da costruire: persona pensata da Dio e da lui voluta per se stessa, non strumentalizzabile perciò da nessuno e per nessun motivo.

Cari coniugi cristiani di questa santa Chiesa, andate per le strade del mondo e siate testimoni di un mistero che vi è stato donato per la salvezza di tutti. Andate e testimoniate cos'è l'amore: celebrate la divi­na liturgia dell'amore con l'apertura responsabile alla vita, con la fedel­tà reciproca, con la dedizione di ogni giorno al coniuge, ai figli, agli an­ziani; con la disponibilità a fare spazio nella famiglia, se è possibile e prudente, a bambini senza una loro vera famiglia. Custodite per i figli, per la Chiesa e il mondo, il miracolo dell'amore trinitario che vi è stato consegnato.

Domenica prossima la Chiesa italiana celebrerà la Giornata della vita; la celebreremo anche noi per proclamare, con la forza della nostra fede, la condanna dell'aborto in sé e come strumento per risolvere i gravi problemi che una maternità indesiderata porta alla donna. Fami­glie cristiane, voi stesse siete la festa più bella della vita!

So che avete in animo un'iniziativa mirata ad assicurare, almeno per qualche tempo, un'abitazione alle madri in difficoltà che, lasciata Casa Famiglia, intendono iniziare un'esistenza autonoma. È un gesto concreto di solidarietà per la donna, a promozione della sua dignità e a sostegno della sua maternità, che vi fa onore: io lo appoggio e lo inco­raggio.

6. Coniugi cristiani, andate e siate, con la vostra vita, testimoni che Cristo è morto per noi ed è risorto: testimoniatelo con la vostra radicale fedeltà al sacramento del matrimonio. E non abbiate paura. Non dite, come diceva il profeta Geremia: «Signore, io sono troppo piccolo, trop­po povero e debole». Il Signore è con voi, cammina con voi. Lui sarà la vostra forza. Coniugi cristiani, la Chiesa e il mondo hanno bisogno di voi. Parlare di santità dei coniugi nel mondo di oggi sembra un sogno.

Questo è il sogno di cui parlava Pietro nel giorno di pentecoste. È venuto il tempo — ed è oggi — in cui questi sogni diventeranno realtà. E lo diventeranno non perché noi siamo bravi e forti ma perché Dio è potente e lo Spirito Santo accompagna coloro che credono in lui. Ciò che la gente, la cosiddetta opinione pubblica, creata con la potenza del denaro, chiama «follia», diventa «la sapienza stessa di Dio», quella con cui egli salva il mondo e fa nuove tutte le cose.

Sposi cristiani, da voi, dalla famiglia cristiana, può partire un movi­mento di rinnovamento che segnerà una primavera dello Spirito. Se sarete ciò che dovete essere per la grazia del matrimonio, rinnoverete la Chiesa.

Vivete la vostra grazia. La gloria di Dio risplende nei gesti della vo­stra vita quotidiana, epifania e ostensorio dell'amore trinitario che è in voi, per la grazia di Cristo che opera nello Spirito Santo.

Credete che la vostra vita quotidiana, vissuta nella fedeltà all'amo­re che è in voi, può essere santità autentica, somiglianzà di vita trinitaria: la santità di Maria e Giuseppe, la santità di Gesù.

Parrebbe di folleggiare a dire queste cose. Ma questa è la follia di Dio, pazzo d'amore per l'uomo. E allora andate, sposi carissimi, e dite a tutti che il mistero di Dio continua nella vostra vita e voi ne siete i te­stimoni: la Chiesa ne ha bisogno, il mondo ne ha bisogno. Beati voi se sarete evangelizzatori della pasqua di Cristo con la vostra esistenza; se testimonierete davanti a tutti che la santità è possibile ed essa è già in voi: nella grazia che avete ricevuto e voi vivete con forza, con mitezza e tenerezza: come Maria e Giuseppe nell'umile casa di Nazaret.

7. Un'ultima parola vorrei dirvi: proprio in questi giorni si stanno ricordando i cinquant'anni da quando sono state spezzate le porte dei lager di Auschwitz-Birkenau, dove centinaia di migliala di persone — forse un milione e mezzo, quasi tutti ebrei — sono stati eliminati dalla follia nazista: uomini, donne, bambini. Questo crimine immane, perpe­trato soprattutto per eliminare il popolo ebraico, non deve essere di­menticato. Bisogna narrarlo ai figli, e i vostri figli ai loro figli: non solo perché non accada mai più, ma per rinnovare in cuore l'amarezza e il ri­fiuto, per chiederne continuamente perdono — anche se non portiamo responsabilità personale: ma fu la nostra umanità ad alzare la mano contro i figli di Dio — perché il rifiuto della violenza, di ogni offesa alla vita, della guerra, diventi un sigillo sul cuore.

Insegnate ai vostri figli che cosa ha conosciuto il secolo che sta per chiudersi, quanto è stato offeso Dio e il Figlio suo Gesù Cristo nelle of­fese esecrande fatte all'uomo; insegnate loro che, rifiutando Dio, l'uo­mo distrugge se stesso. Dio ha avuto pietà di noi. Però le voragini sca­vate dall'odio vanno riempite, se vogliamo che l'umanità di nuovo in esse non precipiti. Solo l'amore le può riempire.

Sposi cristiani, famiglie cristiane, voi siete grazia di amore, scuola di fraternità, educatori di solidarietà e di pace. Andate e rendete la vo­stra testimonianza.