Al posto delle quattro resistenze del ponte in c.c. si considerano
le rispettive impedenze:
Il fasore
(oppure
) rappresenta
una misura dello squilibrio del ponte. Si scelgono come elementi variabili
del ponte ed .
Figure:
Ponte di Wheatstone in c.a..
Si può dimostrare che al variare di l'estremo del fasore
di squilibrio
si muove nel piano complesso lungo
una delle rette della famiglia con coefficiente angolare .
Al variare di , si muove lungo una delle rette della
famiglia con coefficiente angolare , dove:
Esistono percorsi privilegiati per l'estremo che sono rappresentati
da una famiglia di rette. La resistenza può valere:
Quando si lavora su questo valore di resistenza, ad esempio con una
resistenza variabile a decadi, si ottiene uno spostamento a gradini
del fasore di squilibrio da una retta ad un'altra. In questo modo
si dispone di un numero finito di rette pari al numero di variazioni
che si ottengono dalle varie combinazioni dei valori del resistore
a decadi. Non tutti i percorsi sono possibili, in quanto questi dipendono
dalla configurazione del ponte. La rappresentazione che si ottiene,
ad esempio, su un plotter non è chiaramente un fasore ma solamente
un punto che è il suo estremo . La variazione di un altro componente,
come la reattanza , permette lo spostamento su un'altra famiglia
di rette le quali hanno un coefficiente angolare diverso all'altra
famiglia. Le due famiglie di rette non sono ortogonali, ma possono
avere un angolo diverso. Al fine di mettere in equilibrio il ponte
il fasore
deve essere annullato
o comunque minimizzato: si cerca cioè di portare l'estremo nell'origine
. Questo si ottiene facendo passare il punto attraverso il
punto (vedi figura ) utilizzando una famiglia
di rette e poi da ad una seconda posizione utilizzando la seconda
famiglia di rette e così via in modo che sia minimizzato
.
Non è detto che esista però un famiglia di rette che consenta l'annullamento
del fasore stesso: di conseguenza esisterà un intorno dello zero.
Si supponga che il ponte sia inizlamente squilibrato ed il fasore
rappresentativo dello squilibrio sia il segmento orientato .
Al variare di , l'estremo si muoverà su una certa retta,
la perpendicolare dall'origine a questa retta consente di trovare
il punto di minimo.
Figure:
Traiettoria dell'estremo .
Nel quale, la lettura del rilevatore di zero assumerà il suo minimo.
A questo punto si agisce su l'altro controllo e si varierà
tale parametro affinchè sul galvanometro si abbia un nuovo minimo.
Il punto raggiunto è quello d'incontro della retta perpendicolare
a quella su cui il punto si è mosso per la variazione di
e quest'ultima. La condizione di equilibrio si raggiunge tanto velocemente
quando le due famiglie di rette sono tanto più perpendicolari tra
di loro. Per questo motivo si scelgono una resistenza ed una reattanza
apprtenenti allo stesso lato del ponte. I difetti di questo metodo
sono:
variabilità a gradini dei valori dei componenti variabili;
sensibilità del rilevatore di zero e del plotter.
Altri problemi legati alla misurazione tramite l'uso di ponti sono:
schermatura: volta all'eliminazione od alla riduzione dei parametri
parassiti;
sicurezza dell'operatore: fondamentale quando il ponte è collegato
a sorgenti di media o bassa tensione (), per cui i vari punti
del circuito possono trovarsi a potenziali elevati e pericolosi.