Il
Santuario del Getsemani è situato ai piedi del monte Galpazio
quel tanto che gli dà la possibilità di ammirare la fertile
piana del Sele, il golfo di Salerno, la Costiera Amalfitana,
l'isola di Capri e, ai bordi dei monti vicini, il Santuario
della Madonna del Granato.
L'idea di costruire questo Santuario fu del prof. Luigi Gedda,
ex presidente dell'Azione Cattolica, a ricordo di Cristo
agonizzante nell'Orto degli Ulivi (da cui il nome Getsemani), e
per predisporre un luogo dove ritemprare lo spirito nella pace,
nel silenzio e nella preghiera.
I lavori iniziarono nel 1956 ad opera dell'architetto Ildo
Avetta e terminarono il 23 giugno del 1959 quando la struttura
fu solennemente inaugurata.
L'intero complesso, comprendente un vasto parco, una casa
spirituale, un chiostro, la chiesa superiore e la cripta, è
ricco di opere d'arte eseguite in stile moderno.
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Sul piazzale del Santuario si eleva la grandiosa statua di
bronzo della "Madonna della Luna" di Giuseppe Romano,
inaugurata nel 1971 a ricordo della missione americana sulla
luna del 1969. La scritta sul piedistallo "pulcra ut
luna", i crateri della luna e le orbite spaziali vogliono
richiamare in maniera visiva, l'era dell'uomo nello spazio.
Entrando nella chiesa superiore si ha l'impressione di trovarsi
di fronte a una corte celeste. Sui vetri è, inoltre, istoriato
il cammino spirituale dell'uomo che, dopo la purificazione dai
sette vizi capitali, può guardare al centro dell'altare dove
troneggia l'Agnello immolato, simbolo di Cristo, attorniato
dalle quattro virtù cardinali e dalle tre virtù teologali.
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L'altare maggiore è realizzato in diaspro di Sicilia, con il
Tabernacolo in pietre dure. Il pavimento del presbiterio e le
alzate dei gradoni sono stati realizzati in ceramica da Don
Manfredo Coltellini.
Al centro della chiesa superiore una splendida apertura a forma
di stella permette di affacciarsi sulla cripta. Delimitata da
una ringhiera in ferro battuto, la splendida opera dell'artista
Antonio Benetton di Treviso su dodici pannelli permette di
ripercorrere i momenti della tragica notte di Cristo,
dall'ingresso nell'Orto degli Ulivi fino all'arresto e alla
traduzione al Sinedrio dinanzi a Ponzio Pilato; sulle pareti del
chiostro una Via Crucis, realizzata in ceramica, richiama la
Passione di Cristo.
Da una scala del chiostro si scende verso la cripta, ove sono
conservati sotto il pavimento e sotto vetro dei cippi di pietra
locale rinvenuti nei lavori di scavo per la costruzione del
Santuario.
Entrando nella cripta lo sguardo viene rapito dalla suggestiva
visione del Cristo in agonia in atteggiamento di supplica: il
volto, le mani e i piedi sono stati realizzati con marmo bianco
di Carrara, mentre per le vesti è stato usato il marmo rosa del
monte Amiata; l'intera opera poggia su sassi della montagna di
Capaccio. Intorno alle pareti circolari della cripta si snodano
quindici altari, realizzati in ceramica e in vari colori,
dedicati ai Santi e alle Sante più conosciuti nel Meridione,
con al centro quello della Madonna di Pompei. La statua del
Cristo è resa ancora più suggestiva da originali anfore romane
che servono da portalampade e da ricordo storico per indicare
che la passione del Cristo è avvenuta durante la dominazione
romana in Palestina.
Accanto al Santuario la casa di spiritualità, con i suoi 150
posti letto, rappresenta una delle opere più insigni, in questo
campo, di tutta l'Italia meridionale.
Nel parco della casa si trovano una Via Crucis, dipinta a mano
da un ebreo di Ogliara su piastrelle a cotto nel maggio del 1974
e un anfiteatro di recente costruzione adibito alla celebrazione
liturgica soprattutto nel periodo di Pasqua.
La direzione del Santuario, affidata precedentemente alle suore
della Santa Croce di Menzingen e successivamente ai Padri
Stimmatini coadiuvati dalle suore di Santa Teresa, è
attualmente affidata ai Padri Giuseppiniani e alle ancelle di
Santa Teresa.
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