PATRIARCATO DI VENEZIA

PASTORALE SPOSI E FAMIGLIA

 

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LA COMUNITA’ ECCLESIALE

E IL CONSULTORIO DI ISPIRAZIONE CRISTIANA

 

 

- IL MAGISTERO -

Gesù Cristo ha affidato alla Chiesa il servizio all’uomo senza esclusione, con la predilezione per chi ha bisogno.

Servire l’uomo con lo spirito di Cristo per il credente, illuminato dalla Scrittura e dal Magistero, è  conoscere e comprendere l’uomo, le sue vere esigenze e i suoi valori autentici, per promuoverli e esaltarli.

Questa è la promozione umana, contenuto essenziale dell’evangelizzazione.

 La comunità ecclesiale, dalle sue origini, sa di questo obiettivo permanente della missione affidatale da Cristo e sa di doverlo realizzare attraverso i laici, in particolare: “Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio” (LG 31). E lo è perché le realtà abitualmente in gioco – come, per es.,  l’amore uomo-donna, la sessualità, le relazioni interpersonali, gli apporti e i sostegni di carattere scientifico, psicologico, medico, pedagogico, ecc. – sono realtà proprie e tipiche dei laici.

In ogni problema affrontato, talvolta con sofferenza, non ci si trova sempre e solo di fronte all’annuncio del Vangelo o alla celebrazione del sacramento della riconciliazione, o ancora di fronte alla riflessione teologico-morale, ma semplicemente di fronte  alla necessità di prestare l’aiuto, di offrire il servizio alla persona, alla coppia, alla famiglia, per la chiarificazione e il sostegno nelle loro situazioni e problemi.

In una disposizione di servizio così intesa, la Chiesa non può che rispettare e promuovere il posto e il ruolo dei laici “dentro e al servizio” della comunità ecclesiale.

 

In un primo tempo, queste nuove realtà sono parse a molti come ambiti specifici dell’attività pastorale propria della Chiesa, a cominciare da quella rivolta ai giovani per esempio in riferimento alla formazione al sacramento del  matrimonio.

Successivamente le cose si sono chiarite.

Si è distinto l’annuncio cristiano dalla promozione umana e si è ritenuto che altra struttura  dovesse assumere questo importante compito.

 

Ed ecco il sorgere, per espressa volontà dei Vescovi, dei “Consultori familiari di ispirazione cristiana”, che si caratterizzeranno “specialmente come iniziativa di promozione umana e non di catechesi, con percorsi bisognosi di una competenza professionale più che di una guida spirituale” (“I consultori familiari sul territorio e nella comunità”, C.E.I. ’91,  ESM “Deliberazioni e voti”, 2).

 

Nel frattempo, anche la pastorale – ci avverte il Patriarca ne “Il Granello di senapa” - sempre più si è orientata a “fare ciò che ha fatto Gesù: annunciare la novità dell’evangelo della salvezza contenuta nel sacramento del matrimonio (…) Il matrimonio cristiano è una notizia divina: non c’è sintonizzazione possibile del cuore dell’uomo su questa lunghezza d’onda se non viene creata da Dio stesso. E dalla Pasqua di Cristo viene la forza per viverlo” (Gds 65).

 

Sempre nella stessa lettera il Patriarca – riprendendo il documento della C.E.I. “Evangelizzazione e sacramento del matrimonio” - aggiungeva: “Rimane anche l’urgenza di dare ai giovani una formazione-informazione antropologicamente corretta sulle tematiche della sessualità e dell’amore, che veda impegnati insieme gli Uffici diocesani della pastorale catechistica, giovanile e del matrimonio e della famiglia, in collaborazione con il Consultorio diocesano.

Questo lavoro diocesano, però, non sostituisce, ma sostiene e sussidia quello delle comunità parrocchiali che, con il loro presbitero, sono le prime responsabili della formazione al matrimonio, con gli altri sacramenti dell’Iniziazione Cristiana” (id ).

 

Allora, il consultorio familiare di ispirazione cristiana ha lo scopo esplicito di affiancare e di accompagnare l’attività pastorale della comunità diocesana, e l’elemento che maggiormente lo dovrà qualificare è il legame con la stessa comunità ecclesiale, dalla quale è decisamente esigito, anzi essa non può proprio farne a meno.

A questo proposito, è necessario riferirsi  a quanto scrivono il “Direttorio di pastorale familiare” della C.E.I. nn.249-254,   “Il granello di senapa”, nn.71-72 e  “I Consultori familiari sul territorio e nella Comunità”, C.E.I..

 

Quindi, la collaborazione tra comunità ecclesiale e consultorio familiare, mentre facilita il lavoro consultoriale, accresce la sensibilità e l’attenzione della comunità per i problemi della coppia e della famiglia.

In questa prospettiva il consultorio può essere una risorsa educativa importante per la crescita e lo sviluppo della comunità. Il Direttorio di pastorale familiare (Dpf) afferma la necessità che il servizio del consultorio “si sviluppi di norma sia in interventi di consulenza vera e propria a persone, a coppie e a famiglie in circostanze di difficoltà o in crisi di relazione, sia in interventi di prevenzione attraverso iniziative di formazione e di impegno culturale sul territorio e nella comunità” (250).

Oggi, infatti, è sempre più presente l’esigenza  che il consultorio si qualifichi come luogo di prevenzione e di sostegno al divenire formativo della persona, della coppia e della famiglia.

 

Indubbiamente non si può affermare se non con leggerezza che vi sia coincidenza tra azione pastorale e azione consultoriale e questo per una molteplicità di ragioni originate dalla diversità dei soggetti, dei mezzi, delle finalità.

 

Tuttavia, certamente è possibile intravedere tra le due azioni una netta convergenza, perché entrambe, sia pure con mezzi e caratteristiche diversi, si incontrano sul comune terreno della promozione umana del singolo, della coppia e della famiglia.

 

Per questo motivo l’azione consultoriale rappresenta – oggi più che mai, in una società che ha bisogno di riscoprire e vivere i veri valori dell’esistenza – un aiuto tutt’altro che trascurabile per quella promozione umana che fa parte del contenuto essenziale della stessa evangelizzazione.

 

Tra consultorio familiare e comunità ecclesiale, quindi, non possiamo non vedere ed auspicare una reciprocità di rapporti, proprio per le ragioni esposte, ma anche perché il consultorio è allo stesso tempo soggetto di un  servizio alla comunità ecclesiale e al territorio in cui opera, e oggetto di un servizio richiesto con forza dai tempi in cui viviamo.

 

Perciò i membri della comunità cristiana hanno la responsabilità di contribuire positivamente alla creazione, alla gestione anche economica, al perfezionamento del consultorio.

 

Ed è ciò che con rinnovato impegno si propone di fare la Commissione della pastorale degli sposi e della famiglia. 


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LA COMUNITA’ ECCLESIALE

E IL CONSULTORIO DI ISPIRAZIONE CRISTIANA

- IL CENTRO S. MARIA MATER DOMINI -

 

Le “motivazioni” dell’iniziativa del Patriarca Marco Cé.

Per realizzare il progetto di un consultorio familiare diocesano il Patriarca chiese la collaborazione insieme della Dottoressa Maria Teresa Pedrocco Biancardi, Psicologa, e di don Silvio Zardon, responsabile della pastorale degli sposi e della famiglia dal 1980. Fu attraverso loro, dopo una seria ricerca e riflessione, che nel 1988 un gruppo di cristiani della nostra Chiesa, in prevalenza  coppie di sposi, accolsero la proposta del Patriarca di istituire un servizio consultoriale a sostegno delle  situazioni di difficoltà e di disagio esistenti nel territorio.

Così il Patriarca volle il  "Centro S. Maria Mater Domini per la formazione e la consulenza alla coppia e alla famiglia", affidando la presidenza all’Avv.Zeno Forlati, con il compito di dar vita ad un consultorio familiare in grado di concorrere alla realizzazione della promozione umana, avvalendosi da una parte della disponibilità degli operatori, ma soprattutto ricorrendo all'apporto delle scienze umane, quali la psicologia, la pedagogia, la medicina, la giurisprudenza; un consultorio aperto a tutti, ma in grado di sostenere le attività pastorali.

Infatti, per offrire un valido supporto alla pastorale della comunità ecclesiale non si può prescindere da una profonda conoscenza dell'uomo da un punto di vista antropologico di cui la dimensione individuale, coniugale e familiare sono gli aspetti che più riguardano la Commissione della Pastorale degli Sposi e della Famiglia.

Convinti che, quando parliamo di evangelizzazione dell'uomo - l'obiettivo primario della pastorale - non possiamo prescindere dal significato che diamo all'uomo, alla persona,  e dalle caratteristiche e dai bisogni del soggetto che abbiamo di fronte.

Il "Direttorio di pastorale familiare" e la stessa lettera del Patriarca Marco Cè "II granello di senapa" affermano che gli operatori di un consultorio familiare possono assumere questo compito.

 

Le scienze umane

possono offrire delle chiavi di lettura, degli spunti, per giungere ad una adeguata comprensione dell'uomo e della sua realtà ed in particolare per attivare, per diffondere una cultura indirizzata alla prevenzione delle situazioni difficili.

Ma se la prevenzione è l'intento principale, non possiamo tirarci indietro quando il disagio, le difficoltà sono ormai conclamate e concretizzate in situazioni di sofferenza che spesso ci spiazzano quando ci troviamo a toccarle con mano: di qui la necessità di creare delle strutture in grado di intervenire per cercare almeno di ridurre la situazione di disagio, che non sempre si può eliminare del tutto. Spesso, di fronte a certe situazioni, non riusciamo ad andare oltre alla percezione dell'esistenza di una condizione di bisogno e comprendere le reali esigenze e la risposta che possiamo dare a queste richieste di aiuto. In questi frangenti, il buon senso e la buona volontà cui facciamo ricorso, spesso non bastano e devono essere integrate dalla disponibilità a mettersi in discussione, a confrontarsi con le scienze umane, nelle quali trovare un sostegno ed una guida.

 

Nel 1988 nasce il Centro S.Maria Mater Domini con l’Associazione e il Consultorio diocesano.

Tutte queste considerazioni stavano alla base di quanto quel gruppo di coppie di cui abbiamo accennato all'inizio aveva in mente ed è contenuto anche nello statuto dell'Associazione, frutto di un confronto e di un accordo con il nostro Patriarca.

Quindi con l'Associazione nasce il Consultorio Familiare che inizia l'attività di consulenza con la diretta assunzione in carico di situazioni di bisogno.

Viene data priorità anche all'attività formativa con la realizzazione di percorsi educativi e formativi, rivolti a diverse categorie di destinatari, dai giovani alle coppie; in modo particolare si è sempre cercato, di privilegiare le categorie degli educatori: genitori, animatori, insegnanti, perché attraverso la formazione di queste persone crediamo si riesca anche a sostenere e a rendere la continuità, la quotidianità, caratteristiche fondamentali di un percorso di crescita.

Ma, soprattutto oggi, non basta soltanto la disponibilità, ci vuole una sempre maggiore competenza. Ciò non significa che dobbiamo diventare tutti psicologi e pedagogisti, però è necessario mettersi a confronto, ascoltare, interrogarsi con la guida di questi specialisti.

Le problematiche che il Consultorio è stato chiamato ad affrontare fin da subito, sono state quelle comuni a qualsiasi servizio consultoriale: la vita di coppia, i rapporti all'interno della famiglia in tutte le diverse fasi, lo sviluppo dell'affettività, della sessualità, delle competenze relazionali dei giovani e non solo dei giovani. Queste problematiche possono senz'altro rientrare, ad esempio, in questa casistica: le difficoltà della vita coniugale;  una maternità, una paternità a disagio e sofferenza, come è appunto quella dei genitori di ragazzi “malati psichici”; le situazioni delle mamme e dei loro figli ospiti in Casa Famiglia alla Giudecca, ecc.

 

Diffusione territoriale del Consultorio nel Litorale e a Marghera.

L'attività consultoriale prende piede dal Centro S.Maria Mater Domini:

·        prima con il Consultorio a Eraclea per il Litorale, che nasce perché, l’attività consultoriale, prima portata a conoscenza nei tre Vicariati di Jesolo, Eraclea e Carole, fu quindi richiesta dai rispettivi Vicari e da alcuni parroci e da un gruppo di laici, che costituirono subito l’Associazione (iniziando un fattivo sostegno fino all’  autofinanziamento):

·        e successivamente con  il consultorio per la Terraferma a Marghera, che dall'uno settembre 2003 ha sede presso il Centro "A. Luciani", Via Querini 19/A Mestre.

Ma non dobbiamo fermarci a queste pur belle notizie.

Infatti, l’accoglienza del Centro S.M.Mater Domini e del Consultorio diocesano da parte della pastorale della maggior parte delle nostre comunità parrocchiali risulta molto poco significativa, la sua attività soprattutto preventiva-formativa è poco richiesta; mentre quella  consultoriale è molto più utilizzata.

Che si debba insistere con idee chiare e con coraggio sulla necessità ormai di impostare nelle comunità la pastorale della formazione alla fede come annuncio-catechesi e insieme come promozione umana - la formazione cioè antropologicamente corretta  e svolta con competenza professionale - rimane l’obiettivo fondamentale.

La Commissione riconosce la responsabilità di questa situazione e vuole rinnovare il suo impegno a cambiarla con il  programma che emergerà da queste “note”. 

 

Due nuovi Centri per far fronte a un crescente disagio nella società

L'attività dei Consultori porta fin dall'inizio ad entrare in contatto con un crescente disagio di cui sono vittime soprattutto i bambini.

Il disagio degli adulti crea sofferenza nei piccoli, frappone ostacoli alla loro promozione, per cui si avverte la necessità di strumenti più specifici per individuare questi ostacoli e poter intervenire in modo concreto e producente.

Nasce così il "Centro per la tutela del bambino maltrattato", che si occupa di situazioni di maltrattamento a minori, come si deduce dalla sua denominazione e, per ultimo, nel 1997, il "Centro Antiabuso" per la prevenzione e il trattamento dell'abuso sessuale sui minori.

A questo punto l'attività dell'Associazione Centro S. Maria Mater Domini raggiunge, con queste cinque strutture, la copertura di un largo raggio di problematiche, mediante l'attività di prevenzione-formazione, l'attività di consulenza e l'attività di diffusione di una cultura al rispetto della vita e della dignità dell'uomo.

È doveroso ricordare che queste strutture sono nate e continuano ad operare anche grazie al l’ appoggio della Comunità civile e dell'Amministrazione pubblica che hanno creduto in questi progetti, per cui possiamo affermare che l'Associazione rappresenti anche un luogo di convergenza: per strade diverse, attraverso impegni diversi, tutti stiamo cercando di raggiungere un unico obiettivo che è quello di ridare valore e dignità all'uomo. 

I due Centri, secondo un progetto del Card. Patriarca Angelo Scola, si sono costituiti in Fondazione civile, in data 30 dicembre 2003.

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CONCLUSIONI OPERATIVE PER UN PROGETTO

1. La collaborazione Commissione pastorale sposi e famiglia - Consultorio diocesano:

·        precisare e intensificare le rappresentanze;

·        promuovere osservatorio, ricerca,documentazione   su comuni materie:

a)      nel contesto “scienza e teologia”, la cultura e la formazione “antropologica”;

b)      la nuzialità, l’amore uomo-donna, la “coniugalità”, il matrimonio, la coppia;

c)      “la genitorialità”: maternità e paternità, procreazione, biogenetica;

d)      “sposi-famiglia comunità primaria” della relazionalità e socialità ;

e)      “sposi-famiglia comunità educante”: una scuola per genitori per essere “meglio” genitori;

f)        “sposi-famiglia soggetto” nella comunità ecclesiale;

g)      “sposi-famiglia soggetto sociale e politico” nella società.  

2. L'evangelizzazione non può prescindere dalla promozione umana quale suo contenuto essenziale: di conseguenza la comunità dovrà prenderne sempre più coscienza e mettere in atto una pastorale a dimensione “ antropologica”.

Per realizzare questo obbiettivo, è necessario l'impegno di tutti: Comunità ecclesiale, Vicariati e Parrocchie; Commissione pastorale sposi e famiglia; altre Commissioni dioc; Associazione S.M.Mater D.ni e Consultori; Associazioni e Movimenti ecclesiali, cosa fare? convegno diocesano? incontri preti-laici nelle zone pastorali? o  altro?

La Commissione ora sta inviando a tutte le parrocchie alcuni importanti testi del Magistero e alcuni appunti sul nostro Centro e i Consultori un pò illustrati dalle presenti “note”.

3. Gli sposi  e i singoli cristiani potrebbero sentirsi chiamati a prendere a cuore e sostenere il Centro S.Maria Mater Domini e i Consultori familiari: 

·        aderendo come “socio” all’Associazione del Centro S.Maria Mater Domini anche in rappresentanza della propria parrocchia e vicariato, dell’associazione o movimento ecclesiale, degli uffici pastorali e relative commissioni. In allegato a queste “note” c’è un primo elenco di persone che chiedono di far subito parte dell’Associazione.

·        sostenendo l’Associazione con la disponibilità di “operatore”, come educatore, psicologo,  pedagostista, medico, umanista, assistente sociale, giurista, ginecologo, personale di segreteria, ecc., anche in vista di promuovere i seminari suaccennati (v. n.1).

4.   L'Associazione ha il compito del sostegno economico delle attività.

L’attività formativa e consultoriale del Centro e dei suoi tre Consultori, le attività professionali, gli ambienti, la strumentazione tecnico-scientifica, ecc, hanno un’indubbia rilevanza economica e amministrativa. L’Associazione svolge anche questo compito economico e amministrativo nel contesto e insieme alle Comunità ecclesiali diocesana e particolari.

5. Proposte per un progetto relativo la “prevenzione-formazione”, coordinato tra la Commissione pastorale sposi e famiglia e il Consultorio diocesano:

·        accompagnare – per gli animatori dei Corsi - il Sussidio 2001 della Commissione per la formazione al sacramento del matrimonio, con un sussidio del Consultorio per la formazione “antropologica” dei fidanzati;

·        pubblicare nel manifesto-calendario dei Corsi diocesani e vicariali per i fidanzati per le parrocchie, anche le attività del Consultorio diocesano;

·        avviare un progetto comune  formativo/informativo per gli animatori della formazione al matrimonio;

·        avviare un progetto comune  formativo per sposi relativo:

­         le relazioni coniugali in difficoltà “in sé” o a causa di un membro sofferente in casa;

­         la preparazione degli sposi e della famiglia all’ “adozione” e all’  “affido”;

­         rapporto genitori-figli.

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