Quanto visto fino ad ora non è sufficiente per uno studio completo
dello strumento di misura, ma occorre vedere come esso reagisce agli
ingressi dinamici, ovvero studiare il comportamento dello strumento
di misura in funzione del tempo e della frequenza. Per procedere con
questo studio sono necessarie le caratteristiche dinamiche che vengono
determinate, ad esempio, tramite il seguente procedimento:
si applica una grandezza in forma canonica5.1 all'ingresso dello strumento di misura e se ne valuta la risposta;
si osserva la risposta in frequenza.
Le caratteristiche dinamiche servono, quindi, per capire come si comportano
realmente gli strumenti quando vengono impiegati per effettuare delle
misure. Lo studio che si farà potrà poi essere applicato anche al
comportamento in frequenza di un sensore, oltre che agli strumenti
elettromeccanici. Si formulano le seguenti ipotesi:
si trascurano le grandezze d'influenza;
il modello dello strumento è a parametri concentrati;
si dfefiniscono dei parametri costanti detti costanti di tempo;
si linearizzano le caratteristiche ingresso/uscita, in modo, da poter
applicare il principio di sovrapposizione degli effetti.
Fatte queste ipotesi si va a studiare il comportamento dinamico del
sistema, per fare questo si possono seguire due strade alternative:
risposta nel dominio del tempo: si applica un segnale particolare
di cui si conosce l'andamento nel tempo (detto canonico) in ingresso
e si studia l'evoluzione nel tempo dell'uscita;
risposta nel dominio della frequenza: analogamente a quello nel tempo,
anche in questo caso si applica un segnale detto canonico, la cui
frequenza è però variabile da un minimo ad un massimo. In uscita si
avrà la risposta in frequenza del sistema quando eccitato in ingresso
da un segnale canonico.
La scelta di una o dell'altra via dipende dalle informazioni che si
hanno sul sistema.