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Caravaggio

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      M. Zambuto - Speranza nostra

 

Il Santuario della Madonna di Caravaggio è uno dei luoghi di culto più noti e frequentati della Lombardia. Fu costruito in ricordo di un evento miracoloso, un'apparizione mariana, che le cronache tramandano come avvenuta nel 1432: la Madonna apparve ad una contadina maltratta dal marito ed esortò gli abitanti alla preghiera e alla penitenza. Fu San Carlo Borromeo nel XVI secolo a ordinare la costruzione dell'edificio come di appare ora. Fu concluso solo nel 1722 e contempla vari stili.

La Vergine apparve (era il tramonto del 26 maggio 1432) a Giannetta De' Vacchi, figlia di Pietro, d'età oltre i trent'anni, sposa di Francesco Varoli, un contadino, forse un soldato, la quale era intenta a raccogliere erba su di un prato, detto Mazzolengo, lontano dal borgo. Quale segno della Apparizione dal prato sgorgò una sorgente d'acqua che nel corso dei tempi portò benefici a molte persone; una virtù questa riaffermata dall'immediato fiorire di un ramo secco gettatovi a sfida da un miscredente. Dopo l'episodio del ramo fiorito altri fatti miracolosi testimoniarono la sacralità del luogo. La mannaia conservata nel sotterraneo del Sacro Fonte, antenata della più tristemente famosa ghigliottina, testimonia un episodio accaduto nel 1520.

Un capo dei briganti, tale Giovanni Domenico Mozzacagna di Tortona, venne catturato nei dintorni e condannato a morte. Affinché l'esecuzione servisse da monito a molti, si decise di fissarla per il 26 maggio, giorno in cui per la ricorrenza della Apparizione molta gente si sarebbe recata a Caravaggio.

Durante i mesi di prigionia che precedettero la data stabilita il brigante si pentì e si convertì. Venne il giorno della esecuzione ma per quanti tentativi vennero fatti la scure si inceppava prima di arrivare al collo del condannato.  La folla gridò al miracolo. Il condannato prima tornò in carcere e poi fu definitivamente liberato. Nella seconda celletta del sotterraneo viene conservato un catenaccio spezzato che ricorda un fatto avvenuto nel 1650. Un pellegrino, imbattutosi in un nemico che lo minacciava di morte, corse al riparo verso il tempio, ma trovando la porta chiusa invocò la Madonna. Il catenaccio si spezzò e la porta si aperse per poi rinchiudersi in faccia al persecutore.

Sul piazzale antistante il tempio, nei pressi della fontana, un obelisco ricorda un singolare fatto accaduto nel 1550. Un soldato dell'esercito di Matteo Griffoni, generale della Repubblica Veneta, rubò dal Sacro Fonte una preziosa tazza e la nascose in un bagaglio sopra il dorso di un mulo; ma quando fece per andarsene il mulo non ne volle sapere di muoversi. Il furto fu scoperto e il prezioso oggetto restituito. Il Comandante fece elevare a ricordo del fatto una Cappelletta che, caduta in seguito alla erosione delle acque, fu rimpiazzata nel 1752 da un obelisco. Divenuto cadente questo, nel 1911 fu sostituito con un altro a ricordare anche le celebrazioni del 1910 del 2' centenario della incoronazione della Madonna. Sulle quattro facciate della base dell'obelisco tre epigrafi ricordano il fatto della tazza, la prima cappella e l'obelisco del 1752, le feste celebrative del 1910; la quarta riporta una esortazione al culto della Vergine.

Nel 1432, l'anno stesso della Apparizione, Bonincontro De' Secchi, vicario foraneo del Vescovo di Cremona, poneva nel campo del Mazzolengo (che era stato donato da un altro Secco, Marco, a quel tempo Vicario Ducale) presso il Sacro Fonte la prima pietra per l'erezione di una cappelletta. Accanto venne costruito anche un piccolo ospedale per ospitare i molti infermi che vi si recavano.
Nel 1516 la piccola cappella è già una chiesa "veramente insigne, con edifizi adatti, ornamenti e pitture venerande", come si legge nel privilegio concesso quell'anno da Papa Leone X al Santuario. Mai costruita, già pericolante a metà del secolo, fu diroccata per essere ricostruita.
L'erezione del tempio come tuttora lo si vede iniziò nel 1575 voluto dall'allora arcivescovo Carlo Borromeo. A edificarlo fu chiamato l'architetto Pellegrino Tibaldi, detto il Pellegrini (Perugia 1527 - Milano 1596). L'opera di costruzione continuò, non senza lunghi intervalli, fino ai primi decenni del Settecento. In questo modo il primitivo progetto del Pellegrini subì numerose modifiche, anche se sostanzialmente l'idea originale rimase inalterata.

La basilica sorge in una vasta piazza cinta da portici simmetrici che corrono con 200 arcate per uno sviluppo di quasi 800 metri. Nel piazzale antistante il Viale si trovano l'obelisco, cui abbiamo già accennato, ed una fontana lunga quasi 50 metri. L'acqua di questa fontana passa sotto il Santuario, raccoglie nel suo corso quella del sacro Fonte ed esce nel piazzale Sud accolta in una piscina dove i fedeli fanno bagnature alle membra malate. Sotto il triportico di ponente, davanti alla facciata principale, è stata allogata nel 1942 la Via Crucis. Nello stesso anno, al centro del piazzaletto, fu eretto un crocefisso a ricordo del Giubileo Episcopale di Papa Pio XII.

L'interno è a una sola navata, a croce latina, di stile classico con pilastri dai capitelli ionici. Il tempio è in un certo qual modo diviso in due corpi. Uno, quello a ponente, più vasto; qui ci sono le cappelle, quattro per lato, le cantorie e l'ingresso principale. L'altro, posteriore, ha la discesa al Sacrario. Proprio sopra il sacrario e sotto la cupola in modo da essere visto da tutti i punti del tempio si trova l'altare maggiore, l'elemento più ricco e grandioso tra i complessi monumentali del Santuario. E' di marmo, rotondo, con colonne che alternate a statue, sorreggono un trono, anch'esso di marmo, che si slancia verso la cupola terminando in una gloria di angeli che portano una corona di stelle. L'altare, progettato dall'architetto Siciliano che si ispirò agli studi di Michelangelo per l'altare della Confessione della Basilica Vaticana, fu poi portato a compimento nel 1750 dall'ingegner Carlo Giuseppe Merlo di Milano.

Sotto l'altare Maggiore si trova il Sacro Speco con il gruppo statuario che ricostruisce la scena della Apparizione. Il gruppo, in legno, opera di Leopoldo Moroder di Ortisei, fu inaugurato nel 1932 nelle feste del V centenario della Apparizione, feste presiedute dal cardinale Schuster, Legato Pontificio, che celebrò la solenne incoronazione della statua. Una cancellata in ferro battuto e ottone divide il luogo della preghiera dalla piazzetta delle offerte, la quale in un primo tempo avrebbe dovuto essere la discesa al sotterraneo del Sacro Fonte. La decorazione del tempio è opera di Giovanni Moriggia (Caravaggio 1796-1878) e Luigi Cavenaghi (Caravaggio 1844 - Milano 1918). Lungo le pareti corrono gli armadi intagliati dai Carminati di Caravaggio, famiglia di intagliatori fra le più celebri. Il Santuario è dotato di uno dei migliori organi d'Italia. Inaugurato il 15 ottobre del 1837, aveva lo strumento sonoro originale dei Serassi di Bergamo; la grande cassa del XVIII secolo è un altro pregevole lavoro d'intaglio dei Carminati. Rifatto nel 1905, fu restaurato e diviso in tre corpi nel 1927 da Tamburini di Crema. L'organo è composto di un complesso di 127 registri e circa seimila canne. Cuori d'argento e quadretti ricordano sulle pareti del Santuario le grazie elargite dalla Madonna. Migliaia di questi cuori furono fusi per essere trasformati in vasi sacri.

Il Sacro Fonte

Sotto lo Speco si trova un sotterraneo, il Sacro Fonte, al quale si accede dall'esterno del tempio. Qui si trova una fontana da cui si può attingere l'acqua; qui è il luogo dove Giannetta ascoltò la Madonna e l'acqua sgorgò dal terreno. Il sotterraneo, un grande corridoio di circa trenta metri, rivestito a mosaico dal pittore Mario Busini (1950-1952), appare diviso in cinque celle. Nella prima tre nicchie ricavate dentro le pareti raccolgono una Madonna marmorea, la ghigliottina e il catenaccio spezzato che ricordano i miracoli cui abbiamo accennato.

Il Santuario Oggi

Il Santuario di Caravaggio è luogo di preghiera, ma non solo. Accanto alle attività liturgiche è attivo un Centro di spiritualità dove si può trovare accoglienza per ritiri spirituali e motivi di studio in campo pastorale. E' funzionante inoltre un Centro di consulenza matrimoniale e familiare. Queste attività sono alloggiate in alcuni fabbricati ristrutturati alla fine degli anni ottanta dagli architetti Paolo e Salvatore Ziglioli. Di rilievo sono la sala per le celebrazioni e convegni con le vetrate artistiche del pittore caravaggino Giorgio Versetti, e la cappella progettata e decorata dallo scultore mozzanichese Mario Toffetti, inaugurata questa da Papa Giovanni Paolo li durante il soggiorno avvenuto nel giugno del 1992.

 

Mario CATTANEO – Verso il Santuario della Madonna – Caravaggio, 1957

Le immagini fanno parte del Museo della Fotografia Amatoriale

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